29/10/11

La strada del "triplo dialogo": cristiani e musulmani in comunione con l'incontro di Assisi


Semarang - Incontri interreligiosi fra cristiani e musulmani si svolgono oggi e si svolgeranno in diverse parti dell'Indonesia per celebrare e vivere "lo spirito di Assisi": è quanto l'Agenzia Fides apprende da fonti nella Chiesa indonesiana.
A Yoyakarata (isola di Giava), nell'arcidiocesi di Semarang, su iniziativa dell'Arcivescovo Mons. Johannes Pujasumarta, che è anche Segretario Generale della Conferenza Episcopale, i leader e le comunità cristiane locali stano organizzando, insieme con i leader delle maggiori organizzazioni musulmane, un incontro sul modello di quello vissuto ad Assisi, per ribadire un messaggio di pace e di convivenza alla nazione. Vi parteciperanno anche leader di altre religioni (come buddisti e induisti), in un evento accolto con entusiasmo soprattutto fra i giovani.
Nell'arcidiocesi di Medan, sull'isola di Sumatra - in un'area a larga prevalenza islamica, dove sono presenti anche movimenti islamici favorevoli alla sharia (vedi Banda Aceh) - l'Arcivescovo Martinus Situmornag, Presidente della Conferenza Episcopale, in occasione dell'incontro di Assisi, ha sensibilizzato i leader religiosi per tenere viva nella popolazione locale "la forza di un'evento simbolico di dialogo e di pace, che è pienamente nello spirito del Pancasila", la legge fondamentale dello stato. La commissione locale di Giustizia e Pace organizzerà un grande meeting interreligioso nel gennaio 2012. Anche in altre diocesi come Larantuka, sull'isola di Flores, si tengono incontri commemorativi, in contemporanea con l'incontro di Assisi e in piena comunione con il Santo Padre, organizzati specialmente da movimenti cattolici come la Comunità di Sant'Egidio e i Focolari.
L'Arcivescovo Pujasumarta ha rimarcato in un colloquio con Fides: "In Indonesia il dialogo è determinante, è parte integrante della vita quotidiana. Il nostro programma è promuovere un dialogo su tre livelli: con le religioni, con le culture e con la società. Ne derivano tre parole chiave: rispettivamente, inculturazione, fraternità e sviluppo. Vi sono molte esperienze in cui questo 'triplo dialogo' si realizza: ad esempio, nella solidarietà alla popolazione colpita dall'eruzione del vulcano Merapi; ma anche negli incontri come quelli odierni, ispirati allo Spirito di Assisi. Siamo in comunione con il Papa e con la Chiesa universale". (PA) (Agenzia Fides 27/10/2011)

