05/12/11

Mi spiegate che vuol dire"falso moralismo"? Arrogarsi la libertà di pensare?



Or ora sono andata a vedere se c'erano nuovi commenti al post di Giorgio sulla Panda che fa riferimento(a doppio senso)ad una escort.Di nuovo leggo tirato in ballo il falso moralismo.Cos'è per chi accusa qualcun altro di falso moralismo,il falso moralismo?Personalmenete mi sono rotta i maroni anche se non li ho,del politically correct,dell'accettazione obbligatoria di qualsiasi situazione per non sentirsi dire:-Sei razzista.-Sei omofobo. O simili.

Siamo sottilmente bombardati dall'obbligo di doverci formare una nuova morale.

Seguo una fiction Rai giunta alla terza stagione e ci mettono di tutto:la ragazzina di 18 anni incinta che molla gli studi e il papà che fa ammenda del suo errore di preoccuparsi,di volerla accompagnare dal medico.La signorina in questione è fidanzata con un sieropositivo,bravissimo ragazzo,che ha contratto la malattia dalla sua ex.Come a dire,hai voglia a proteggersi,tanto è questione di sorte!Puoi avere cento rapporti occasionali protetti con persone sane e ti innamori di quella di cui ti fidi che invece è malata.Poi c'è la ragazza lesbica che non guarda le forme della partner,come fanno i vogliosi maschi.Ma si,meglio una fidanzata dolce che un fidanzato materialista!C'è anche una bambina che diventata emo si tinge i capelli di nero e la mamma la prende bene,non la porta immediatamente a rasarsi per imparare che certe cazzate non si fanno.Non manca nemmeno una simpaticissima ninfomane.

Non bisogna temere il diverso,l'importante è conoscerlo.E allora,in virtù di questo,guai a dire che basta stranieri in Italia perché lavorando sottopagati e in condizioni di degrado,permettono ai padroni di arricchirsi e di lasciare gli italiani che vorrebbero lavorare in condizioni eque,a casa. Guai a dire che gli islamici non ci adorano perché sono felici se un'italiana diventa la moglie di un uomo di quella fede e non viceversa. Guai a dire che fa un pò impressione vedere una persona,per rifarmi a un comico di Mai dire che imitava Povia,con le poppe dell'Arcuri e la faccia di Gattuso.Una sera ho visto una puntata di una trasmissione con Adriana Fonzi Cruciani...sono rimasta choccata,posso dirlo?Una donna che si snaturalizza,come un uomo che si snaturalizza per prendere sembianze dell'altro sesso,mi sembrano un insulto a Dio,come chi va in fissa con la chirurgia plastica. Ognuno è e fa quello che vuole,ma ognuno è anche libero di avere un proprio pensiero.

Posso anche accettare la definizione di"falsa moralista"se indica chi certe cose preferisce farle che parlarne.

C'era una mia compagna di classe anoressica che ci ripeteva sempre quanto mangiasse e quanto amasse cucinare....

