12/12/11

Vittime a vita, ma c’è l’attenuante di Dounia Ettaib


Il nostro grande paese, si è sempre lamentato della fuga dei cervelli, che non facciamo più scoperte scientifiche che il mondo intero ci supera ecc.
Ma sentite , sentite siamo i primi al mondo ad aver scoperto il gene della pedofilia!!
Quindi la pedofilia è colpa di un gene, al 42°  Congresso Italiano della Società di neurologia è stata presentata questa scoperta dal Prof. Lorenzo Pinessi, coordinatore del Dipartimento  di Neuroscienze dell’università Le Molinette di Torino e ovviamente pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry.
Questo cosa significa, da oggi si aprirà, dunque, una nuova strada completamente nuova per lo studio e la cura di quella che fino ad ieri sembrava solo una deviazione, le cui origini biologiche erano solo supposte, mentre parevano certe quelle psicologiche, come un passato traumatico o di abusi.
Insomma il gene della pedofilia avrà il suo bel posticino nella classifica della scienza come la demenza frontotemporale.
Bene, bene piangiamo che non abbiamo soldi per la ricerca, ma per carità per scagionare i poveri mostri ce la mettiamo tutta!
Ai bambini nessuno ci pensa, all’infanzia rubata, alla vita strappata, ai loro incubi al loro corpo violato?!
Assolutamente,  noi dobbiamo pensare ai poveri pedofili,  a reintegrarli nella società, ad assicurare loro un lavoro in un ambiente favorevole, oratori, scuole e perché no magari anche in neonatologia è meglio.
Ovviamente se poi uccidono i bambini, poverini i pedofili si spaventano ed eliminano il problema.
Ora hanno pure l’attenuante genetica.

Dounia Ettaib



Una volta era distretto di Polizia, ora un po' distratto o distrutto

Distrutto di Polizia o Distratto di Polizia 11? Sono indeciso. Una volta era bello Distretto di Polizia: saltavo addirittura il posticipo serale di Serie A pur di vedermelo. Ora, dopo mezz'ora, mi guarderei anche l'Inter: pensa un po' come sono ridotto!
Quest'anno l'edizione è lentissima. Il cattivo, tal Corallo, ha veramente la faccia cattiva ma dopo essere sfuggito da mezzo mondo con 100 milioni in contanti ed aver resistito anche alle provocanti avances di due escort (simili a quelle della pubblicità della Panda di cui abbiamo già parlato)  non si capisce perché, e dove, è finito a passeggiare per i boschi si presume attorno a Roma, ha aiutato un automobilista in panne col radiatore della macchina bucato rovesciandogli dentro un uovo che aveva nello zaino (un classico andare in gita con le uova nello zaino), è finito a dormire in tenda in questo boschetto per poi incappare in una trappola per animali ed ora è due puntate che agonizza lì a cielo aperto.
Lui è veramente cattivo, secondo solo a quelli che gestiscono i palinsesti Mediaset che, sempre per prolungare l'agonia, non solo del Corallo ma dello spettatore, hanno deciso da qualche tempo di trasmettere una sola puntata a settimana e non più due.
Lento, lentissimo. Senza idee mi sembra questa edizione di Distretto di Polizia 11. Annoiante. Mi sembra più Distratto di Polizia: distratto l'autore e distratto lo spettatore.
Corallo, fammi un piacere: muori lì nel boschetto tranquillo. Ai tuoi 100 milioni ci penso io.

Genitorialità malata di narcisismo? Che cosa fare?