Mexico...altro paese, altra realtà

La terra trasuda storia.. una storia antichissima che viene dalle note civiltà che vissero qui, da una presenza ancora viva di tradizioni, immagini e luoghi che riferiscono chiaramente il loro antico splendore e regalano a questa terra particolare fascino.
Al mio arrivo quasi vivo uno shock. Una metropoli di oltre 20 milioni di persone, auto di lusso e non in grande quantità, offerta di qualsiasi tipo di cibo ad ogni angolo di strada. Rumori, clacson, negozi, strade pulite e scorci cittadini di grande interesse. Che differenza rispetto a Cuba.
Dopo pochi giorni, mi allontano felicemente dalla città per arrivare a Puruagua, paese a 300km da Città del Mexico.
Il suo nome significa acqua pura, qui difatti c'è una sorgente di acqua dolce e non solo. A pochi km ci sono delle piscine di acqua termale. Tutt'intorno colline verdi e qualche casa. Blanca, la suora con la quale lavoro qui, mi racconta con grande entusiasmo la vita del paesello, delle persone ma anche dei problemi che vivono famiglie e bambini.
Mi incuriosisce ma allo stesso tempo mi lascia perplessa. Apparentemente tutto sembra tranquillo, una felice e tranquilla realtà di paese. Quasi non vedo la mia utilità qui.
Non ho tardato molto però nel rendermi conto della veridicità delle parole di Blanca......la prima notte, dopo aver spento la luce, pronta per il sonno ecco sentire colpi di arma da fuoco.
I Federali fanno irruzione verso le 22, fra i campi verdi che ci sono tutt'intorno esistono anche coltivazioni di droga. E loro vengono per "portar via qualcuno". I giorni seguono, si inizia a lavora-re con i bambini, conosco una marea di persone che con un gran sorriso accolgono me e gli altri volontari.
Osservo, ascolto, parlo, rifletto e pian piano il puzzle si compone.
Il pezzo più grande porta il nome della Violenza.
Nelle famiglie come fuori. Le donne vengono picchiate, sono sottomesse al ruolo del maschio maschilista, la cui figura e presenza è forte e ben marcata. Anche i bambini vengono picchiati e talvolta vanno a scuola preoccupati perché sanno che hanno lasciato sola la madre, la quale probabilmente sarà malmenata. (Vi ho riportato quanto riferito da un piccolo di 7anni).
 Ma la sottomissione e la dipendenza di queste donne arriva a livelli, per me incomprensibili. Mi viene la pelle d'oca quando sento la storia di una donna che scopre che il marito abusa della figlia di soli 3 anni. La convincono a denunciarlo (pratica che tra l’altro è scartata a priori) e lo arrestano.
Dopo poche settimane , lei ritira la denuncia e lo riaccoglie in casa. Perché? Perché è sola e povera. Ha figli e l'uomo è l'unico che, con il lavoro, può sostenere la famiglia in qualche modo. E aggiungo.... qui alcuni bambini camminano anche per ore, pur di arrivare alla scuola di Puruagua. Un paio di bambine sono state violentate da uomini che le svuotano della loro infanzia, mentre armate di serenità e innocenza vanno a scuola, magari sperando in un futuro migliore.
E non manca neanche la violenza ad opera di fratelli più grandi. Nausea, indignazione, disgusto, rabbia. Questo ho sentito e continuo a sentire.
L'altro pezzo del puzzle porta il nome della Povertà.
La possibilità di lavoro è praticamente nulla. Le donne preparano tortillas o lavorano come donna delle pulizie pur di guadagnare qualche soldo. L'unica via di uscita, qui, sembra l'America. Molti tentano di entrare illegalmente negli Stati Uniti, alcuni ci riescono. Ed ecco che nasce una nuova professione: “los polleros”. Cioè quelli che accompagnano le persone fino al confine, attraversando il deserto. Quello che bisogna sapere è che queste persone a volte ammazzano e violentano le don-ne. Ci sono luoghi d'accoglienza al confine, nei quali vengono date le pillole del giorno dopo alle donne. Loro si dirigono verso il confine avendo la quasi certezza che verranno violentate.
E i bambini non vanno a scuola perché non possono permettersi di pagare 5 dollari al mese. Senza parole!
E purtroppo c'è anche il pezzo dell'Infanzia Negata.
I bambini, che non mangiano, non vanno a scuola perché lavorano nei campi, vestono abiti sporchi, portano gli animali al pasco-lo, aiutano i genitori in qualsiasi tipo di lavoro, non sperano nel futuro, sono privi di grandi sogni, nei loro occhi una velata malin-conia...per alcuni quasi rassegnazione. Bambini abbandonati dalle madri, altri che hanno vissuto per strada con i genitori drogati, questi stessi bambini hanno subito abusi da parte di altri drogati. Quanto orrore, se solo potesse finire.



Infine, la presenza di tifo, scorpioni e difficoltà nella gestione dell'acqua completano il puzzle.

Anche di queste ne ho avuto la prova.

Ma se dovessero raccontarmi tutto questo e darmi la possibilità di tornare indietro nel tempo, sce-glierei altre 1000 volte di essere qui. Non ho mai desiderato essere altrove in questi mesi. Avrei voluto avere la possibilità di chiacchierare o abbracciare ciascuno di voi,anche solo per un attimo.....ma vi sento tutti molto vicini e ve ne sono grata. Con totale sincerità.