Videogiochi Made in Italy: un’opportunità per i giovani e per il Paese

Il Made in Italy dei videogiochi è un’opportunità di crescita per il Paese, ma servono azioni concrete ed allineate tra l’industria e le istituzioni.
Di questo e di altro si è discusso settimana scorsa al Games Forum 2011, appuntamento annuale organizzato da AESVI alla Camera dei Deputati giunto alla sua terza edizione
Presidiare il game development a livello del sistema paese è essenziale, per essere partecipi della crescita dell'industria a livello internazionale, per cogliere l'occasione di acquisire un posizionamento chiaro in una filiera in evoluzione e alimentare il rinnovamento del tessuto economico attraverso settori ad alto tasso di conoscenza legati alle nuove tecnologie, in grado di agire da vettore imprenditoriale per giovani delle ultime generazioni. Questo uno dei punti che emergono dalla relazione introduttiva realizzata su iniziativa di AESVI dal Centro di Ricerca ASK dell’Università Bocconi – prima parte di uno studio che si concluderà nel mese di maggio del 2012 – presentata nel corso del Games Forum 2011.
Giunto alla terza edizione, il Games Forum è un evento promosso da AESVI e sostenuto dall’On. Antonio Palmieri, membro della Commissione Cultura, Scienze ed Istruzione della Camera dei Deputati, con lo scopo di creare un momento di incontro tra le istituzioni e i principali attori dell’industria videoludica italiana.
L’edizione 2011, dal titolo "Videogiochi Made in Italy: un’opportunità per i giovani e per il Paese", che gode del patrocinio della Camera dei Deputati, del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ha l’obiettivo di fare il punto sulle potenziali aree di sviluppo per lo scenario italiano e sulle principali azioni da mettere in atto a supporto della crescita imprenditoriale e professionale legata al settore che, come dimostrano diverse esperienze internazionali, può incidere in maniera rilevante e positiva sull’economia di un Paese.
Partendo da uno sguardo agli ultimi dati disponibili sul settore, la relazione presentata al Games Forum dalla Bocconi ha messo in risalto innanzitutto il valore del mercato dei videogiochi che si attesta oggi a livello internazionale tra i 57 e i 65 miliardi di euro con un tasso medio annuo di crescita dell’11,4% tra il 2006 e il 2011 e che si stima possa registrare nel triennio 2012-2015 una crescita annua del 6,4%.
In seguito, la Bocconi partendo dall’analisi di benchmarking di tre esperienze internazionali di successo – Canada, Irlanda e Finlandia – in cui il settore del game development è cresciuto grazie al supporto di adeguate politiche di sviluppo, ha individuato tre possibili asset su cui intervenire per il modello italiano: 1) condizioni di base, 2) imprenditorialità e sviluppo, 3) policy istituzionale. Per crescere sul fronte imprenditoriale bisognerebbe sicuramente essere pronti a cogliere le opportunità legate alle nuove piattaforme, sviluppare relazioni chiave con partner finanziari che possono investire nel settore e valorizzare le eccellenze per ispirare potenziali imprenditori e attrarre talenti anche dall’estero. Sul fronte istituzionale, bisognerebbe, invece, far leva sullo sviluppo dell’agenda digitale, stimolare l’imprenditorialità con incentivi alla generazione di nuove imprese e alla produzione di contenuti di qualità, e infine sviluppare un piano di azione coordinato tra attori pubblici ed economici.
Ha dichiarato l’Onorevole Antonio Palmieri, promotore del Games Forum: "Il riconoscimento del settore dal punto di vista istituzionale è molto importante per promuovere le condizioni di base per lo sviluppo dell'industria dei videogiochi a livello nazionale. È proprio per questo che con AESVI abbiamo deciso di costruire il Games Forum di quest’anno su questo tema, per ribadire l’importanza del settore dei videogiochi dal punto di vista culturale, educativo e lavorativo. Sono infatti convinto che, grazie ad un'alleanza proficua tra imprese e decisori pubblici a tutti i livelli, europeo, statale e regionale, possiamo metterci sulla buona strada per affermare l'Italia come una terra di sviluppatori di videogiochi e offrire nuove opportunità di lavoro ai giovani".
Ha aggiunto Andrea Persegati, Presidente AESVI: "Siamo convinti che l’Italia debba cogliere l’opportunità di affermare la propria competitività in un momento storico in cui è possibile assicurare alle nostre imprese un posto di rilievo nello scenario del game development internazionale con investimenti più contenuti che in passato. Oggi l’industria videoludica italiana è orfana di qualsiasi tipo di contributo, sia pubblico che privato. Con il nostro impegno associativo ci auguriamo si possa agevolare l’adozione di misure di sostegno da parte delle istituzioni e contemporaneamente identificare investitori che vedono nell’industria videoludica una fonte possibile di profitto. Il settore è pronto a cogliere la sfida, ora è sufficiente trovare il modo per mettere in moto il volano della crescita".
AESVI è l’Associazione di categoria dell’industria dei videogiochi che rappresenta i produttori di console, gli editori e gli sviluppatori di videogiochi operanti in Italia. L’Associazione nasce nel 2001 per rappresentare, promuovere e tutelare gli interessi collettivi del settore. AESVI conta attualmente 27 membri ed ha una rappresentatività completa del mercato di riferimento. È dotata di un Consiglio Direttivo composto da 8 membri, di un Presidente e di un Segretario Generale. A livello internazionale AESVI aderisce dal 2002 all’Associazione di categoria europea ISFE (Interactive Software Federation of Europe) con sede a Bruxelles e dal 2005 è membro del Board of Directors della medesima. Dal 2010 è socio aggregato di Confindustria Cultura Italia, la Federazione Italianaè l’Associazione di categoria dell’industria dei videogiochi che rappresenta i produttori di console, gli editori e gli sviluppatori di videogiochi operanti in Italia. L’Associazione nasce nel 2001 per rappresentare, promuovere e tutelare gli interessi collettivi del settore. AESVI conta attualmente 27 membri ed ha una rappresentatività completa del mercato di riferimento. È dotata di un Consiglio Direttivo composto da 8 membri, di un Presidente e di un Segretario Generale. A livello internazionale AESVI aderisce dal 2002 all’Associazione di categoria europea ISFE (Interactive Software Federation of Europe) con sede a Bruxelles e dal 2005 è membro del Board of Directors della medesima. Dal 2010 è socio aggregato di Confindustria Cultura Italia, la Federazione ItalianaAndrea Persegati, Presidente AESVI: "Siamo convinti che l’Italia debba cogliere l’opportunità di affermare la propria competitività in un momento storico in cui è possibile assicurare alle nostre imprese un posto di rilievo nello scenario del game development internazionale con investimenti più contenuti che in passato. Oggi l’industria videoludica italiana è orfana di qualsiasi tipo di contributo, sia pubblico che privato. Con il nostro impegno associativo ci auguriamo si possa agevolare l’adozione di misure di sostegno da parte delle istituzioni e contemporaneamente identificare investitori che vedono nell’industria videoludica una fonte possibile di profitto. Il settore è pronto a cogliere la sfida, ora è sufficiente trovare il modo per mettere in moto il volano della crescita".

