01/12/11

Vivere in tempo di crisi 2: fare la spesa a stomaco pieno

E' appena iniziato il nuovo mese ma si avvicina il fine settimana, il sabato, giorno tipico e creato apposta per prendere la moglie, i bambini ed andare tutti assieme a fare la spesa grossa, non quella giornaliera, ma quella da carrelli pieni fino all'orlo.

I dipendenti della Milano 90 ci scrivono dalla manifestazione in Piazza

"Il nostro presidente sta mettendo in mobilità dal 1 gennaio 350 persone..i politici dicono che non dobbiamo rivolgerci a loro..la camera lo stesso peró hanno dato in appalto il trasporto dei cartoni per il trasloco dei deputati, .pagando si dice 2 milioni di euro..servizio che noi svolgevamo gratuitamente..alcuni deputati ci hanno risposto che devono far vedere all'opinione pubblica che stanno risparmiando e se siamo noi a pagarne le conseguenze: chissenefrega!! Alcuni di noi hanno preso il bilancio della camera che è pubblico e hanno fatto i conti e sai quanto incide la locazione di marini1? L'1,4% sul totale!! Il risparmio non c'è, è solo una scusa e intanto i questori continuano a avere il loro attichetto con cene gratis lavanderia e fiori: pensa che già hanno pronti i nuovi super appartamenti !
I dipendenti della Milano90Questo ci scrivono i ragazzi che sono abituato a vedere "servirci" nei palazzi della Camera e così pubblico volentieri sul nostro Frews.
Oggi negli uffici che rimarranno in affitto i disagi erano molti: bagni sporchi, assenza di carta igienica, assenza di sapone, cestini pieni, nessuno ai piani a darci una mano.
Non tutti sono al corrente di quello che sta succedendo ed allora riproviamo a ricostruire la storia.

I lavoratori della società Milano 90 hanno iniziato la mobilitazione due giorni fa attraverso una assemblea permanente nei rispettivi luoghi di lavoro. Milano 90 srl, è l'azienda romana di proprietà di Scapellini che fornisce immobili e servizi alla Camera dei Deputati, al Consiglio di Stato, al Comune di Roma e all’Autorità garante per le Telecomunicazioni.
La Milano 90 ha avviato le procedure di licenziamento per 350 lavoratori su 530, impegnati negli appalti per i servizi di mensa, bar, pulizia, accoglienza e lavanderia, prevalentemente in Parlamento ma anche presso il Consiglio di Stato, la Regione Lazio e l'Autorità garante per le Telecomunicazioni.
L’Unione Sindacale di Base, che ha indetto lo sciopero odierno e sostiene la battaglia dei lavoratori esternalizzati, ha da tempo richiesto un incontro con i Deputati Questori, ritenendo non ammissibile scaricare solo sui lavoratori i tagli ai costi della politica, mentre rimangono inalterati i benefici riservati ai parlamentari come, ad esempio, una mensa a costi simbolici.
USB chiede inoltre che venga almeno avviata la cassa integrazione della durata di un anno, nel corso del quale dovranno essere individuate soluzioni definitive per ricollocare i 350 lavoratori. Nell'appoggiare e sostenere tutte le iniziative dei lavoratori l'USB richiederà di nuovo un incontro urgente ai Deputati Questori per respingere i licenziamenti avviati dalla Milano 90».
Per capire la posta (scrive contropiano.it) in gioco è utile conoscere i retroscena del boom della società Milano 90.
Nella primavera del 1997 fu stipulato il primo contratto tra la Milano 90 di Scarpellini con la Camera per l'affitto di una porzione del fabbricato compreso tra Via del Tritone, Via del Pozzetto e Piazza San Claudio. All'epoca un milione di lire al metro quadrato con conseguenti quotazioni immobiliari schizzate ai massimi nel Centro storico. Nel '98 un altro contratto di locazione e nel '99 il terzo. Il bilancio del 1999 per Milano 90 si chiude con 11 miliardi e 56 milioni di lire di utile. Una liquidità tale da consentire al gruppo Immobilfin di acquisire quattro srl in liquidazione: Iris, Camelia, Mimosa e Rosa; i terreni di «Fare centro a Romanina» sono proprio in quelle società.
Milano 90 acquistava tramite mutui l'immobile per conto della Camera (due ex proprietari sono Enel e Telecom), lo ristrutturava e lo affittava (9+9 anni) inclusi servizi, a Montecitorio. Condannato a spendere oltre 1.000 miliardi di vecchie lire in 18 anni, affitta uffici pluripotecati.
Oggi l'impero di Scarpellini poggia su una trentina di società, ma il core business dello sviluppo immobiliare si sostiene anche attraverso le locazioni. Il progetto del Satyricon Palace Hotel a Cinecittà si potrà realizzare anche grazie a «inquilini illustri» come la Camera (Palazzo Marini), il Senato (Palazzo Bologna), il Tar, l'Authority Tlc, Il Consiglio di Stato, il Comune di Roma, la Regione Lazio e la Rai.

