05/03/12

L'India non libera i marò. E noi stringiamo la mano ai loro Ministri


I nostri marò restano in India. E’ quanto ha deciso, oggi, il giudice indiano della corte di Kollam che ha disposto il trasferimento dei nostri soldati in custodia giudiziaria nel carcere di Trivandrum con effetto immediato. Una decisione che ha scatenato molteplici reazione nel mondo politico. Secondo Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, “visto il decorso assai negativo che sta avendo la vicenda dei nostri maró in India, a questo punto non si puó fare a meno di porre un’ interrogativo al nostro Governo. Qual è la gestione del comando quando i nostri soldati sono costretti a entrare in azione a difesa di navi di proprietà di armatori privati? Ci sembrava ovvio - ha proseguito Cicchitto - che questa gestione fosse di pertinenza della marina e invece da alcune ricostruzioni, non sembra che le cose siano andate cosí”.

Duro il commento di Gianfranco Paglia, deputato di Fli e medaglia d’oro al valor militare che afferma:“Nel caso del Cermis gli americani non restarono un solo giorno in Italia, noi abbiamo un ministro degli Esteri che va in India e addirittura stringe la mano al suo omologo di Nuova Delhi. Una cosa del genere e’ inammissibile”.

Per Giorgia Meloni “rispetto a un’evidente violazione del diritto internazionale da parte dell’India, che vorrebbe giudicare fatti competenti la giurisdizione italiana, il governo intervenga in sede europea e in sede Onu per riportare a casa i nostri maro’. Occorre tenere alta l’attenzione e la mobilitazione del popolo italiano - continua l’esponente del Pdl - per far sentire ai nostri ragazzi che non sono soli e far comprendere anche all’estero che l’Italia non e’ distratta su questo tema”

Taglia corto Francesco Storace che sulla propria pagine Facebook scrive:”I signori della borsa hanno addomesticato l’Italia di Monti a suon di spread e dicono che ci rispettano di piu’ solo perche’ siamo al loro servizio; i signori della vita e della morte hanno di nuovo sequestrato i nostri maro’ in India perche’ in realtà ci vedono come l’Italietta incapace di difendere i nostri”.

Un veneto a Roma 4/bis: inaugurato un quarto di piazza San Silvestro

foto spirandelli
Inaugurato un quarto della Nuova Piazza San Silvestro! Dopo otto mesi di lavori, plurimi rifacimenti del progetto iniziale, Piazza San Silvestro, nel pieno centro di Roma, mostra il suo nuovo volto. Un luogo che diventerà testimonianza dei nostri tempi, pegno delle nostre speranze per il futuro. Uno spiazzo di sampietrini con quattro panconi di marmo ai vertici: “Gli stessi disegnati da Michelangelo per il Campidoglio”. “Ammazza aò!”

Marcello Spirandelli

Lo Zar Vladimir Putin piange ma sorprenderà tutti


Alla fine ce l’ha fatta. Rispettando i pronostici della vigilia, che lo vedevano già vincitore al primo turno, Vladimir Putin è tornato al Cremlino. La Russia, dunque, ha incoronato nuovamente il suo Zar, convinta che, con lui alla guida, il paese si potrà risollevare da una molteplicità di problemi che negli ultimi anni hanno eroso il consenso dell’ex agente del Kgb. La corruzione dilagante, la crisi economica, l’eterna rivalità con gli Stati Uniti e il blocco occidentale europeo sono solo alcuni dei punti sui quali dovrà ora concentarsi Vladimir Putin. E poco importa se, come hanno ripetutamente sottolineato media e social network, lo Zar ha perso ben sette punti di consenso rispetto al 2004. Perché in realtà questo aspetto non segna affatto un ridimensionamento del suo potere, tanto meno una vittoria zoppa o ancor peggio una sconfitta su tutta linea. Sbaglia il Time quando scrive questo, sbaglia l’Economist quando lo presenta come una leader in declino e sbagliano tutti gli altri che a ruota hanno seguito queste direttrici. Al contrario, la vittoria dello Zar è una sorta di riscatto. Un riscatto nei confronti di coloro che per mesi, forse per anni, lo hanno bersagliato di critiche, etichettato come il male assoluto di un paese che da sempre soffre e soggiace a figure dispotiche che conducono politiche totalitarie. A prova di ciò ci sono quelle lacrime versate durante i festeggiamenti in piazza del Maneggio a Mosca. Nessuna finzione, nessun effetto speciale, nessuna dote da attore. Le lacrime spontanee di Vladimir Putin sono di rabbia, di sfogo per la tensione accumulata in questi ultimi mesi. Sono le lacrime di un leone ferito che è tornato a ruggire.