Tra moda,crisi,acceleratore e freno sull'impulso a spendere.


Stamattina passeggiavo per le vie del centro, ho passato in rassegna tutte le vetrine di abbigliamento; alcuni, non tutti, hanno ceduto al tradizionale fascino natalizio e quindi hanno messo in bella mostra nelle vetrine giubbini ed abiti rossi, platino, dorati.

Non vorrei essere Francesco, il padre di Erika De Nardo

Oggi Erika De Nardo (o basterebbe solo Erika di Novi Ligure) torna in libertà dopo 11 anni di galera e reclusione presso alcune strutture di recupero, a seguito dell'omicidio da lei compiuto, con Omar Favaro, di sua mamma e di suo fratello.
Purtroppo 11 anni fa ero già abbastanza grande per non poter dimenticare l'accaduto o solo derubricarlo a fatto di cronaca.
Mi sono sempre domandato come sia stato possibile e continuo a domandarmelo.
11 anni dopo sono padre e non voglio mettermi nei panni di Francesco De Nardo, il padre di Erika ma anche padre del piccolo Gianluca (allora aveva 11 anni e la sorella ed Omar lo uccisero con 57 coltellata dopo aver tentato di farlo fuori con un topicida),  e sposo, marito di Susanna ammazzata dai due fidanzatini con 40 coltellate.
Oggi tutti parlano di Erika, Omar della loro riabilitazione. Io li voglio ignorare e chiedo perdono, ancora una volta, per i pensieri su di loro che resteranno tali e non troveranno la forma scritta.
Voglio invece ripetere, e ripetermi, i nomi delle vittime: Gianluca e Susanna.
Voglio invece ripetere, e ripetermi, il nome del Padre, Francesco, che il giorno del funerale fece arrivare due corone di fiori con scritto su una: “Da tuo marito e da tua figlia” e  sull’altra: “Da tuo padre e da tua sorella”.
Un padre che è sempre stato accanto, in questi undici anni, alla figlia andando sempre a trovarla in carcere, aiutandola nel suo percorso di recupero, incentivandola a laurearsi ed è sempre rimasto lontano, lontanissimo dai riflettori.
Quel padre che oggi riporterà Erika a casa loro, nella stessa villetta che ha subìto solo una imbiancatura per togliere i segni del sangue
Quel padre che non vorrei mai essere non solo per sventare tale sciagura sulla mia famiglia ma soprattutto perchè non sarei capace di approssimare.
Se e come sia possibile è cosa che sa solo quel padre, la sua è una storia che atterrisce e letteralmente graffia l’anima di chiunque la ripercorra.
Come possa riuscirci, come possa essere padre insieme di Erika e Gianluca è un mistero della paternità che va rispettato. Comprenderlo però è qualcosa che va al di là e oltre i limiti della ragione.
Giorgio Gibertini Jolly

