Il terremoto dell'Emilia è il mio terremoto. Sono nato a Ferrara, ma sono della provincia di Rovigo, di un piccolo paese chiamato Trecenta, che riposa a pochi chilometri dal Po. È per questa ragione che la tragedia che ha colpito il Nordest in queste ore non poteva scuotere anche la mia anima.
È vero, io ero molto distante dal mio Veneto quando tutto è successo e, se dovessi ricordare una scossa sismica che ho vissuto più da vicino dovrei senza dubbio ritornare a quella de L'Aquila. Ma i paesi sventrati da questo moto inconsulto della terra sono quelli della mia infanzia. I mattoni rossi dell'Emilia, le strade di Ferrara, le Chiese affogate nella campagna hanno ricordi che sono intessuti inesorabilmente con le cellule che compongono il mio corpo, sono il mio tessuto connettivo di cui sono imbevuti i miei pensieri, sono i miei ricordi.