«Vi avevo promesso che avremmo vinto e abbiamo vinto», sono state le sue prime parole da nuovo Presidente. «Il nostro popolo ha saputo distinguere il desiderio di rinnovamento dalle provocazioni politiche finalizzate a distruggere il Paese», ha continuato. Ed è proprio la parola rinnovamento il perno dell’azione futura del nuovo Presidente della Federazione russa. Su di essa Putin aveva impostato una campagna elettorale dai toni accessi e su di essa continuerà a fare leva nel tentativo di rimettere in carreggiata la sua figura. Impossibile dire se il suo paese lo rinnoverà veramente - mai dire mai - o se darà solo una parvenza, un’illusione, tanto per accontentare il cosiddetto ‘popolino’. Sta di fatto che Vladimir Vladimirovic non ha perso tempo e per mano del suo delfino, nonché Presidente uscente, Dmitrij Medvedev, ha ordinato che il processo a carico del suo più acerrimo nemico, l’oligarca Mikhail Khodorkosvskij, sia revisionato e che sia verificata la fondatezza della accuse a suo carico. Niente male come prima mossa post elettorale. E anche se molti l’hanno interpretata come una strategia atta a sviare le polemiche sui brogli, nei prossimi mesi Putin sorprenderà un po’ tutti, conducendo una politica che gli permetterà di allargare nuovamente il suo consenso nel paese. Rivedrà le leggi sulla corruzione, alimenterà lo spirito patriottico nel paese con una politica populista anti-occidentale e si adeguerà al cambiamento della comunicazione, favorendo lo sviluppo, anche nelle zone rurali del paese, della rete. Starà poi al giudizio soggettivo di ogni osservatore giudicare la nuova stagione politica di un uomo che potrebbe governare il suo paese per altri dodici anni.

Eugenio Cipolla

Apprezzo il silenzio di Laura Pausini sulla morte di Matteo Armellini

Che cosa volete che dica ora Laura Pausini? Al mattino ho il vizio di seguire sempre Skytg24 in diretta su internet con i suoi continui aggiornamenti: mi torna utile per il mio lavoro. Ogni mezz'ora un tg che dura circa 29 minuti, quindi notizie di continuo. Sky ovviamente ha un inviato sul posto ma la cosa peggiore, a mio parere, è quello che sta succedendo in redazione a Roma, ovvero coi giornalisti che passano al setaccio il sito ufficiale della Pausini, il suo twitter, il suo Fb in attesa di una dichiarazione. Sorpresi, gli stessi giornalisti, continuano a dire: Laura Pausini non commenta, non si legge neanche un messaggio di cordoglio, non si legge neanche del concerto rimandato.
Che cosa volete che dica ora Laura Pausini?
Non la conosco personalmente, mi piace qualche sua canzone ma lasciatela in pace, probabilmente anche lei in questo momento non ha parole perché sa che nessuna sua parola, nessuna sua canzone, può far resuscitare Matteo Armellini, operai di 31 anni, e men che meno portare sollievo alla sua famiglia.
Laura ha scelto il silenzio perchè al centro della scena c'è Matteo con la sua morte ed il suo dramma che ha colpito pure tutti i suoi colleghi di lavoro, non ci sono, e non ci devono essere, le sue non parole.
Laura ha scelto il silenzio: scegliamolo anche noi.

