17/10/11

Sarà il Viminale (e non gli arrestati) a risarcire i cittadini romani

Arriveranno dal Viminale i fondi per risarcire i romani danneggiati dalle violenze di sabato: un milione soltanto il conto a carico dei negozianti, secondo le stime di Confcommercio. La Prefettura ha messo a disposizione un fax per i cittadini che vogliano presentare una richiesta di risarcimento, al numero 06/69797409 . Per i fondi, bisognerà attendere gli stanziamenti del ministero. «Quando avremo una stima precisa dei danni, chiederemo un aiuto al Governo», spiega il sindaco Gianni Alemanno. Il Campidoglio, inoltre, mette a disposizione da oggi il numero telefonico 06/67104801 , per assistere i cittadini danneggiati.
Peccato.
Avevamo proposto che fossero quei delinquenti incarcerati a pagare i danni dei cittadini, ovviamente dopo giusto e veloce processo.
Del tipo: mi hai incendiato l'auto per la quale pago ancora 200 euro al mese?
Ecco, la mia finanziaria ti contatta, signor BB (che sta per Black Block e non per Brigitte Bardot) e tu, col tuo lavoro, ogni mese pagherai il mio bollettino, fino ad esaurimento importo totale.
Così facendo invece, ovvero "paga il Viminale", saremo tutti noi a pagare, o meglio, tutti noi a continuare a pagare con le nostre tasse.
Sono contento per i singoli cittadini vittime di violenza ma non mi sembra del tutto giusto: questi teppisti quando cominceranno a pagare?

Fotografia - I Grandi Maestri - Walter Leonardi



Bentornati cari amici di Frews avidi di fotografia al secondo appuntamento con i grandi maestri della nostra arte prediletta. Oggi andiamo a presentarvi la vita, ma sopratutto gli scatti, di un fotografo italiano: Walter Leonardi. 



Walter Leonardi nasce in Sicilia a San Cataldo. Sarà proprio la sua terra natia la prima fonte di ispirazione e la prima sorgente che alimenterà la sua passione per la pellicola. Una passione che lo porta ad essere membro delle prestigiose agenzie fotografiche Gamma Liaison di New York e Gamma di Parigi. 




14.000 sono le sue immagini pubblicate in tutto il mondo; 5.500 le pagine redazionali corredate dai suoi scatti nelle più importanti riviste italiane ed estere.
1.000.000 le diapositive del suo immenso archivio; una decina i libri monografici pubblicati in diverse lingue; una cinquantina gli attori hollywoodiani immortalati nelle loro case.




Perché la nostra scelta è caduta proprio su Walter Leonardi? Perché gli scatti che state ammirando in questo articolo, io ho avuto la fortuna di vederli dal vivo.

Infatti, il fotografo ha portato per le vie di Milano la mostra "Sicilia il Viaggio". Un viaggio attraverso  i 100 scatti memorabili della sua terra. Un viaggio che iniziava da via Dante attraverso Pzza Cordusio ed infine si concludeva in Corso Vittorio Emanuele. Immagini davvero suggestive che oltre ad adornare culturalmente e visivamente le vie della città, erano di grosso impatto emozionale.




Emozioni, come solo la grande fotografia sa regalre
Se volete vedere qualche immagine in più cliccate il seguente link:

Buona fotografia a tutti!

Laura



Ucciso a Mindanao un missionario impegnato nell'apostolato fra i tribali


Kidapawan (Agenzia Fides) - Padre Fausto Tentorio, missionario italiano del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), parroco di Arakan Valley, sulla grande isola di Mindanao (Filippine Sud), è stato ucciso questa mattina, fra le 8,30 e le 9, davanti alla sua parrocchia. Lo conferma all'Agenzia Fides il suo confratello p. Giovani Vettorello, PIME, che viveva con lui da otto anni. Il missionario stava recandosi ad un incontro dei presbiteri della diocesi di Kidapawan, quando è stato assalito da due uomini armati che gli hanno sparato a sangue freddo, alla testa e alla schiena. Il sacerdote è stato portato in ospedale (ad Antipa, circa 20 km dal luogo del delitto) ma i medici ne hanno potuto solo constatare il decesso. Quando la notizia è giunta a Kidapawan, il Vescovo, Mons. Romulo De La Cruz, "inorridito e senza parole", e il suo confratello, p. Vettorello, sono tornati ad Arakan e poi accorsi in ospedale. La salma si trova ora nella sua parrocchia, dove i fedeli locali! la stanno vegliando, pregando ininterrottamente.
L'omicidio "ha preso tutti di sorpresa" dice p. Vettorello a Fides. "Non viviamo una fase di particolare tensione, come in passato. Certo, il lavoro missionario comporta sempre rischi, ma p. Tentorio non aveva nemici, nè mi ha mai detto di aver ricevuto minacce, né c'è stato un episodio eclatante per motivare il delitto. Era anche persona molto accorta e prudente. P. Tentorio lavorava nell'apostolato fra i tribali. Ma prima di intraprendere un programma o un progetto, sondava il terreno per capire possibili difficoltà grazie a personale locale".
Il confratello dice: "Ha dedicato tutta la sua vita al servizio di alfabetizzazione e sviluppo degli indigeni detti lumads, in particolare alle tribù dei manobo. Sono popolazioni povere ed emarginate. Ha realizzato programmi di scolarizzazione, costruito condutture idriche per dare acqua potabile ai villaggi e ai campi, ha attivato corsi di formazione. In tal modo dava la sua testimonianza cristiana di amore e servizio al prossimo, ai poveri". In quest'opera, forse, nota p. Vettorello, "possono sorgere problemi relativi al possesso di terre, ai conflitti fra agricoltori, alle dispute fra tribù diverse. Ma nessuno poteva aspettarsi tale tragico evento. Sono convito che il sangue di p. Fausto sia il sangue di un martire che darà buoni frutti alla missione nelle Filippine" conclude p. Giovanni.
Padre Tentorio, nelle Filippine dal 1978, operava nella diocesi di Kidapawan dal 1980, Attualmente era Direttore diocesano dell'Apostolato fra i lumads. P. Tentorio è il terzo missionario italiano del Pime ucciso a Mindanao: nel 1985 fu ucciso P. Tullio Favali, sempre a Kidpawan; mentre nel 1992 fu ucciso a Zamboanga City P. Salvadore Carzedda. (PA) (Agenzia Fides 17/10/2011)