I pifferai del governo tecnico sono i protagonisti del nuovo teatrino

Si aprono i dieci giorni decisivi per l’Europa, lo dicono e lo ripetono i vertici di Bruxelles in queste ore, ma i mercati finanziari e la speculazione restano i padroni incontrastati di una situazione quantomai difficile. È sempre una magra consolazione rifugiarsi nel "lo avevamo detto" però il mutamento di ruolo della Banca Centrale Europea, più volte invocato dal governo di centrodestra, torna prepotentemente oggi alla ribalta.
C’è libertà piena di critica oggi verso il Cancelliere tedesco Merkel o il presidente francese Sarkozy, non è più un delitto affermare che la Banca Centrale potrebbe anche acquistare titoli di Stato emessi dai Paesi membri, come fa la Bundesbank berlinese. Bastava passare stamani da un salotto televisivo all’altro per constatare che anche gli esponenti della sinistra estrema ormai sono confluiti decisamente sulle nostre posizioni, tanto criticate appena pochi mesi fa.
È in corso infatti un processo di revisione su tutto quello che è stato detto a sproposito nel recente passato purché fosse in contrasto con il Governo Berlusconi. Senza mai citare esplicitamente o tantomeno rendere l’onore delle armi a chi venne allora criticato ingiustamente. Più che i politici, si distinguono in quest’atteggiamento i dotti commentatori dei quotidiani: abbiamo letto fior di articoli di fondo in questi ultimi giorni che attribuiscono, per esempio, al Governo tecnico misure già presentate e sostenute dal nostro Governo in Europa. Il principio è voltare comunque pagina, far apparire come nuovo anche il vecchio, seppellire sempre sotto un cumulo di critiche il Governo Berlusconi.
Per ora il tentativo, diffuso a molte importanti testate, appare riuscito: ma è una vittoria di Pirro, perché questa vera e propria campagna informativa si scontrerà prima o poi con il voto degli elettori italiani. Che si sono sempre dimostrati, e lo dimostreranno anche stavolta, capaci di discernere tra il vero e il falso, tra la disinformazione e i fatti concreti del centrodestra.
Di Paolo

Ale Baldi: intervista ad un animatore fuori dal villaggio


Abbiamo incontrato Alessandro Baldi, un animatore “speciale”, fuori dalla norma, fuori dal comune e quindi fuori dal… villaggio per svelare, per quanto possibile, la professione dell’animatore e le sue diverse sfaccettature.  Alessandro Baldi, pugliese di origine, approda ai villaggi turistici dopo anni da musicista collaborando con Sergio Cammariere, Marina Rei, Patrizia Laquidara e passando per il teatro con Emilio Solfrizzi, Paolo Migone, Maurizio Micheli e Luca Medici, in arte Checco Zalone.  


Laura:  Ciao Alessandro e grazie per quest’intervista che ci farà scoprire vari aspetti di questo lavoro e  di te.  Ti ho definito un animatore fuori dal villaggio. Partiamo dalla fine. Tu ed il teatro. Una passione nata prima o di lavorare nel mondo dell'animazione, di fare il capo villaggio?

