09/04/12

L'affondamento del Titanic dovuto ad un errore del timoniere

Non l’eccessiva velocità, come si ripete da decenni, ma una manovra errata del timoniere sarebbe stata all’origine della sciagura del Titanic, costata la vita ad oltre 1500 passeggeri. Dopo la teoria, sostenuta da Robin Gardiner, secondo cui dietro l’affondamento del transatlantico vi sarebbe stata addirittura una frode assicurativa, e dopo le voci che vogliono la nave della White Star Line silurata dal missile d’un sommergibile, ecco un’altra verità alternativa alla versione ufficiale. A parlare questa volta è Lady Louise Patten, nipote di Charles Lightoller, secondo ufficiale del Titanic sopravvissuto alla sciagura, il quale avrebbe raccontato apertamente, tra le mura domestiche, una storia un po’ diversa da quella del gigantesco iceberg sbucato da nulla e impossibile da evitare per una nave di 270 metri ma provvista d’un timone, com’è stato accertato, troppo piccolo e inefficiente.
Secondo Lady Patten il Titanic sarebbe affondato perché Hitchins, il timoniere, quando il primo ufficiale William Murdoch avvistò l'iceberg e diede l'ordine di virare, preso totalmente dal panico girò la nave dalla parte sbagliata. Una versione, questa, che sarebbe stata tenuta volutamente nascosta fino ad oggi per ragioni, manco a dirlo, economiche: se resa nota a ridosso del disastro avrebbe infatti mandato sul lastrico la compagnia White Star Line, proprietaria della nave. Anche perché in prima classe, a bordo del transatlantico in quel fatidico aprile 1912, i potenti non mancavano: c’erano il milionario John Jacob Astor e consorte, la contessa di Rothes, il colonnello Archibald Gracie, l’attrice Dorothy Gibson, il ricchissimo Benjamin Guggenheim, la stilista Lady Lucile Duff Gordon, i coniugi Strauss, proprietari dei magazzini Macy's. La crème de la crème, insomma. La tesi dell’errore umano, dunque, appare credibile. A differenza di tutta una serie di leggende che, per quanto curiose, rimangono tali e del tutto prive di riscontri probatori.
La più assurda tra queste vuole che non solo l’affondamento, ma pure la stessa costruzione del Titanic sia stata oggetto di un complotto. Dietro al quale ci sarebbero stati i Gesuiti, interessati, con la complicità di Edward Smith, Capitano della nave a sua volta affiliato alla setta assassina, a togliere di mezzo i già citati potenti Astor, Guggenheim e Strauss, tutti scomodi oppositori della Federal Reserve System, che sarebbe stato istituito di lì a poco, nel dicembre 1913. E che avrebbe aiutato finanziariamente i Gesuiti, guarda un po’, ad accendere la miccia della Prima Guerra Mondiale. Ora, non occorre esser estimatori dei gesuiti per capire quanto queste siano fandonie galattiche, che nemmeno il più ispirato Dan Brown avrebbe potuto inventare.
Tuttavia, se non dei misteri veri e propri, quanto meno delle ombre e delle coincidenze curiose, nella tragedia del Titanic, ci sono. Il primo dei misteri riguarda una nave fantasma che numerosi naufragi del transatlantico videro all’orizzonte la notte dell’affondamento senza che questa, inspiegabilmente, accorresse a prestare loro soccorso. E dire che pareva vicina, molto vicina. Tanto che gli ufficiali Boxhall e Rowe tentarono di inviare segnali dapprima col faro e poi coi razzi. Tutto inutile: la misteriosa imbarcazione rimase lontana e indifferente. Gli storici son convinti che si trattasse della nave Californian, che in quelle ore notturne pare sostasse nei paraggi a macchine ferme per timore dei ghiacci. E le ragioni per cui quella nave non si mosse verso il Titanic sarebbero due: l’oggettiva impossibilità di stabilire contatti, dovuta al sonno dell’operatore radio della Californian, stremato dalle dodici ore lavorative quotidiane, e il mancato riconoscimento delle segnalazioni lanciate anche via razzo dal transatlantico in difficoltà.
Dal momento però che i razzi partiti dal Titanic avrebbero dovuto essere assolutamente visibili, la mancata risposta della Californian si può spiegare solo in due modi: o, come qualcuno suppone ricordando come i razzi in questione fossero colorati e non bianchi, l’allarme lanciato dalla nave della White Star Line è stato scambiato per un’esibizione pirotecnica, oppure la nave misteriosa era un’altra. Pare, a questo proposito, che nel corso degli anni molte persone si siano fatte avanti dichiarando d’essere state, quella notte, a bordo della misteriosa nave, il Samson, un veliero norvegese che pare stesse navigando illegalmente nell'area. Ma la verità sulla nave misteriosa, di fatto, pare ormai irraggiungibile.
Quanto alle coincidenze, la più impressionante riguarda una premonizione del disastro scritta con quattordici di anticipo; nel 1898 uscì un romanzo dal titolo Futility, or the Wreck of the Titan, nel quale l’autore, Morgan Robertson, descrisse la storia di un transatlantico, il Titan, considerato inaffondabile, che nel mese di aprile finì in rotta di collisione con un iceberg nel Nord Atlantico per poi affondare in poche ore nottetempo. Le coincidenze non finiscono qui: Robertson descrisse il Titan come una nave di 45.000 tonnellate (quelle del Titanic erano 46.328), provvista di 3 eliche (come quelle del Titanic), in grado di navigare a 25 nodi (il Titanic raggiungeva i 24) e penalizzata (come il Titanic) da un numero insufficiente di scialuppe. Impressionante, vero?
Ma la verità sull’affondamento del Titanic, sulla quale circolano, oltre a quelle ricordate, altre affascinanti leggende, è un’altra, ed è quella raccontata Lady Louise Patten. Almeno in parte. Perché l’errore umano più grande non è stato commesso né dal timoniere Hitchins, né da Lightoller o da altri marinai del transatlantico. Il vero errore è stato un altro. E cioè costruire un colosso d’acciaio lungo come tre campi da calcio e crederlo inaffondabile. La presunzione umana, è stata questa la prima ragione per cui quell’incredibile imbarcazione, ancora prima di salpare da Southampton, aveva in qualche modo il destino già segnato. Quel giorno, alla partenza dalla costa inglese, un marinaio della nave disse alla signora Caldwell, una passeggera:”Nemmeno Dio potrebbe fare affondare questa nave”. Quattro giorni dopo, quel marinaio, cambiò idea.
Giuliano Guzzo

