Dalla tradizione al “secondo Carnevale” passando per il “fondamentalismo” nostrano
di Andrea Menegotto
29 ottobre 2011
Fra pochi giorni ricorre la notte di Halloween, la cui grafia corretta – come ricordava il giornalista e studioso esperto di cultura americana e anglosassone Marco Respinti in un articolo dell’ottobre 2000 – risulterebbe essere, passando per “All Hallowe’en” e “Allhallows’ Eve” di Cornovaglia, Hallowe’en. Il termine “Hallowe’en” rimanda all’inglese “All Hallows’ Eve”, cioè la vigilia (eve ed e’en, da even “sera”) della solennità cristiana di Ognissanti.
I Santi sono coloro che, avendo preso a modello di vita Cristo, si trovano in Paradiso, cosicché la Chiesa cattolica – e altre Chiese cristiane – li celebrano il giorno successivo, peraltro insistendo ogni anno, fra il 1° e il 2 novembre, sulla stretta relazione fra defunti e imitatori di Cristo, a cui è dedicato appunto il 2 novembre, giorno in cui si è invitati a ricordare e affidare alla misericordia di Dio coloro che ci hanno preceduto nel viaggio della vita in hac lacrimarum valle.
Nell’espressione “Hallowe’en” ricorre dunque, anche dal punto di vista etimologico, il richiamo al termine “santo”: «[...] si dice hallow all’anglosassone (termine che significa pure “santuario” e, al plurale, “reliquie di santi”) invece che saint alla latina (nell’inglese moderno esistono numerosi lemmi doppi per una medesima realtà, l’uno di derivazione teutonico-anglo-sassone, l’altro di origine latina e tale o – poco frequentemente – per importo diretto della parziale conquista romana delle isole britanniche, oppure – più spesso – per derivazione franco-normanna, dalla battaglia di Hastings, 1066, in poi). La dizione hallow resta ancora oggi nel verbo to hallow — “santificare”, “rendere santo”, “beatificare”, “consacrare”, “venerare”, “santificare” (giorni festivi) – e deriva da holy, sanctus nell’inglese sassone. Viene dall’anglosassone (Old English) halig, il quale risale al norreno heill, cioè “buon auspicio”, all’antico irlandese cél — omen, “presagio”, “augurio” — e probabilmente ancora all’anglosassone hal. Quest’ultimo è un’espressione antichissima che sta per “pieno”, “intero”, “sano”: ovvero, la santità è la pienezza e la salute della persona, dell’essere umano. Il suo compimento» (M. Respinti, “In difesa degli spiriti di Hallowe’ en”, in Il Domenicale, 31 ottobre 2000).
Halloween dunque – almeno in senso etimologico – parla di sacro, del legame fra cielo e terra; tuttavia da molti detrattori in ambito cristiano è spesso presentato come un tentativo di immettere richiami forti al paganesimo nella società.
Certamente le origini di Halloween risalgono al calendario celtico, in cui Samonios (o Samhain) rappresentava il capodanno che cade a cavallo tra i mesi di ottobre e novembre. Peraltro, tracce di questo rito arcaico si ritrovano in Lombardia e in molte aree del Nord Europa ben prima della reimportazione di Halloween dagli Stati Uniti d’America, avvenuta soltanto in anni recenti sulla spinta di un fenomeno di carattere soprattutto commerciale. In effetti, almeno fino alla metà degli anni 1900, in molte zone rurali della Pianura Padana e delle Prealpi, secondo diverse testimonianze, i bambini festeggiavano Ognissanti trasformando le zucche nella nota raffigurazione che la tradizione irlandese riconosce come Jack O’Lantern.