Alessandro: Non ho idea del momento in cui si leggerà questa "intervista", essendo on line può essere quindi giorno o notte al momento di lettura: buongiorno/buonasera a tutti, mi sembra un buon inizio. Per risponderti, potrei dirti che il teatro è una passione cresciuta con me negli anni; ho fatto per moltissimi anni il musicista bazzicando attori e teatri e palchi per anni appunto. E' un amore rimasto nascosto ed inconscio che ha preso il sopravvento all'improvviso.

L: Dal teatro al villaggio...realtà distinte o convergenti?

A: Il villaggio turistico ha una realtà completamente differente dal teatro per una ragione semplice: il tipo di utenza. L'Italiano in teatro compra un biglietto e si presuppone abbia cultura ed interesse per l'Opera o una commedia o per la prosa. L'italiano in un villaggio turistico ha comprato un pacchetto vacanze, quindi il sole, il mangiare, una camera comoda. L'animazione nei villaggi turistici si somiglia tutta da anni ormai e l'ospite a grandi linee sà che tipo d'intrattenimento troverà, per questo motivo ho scelto di portare in villaggio un intrattenimento nuovo e differente da quello a cui si è abituati fino ad oggi.

L: Quanto c'è di animatore nei tuoi ruoli teatrali e viceversa? La collaborazione teatrale che più ti è piaciuta?

A: Proprio per non dimenticare il tipo di contesto in cui ci si trova, le scelte teatrali sono sempre ponderate e riadattate ad un pubblico che definiamo "villeggiante"; spesso, come nel caso delle Commedie di Vincenzo Salemme, i copioni sono stati adattati al tipo di equipe di cui si dispone, tagliati per ovvie ragioni di tempo ma soprattutto alleggeriti senza mai stravolgerne il senso quindi la penna dell'autore e l'interpretazione dell'attore. Inevitabilmente quindi, si "esce" dal copione, interagendo col pubblico, con i bimbi che irrimediabilmente non staranno mai zitti, qualsiasi cosa, anche uno starnuto fatto in un certo modo, può diventare parte dello spettacolo e questo, è per me il nuovo concetto di "animazione": contenuti nuovi, rifacendosi ai grandi come Eduardo De Filippo che ha scritto cose meravigliose, divertenti e assolutamente proponibili anche a quel tipo di pubblico, interagendo col pubblico stesso. Più che di collaborazioni, ricordo con piacere i consigli fondamentali di Maurizio Micheli.

L: Raccontami la giornata tipo di un capo villaggio.

A: Cambia ogni giorno, soprattutto ad inizio settimana nel momento in cui gli ospiti sono appena arrivati, poi la settimana si assesta e tutto diventa più gestibile. Mi sveglio di solito alle otto, un ora dopo riunione con lo staff e la mattinata passa tra i giri nelle varie aree, dalla spiaggia al mini club, per controllare che tutto sia ok. A pranzo, se non c'è un resident manager, controllo il buffet e la ristorazione in generale. Pomeriggio quasi sempre dedicato all'intrattenimento serale, che può essere un montaggio video o le prove di una commedia o qualsiasi altra cosa; non amo provare di notte, preferisco che i ragazzi diano il massimo durante il giorno e che di notte ... dormano. Tra le 20 e le 21 giro ristorante, teatro per lo show e se c'è come spesso accade una seconda serata si tira fino a quando và avanti; di certo non mi annoio!

L: Come si comportano i Vip in villaggio?

A: Dipende. Ho visto atteggiamenti di ogni tipo. Da chi (non faccio nomi)con 3 guardie del corpo si sentiva Michael Jackson e se n'è poi andato senza pagare gli extra della camera, fino a Ciro Ferrara disponibilissimo e gentilissimo con tutti, sempre coinvolto nelle attività d'animazione. L'approccio con questo tipo di persone è identico a quello di tutti gli altri, se hanno voglia di essere coinvolti lo saranno, altrimenti discrezione come sempre.

L: Se dovessi dare un consiglio ai ragazzi che vogliono fare questo lavoro che cosa ti sentiresti di dire?

A: Di provarci, assolutamente. Fare l'animatore, se fatto con la convinzione sia un lavoro, può dare grandissime soddisfazioni e imparagonabili traguardi di crescita, sia dal punto di vista umano che da quello professionale. Dai villaggi non sono usciti solo Fiorello o Teo Mammuccari, ma anche tantissima gente che oggi lavora nel mondo del turismo o altrove con una reattività e preparazione sulle persone, fuori dal comune.

