18/12/11

Serie A 16° giornata, Milan secondo



Il big match di giornata era tra Lazio e Udinese, le due squadre hanno dato spettacolo nel posticipo serale, con i friulani prima in vantaggio con Floro Flores, poi Lulic e Klose ribaltano il risultato, ma poi ecco il 2-2 definitivo di Pinzi per i friulani. Con questo risultato l'Udinese è agganciato dal Milan a 31 punti.

Milan e Juventus liquidano rispettivamente il Siena e Novara in casa: rossoneri in vantaggio con Nocerino, che si sta rivelando un bomber con 6 reti; seconda rete di Ibrahimovic su rigore. Bianconeri invece in vantaggio dopo 4 minuti con Pepe, 2-0 definitivo di Quagliarella.

Inter ancora vittoriosa contro il Cesena, adesso i nerazzurri sono quinti. Nell'altro posticipo serale, colpaccio della Roma che espugna il difficilissimo campo del Napoli per 3-1. Giallorossi che vanno sul 2-0, poi momentaneo 2-1 per il Napoli e definitivo 3-1 per i capitolini.

Il Genoa batte il Bologna per 2-1 e vede le zone alte della classifica, insieme al Catania, anch'esso vittorioso nel derby siciliano contro il Palermo per 2-0. Il Chievo batte in casa per 2-0 il Cagliari, Fiorentina e Atalanta pareggiano in una gara dai molti colpi di scena: viola in vantaggio, sprecano occasioni per raddoppiare; nel finale gli orobici ribaltano e si ritrovano clamorosamente in vantaggio, poi il definitivo 2-2 dei fiorentini. Altro pareggio rocambolesco tra Parma e Lecce: ducali in vantaggio nel primo tempo, poi i giallorossi ribaltano la gara sul 3-1; infine tra l'86° e il 93° minuti il Parma trova la forza per pareggiare: 3-3, che gara.

Foto di Leggo.

Natale: festa della contemplazione e dell'accoglienza

Natale, e tutti sono più buoni. Che bello, se fosse vero: vero è invece che a Natale restiamo quelli che siamo.
O no? Cosa dovrebbe spingerci a cambiare?Ci dicono e ci scrivono che il Natale è Festa di contemplazione. Contemplare un neonato in una poverissima mangiatoia, nel freddo di una stalla – sistemazione di fortuna, non troppo rara per i tempi, ma sempre di fortuna – certo suscita numerosi
spunti di riflessione. Quindi questo Bambinello viene tirato da un parte dai pacifisti, che ci vedono un segno
di arrendevolezza e mitezza assolute; viene tirato dall’altra dai pauperisti, che ne esaltano la povertà e la carenza di mezzi materiali; e così via. Chi non ci ha mai pensato, tra un regalo di Natale e l’altro? Forse bisognerebbe riflettere anche su un aspetto, talmente immediato che a qualcuno può sfuggire: Gesù si è fatto bambino, si è incarnato in un neonato. Un neonato che da subito ha avuto vita difficile, se è vero come è vero che Erode ha sterminato centinaia di suoi piccoli coetanei, tanta era la paura che ne aveva. Erode ne aveva paura perché sapeva che quel bimbo era venuto a cambiare il mondo: certo, il despota sanguinario non poteva comprendere che il mondo che quel bimbo avrebbe cambiato sarebbe andato ben più in là
dei confini della Palestina, ma a lui non importava, ché bastava avere un contendente ai suoi (sottomessi)
reami per avere un nemico giurato. Gesù era odiato e temuto da prima che nascesse. Duemila anni dopo, a
quanti bimbi spetta questo stesso destino? Quante mamme, quante coppie, temono che un figlio in arrivo
possa cambiare il proprio mondo, possa renderlo insostenibile su un piano economico, e chiedono che quel
figlio svanisca nel buio, che venga cancellato? Ma come Erode fu ingannato da se stesso, così per queste persone l’aborto si rivela il peggiore degli inganni: un figlio non si cancella, non si può cancellare, neppure se non lo si è mai guardato negli occhi. Quegli occhi, nella loro dolcezza priva di condanna, pesano poi per tutta la vita, ci porgono una sofferenza che solo nell’Amore di Dio può essere vissuta e compresa per farci, davvero, migliori, anche dopo un’azione tanto atroce. Questa azione – l’aborto – è bene comprendere che non è figlia solo della volontà di chi ne fa richiesta, quanto soprattutto della scelta di chi asseconda questa volontà, di chi ritiene, senza aver neppure l’attenuante del coinvolgimento emotivo che comporta il vivere una gravidanza difficile in prima persona, che un figlio possa o debba essere soppresso perché di troppo, perché malato, perché non voluto, perché imprevisto. Da sempre esistono mamme che vogliono abortire, ma a causa di certa malata cultura che si è affermata con la menzogna e la violenza oggi a questa mamme risponde addirittura lo Stato, offrendo medici ed infermieri pagati per sopprimere i nascituri, perché nessuno possa mai guardare i loro occhi. A quegli occhi oggi pare non pensare nessuno, si perdono nelle preoccupazioni di chi all’aborto non ha mai pensato, di chi lo ha sempre visto da lontano, magari come una cosa brutta ma che riguarda certamente altri. Quanti cattolici oggi pensano a quegli occhi? Quanti cattolici sanno, ad esempio, che nel 2009 sono stati soppressi nei nostri ospedali oltre centodiciottomila concepiti? Quei bambini, noi, non li incontreremo mai: pensiamoci, mentre, tra le lucine e le statuine di ogni foggia, mettiamo nel Presepe
il Bambinello. Nei presepi, il Bambinello è sempre rappresentato con le braccia aperte, con un gesto – anche
qui – dai molteplici significati. E’ bello vederci subito il gesto immediato ed ingenuo del piccolo che chiede di essere preso in braccio, di essere accolto: questo è diritto di tutti i bambini, questo ci chiedono. I regali di Natale, quelli, verranno dopo.
Massimo Micaletti