Italia: tutto questo rigore danneggia le imprese e le famiglie

A fine anno l’Italia rischia di avere il 10% di disoccupati, con il 40% tra i giovani, mentre diventa sempre più insopportabile la pressione fiscale che vede insieme le addizionali locali sulla casa, i rincari di carburanti e bollette che prosciugano il potere d’acquisto e i risparmi delle famiglie. Non c’era bisogno di andare a Seul o a Pechino per comprendere che un Paese come il nostro non potrà sopportare oltre un doppio attacco che colpisce gli immobili e i piccoli patrimoni, da sempre due fondamentali risorse del sistema economico familiare. Lo sforzo del premier nel viaggio intercontinentale è stato il richiamo agli investitori stranieri per venire da noi. Ma perché, in una Italia tanto flagellata dalle tasse, dalla scarsa occupazione, da una improbabile legislazione sul lavoro, le imprese estere dovrebbero investire quando le nostre imprese (almeno quelle che possono) fuggono all’estero? Non pare sufficiente quel proclama di Monti che ha annunciato al rientro “La fine della crisi nell’Eurozona, anche per merito dell’Italia”. Anche se fosse vero, del tutto o almeno in parte, il disagio sociale che stiamo vivendo misura la distanza dei tecnici rispetto alla percezione reale di un profondo malessere.

