E' andata morbosamente in crisi, oggi giorno, la genitorialità. Un virus, il narcisismo, ha colpito e intaccato l’arte di essere genitori, a più livelli della nostra società moderna. E, così, succede che a Rapallo emerge, oggi, una situazione di profondo degrado famigliare, i cui protagonisti, due genitori, un papà e una mamma, hanno ridotto in schiavitù la propria figlia dodicenne, quotidianamente chiusa, da tempo, seminuda per ore nel balcone di casa, allevata tra le pareti domestiche a botte e umiliazioni, anzichè coccole e carezze, costretta ai lavori domestici e a maltrattamenti disumani, come cenare da sola in cucina, mangiando gli avanzi scartati nei piatti dal resto della famiglia. E ancora succede che, a Torino, una ragazza sedicenne denuncia falsamente di essere stata stuprata da due stranieri, scatenando nella gente di quartiere, ignara della menzogna, una violenza inaudita e momenti di grande paura contro le baracche di un campo rom alla periferia della città, incendiato per vendetta. E infine, come se non bastasse, succede che a Trieste, sempre più o meno nelle stesse ore, una ragazza sedicenne incinta per una relazione con un ragazzo albanese appena diciottenne, viene condannata dal “tribunale famigliare” a scontare la pena di un aborto forzato, tutti, Chiesa cattolica compresa, ben attenti al disagio famigliare per una scelta rischiosa in caso di nascita del pargoletto, ma pochi convinti difensori della vita nascente a prescindere, nello spirito di una vera tutela sociale della maternità. Allora, di fronte a questa emergenza sempre più urgente, in cui le famiglie appaiono abbandonate a se stesse, in cui talvolta predomina l'amore della persona per la propria immagine e per sé stesso prima che verso il prossimo, occorre fermarci e fare un’opportuna riflessione. Per capire cosa significhi l’amore responsabile, per comprendere che l’educazione e il progetto educativo su una persona hanno bisogno di punti fermi, legati prima di tutto all’altruismo. I genitori hanno bisogno di essere aiutati e preparati a trasmettere ai figli valori quali rispetto della vita propria e altrui (tornano a registrarsi ancora episodi di ragazzini che lanciano sassi dai cavalcavia). Sarebbe necessaria una formazione dei genitori per le difficoltà che si ritrovano impreparati ad affrontare, ma anche per insegnare loro che i figli non sono una loro proprietà e vanno considerati per le loro esigenze e anche aiutati a considerare gli altri come un valore. Secondo uno spirito più di solidarietà che di lotta di sopraffazione dove, ad oggi, il migliore parrebbe chi più furbescamente vince sapendo barare e negare sempre evidenze e colpe! La Chiesa si svegli di fronte a questo stato di urgente emergenza e mentre le gerarchie contrattano giustamente con lo Stato la tassa sugli immobili di proprietà, lasciandosi, talvolta, distrarre dai pizzi e merletti delle vesti filettate, dalle croci più dorificate e dagli anelli più preziosi, non dimentichino di alzare la voce gridando, senza paura, contro queste storture della genitorialità, dando impulso alle tanti voci laiche, di credenti e non credenti, che ci richiamano quotidianamente ai valori cristiani. Perché, oltre la coscienza del rischioso baratro in cui sta finendo la famiglia, ci sia anche la possibilità di cambiamento e conversione
Eraldo Ciangherotti
assessore ai Servizi Sociali del Comune di Albenga
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