Gli strateghi della guerra dell'Ici contro la Chiesa

Non vi è nulla di casuale nei feroci attacchi che la Chiesa Cattolica sta subendo in materia di agevolazioni fiscali. Si tratta di un’offensiva che risponde ad una strategia militare ben precisa e ben orchestrata. La battaglia è iniziata a metà dello scorso agosto. Per l’esattezza il 19 agosto 2011, quando Gustavo Raffi, Gran Maestro della potente obbedienza massonica del Grande Oriente d’Italia, lancia l’attacco. In un comunicato rilasciato dalla Villa Il Vascello, prestigiosa residenza romana e luogo simbolo della repubblica del 1848, Raffi proclama: «E' giusto che lo Stato abolisca le esenzioni dell’Ici per i beni immobili della Chiesa non destinati al culto e di tutti gli altri enti che si avvantaggino di tale esenzione, così come è opportuno congelare per tre anni l’8 per mille fino al raggiungimento del pareggio di bilancio, come fissato nella manovra, destinando le risorse alla ripresa economica dello Stato». Spiega il Comandante massonico delle truppe anticlericali: «In un tempo di grave crisi economica, in cui si chiedono lacrime e sangue ai pensionati e ai più deboli, (…) non sono più ammesse esenzioni feudali né privilegi di casta che hanno il sapore di un autentico insulto alla povertà e a milioni di italiani che lottano quotidianamente per far fronte a difficoltà di ogni tipo». Et voilà, la Chiesa è servita. Del resto, è sempre il battagliero Raffi a precisare che «la Libera Muratoria è dalla parte di chi si rimbocca le maniche per far uscire il Paese dalle secche dell’egoismo e dell’indifferenza».
Con buona pace della Caritas, delle tante comunità di assistenza cattoliche e dei poveri missionari.
Come in ogni antica battaglia romana che si rispetti, quando il console dà l’ordine d’attacco, l’attendente lo comunica ai reparti con il suono del corno.
Così se a Raffi spetta il ruolo di consul, è al quotidiano Repubblica che viene affidata la funzione – degnamente svolta – di cornicen. Il giorno successivo all’ordine (20 agosto 2011), il suono di Repubblica è univoco e chiarissimo, come il titolo dell’articolo di Mauro Favale: Ma la Chiesa si tiene 3 miliardi di euro niente Ici e l’Ires scontata al 50%. A nulla importa che l’articolo sia farcito – in buona o cattiva fede – di omeriche falsità, imprecisioni, numeri inventati, e fantasiose elucubrazioni. L’importante è trasmettere l’ordine d’attacco. Si muove immediatamente la fanteria, ed i solerti pedites radicali avanzano a ranghi serrati. Vengono, infatti, presentati gli emendamenti 2.0.5 e 2.0.17 a firma Bonino, Poretti, Perduca, Carloni e Chiaromonte relativi all’abolizione dell’esenzione dell’Ici per le attività commerciali del Vaticano. L’azione non ottiene un grande successo, poiché viene respinta, il 5 settembre, con un voto alla Commissione Bilancio del Senato.
A questo punto entra in campo la potentissima cavalleria pesante: gli equites di Bruxelles.
L’intervento viene preannunciato, come al solito, dal cornicen. Repubblica del 24 settembre così titola un articolo di Alberto D’Argenio: Sconto Ici alla Chiesa la Ue processa l'Italia. Sottotitolo: Esenzioni per due miliardi l'anno - Bruxelles accelera: “Sono aiuti di Stato” - Se l’Italia sarà condannata, dovrà chiedere il rimborso delle tasse non pagate.
Si viene, quindi, a sapere come sia stata data un’incredibile accelerazione ad un’indagine aperta dalla Commissione Europea contro la Chiesa Cattolica per aiuti di Stato, che sopiva tranquilla da quattro anni. La tempistica di quel repêchage è a dir poco sospetta.