Un sentito e doveroso grazie ad Alessandro per la sua disponibilità e un grande in bocca al lupo per i suoi progetti futuri che a breve ci riserveranno delle sorprese straordinarie,  con la speranza che questa breve intervista possa essere utile a chiunque voglia intraprendere questo meraviglioso ma anche faticoso lavoro.

Laura M.


Crisi: oro e Franco svizzero. Che cosa accadrà?


Io non sono un professore della Bocconi! Non sono laureato in economia e non posso quindi affatto definirmi un esperto.
Ho una preparazione scientifica e una mente quindi molto razionale, pertanto io non riesco a comprendere appieno i sistemi complessi dell'economia di oggi. Sinceramente ho persino paura che gli stessi addetti ai lavori non li comprendano appieno. Spesso il sistema economico mi appare una sorta di gioco delle scatole cinese. Quindi io cerco di vedere e valutare alcuni dati semplici e di fare semplici operazioni da bambino della scuola elementare: 2+2 non può fare 5, deve fare 4.
Mi sembra inoltre che veramente pochi abbiano il coraggio di evidenziare alcuni semplici dati, hanno paura di farlo, perché ogni "testata" giornalistica, ogni rete televisiva ha alle proprie spalle un editore. E questo editore è normalmente un imprenditore o nel caso delle RAI dietro c'è persino lo Stato stesso! Pertanto potete ben capire il perché 2 anni fa ci raccontavano che la crisi era passata (quando tutti i dati macro-economici dimostravano il contrario) o perché ci dicevano che le nostre banche sono le migliori di Europa o perché sostenevano che l'Italia non è la Grecia. Perché non possono rischiare di creare il panico, non possono rischiare che la signora Maria anziché investire i propri risparmi nei Btp, come gli hanno consigliato persino i giocatori di calcio, si faccia prendere dal panico, vada in banca, prelevi i suoi risparmi e li converta in franchi svizzeri o compri dell'oro fisico.
Infatti il sistema sta in piedi finché il popolino fa il suo dovere! E' sempre stato così! La storia lo insegna! Anche ai tempi delle grandi monarchie, il Re poteva permettersi di fare la bella vita di corte finché il popolo faceva il proprio dovere e sgobbava arando i campi e producendo le ricchezze per lui. Non appena il popolo si ribellò, con le grandi rivoluzioni, il sistema saltò...ma ne fu subito istituito un altro e il popolino bue era e bue resta!

Ebbene oggi in quest'ottica vorrei valutare insieme a voi cari lettori di Frews, due semplici grafici che vi riporto qui sotto.


Questo primo grafico è l'andamento del prezzo dell'oro negli ultimi 10 anni.
Come potete vedere il prezzo dell'oro è aumentato costantemente. Se avessimo comprato una oncia di oro nel 2001 a circa 300 dollari, oggi varrebbe oltre 1'400: quasi 5 volte tanto!
L'aumento ha subito una accelerazione negli ultimi due anni, passando da circa 800 (gennaio 2009) a 1'400.


Questo secondo grafico invece rappresenta l'andamento del cambio tra euro e franco svizzero negli ultimi 5 anni, anche in questo caso, potete notare come negli ultimi due anni sia passato da 1,60 di fine 2008 ad 1,10 di luglio 2011, poi le banche svizzere sono intervenute e con enormi sforzi sono riusciti a riportarlo leggermente su, attorno all'attuale 1,20.
In ogni caso in poco più di 2 anni si è avuto un incremento del valore del franco svizzero rispetto all'euro pari al 33%. I frontalieri vanno a nozze! E' come se il vostro stipendio nel 2008 fosse stato di 1'500 euro e oggi, senza sforzo ve lo hanno portato a 2'000 euro, mica male vero?