Putin e Berlusconi governeranno assieme in Russia?

Poca sorpresa nel voto russo, diciamo che sono più divertenti le primarie nostrane del PD dove qualche risultato inatteso spesso e volentieri viene fuori anche se pure qui da noi è diventato facile indovinare chi vincerà  le primarie del PD, basta trovare il nome dal prescelto di Bersani e puntare sull'avversario.
Putin, dopo aver governato da Premier la Russia dal 2000 al 2008, poi essere stato Presidente della stessa fino a ieri, ha rivinto le elezioni e governerà almeno fino al 2016 se non anche 2020 per altri due mandati di seguito: ancora da sapere se poi farà ancora il Presidente e ricomincerà il giro dell'oca.
E Berlusconi ora che farà per il suo grande amico Putin? Sarà nominato vice premier? Sarà ministro degli esteri? Tutto da vedere però anche la Politica a volte è capace di superare la fantasia quindi prepariamoci al tutto ed al ritorno sulla scena, internazionale, di Silvio.

Chi fa la carità al povero fa un prestito al Signore

La lettura di oggi è di quelle che illuminano non solo i sentieri dello Spirito, anche la strada appena percorsa dove abbiamo lasciato al loro destino, nell'ordine, una zingarella con figlio sull'autobus, un'altra nomade alla fermata e così pure una mamma di quelle parti lì proprio all'ingresso della metropolitana.
Passo sempre oltre, a volte rifugiandomi dietro al pensiero che ho già tre figli da mantenere e tra poco mi ritroverete al loro poste, altre dicendomi ed auto convincendomi che la carità deve essere intelligente, ovvero questuanti miei rivolgetevi alla Caritas, od in Parrocchia (dove presta volontariato anche mia moglie) e lì vi posso aiutare meglio che i miei due spicci.
Non voglio oggi parlare poi di quei furbi che vivono girando tutti i luoghi della Carità e districandosi tra il sempre scarso lavoro di rete delle realtà cattoliche.
Oggi la Lettura dice: "Chi fa la carità al povero fa un prestito al Signore che gli ripagherà la buona azione". Quasi quasi viene voglia di ripercorrere la strada a ritroso e guadagnarmi questo credito però poi sono già sul vagone in direzione Anagnina, come posso scendere? E poi mi ricordo di quella frase :"I poveri li avrete sempre con voi" e so che domani, puntualmente, riavrò la mia occasione per guadagnare "punti paradiso".
Buongiorgio

Oggi è S. Conone. Nomi Ersilia, Ermanno. Frase di Oliphant.



5 marzo 2012 segno zodiacale: Pesci.

Il sole sorge alle 6.43 e cala alle 18.

S. CONONE l' ortolano martire in Panfilia o, secondo altri, a Cipro, vittima della persecuzione di Decio.

Rispose al prefetto romano che era originario di Nazaret e apparteneva alla famiglia di Cristo.

Fu condannato e costretto a correre, con i piedi trafitti dai chiodi, davanti ad un carro e, caduto in ginocchio, pregando, rese lo spirito a Dio.

Gli fu dato il soprannome di ortolano perchè, conducendo forse una vita da eremita, coltivava per il suo sostentamento un campicello di legumi.

NAME OF THE DAY: Female ERSILIA deriva dal nome gentilizio latino Hersilia. Ma è di origine etrusca. Significa " la liberatrice" e si festeggia il 1 novembre , festa di tutti i Santi. La sua pietra è lo zaffiro.

Male ERMANNO di origine germanica e longobarda e significa " uomo d' armi". Si festeggia il 7 aprile. La sua pietra è il diamante.

" Le tentazioni arrivano, come regola generale, quando sono cercate".

Margaret Oliphant