17/04/12

Il cibo spazzatura e la tassa “per risparmiare”


Ed ecco che ritorna la tassa sul junk-food. Difesa ieri dall’ineffabile Ministro della Salute (chi si ricorda il nome vince il bambolotto) in un’intervista a Repubblica, torna la grande passione di considerare i cittadini poveri bimbi cui occorre insegnare a legarsi le scarpe.
Ciò che indispone in tutto questo, infatti, non è la tassa (l’ennesima) che viene caricata sul mulo italiano, ma la supponenza di chi vorrebbe insegnarti col bastone che mangiare le schifezze fa male.
Come se non lo si sapesse che mangiare ogni giorno in un fast food non è salutare! Ma che dire allora dell’uovo fritto? Della maionese fatta in casa? Del lardo? Delle cotiche? Se il vero scopo del Governo è quello di non farci ingurgitare grassi insaturi e carboidrati, dovrebbe essere consequenziale: visto che il rischio non si annida solo nell’infido Mac Donald’s sotto casa o nel pacchetto di patatine al bar, occorrerà che ci si metta dietro un badante che sorvegli le nostre mosse, che ci spieghi, a noi poveri ignoranti, che il panino con la porchetta non è esattamente come una lattughina di stagione. Sono anni che studio, ma proprio non riesco a capire la differenza!

L’inizio sarà soft: prima una piccola tassa su superalcolici, succhi e bevande gassate (perché? Fanno ingrassare?) da cui il gettito previsto è di circa 270 milioni. Dal 2014 seguiranno altre tasse su merendine, patatine, crackers se le aziende non provvederanno ad abbassare grassi, zuccheri e sodio degli alimenti. A qualcuno verrà il sospetto che si tratti in realtà di un nuovo modo di fare cassa. Un dubbio naturalmente infondato guardando alla qualità degli interventi economici di questo Governo. Su questo infatti ci conforta il Ministro (il nome non ve lo dico): “Il primo segnale riguarda la necessità di migliorare le abitudini alimentari. Mandiamo un messaggio ai consumatori, vogliamo farli risparmiare in termini di salute, cosa che poi si traduce in un risparmio anche per il sistema sanitario nazionale.” Risparmiare… da quando in qua una nuova tassa serve al consumatore a risparmiare?
Marcello Spirandelli

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