Questo mi mantiene serena e mi fa piacere, tanto. Anch'io ho sempre un pensiero per ognuno di voi.

Con immenso affetto,

Laura.

Halloween


Dalla tradizione al “secondo Carnevale” passando per il “fondamentalismo” nostrano
di Andrea Menegotto
29 ottobre 2011
Fra pochi giorni ricorre la notte di Halloween, la cui grafia corretta – come ricordava il giornalista e studioso esperto di cultura americana e anglosassone Marco Respinti in un articolo dell’ottobre 2000 – risulterebbe essere, passando per “All Hallowe’en” e “Allhallows’ Eve” di Cornovaglia, Hallowe’en. Il termine “Hallowe’en” rimanda all’inglese “All Hallows’ Eve”, cioè la vigilia (eve ed e’en, da even “sera”) della solennità cristiana di Ognissanti.
I Santi sono coloro che, avendo preso a modello di vita Cristo, si trovano in Paradiso, cosicché la Chiesa cattolica – e altre Chiese cristiane – li celebrano il giorno successivo, peraltro insistendo ogni anno, fra il 1° e il 2 novembre, sulla stretta relazione fra defunti e imitatori di Cristo, a cui è dedicato appunto il 2 novembre, giorno in cui si è invitati a ricordare e affidare alla misericordia di Dio coloro che ci hanno preceduto nel viaggio della vita in hac lacrimarum valle.
Nell’espressione “Hallowe’en” ricorre dunque, anche dal punto di vista etimologico, il richiamo al termine “santo”: «[...] si dice hallow all’anglosassone (termine che significa pure “santuario” e, al plurale, “reliquie di santi”) invece che saint alla latina (nell’inglese moderno esistono numerosi lemmi doppi per una medesima realtà, l’uno di derivazione teutonico-anglo-sassone, l’altro di origine latina e tale o – poco frequentemente – per importo diretto della parziale conquista romana delle isole britanniche, oppure – più spesso – per derivazione franco-normanna, dalla battaglia di Hastings, 1066, in poi). La dizione hallow resta ancora oggi nel verbo to hallow — “santificare”, “rendere santo”, “beatificare”, “consacrare”, “venerare”, “santificare” (giorni festivi) – e deriva da holy, sanctus nell’inglese sassone. Viene dall’anglosassone (Old English) halig, il quale risale al norreno heill, cioè “buon auspicio”, all’antico irlandese cél — omen, “presagio”, “augurio” — e probabilmente ancora all’anglosassone hal. Quest’ultimo è un’espressione antichissima che sta per “pieno”, “intero”, “sano”: ovvero, la santità è la pienezza e la salute della persona, dell’essere umano. Il suo compimento» (M. Respinti, “In difesa degli spiriti di Hallowe’ en”, in Il Domenicale, 31 ottobre 2000).
Halloween dunque – almeno in senso etimologico – parla di sacro, del legame fra cielo e terra; tuttavia da molti detrattori in ambito cristiano è spesso presentato come un tentativo di immettere richiami forti al paganesimo nella società.
Certamente le origini di Halloween risalgono al calendario celtico, in cui Samonios (o Samhain) rappresentava il capodanno che cade a cavallo tra i mesi di ottobre e novembre. Peraltro, tracce di questo rito arcaico si ritrovano in Lombardia e in molte aree del Nord Europa ben prima della reimportazione di Halloween dagli Stati Uniti d’America, avvenuta soltanto in anni recenti sulla spinta di un fenomeno di carattere soprattutto commerciale. In effetti, almeno fino alla metà degli anni 1900, in molte zone rurali della Pianura Padana e delle Prealpi, secondo diverse testimonianze, i bambini festeggiavano Ognissanti trasformando le zucche nella nota raffigurazione che la tradizione irlandese riconosce come Jack O’Lantern.
La notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre è dunque considerata, anche a livello folklorico “la notte delle streghe”, una notte magica particolare; infatti secondo la tradizione celtico-druidica i momenti di transizione tra due stadi di vita della terra – le stagioni – erano caratterizzati da particolari poteri magici. Il Samonios, da questo punto di vista, era il più grande e importante momento di transizione dell’anno, momento in cui gli antichi celti credevano che si potesse aprire una sorta di varco di connessione con il mondo dei morti, ovvero di coloro cioè che avevano fatto esperienza dell'ultima transizione – quella tra la vita e la morte appunto –, fino a pensare che durante questa ricorrenza il mondo dei vivi fosse in stretto contatto con quello dei defunti, tanto che gli spiriti dei morti potessero viaggiare nuovamente sulla terra.
Dunque, scrive ancora Respinti tornando al senso di Halloween: «Una paganata? Una tradizione cristiana che, come tutte le tradizione cristiane, assume e sussume il meglio di ciò che l’ha preceduta, santificando il buono spirito di uomini religiosi del passato ante-cristiano non anti-cristiano. Quante tradizioni, usanze e costumanze dell’era cristiana sono morfologicamente debitrici nei confronti di tradizioni sacrali precedenti. […] Esistono evidentemente dei limiti da non oltrepassare, ma sono limiti che vanno visti di volta in volta, a seconda dei tempi e delle occasioni. Non relativisticamente, ma con saggia ragion pratica. […] Se c’è chiarezza là dove deve esserci, che oltre ai santi magi dell’Epifania ci sia altresì la befana non mette paura; soprattutto per i bimbi e per le comunità umane “bambine”, cioè semplici, ingenue, pure e sveglie (vigilanti, veglianti) di fronte al sacro, nonché weberianamente incantate dal mondo. Come diceva il buon Tolkien, il Vangelo è la storia più bella perché oltretutto è anche vera. È la storia che riassume tutte le storie nella Verità. È la fiaba delle fiabe. E santifica tutti: uomini, nani, elfi e draghi».
Al di là delle celebrazioni folkloriche e delle rievocazioni storiche tipiche del modo del revival celtico, fenomeno che da anni è oggetto di studio e osservazione da parte di chi scrive e ambito in cui certamente interessi almeno latu sensu spirituali non sono assenti, ancorché non prevalenti, è innegabile che Samonios sia un momento importante per alcuni gruppi magico-esoterici, del filone neopagano e anche per una certa sub-cultura satanica così come danno testimonianza in questi giorni diversi siti Internet e forum legati a questo mondo. In ogni caso, come documentiamo a livello anche statistico, si tratta di realtà che riguardano percentuali molto basse della popolazione, che fanno del neo-paganesimo la loro fede, certamente a prescindere dal fenomeno di Halloween così come esso è vissuto a livello popolare e commerciale, ma che attribuiscono alla ricorrenza, caso mai, la specificità di una data particolare e del tutto speciale in quanto vissuta in base alla loro visione del mondo, drasticamente diversa e lontana dalle semplici feste a tema macabro organizzate per l’occasione o dalle ronde dei bambini travestiti da streghe, vampiri, zombie o scheletri alla ricerca di divertimento e di qualche dolcetto.
Tuttavia, la vera notizia è rappresentata dal diffondersi a livello internazionale e da qualche anno in maniera massiccia anche in Italia, di alcune tendenze “fondamentaliste” critiche nei confronti di Halloween così come di alcuni prodotti letterari e cinematografici di genere horror o fantasy a tematica magica, in primis – a fronte del suo successo – la saga di Harry Potter, accusati di avvicinare bambini e adolescenti al mondo della magia e del satanismo. A tal proposito vale forse la pena di notare che le tre giovani assassine di Chiavenna, che nella notte fra il 6 e il 7 giugno 2000 – ispirandosi ad una subcultura che trae spunti dal satanismo – davano la morte a suor