Ma cerchiamo di capire due cose: perché questi andamenti? E cosa potrà accadere in futuro? Il perché è molto semplice: infatti nonostante quelle che ci raccontavano era evidente già 2 anni fa che la crisi non era affatto passata ma anzi c'era grosso rischio di un ulteriore peggioramento. E quando si hanno crisi economiche profonde cosa succede? L'inflazione parte a stecca! E quindi il rischio che euro e dollaro valga sempre meno, il rischio che la signora Maria si trovi con della carta straccia in mano è alto. Quindi gli investitori si rifugiano in beni più sicuri e così hanno investito nelle materie prime (che sono andate alle stelle), nell'oro e si sono rifugiati in quella valuta che è considerata un po' meno a rischio: il franco svizzero.
Tutto estremamente logico ed estremamente prevedibile: peccato che pochissimi hanno il coraggio di raccontarvelo!

Cosa succederà quindi a oro e franco svizzero nei prossimi mesi/anni? Beh, se siete convinti che super-Monti, super-Obama e super-Merkel saranno in grado di far ripartire la crescita, oro e franco crolleranno, se invece siete convinti che le cose peggioreranno ulteriormente...
Inutile che vi dica in quale dei due scenari io creda.
Ma attenzione al rovescio della medaglia: se tutti noi corressimo a comprare oro e franchi svizzeri, contribuiremmo a far collassare il sistema in brevissimo tempo, viceversa se tutti corriamo a comprare i nostri fantastici Btp, aiuteremmo a mantenere in piedi il castello di sabbia ancora per qualche mese o persino anno, così banche e finanziarie potrebbero continuare i loro giochini speculativi sul sistema ancora per un po', a voi la scelta! Ma ricordate alla fine il risultato non cambia: 2+2 fa sempre 4! I soldi non si creano dal nulla! Il pane non si crea dal nulla: occorre seminare grano in un campo, aspettare che maturi, mietere, macinare, impastare, cuocere! La Manna dal Cielo è caduta solo una volta nella storia dell'uomo!