La notte fra il 31 ottobre e il 1° novembre è dunque considerata, anche a livello folklorico “la notte delle streghe”, una notte magica particolare; infatti secondo la tradizione celtico-druidica i momenti di transizione tra due stadi di vita della terra – le stagioni – erano caratterizzati da particolari poteri magici. Il Samonios, da questo punto di vista, era il più grande e importante momento di transizione dell’anno, momento in cui gli antichi celti credevano che si potesse aprire una sorta di varco di connessione con il mondo dei morti, ovvero di coloro cioè che avevano fatto esperienza dell'ultima transizione – quella tra la vita e la morte appunto –, fino a pensare che durante questa ricorrenza il mondo dei vivi fosse in stretto contatto con quello dei defunti, tanto che gli spiriti dei morti potessero viaggiare nuovamente sulla terra.
Dunque, scrive ancora Respinti tornando al senso di Halloween: «Una paganata? Una tradizione cristiana che, come tutte le tradizione cristiane, assume e sussume il meglio di ciò che l’ha preceduta, santificando il buono spirito di uomini religiosi del passato ante-cristiano non anti-cristiano. Quante tradizioni, usanze e costumanze dell’era cristiana sono morfologicamente debitrici nei confronti di tradizioni sacrali precedenti. […] Esistono evidentemente dei limiti da non oltrepassare, ma sono limiti che vanno visti di volta in volta, a seconda dei tempi e delle occasioni. Non relativisticamente, ma con saggia ragion pratica. […] Se c’è chiarezza là dove deve esserci, che oltre ai santi magi dell’Epifania ci sia altresì la befana non mette paura; soprattutto per i bimbi e per le comunità umane “bambine”, cioè semplici, ingenue, pure e sveglie (vigilanti, veglianti) di fronte al sacro, nonché weberianamente incantate dal mondo. Come diceva il buon Tolkien, il Vangelo è la storia più bella perché oltretutto è anche vera. È la storia che riassume tutte le storie nella Verità. È la fiaba delle fiabe. E santifica tutti: uomini, nani, elfi e draghi».
Al di là delle celebrazioni folkloriche e delle rievocazioni storiche tipiche del modo del revival celtico, fenomeno che da anni è oggetto di studio e osservazione da parte di chi scrive e ambito in cui certamente interessi almeno latu sensu spirituali non sono assenti, ancorché non prevalenti, è innegabile che Samonios sia un momento importante per alcuni gruppi magico-esoterici, del filone neopagano e anche per una certa sub-cultura satanica così come danno testimonianza in questi giorni diversi siti Internet e forum legati a questo mondo. In ogni caso, come documentiamo a livello anche statistico, si tratta di realtà che riguardano percentuali molto basse della popolazione, che fanno del neo-paganesimo la loro fede, certamente a prescindere dal fenomeno di Halloween così come esso è vissuto a livello popolare e commerciale, ma che attribuiscono alla ricorrenza, caso mai, la specificità di una data particolare e del tutto speciale in quanto vissuta in base alla loro visione del mondo, drasticamente diversa e lontana dalle semplici feste a tema macabro organizzate per l’occasione o dalle ronde dei bambini travestiti da streghe, vampiri, zombie o scheletri alla ricerca di divertimento e di qualche dolcetto.