Maria Laura Mainetti, attuando una sorta di rituale casereccio, non erano, al contrario di molti loro coetanei e come vorrebbero alcuni «fondamentalisti» nostrani, fra le lettrici e fans di Harry Potter. Così come non lo erano gli appartenenti alle Bestie di Satana, che di certo non aspettavano la notte di Halloween travestendosi da maghi e streghe e suonando ai campanelli dei vicini (come molti bimbi e ragazzini ormai fanno anche in Italia) annunciando «Dolcetto o scherzetto?» per compiere i loro delitti e le loro efferatezze. In assenza della controprova, ci si consenta peraltro di ipotizzare che la lettura delle avventure di Harry, caratterizzate dalla netta distinzione fra la sfera del bene e quella del male (dove il male è vinto da scelte di carattere morale) avrebbe solo fatto bene alle tre sventurate e agli ex appartenenti alle Bestie di Satana ormai da anni in carcere, le cui vite parlano drammaticamente il linguaggio del disagio, di una sessualità vissuta in maniera ossessiva, del “male di vivere”, e del grande fascino per tematiche quali la morte, la droga e la disperazione e non certo di travestimenti per partecipare a feste a tema la notte di Halloween. Il passaggio fra la “magia” che vive sul piano fantastico – anche nelle atmosfere legate Halloween che coinvolgono molti giovanissimi – e i fenomeni reali che determinano sociologicamente il «ritorno della magia» nella nostra epoca è tutt’altro che scontato: a separare i due ambiti sta l’imbocco del «Binario Nove e Tre Quarti» da cui parte alle ore 11 l’espresso per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, che Harry Potter riesce a prendere in orario, ma che – naturalmente – esiste solo nella fantasia della scrittrice Joanne Kathleen Rowling e dei numerosi appassionati dei suoi romanzi.
Lungi quindi dal demonizzare Halloween come invito diretto al neo-paganesimo e all’occultismo, forse il vero problema di questa ricorrenza è la sua mercificazione, questione identica alla “babbonatalizzazione” del Natale, e la sua importazione forzata, grazie soprattutto ai mass-media, in contesti diversi da quello statunitense in cui tale festa si è diffusa in epoca moderna e contemporanea, incardinandosi nella stessa tradizione americana. Comunque sia, ormai Halloween anche in Italia è un fenomeno a livello commerciale e popolare e, nei giorni precedenti, molti insegnanti della scuola primaria occupano gli alunni con spiegazioni dei simboli della ricorrenza e lavoretti ad hoc.
In fondo, a ben vedere, si tratta di una sorta di “secondo Carnevale”, ma proprio questo dovrebbe farci ancora riflettere. Il Carnevale, sovrappostosi ai saturnalia orgiastici dell’antichità romana, ha avuto il suo massimo fulgore non a caso nel medioevo cristiano: semel in anno licet insanere... Nel giorno della “pazzia” era lecito per un tempo stabilito sovvertire e farsi beffe dell’ordine costituito, ma – appunto – il resto del tempo vige l’ordine. Si sapeva ridere sobriamente del bene e si canzonava ferocemente il male esorcizzandolo perché si sapeva cos’era. Ed è per questo che oggi ha poco senso: è Carnevale tutti i giorni….
Ciò potrebbe valere anche per Halloween: ha senso solo se si crede all’esistenza degli spiriti cattivi e di quelli buoni, ovvero se si è aperti a una visione del mondo disposta ad alzare lo sguardo al di là del semplice qui ed ora – perché no – anche un po’ sdrammatizzando e scherzandoci su, pur consapevoli che nei due giorni seguenti saremo richiamati alla serietà della nostra avventura terrena prima dall’esempio di chi ci ha preceduto con passi da gigante sulla via della fede in Cristo e poi tramite il ricordo di tutti coloro che ci sono passati accanto precedendoci verso la Vita vera.

