24/01/12

Padre Arcangelo ed il percorso di fede degli immigrati del CARA di Foggia

Padre Arcangelo Maira (Missionario Scalabriniano, offrente servizio pastorale al campo dal dicembre 2008: testimone gestione CRI e CONNECTING) ci chiede di diffondere questa sua lettera.
“La tragico-commedia della partita a ping pong tra il consorzio Connecting People e la Croce Rossa Italiana allenati dai rispettivi avvocati e arbitrata dal TAR di Bari e dal Consiglio di Stato è arrivata alle ultime battute ed ora spetta alla Prefettura di Foggia assegnare la medaglia. Apprendo la scelta della Prefettura di Foggia, di dare seguito, così come prevede la legge, alla sentenza del Consiglio di Stato che sancisce il diritto della CRi a subentrare nella gestione del CARA di Borgo Mezzanone”.

Non voglio entrare nel merito della sentenza perché mi mancano le competenze giuridiche e non ne posseggo i documenti necessari, ma sicuramente non mi manca una visione chiara di passaggi e percorsi, in quanto da più di quattro anni svolgo il mio servizio socio-pastorale con i migranti e i rifugiati che ho incontrato sia al CARA che nel territorio della Capitanata. Grazie ai numerosi colloqui durante le mie visite al centro o nei pellegrinaggi ai santuari garganici con i rifugiati ho potuto non solo assistere al cambiamento di gestione il 22/23 febbraio 2010, ma anche accogliere il vissuto degli ospiti stessi. Riprendo il pensiero di L. un richiedente protezione internazionale: “Se il cibo è più o meno buono, non posso esprimermi perché ognuno ha i suoi gusti, ma certamente è più vario e ora, mangiando in mensa, abbiamo la possibilità di conoscere meglio anche altri ospiti. La pulizia adesso viene fatta anche con i saponi e gli operatori sono più gentili e ci chiamano per nome e non con i numeri del tesserino.” Ho assistito più volte a situazioni dove la dirigente ad alta voce richiamava i suoi collaboratori offrendo così l’immagine, e forse non solo, di una organizzazione molto carente fatta d’improvvisazione e quindi poco professionale. “Anch’io sono stato trattato allo stesso modo quando mi recavo a trovare una signora per la preparazione al battesimo del suo suo bambino. Tante altre testimonianze simili si potrebbero raccogliere da coloro con i quali sono ancora in contatto. Trovo strano, molto strano, che la partita a ping pong si stia giocando su aspetti/errori formali e non si sia tenunto conto della voce dei rifugiati e altri operatori neutri, testimoni diretti del cambio di gestione, dello stile e della qualità. Le persone al quale si vuole offrire un servizio, penso, siano molto più importanti di ogni altro criterio: tutto mi fa pensare che si persegue piuttosto la ricerca di un posto di lavoro per sé, per i propri amici, parenti o persone alle quali rendere un favore ricevuto… mbah…. Più volte mi sono chiesto come mai di fronte alle denunce pubbliche delle diverse organizzazioni umanitarie, non ci sia stata nessuna inchiesta o verifica pubblica. Forse perché avrebbe portato alla luce alcuni aspetti che potevano creare un polverone sulla “complicità” della Prefettura con la CRI… il direttore di gara che fa il tifo attivo per una delle squadre in gara… mmm… poco sportivo (tradotto: non legale né leale, non trasparente, non etico!) e per di più sta per esser loro consegnata la medaglia! Per contro, Connecting People ha ricevuto ugualmente la visita di monitoraggio da parte delle stesse associazioni umanitarie ma non hanno riscontrato che un elevato livello di qualità. Ho avuto subito l’impressione che si é fatto di tutto per far tacere le denunce che singole persone e spesso il privato sociale hanno fatto.
Sicuramente, a quasi un anno dalla scadenza del contratto, mi sembra giusto salvaguardare il livello di qualità, la dignità del nostro territorio e più di tutti il posto di lavoro ad 80 persone, con regolare contratto di dipendenza, impegnate a Borgo Mezzanone, visto che non emerge nessuna intenzione in tal senso. Ricordo che CP ha offerto ai dipendenti CRI la possibilità di essere reintegrati nella loro nuova gestione. Inoltre, come afferma il parroco di Borgo Mezzanone, un buon risultato è stato raggiunto da “Connecting People nel dialogare col territorio, interagire e fare sistema con i diversi soggetti ‘fuori’ dello stesso CARA”. Mi piacerebbe sperare in un ripensamento dell’attuale Prefetto (da poco a Foggia), una sospensione dell’esecuzione di una sentenza che sicuramente è doverosa nei confronti della legge, ma mette chiaramente da parte l’eticità, la legalità e il principale criterio del nostro operare: l’accoglienza di persone.

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