E' andata morbosamente in crisi, oggi giorno, la genitorialità. Un virus, il narcisismo, ha colpito e intaccato l’arte di essere genitori, a più livelli della nostra società moderna. E, così, succede che a Rapallo emerge, oggi, una situazione di profondo degrado famigliare, i cui protagonisti, due genitori, un papà e una mamma, hanno ridotto in schiavitù la propria figlia dodicenne, quotidianamente chiusa, da tempo, seminuda per ore nel balcone di casa, allevata tra le pareti domestiche a botte e umiliazioni, anzichè coccole e carezze, costretta ai lavori domestici e a maltrattamenti disumani, come cenare da sola in cucina, mangiando gli avanzi scartati nei piatti dal resto della famiglia. E ancora succede che, a Torino, una ragazza sedicenne denuncia falsamente di essere stata stuprata da due stranieri, scatenando nella gente di quartiere, ignara della menzogna, una violenza inaudita e momenti di grande paura contro le baracche di un campo rom alla periferia della città, incendiato per vendetta. E infine, come se non bastasse, succede che a Trieste, sempre più o meno nelle stesse ore, una ragazza sedicenne incinta per una relazione con un ragazzo albanese appena diciottenne, viene condannata dal “tribunale famigliare” a scontare la pena di un aborto forzato, tutti, Chiesa cattolica compresa, ben attenti al disagio famigliare per una scelta rischiosa in caso di nascita del pargoletto, ma pochi convinti difensori della vita nascente a prescindere, nello spirito di una vera tutela sociale della maternità. Allora, di fronte a questa emergenza sempre più urgente, in cui le famiglie appaiono abbandonate a se stesse, in cui talvolta predomina l'amore della persona per la propria immagine e per sé stesso prima che verso il prossimo, occorre fermarci e fare un’opportuna riflessione. Per capire cosa significhi l’amore responsabile, per comprendere che l’educazione e il progetto educativo su una persona hanno bisogno di punti fermi, legati prima di tutto all’altruismo. I genitori hanno bisogno di essere aiutati e preparati a trasmettere ai figli valori quali rispetto della vita propria e altrui (tornano a registrarsi ancora episodi di ragazzini che lanciano sassi dai cavalcavia). Sarebbe necessaria una formazione dei genitori per le difficoltà che si ritrovano impreparati ad affrontare, ma anche per insegnare loro che i figli non sono una loro proprietà e vanno considerati per le loro esigenze e anche aiutati a considerare gli altri come un valore. Secondo uno spirito più di solidarietà che di lotta di sopraffazione dove, ad oggi, il migliore parrebbe chi più furbescamente vince sapendo barare e negare sempre evidenze e colpe! La Chiesa si svegli di fronte a questo stato di urgente emergenza e mentre le gerarchie contrattano giustamente con lo Stato la tassa sugli immobili di proprietà, lasciandosi, talvolta, distrarre dai pizzi e merletti delle vesti filettate, dalle croci più dorificate e dagli anelli più preziosi, non dimentichino di alzare la voce gridando, senza paura, contro queste storture della genitorialità, dando impulso alle tanti voci laiche, di credenti e non credenti, che ci richiamano quotidianamente ai valori cristiani. Perché, oltre la coscienza del rischioso baratro in cui sta finendo la famiglia, ci sia anche la possibilità di cambiamento e conversione
Eraldo Ciangherotti
assessore ai Servizi Sociali del Comune di Albenga

Ho visto il concerto perfetto, quello dei Deus a Milano

Esistono tante possibilità per fare un concerto.
Io ho visto quello perfetto.
Non una nota confusa, non una luce sbagliata , non una persona fra il pubblico che non riuscisse a volare .
Sul palco, mosso da leggera e misurata scenografia, c’erano i DEUS.
Gruppo indie rock proveniente dal Belgio( Anversa) in attività dal 1991 , i DEUS hanno suonato giovedi 8 dicembre ai Magazzini Generali di Milano.
Formatosi nel 1991 il gruppo pubblicò il primo album “ Worst Case Scenario” soltanto nel 1994.
Il lavoro che, ancora oggi è considerato uno degli album più influenti degli anni 90, mise subito in luce la versatilità musicale e la raffinatezza della della band.
Nel 1999 pubblicarono “ Ideal Crash “ , il disco più conosciuto ,dove riuscirono ad armonizzare psichedelia e nuove sonorità.
Altri album pubblicati sono stati Pocket Revolution( 2005) , Vantage Point( 2008) e Keep You Close uscito il 20 luglio 2011 preceduto dal sublime singolo Constant Now..
Trascinata in mondi di presenze sontuose. Risucchiata in un vortice di nuvole. A caduta libera senza rete…Così ti fanno sentire e “suonare” i DEUS.
Lo spazio riempito dalle voci , dal suono della tastiera o dal violino, dal battere nel petto della batteria e dei bassi.
Non era importante dove fossero loro o dove fossimo tutti, l’intero era aria da respirare.
Faccio notare il piccolo numero del pubblico…
…Non so perché, ma ho imparato, con l’esperienza,che ciò fa diventare l’ evento ancora più importante.
Troppo pochi conoscono il valore della poesia cantata e suonata.
E anche questo può averlo reso perfetto.
Sarah MYLIZ

Berlusconi ha lasciato "perchè incinta". Ora lo possiamo dire

Due ragazze sul 492 stamattina parlando del compito in classe (tema) di settimana scorsa. "Come mai non hai fatto quello di attualità?" chiede quella di destra (intendo come posto seduta davanti a me). "Non ci capisco niente di politica - risponde quella seduta a sinistra - e poi di Berlusconi non so niente. Per me può anche aver lasciato perché incinta". Risatina in coppia.
Sorrido anche soprattutto perché mi metto a pensare a quale può essere stato il titolo di questo tema:  Perché finalmente siamo liberi? Dopo di me il diluvio? Ora che faremo?
Poi penso anche a che cosa avrebbe potuto rispondere questa ragazza senza conoscere, magari, le idee politiche del proprio professore.
E se poi il docente è anche a favore dell'aborto? Sarebbe caduta anche la originale tesi del Berlusconi incinta!
Mamma mia quanto è difficile svolgere i temi di attualità oggi.
Brava ragazza! Concentrati sulla letteratura e su Boccaccio: quello non tramonta mai.
Buongiorgio