Raschiare ad oltranza. Primo step: il redditometro.


Due giorni fa ho scritto (vedi qui) come i nostri cari politici che pensano solo e unicamente al benessere di noi comuni cittadini, abbiano deciso di tenere in piedi a tutti i costi il sistema, per donarci ancora tanto benessere e tanta felicità!
Per fare questo la parola d'ordine applicata è, come vi ho appunto scritto l'altro giorno: "tamponare ad oltranza". Ma ovviamente per fare ciò occorrono tanti soldini, infatti vi ho scritto appunto che hanno promesso 1'000 miliardi di euro per salvare Stati e banche. Che altruismo, che generosità, che gesto caritatevole! Quindi capirete bene che il "tamponare ad oltranza" deve obbligatoriamente essere seguito da un "raschiare ad oltranza".
Ma non dobbiamo lamentarci, perché sono sacrifici che ci chiedono (e ci chiederanno sempre più insistentemente) per il nostro bene! Per salvare questo fantastico sistema! Che ha permesso a tutti noi (in occidente, fa niente se poi in altre parti del mondo muoiono di fame e sono sommersi dai nostri rifiuti) di avere una vita agiata.

Pertanto è con estrema gioia e orgoglio che oggi vi voglio parlare del meraviglioso sistema che il nostro governo ha deciso di fare entrare in vigore a febbraio 2012: il nuovo redditometro! Un sistema equo e giusto! Infatti può capitare che una banca vi venda delle obbligazioni Parmalat e poi dopo qualche mese queste abbiano lo stesso valore della carta igienica che tenete appesa in bagno. Le banche non sono perfette e possono sbagliare anche loro, ma non lo fanno mai in malafede! Le banche infatti pensano sempre e solo al bene di noi comuni cittadini e per questo è giusto che vadano sempre e comunque aiutate con tanti bei soldini del Fondo Monetario Europeo (i famosi 1'000 miliardi).
Invece quel dannato imbianchino che non ci fa la fattura e ci chiede 200 euro in nero, perché cerca di sopravvivere in un sistema che lo obbligherebbe a versare circa il 40% di imposte (oltre poi a tutte le altre imposte indirette), deve darsi una regolata! A partire da febbraio le cose cambieranno, perché il Fisco ti farà i conti in tasca: controllerà se sei iscritto ad una palestra, se hai frequentato centri benessere, se possiedi un abbonamento SKY o Mediaset Premium, se mandi i figli ad un asilo privato, oppure se hai speso 30 euro per un volo low-cost per una piccola vacanza che non avresti potuto permetterti! Non ci sarà più scampo, caro barista, se hai fatto un paio di cappuccini senza emettere scontrino ti pescheranno subito perché dovrai poi riuscire a dimostrare come diavolo ti sei potuto permettere di comprare la nuova Fiat Freemont! Insomma con una banca che fa azzardate speculazioni miliardarie non solo si può chiudere un occhio ma bisogna dargli ulteriori aiuti perché la banca è parte fondamentale del sistema, una benefattrice che ci permette questo fantastico stile di vita. Ma con te, piccolo artigiano o commerciante, viscido evasore fiscale per natura, feccia della società, non bisogna avere più la minima pietà! Devi adeguarti e anche tu imparare ad essere solidale, caritatevole e dare quello che è giusto che tu dia: il tuo piccolo contributo per mantenere il mondo idilliaco nel quale vivi! Guarda gli ottimi servizi che ricevi dallo Stato! Pensa alla pensione che riceverai quando arriverai a 67 o 70 o 75 o 80 o 90 anni! Non si può sempre e solo pretendere, bisogna imparare anche dare! In fin dei conti non ti viene chiesto molto, ti viene chiesto solo di versare il 40% sugli utili che hai fatto, un ulteriore 5,25% di IRAP e poi su quello che ti rimane pagare sempre il 21% di IVA su tutto quello che compri, il canone per la televisione, il bollo dell'auto, le accise sul carburante (è solo poco più del 50% del costo), tassa rifiuti, autostrada, ticket sanitario e se non fumi e non bevi alcolici non devi nemmeno pagare le accise su questi articoli.

A me sembra veramente pochissimo quello che ci chiedono, confrontandolo sopratutto a tutto quello che ci danno! Per questo motivo io propongo anche di attivare un numero di telefono, come si fa per le raccolte di fondi per scopi benefici, in modo che digitando quel numero sul proprio apparecchio chi lo desidera possa donare un ulteriore euro a telefonata. Si potrebbe usare uno slogan del genere: "Save your Planet: save your bank"