Abbattuto aereo spia americano in Afghanistan

Fonti militari iraniane hanno dichiarato ieri ( domenica 4 dicembre) all’agenzia di stampa ufficiale iraniana IRNA che le forze armate di Ahmadi Nejad hanno abbattuto un aereo spia americano senza pilota ( RQ170) al confine orientale del paese con l’Afghanistan. “ Lo spazio aereo iraniano è controllato meticolosamente”, afferma la fonte e “ la risposta iraniana a questo attacco si farà sentire ben oltre i confini del paese”. La zona di confine tra Iran e Afghanistan è un’area molto delicata in quanto forze armate americane sono state spiegate in territorio afghano secondo accordi internazionali per la lotta ai talebani e ad al-Qaeda. La fonte non ha specificato ora e luogo precisi dell’accaduto.

Santori interviene e rilancia sul caso Milano 90: petizione online

Non si comprende come i tagli annunciati alla casta siano rinviati alle prossime legislature, mentre i posti di lavoro tagliati subito. Questo è vergognoso e non può essere accettato dai cittadini comuni e dai lavoratori onesti che tutti giorni si guadagnano da vivere con sacrificio per portare avanti le proprie famiglie. È inaccettabile penalizzare i più deboli e continuare a tutelare gli interessi dei pochi. È inammissibile che in un momento di forte crisi e ristrettezze, imprenditori che per anni hanno goduto del privilegio di proventi pubblici affittando locali alla pubblica amministrazione possano far leva sul disagio di numerose famiglie, per poi incriminare la politica e scaricare le proprie responsabilità sulle istituzioni. La Milano 90 apra subito una trattativa con i dipendenti che stanno giustamente astenendosi dal lavoro per protestare contro i licenziamenti imminenti. Se il sistema non cambia, se non salviamo la Politica, rischieremo di consegnare questa Nazione ai poteri forti e personalità che non rappresenteranno la volontà popolare. Per questo abbiamo invitato tutti i cittadini a dire no ai privilegi su http://blog.fabriziosantori.com», lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere di Roma Capitale, che ha sostenuto insieme all'intera Assemblea Capitolina un ordine del giorno per tutelare 350 posti di lavoro della società Milano 90, i cui dipendenti sono da giorni riuniti in assemblea nella speranza di scongiurare il licenziamento di massa
Giorgio Gibertini Jolly

La crisi del settimo anno: ed io che pensavo si riferisse al mio matrimonio

La crisi del settimo anno o da sette anni? Com'è il detto aggiornato 2011?
Sette anni fa, oggi, convolai a giuste nozze. Giuste e belle. Che divertimento quella giornata, e quella sera e quelle notti dopo e poi anche i giorni. Da gennaio di quest'anno io e mia moglie ci domandiamo: quando capiterà questa crisi? Durante l'anno, il giorno proprio dell'anniversario o subito dopo?
Un po' ci scherziamo su, ed anche giù, un po' esorcizziamo questa "paura" che abbiamo dentro tutti sin da piccoli e che ti accompagna da quel SI sull'altare.
Mah.
Mi sono informato su internet ed in Yahoo Answer ho trovato la spiegazione del perché si dice crisi del settimo anni.
"E’ il numero biblico, il numero del mistero, il settimo giorno è dedicato al riposo, alla contemplazione e alla meditazione. Si dice:  «sono al settimo cielo» per esprimere uno stato di felicità. Si sa che il cielo è il simbolo della gioia pura, la luce divina, per arrivare al cielo bisogna salire i gradini di ascesa, il misterioso 7 è l’apoteosi.
Il 7 conclude l’ascesa e ritorna al principio. Si dice: «la crisi del settimo anno» facendo riferimento all’antica convinzione che ogni 7 anni c’è un cambiamento."
Speriamo che da oggi i cambiamenti siano solo belli perché di crisi ne abbiamo piene le scatole da almeno sette anni!
Giorgio Gibertini Jolly