04/05/12

Qualcosa ci dobbiamo inventare ma anzitutto recuperiamo la speranza

Coi miei amici al bar, ma non è l'inizio della canzone, ci siamo detti: qualcosa dobbiamo fare. Che cosa vuol dire per un padre di famiglia, che oggi veleggia attorno ai 40, che qualcosa dobbiamo fare? Vuol dire solo reagire e non farsi prendere dalla tentazione della depressione o peggio del suicidio, o davvero trovare tutte le energie ancora disponibili (e ce ne sono) per fare qualcosa di nuovo, di giusto, di equo?

Vuol dire questa seconda parte. Come genitori, come cristiani, come uomini non possiamo permetterci di pensare che in fondo al tunnel della crisi non ci sia la luce della speranza, che dietro a quella porta non ci sia quel portone pronto ad aprirsi al nostro sguardo: recuperiamo la speranza. Aiutiamoci a recuperare la speranza anche qui sul nostro quotidiano, dentro e dietro ogni riga che scriviamo per voi, e per noi, per non essere banali quando ci leggono le nostre mogli e quando ci leggono le mogli che non conosciamo.
Qualcosa ci dobbiamo inventare. Come? 
E' un imperativo anche per il nostro giornale. E quello che non inventeremo, e che è già stato inventato, lo racconteremo.
Giorgio Gibertini Jolly

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