Immigrati, dopo l’emergenza nuove proposte per l’accoglienza del 2012

Passata la fase critica dal Nord Africa, dal consorzio Connecting People alcune proposte per migliorare il sistema: contributo di accoglienza ai comuni, rimpatri assistiti, corsi di legalità e cittadinanza nei centri, sponsor per l’inserimento lavorativo
ROMA – Passata la fase emergenziale dell’arrivo dei profughi dal Nord-Africa in Italia è necessario ragionare sul futuro per provare ad innovare l’intero sistema di accoglienza, dai servizi offerti ai migranti fino al rapporto fra gli enti gestori dei centri, la politica e le istituzioni. Un primo passo in questo senso potrebbe essere la previsione, sui nuovi contratti di gestione dei centri di medie e grandi dimensioni, di un contributo di accoglienza concesso ai comuni, di risorse destinate alla promozione della legalità e della cittadinanza, di fondi per i rimpatri assistiti e di misure che favoriscano la “sponsorizzazione”, da parte dei gestori dei centri, di un certo numero di rifugiati nel loro percorso di inserimento lavorativo. A metterlo in evidenza è Mauro Maurino, consigliere del Consorzio Connecting People, che gestisce in tutta Italia numerose strutture e servizi per migranti (fra di essi numerosi Cara e Cie) e rappresenta venti realtà fra consorzi, cooperative sociali e sanitarie, associazioni.
Nel giorno in cui prende il via il convegno “Fermata Piemonte: raccontare l’accoglienza, disegnare l’integrazione”, in cui sarà raccontata l’esperienza dell’accoglienza del Consorzio (15mila persone in tutta Italia, 11mila solo a Manduria, in Puglia, con 450 presenze in Piemonte), Maurino fa il punto della situazione sulla “ormai chiusa” emergenza della scorsa primavera, ricorda che “l’Italia non ha un sistema di asilo capace di gestire un simile flusso di richiedenti” ma che “oggi siamo tornati in una fase di ordinarietà”, che durerà probabilmente fino alla prossima primavera, quando il fronte potrebbe – complice il bel tempo – riaprirsi. C’è spazio dunque per un bilancio di ciò che è stato: “L’emergenza è caduta in una condizione di vuoto assoluto della politica, con i partiti impegnati a pensare ad altro, dai tagli alla crisi economica. Per questo ha mancato di lucidità ed è stata a guardare, come per paura di sporcarsi le mani”. Un contesto in cui “chi ha avuto la responsabilità di assumere delle decisioni lo ha fatto in assoluta solitudine”, con una sostanziale passività anche dei comuni e delle loro associazioni: “Decisioni prese dall’alto, spesso sulla testa dei sindaci”.
Se i comuni – dice Maurino – “devono decidere per il futuro se vogliono essere protagonisti o meno delle politiche migratorie”, spunti interessanti per migliorare il sistema complessivo di accoglienza vengono anche dal rapporto fra gli enti gestori dei centri da un lato e gli enti di tutela dall’altro, con questi ultimi finora chiamati solamente ad un’attività ispettiva nei confronti dei primi: il consigliere di Connecting People auspica occasioni di confronto che siano slegate dall’attività ispettiva e in cui i problemi di gestione vengono messi apertamente sul campo per individuare congiuntamente le soluzioni: “Io non ho paura di nasconderti i problemi perché non sei qui a ispezionarmi e tu non perdi le tue energie per trovare i problemi, ma insieme ci ragioniamo insieme per trovare le soluzioni migliori”. Ancora, il capitolo dei contratti e del loro contenuto: “Nel garantire i servizi – spiega Maurino – l’ente gestore può attenersi scrupolosamente alla convenzione perché la sua capacità di garantire i diritti viene misurata solo sulla qualità dei servizi che eroga: ma il problema è che ci sono diritti che non transitano attraverso i servizi”. Ecco così che non vengono considerati tutta una serie di attività, come il tempo dedicato alla promozione alla legalità o alla conoscenza del contesto sociale del territorio, che invece rappresentano un valore aggiunto fondamentale per il migrante, il richiedente asilo, il rifugiato. “Sarebbe cosa saggia che oltre al pocket money si parlasse anche di questi elementi e si spingessero gli enti gestori ad investire in questa direzione”. Il che rafforzerebbe, fra l’altro, anche la tendenza a disegnare un sistema che segni il passaggio dai grandi centri – che nella prima fase di permanenza in Italia sono necessari – a strutture più piccole e raccolte come le comunità alloggio in cui indirizzare i rifugiati quando hanno acquisito le competenze necessarie a vivere pienamente nella società che li ospita.
Nel dettaglio, poi, Maurino formula quattro proposte concrete che potrebbero cambiare il quadro dell’accoglienza del 2012. In primis, un contributo di accoglienza che sia indirizzato al comune dove questa avviene: “Non è possibile – dice Maurino - che a fronte delle grandi risorse stanziate per l’emergenza non ci sia nulla che finisca ai comuni”. La realizzazione, con quelle risorse, di un Fondo per le politiche sociali destinato a tutto il territorio interessato avrebbe il grande vantaggio, ad esempio, di dimostrare a tutti i cittadini che la collettività tutta può trarre anche un vantaggio concreto dall’accoglienza. Contestualmente, si potrebbero attuare – propone il consigliere di Connecting People – piani di rimpatrio assistito per quei migranti che ritengono fallito, o semplicemente, concluso il loro progetto migratorio ma che non hanno i mezzi per tornare a casa. Terza proposta: che nella seconda fase dell’accoglienza vengano garantite all’interno dei centri attività di promozione della legalità e della cittadinanza. Infine, il recupero del concetto di sponsorizzazione: “Oggi – spiega Maurino - nelle gare sui contratti dei centri governativi il gestore acquisisce un punteggio maggiore se si dice disponibile a non farsi pagare la quota del 10% di presenze oltre la capienza massima del centro”. “Cambiamo questa clausola – propone allora - e trasformiamola in una clausola di sponsorizzazione chiedendo al gestore di impegnarsi nell’arco di 60 giorni, con azioni concrete, a trovare un inserimento professionale ad una certa percentuale delle persone che ottengono lo status di rifugiato o la protezione umanitaria”. Se tutti o alcuni di questi punti venissero messi in pratica, compatibilmente con una valutazione positiva della loro ricaduta rispetto ai singoli centri interessati, ci si troverebbe di fronte – dice Maurino – “ad una concreta innovazione del sistema di accoglienza”.
Stefano Caredda da il Redattore Sociale