Come vivere (o sopravvivere) da Cattolici nel Popolo della Libertà (pd+elle)

L’appello dei Vescovi per un rinnovato impegno dei cattolici nella vita sociale ed in politica, ripetuto di continuo negli ultimi anni, interroga anzitutto chi la politica già la sta facendo, a vari livelli e con vari incarichi, perché è sempre un bene rimettersi in discussione.
Dopo la fine della DC, sulla cui scomparsa traumatica non entriamo nel merito perché non oggetto di questo articolo (meriterebbe una riflessione a parte) gli eletti cattolici, come è a tutti noto, si sono ritrovati sparsi nei vari partiti trovando unità di azione, e spesso di voto, su alcuni argomenti e leggi ed in alcune occasioni particolari.
Ultimamente, causa soprattutto alcuni presunti comportamenti privati del presidente del Consiglio e presidente fondatore del Popolo della Libertà, balzati ai “disonori” della cronaca a seguito di pubblicazioni indiscriminate sui media nazionali di migliaia di intercettazioni telefoniche, i rappresentanti cattolici eletti nelle fila del Pdl si sono sentiti spesso porre la domanda: “ma come fai a rimanere in un partito con un presidente che si comporta in questo modo?”
Lasciando perdere l’aspetto giudiziario della questione, che farà il suo corso anch’esso in altre sedi, ci vogliamo soffermare sulla domanda e sulla questione che scaturisce da essa, ovvero sul difficile impegno, per i cattolici, di comportarsi sempre in maniera coerente con la propria fede, col proprio cammino, sia nella vita privata sia in quella pubblica mettendo queste due sullo stesso piano perché le riteniamo inscindibili.
E’ questo sicuramente l’aspetto più difficile per un cristiano oggi, vivere con coerenza, e ci asterremo dall’affrontare questo tema per paura di finire ad essere il classico “elefante nella cristalleria” e demandando il tutto al proprio percorso di fede ed al personale discernimento.
E’ necessario però premettere che riteniamo che nessun elettore del centrodestra, dell’attuale Pdl, abbia mai votato Berlusconi perché da lui si aspettasse un esempio di vita cristiana da imitare o da proporre ai proprio figli.
Senza voler qui trarre un giudizio morale sulla persona Berlusconi, non crediamo che neanche gli eletti cattolici nel suo partito lo indichino ai propri sostenitori come modello di vita nella coerenza dei valori cristiani, elencandone semmai altre di virtù presenti ed innegabili.
Vorremmo qui spiegarci bene perché davvero il nostro non vuole essere un giudizio morale sull’uomo Silvio Berlusconi che comunque ha il merito di non aver permesso, sotto i suoi Governi, una deriva laicista peggiore di quella già in corso, lasciando ai politici cattolici ampio spazio di manovra e di proposta per difendere la vita, nascente e morente, la famiglia uomo e donna, la scuola privata e gli aspetti sociali cari a Santa Madre Chiesa.
Su questo aspetto crediamo vada giudicato politicamente il Premier e non sulle sue vicissitudini personali come padre o come sposo.
La lucida risposta dell’onorevole Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera dei Deputati, alla provocante domanda che ha dato inizio alla nostra riflessione, pensiamo possa essere la sintesi, e la conclusione perfetta del nostro argomentare.
Così ha risposto Lupi: “Penso che per i peccati ci giudicherà Dio. Per i reati, la magistratura. E per la politica gli elettori che giudicheranno la politica svolta e non la vita privata”.
Giorgio Gibertini