Tuttavia, la vera notizia è rappresentata dal diffondersi a livello internazionale e da qualche anno in maniera massiccia anche in Italia, di alcune tendenze “fondamentaliste” critiche nei confronti di Halloween così come di alcuni prodotti letterari e cinematografici di genere horror o fantasy a tematica magica, in primis – a fronte del suo successo – la saga di Harry Potter, accusati di avvicinare bambini e adolescenti al mondo della magia e del satanismo. A tal proposito vale forse la pena di notare che le tre giovani assassine di Chiavenna, che nella notte fra il 6 e il 7 giugno 2000 – ispirandosi ad una subcultura che trae spunti dal satanismo – davano la morte a suor Maria Laura Mainetti, attuando una sorta di rituale casereccio, non erano, al contrario di molti loro coetanei e come vorrebbero alcuni «fondamentalisti» nostrani, fra le lettrici e fans di Harry Potter. Così come non lo erano gli appartenenti alle Bestie di Satana, che di certo non aspettavano la notte di Halloween travestendosi da maghi e streghe e suonando ai campanelli dei vicini (come molti bimbi e ragazzini ormai fanno anche in Italia) annunciando «Dolcetto o scherzetto?» per compiere i loro delitti e le loro efferatezze. In assenza della controprova, ci si consenta peraltro di ipotizzare che la lettura delle avventure di Harry, caratterizzate dalla netta distinzione fra la sfera del bene e quella del male (dove il male è vinto da scelte di carattere morale) avrebbe solo fatto bene alle tre sventurate e agli ex appartenenti alle Bestie di Satana ormai da anni in carcere, le cui vite parlano drammaticamente il linguaggio del disagio, di una sessualità vissuta in maniera ossessiva, del “male di vivere”, e del grande fascino per tematiche quali la morte, la droga e la disperazione e non certo di travestimenti per partecipare a feste a tema la notte di Halloween. Il passaggio fra la “magia” che vive sul piano fantastico – anche nelle atmosfere legate Halloween che coinvolgono molti giovanissimi – e i fenomeni reali che determinano sociologicamente il «ritorno della magia» nella nostra epoca è tutt’altro che scontato: a separare i due ambiti sta l’imbocco del «Binario Nove e Tre Quarti» da cui parte alle ore 11 l’espresso per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, che Harry Potter riesce a prendere in orario, ma che – naturalmente – esiste solo nella fantasia della scrittrice Joanne Kathleen Rowling e dei numerosi appassionati dei suoi romanzi.
Lungi quindi dal demonizzare Halloween come invito diretto al neo-paganesimo e all’occultismo, forse il vero problema di questa ricorrenza è la sua mercificazione, questione identica alla “babbonatalizzazione” del Natale, e la sua importazione forzata, grazie soprattutto ai mass-media, in contesti diversi da quello statunitense in cui tale festa si è diffusa in epoca moderna e contemporanea, incardinandosi nella stessa tradizione americana. Comunque sia, ormai Halloween anche in Italia è un fenomeno a livello commerciale e popolare e, nei giorni precedenti, molti insegnanti della scuola primaria occupano gli alunni con spiegazioni dei simboli della ricorrenza e lavoretti ad hoc.
In fondo, a ben vedere, si tratta di una sorta di “secondo Carnevale”, ma proprio questo dovrebbe farci ancora riflettere. Il Carnevale, sovrappostosi ai saturnalia orgiastici dell’antichità romana, ha avuto il suo massimo fulgore non a caso nel medioevo cristiano: semel in anno licet insanere... Nel giorno della “pazzia” era lecito per un tempo stabilito sovvertire e farsi beffe dell’ordine costituito, ma – appunto – il resto del tempo vige l’ordine. Si sapeva ridere sobriamente del bene e si canzonava ferocemente il male esorcizzandolo perché si sapeva cos’era. Ed è per questo che oggi ha poco senso: è Carnevale tutti i giorni….
Ciò potrebbe valere anche per Halloween: ha senso solo se si crede all’esistenza degli spiriti cattivi e di quelli buoni, ovvero se si è aperti a una visione del mondo disposta ad alzare lo sguardo al di là del semplice qui ed ora – perché no – anche un po’ sdrammatizzando e scherzandoci su, pur consapevoli che nei due giorni seguenti saremo richiamati alla serietà della nostra avventura terrena prima dall’esempio di chi ci ha preceduto con passi da gigante sulla via della fede in Cristo e poi tramite il ricordo di tutti coloro che ci sono passati accanto precedendoci verso la Vita vera.
Mi è piaciuto il pezzo, mi sembra tu abbia fatto una analisi molto equilibrata, complimenti...adesso vado a leggermi il pezzo di Emanuele.
RispondiEliminaMi sembra vi siano ottimi punti in comune tra il tuo pezzo e quello di Emanuele. Ottimo servizio offerto a tutti da Frews. Buon divertimento allora per stanotte!
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