In fondo si nasconde qui una grande opportunità dei partiti per recuperare credibilità nel riavvicinarsi alla sensibilità dei cittadini. Debbono aiutare il governo nella emergenza, ma evitare che il disagio sociale sommato alle incertezze sul futuro, si trasformi in qualcosa di peggio. In particolare il Popolo della Libertà che rappresenta i moderati, laici e cattolici, riformisti e liberali, può rivendicare il diritto ad una svolta per un’Italia che – per salvarsi in Europa – finisce schiacciata da tasse, disoccupazione e una crescita sempre di là da venire. Il nostro rigore, quello che ci ha salvato da un baratro, non deve rischiare di farci precipitare in un altro. Con realismo e senza troppa malizia, accanto alle difficoltà di Spagna e Portogallo, di Grecia e Irlanda e ormai persino di Olanda e Austria, non si può non notare che una sola “regina” brilla nel continente: la Germania. Noi siamo ai massimi della disoccupazione negli ultimi 12 anni, loro sono scesi al 6,7 e sono riusciti ad aumentare gli stipendi pubblici e privati. I tecnici possono permettersi di non spiegare questo piccolo miracolo che non può avere solo ragioni economiche, noi abbiamo il diritto dovere di farlo.
Di Paolo
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Per la prima volta la Settimana Santa del Papa è stata trasmessa in Perù

La Conferenza Episcopale del Perù informa, attraverso un comunicato giunto all'Agenzia Fides, della vasta copertura mediatica che ha avuto quest'anno in Perù le celebrazioni della Settimana Santa presiedute dal Santo Padre. Diversi canali televisivi in chiaro hanno infatti programmato la trasmissione in diretta delle celebrazioni presiedute dal Papa a Roma. Prima di quest'anno solo a poche persone in Perù era data la possibilità di seguire, via cavo o a pagamento, qualche trasmissione dei riti della Settamana Santa trasmessi da Rai International. Tra i canali che hanno inserito nella loro programmazione la trasmissione dei riti pasquali da Roma, c'è la ATV - Canal 9, che ha trasmesso la tradizionale Via Crucis al Colosseo presieduta dal Papa. La rete della Global TV - Canale 13 ha mandato in onda, domenica 8 aprile, la Messa di Pasqua celebrata dal Santo Padre in San Pietro. Altri canali hanno assicurato la trasmissione delle principali celebrazioni del Triduo pasquale. Tutto questo, secondo quanto afferma la nota, avviene grazie agli accordi tra il Centro Televisivo Vaticano e tutti i paesi dell'America Latina che desiderano trasmettere le celebrazioni del Santo Padre via satellite. (CE) (Agenzia Fides, 04/04/2012)

Basterà "Fantantonio" Cassano per la rincorsa Scudetto?

Ora è rincorsa scudetto. La Juve è davanti, a più uno e, vista la vittoria negli scontri diretti, ha anche il vantaggio di un eventuale pareggio che le consegnerebbe il 28esimo scudetto ai bianconeri. Il Milan oera rischia di passare da un possibile triplete ad un immeritato "zeru tituli". Eppure ci manca poco. Già martedì e mercoledì sapremo qualcosa in più. Vincere a Verona sul campo del Chievo è sempre difficile per tutti: ce la farà il Milan? La Juve gioca in casa con la Lazio che alterna ottime vittorie a prestazioni scadenti: che succederà? Io non capisco solo perchè il Milan deve sempre giocare prima della Juve permettendo si bianconeri di poter gestire la partita sapendo già il risultato dei diretti concorrenti allo scudetto: come mai? Lo ritengo, questo e non altre cose, un piccolo vantaggio per la squadra di Torino ma non voglio appellarmi ad alibi.
E' tornato Cassano e nei soli dieci minuti a disposizione (perché ad Allegri non hanno ancora spiegato che i cambi si possono anche fare prima) ha fatto un paio di giocate interessanti. Finalmente potrà Fantantonio tornare a fare il finalizzatore ed Ibra il realizzatore, come ad inizio stagione, quanto tutto andava bene e potevamo sperare in qualcosa di più oltre al campionato.
Ridico quello che ho detto ad inizio campionato: spero in altri due anni di scudetto per appiccicarci al petto la seconda stella poi, per la champions, ci penseremo più avanti con un'altra squadra e magari con un altro allenatore.

Diavoletto Buono