16/10/11

Serie A, settima giornata

Questa è la giornata degli 0-0, sono 5 per l'esattezza. Saranno stati gli impegni delle nazionale, sarà una casualità, ma ci sono stati pochi gol e appunto 5 gare a reti bianche. Ma non per questo sono mancati i colpi di scena.

Il Napoli cade nell'anticipo in casa contro il Parma: dopo essere andati sotto, gli azzurri trovano il momentaneo pareggio prima di subire il 2-1 degli emiliani. Sono tra i favoriti nella lotta allo scudetto, ma per vincere il tricolore non basta vincere con le grandi, anzi è con le piccole che si vincono gli scudetti. Milano divisa a metà, le due milanesi erano chiamate ad un pronto riscatto.

La Milano rossonera può sorridere con 3 reti rifilate alla loro bestia nera, il Palermo, anche grazie al ritorno di un Robihno in super forma, oltre ad un Ibra e Cassano a trazione anteriore - alla faccia di certe dichiarazioni sentite nei giorni scorsi. I nerazzurri invece, dopo l'illusione del vantaggio, subiscono due reti dal Catania ed inanellano un'altra incredibile sconfitta, la quarta.

La Juventus poteva tornare dopo anni in testa da sola, ma non riesce a superare il Chievo, nonostante le moltissime occasioni e il gol sfiorato più volte. Invece dovrà ancora contendere la testa con l'Udinese, anch'essa fermata in un pareggio senza reti contro l'Atalanta. Anche il Cagliari non coglie l'occasione per andare in testa e pareggia per 0-0 contro il Siena.

Nella sera va di scena il derby di Roma. Giallorossi in vantaggio dopo appena 5 minuti, ma la Lazio rimonta e trova il vantaggio al 93' minuto, per il finale di 2-1. Nelle altre gare, pareggio tra Cesena e Fiorentina a reti bianche, stesso risultato tra Lecce e Genoa. Invece il Bologna espugna il campo di Novara con due reti, è la prima vittoria del campionato per i rossoblu.

Black Block a lavorare per pagare i danni dei cittadini di Roma

La Capitale ferita sanguina e non solo per l'immagine desolante data all'estero ed ai turisti di tutto il mondo ma per i suoi cittadini doppiamente feriti.
Vedere questi teppisti salire sulla Scala Santa per lanciare pietre e bottiglie alla Polizia fa veramente sdegnare anche chi quella Scala se l'è fatta in ginocchio ed in preghiera.
Vedere la statua della Madonna sbattuta a terra e spaccata in decine di pezzi irrita anche chi custodisce ogni giorno la coroncina del Rosario in tasca e sa che quella Madre ha già perdonato queste bestie smarrite.
Ascoltare i proclami dei nostri politici non fa che ampliare il senso di rabbia che raggiunge l'ennesima potenza quando ascolti, o leggi, le interviste ai cittadini, cittadini come me, che vivono in quelle strade, che lì hanno negozi, casa, famiglia, affetti e che hanno avuto paura, in un sol pomeriggio, di perdere tutto.
Chi pagherà i loro danni?
Le assicurazioni, quelle stipulate con fatica e che avranno, alla riga 118, scritto in piccolissimo, che non sono coperti atti vandalici?
Il Comune che col suo Sindaco si è già affrettato a denunciare i danni di immagine subiti ed ha calcolato in 1 milione di euro quelli reali?
Gli organizzatori della manifestazione? Chi, quelli che non si sono accorti che c'erano 500 incappucciati tra le proprie fila e che lanciavano il sasso e poi nascondevano la mano?
Il Ministro Maroni appare in tivù scuro in volto e dice che non dovrà essere come le scorse volte e che quindi i 12 arrestati, ai quali speriamo se ne aggiungano altri, saranno puniti severamente ed in modo esemplare.
Sinceramente non ci credo che questo accadrà conoscendo un po' come è l'Italia e come è andata l'altra volta: basta registrare il fatto che su 82 manifestazioni in tutto il Mondo, gli incidenti sono avvenuti solo a Roma!
Ma oltre a non credere a questo "pugno duro" dico anche di più, ovvero che preferirei, da cittadino di Roma, che questi delinquenti fossero messi ai lavori forzati (pretendere che tornino al loro è un'utopia perché non credo qualcuno di questi abbia una occupazione seria oltre a quella di occupare le cose degli altri) e ripagare i danni alla signora che si è trovata l'auto sfasciata, a quella famigliola con figlia piccola che si è impaurita ai giardinetti ed ora se ne vuole andare via da Roma ed a tutti i negozianti della zona che dovranno rifarsi le vetrine della propria bottega.
Non teneteli in carcere che ci costano anche, un po' ogni giorno e poi ci costa il processo.
C'è bisogno di processarli veramente? Non può bastare in questo caso la condanna unanime dei cittadini assieme alle immagini alla televisione?
Condannateli a pagare i danni della povera gente che non c'entra niente con la crisi globale o col Governo ma che si è vista distrutta in un attimo i risparmi, se non di una vita, di parte di essa.

Fatto 30 facciamo anche 31 (qui si parla di due linee autobus di Roma)

Sono a Piazzale Clodio e sto cercando una linea autobus Atac Roma per tornare a casa. I gentilissimi autisti dell'Atac stanno chiacchierando tra di loro in attesa di partire ognuno col proprio autobus. Mi avvicino alzando il ditino: scusino, per Pineta Sacchetti?
I cinque autisti si scrutano tra di loro cercando la soluzione migliore e ce ne sono davvero tante.
Poi uno degli autisti getta la sigaretta e mi dice: "venga con me, ho fatto il 30 ora faccio il 31 e le dico dove scendere".
Non capisco e gli chiedo: che vuol dire?
Mi risponde: "Dovevo proseguire il mio turno con la linea 30 Express ma mi hanno appena comunicato di passare alla linea 31 che passa per Valle Aurelia e poi lì lei prende il 994 e sale su verso Pineta Sacchetti".
Sorrido e lo seguo e, gentilissimo, quasi mi porta a casa e mi offre un caffè.
Ho fatto il 30 ed ora faccio il 31 mi ha detto ed io penso: "ecco da dove è nato il famoso modo di dire: abbiamo fatto trenta facciamo trentuno!" Ed io che pensavo si riferisse a quando Papa Leone X, il 1º luglio 1517 creò trenta nuovi cardinali; poi gli parve che un altro prelato fosse pure degno di quell'onore e nominò cardinale anche lui. A coloro che si meravigliarono del fatto che il papa, che aveva deciso di fare trenta cardinali, ne avesse poi fatto uno di più, Leone X rispose "Chi ha fatto trenta può fare trentuno".
Invece no: il detto è nato tanti anni fa a Piazzale Clodio quando cinque autisti di allora stavano discutendo e.....