Repubblica ci spiega che nell’inchiesta europea sono stati passati al setaccio gli asseriti «privilegi fiscali attribuiti agli enti ecclesiastici in settori in cui “l’azienda Chiesa” (conta circa 100 mila fabbricati) è leader nazionale: ospedali, scuole private, alberghi e altre strutture commerciali che godono di un'esenzione totale dal pagamento dell'Ici e del 50% da quello sull’IRES, con un risparmio annuo che si avvicina ai due miliardi di euro e conseguenti vantaggi competitivi rispetto ai concorrenti laici». Le cifre ballano, ma si sa, in battaglia anche la matematica diventa un’opinione.
Resta il fatto che, a seguito dell’accelerazione, lo scorso ottobre viene formalmente aperta una procedura d’infrazione nei confronti dello Stato italiano, sull’assunto che non appaiano infondate le contestazioni sollevate dai radicali, come si legge nell'introduzione del documento redatto dal commissario alla Concorrenza Joaquin Almunia (il predecessore di Zapatero alla segreteria nazionale del partito socialista spagnolo): «Alla luce delle informazioni a disposizione la Commissione non può escludere che le misure costituiscano un aiuto di Stato e decide quindi di indagare oltre». Entro 18 mesi dall’inizio della procedura l’Unione Europea dovrà emettere un verdetto.
La condanna, secondo Repubblica, sarà difficile da scampare, stando alle conclusioni preliminari contenute nel documento dello stesso Almunia: l’esistenza dell’aiuto di Stato sarebbe resa chiara dal «minor gettito per l'erario», e la norma violerebbe la concorrenza in quanto i beneficiari degli sconti Ici «sembrano» essere in concorrenza con altri operatori nel settore turistico-alberghiero e della sanità. Quindi, conclude il Commissario, le condizioni dell’esistenza dell'aiuto e della sua incompatibilità con le norme comunitarie «sembrano essere soddisfatte».
Come finirà la battaglia? Sono ardui i pronostici, ma certo preoccupa la risposta sibillina che lo scorso 9 dicembre Mario Monti, proprio mentre si trovava a Bruxelles, ha dato ad una domanda sul tormentone dell’ICI e la Chiesa Cattolica: «Sono anche a conoscenza di una procedura dell’Unione Europea sugli aiuti di Stato». E di fronte al Moloch dell’Unione, anche il Professore deve inchinarsi. Lo stesso giorno 9 dicembre gli faceva eco il Gran Maestro Raffi, sempre con un comunicato dalla solita sontuosa Villa romana: «Bisogna cancellare i privilegi, senza se e senza ma: anche la Chiesa paghi le tasse, perché nel momento in cui si chiedono lacrime e sangue ai pensionati e alle fasce sociali più deboli, non si possono mantenere feudali esenzioni per gli immobili commerciali di proprietà del clero».
Il rapporto tra il console e la cavalleria, del resto, è molto stretto ed affiatato. Lo dimostra l’intervento che lo stesso Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia ha tenuto al meeting svoltosi il 30 novembre 2011 a Bruxelles, presso la Commissione Europea, con i rappresentanti delle associazioni umanistiche non confessionali. Quell’incontro dal titolo “Un partenariato per la democrazia e una prosperità condivise: una volontà comune di promuovere i diritti e le libertà democratiche” è stato presieduto da Jerzy Buzek, Presidente del Parlamento europeo, Herman Van Rompuy, Presidente del Consiglio europeo, e dal Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso. Non proprio figure di secondo piano nell’organigramma comunitario. Questi altissimi dignitari hanno convintamente applaudito i vari passaggi dell’intervento del Gran Maestro, tra cui uno particolarmente significativo: «Le istituzioni libero-muratorie vogliono impegnarsi in
modo più forte, anche nel solco dell’azione svolta dalla Comunità Europea, per rafforzare il senso di appartenenza culturale all'Europa, svolgendo un’opera di vera e propria Paideia per il cittadino, all’insegna di quei valori di fratellanza, tolleranza, laicità, libertà e democrazia, che devono rimanere saldi anche dinanzi a scenari difficili».
Non sembra mettersi molto bene per la Chiesa Cattolica.
Gianfranco Amato