Le agenzie battono veloci: Giorgio Napolitano italiano dell'anno. Il riconoscimento per il Capo dello Stato arriva dalla direzione e dalla redazione di Famiglia Cristiana, allargata a numerosi esperti e prestigiosi collaboratori del settimanale. "Una scelta - spiega l'Adnkronos citando Famiglia Cristiana- sottolineata da unanimita' corale, dettata da quanto Giorgio Napolitano ha saputo fare per il bene del Paese in un momento particolarmente difficile, caratterizzato da incertezza politica ed economica e da un appannamento dei valori della convivenza civile e della solidarieta' del Paese.
Il riconoscimento e' stato conferito con la seguente motivazione: "Nell'anno della celebrazione dei 150 anni dell'unita' d'Italia, il presidente Napolitano ha colpito il cuore e la mente di tutti gli italiani per la sua totale dedizione ai destini del Paese.
Nel pieno di una crisi economica e politica difficilissima, il Presidente e' stato per l'intera nazione un punto di riferimento imprescindibile, una bussola credibile e affidabile al di sopra di ogni schieramento di parte. A livello internazionale ha svolto con grande efficacia il compito di autorevole garante della credibilita' dell'Italia".
"E in Italia - prosegue la motivazione - non ha mai mancato di accompagnare e sostenere indispensabili battaglie di civilta', come quella contro gli infortuni sul lavoro o quella per la cittadinanza ai figli degli immigrati, indicando sempre cio' che unisce il Paese a scapito di cio' che divide. Il presidente Napolitano ha inoltre sostenuto l'impegno pubblico per la Famiglia, considerandola 'una straordinaria risorsa sia per il rinnovamento etico di cui ha bisogno il Paese, sia per lo sviluppo di una societa' aperta e solidale, punto di riferimento essenziale della convivenza civile e della coesione sociale'". Al presidente Napolitano Famiglia Cristiana dedichera' la copertina del primo numero del 2012 con ampi servizi sia nella versione cartacea sia nelle versioni digitali.
Famiglia Cristiana quindi premia colui che, non firmando, ha permesso l'uccisione di Eluana Englaro. Giova ricordare i fatti.
Anzitutto il Governo, consiglio dei ministri all'unanimità, nel pieno della bufera mediatica che spingeva a sacrificare Eluana sul tavolo del relativismo etico, il 6 febbraio 2009 (tre giorni prima della morte della ragazza) varò un decreto per interrompere il protocollo di sospensione dell’alimentazione artificiale, già iniziata alla Casa di cura ‘La Quiete’ di Udine. Silvio Berlusconi (lui, lo stesso sempre sotto accusa per questioni private) dichiarò: "Non voglio la responsabilità della morte di Eluana". Ve lo ricordavate questo?
Ricordiamoci però anche che subito il presidente Napolitano cominciò a far sapere che non avrebbe firmato il decreto perchè non sussistevano i presupposti di necessità ed urgenza.
Berlusconi spiegò ancora che nel caso di Eluana «sussistono i presupposti di necessità e urgenza, presupposti che sono affidati alla responsabilità del governo: poi spetta al Parlamento decidere se confermare o meno questi presupposti». «Eluana è una persona viva - ha aggiunto Berlusconi - respira, le sue cellule cerebrali sono vive e potrebbe in ipotesi fare anche dei figli. È necessario ogni sforzo per non farla morire». Il premier ha poi criticato l'atteggiamento di Napolitano: «Con la sua lettera si introduce una innovazione: il capo dello Stato in corso d'opera del Cdm può intervenire anticipando la decisione sulla necessità e urgenza di un provvedimento. Per questo abbiamo deciso all'unanimità di affermare con forza che il giudizio è assegnato alla responsabilità del governo. Se il capo dello Stato non firmasse e si caricasse di questa responsabilità nei confronti di una vita, noi inviteremmo immediatamente il Parlamento a riunirsi ad horas e approvare in due o tre giorni una legge che anticipasse quella legge che è già nell'iter legislativo».
Sappiamo tutti come è, purtroppo, finita.
Napolitano no ha firmato. La Legge è ancora lì da venire. Eluana è morta.
Napolitano, da tanti elogiato in questo periodo per la sua presunta "imparzialità", a me quel giorno non è per nulla piaciuto, quel giorno si è schierato dalla parte della cultura della morte.
Salvare Eluana e dare un segnale di attenzione agli altri 2500 Eluana presenti in Italia non aveva i presupposti di necessità ed urgenza, caro presidente?
E chissà se tra quei 2500 c'è qualche lettore od abbonato di Famiglia Cristiana: mi piacerebbe sentire il loro parere in questo momento!
Questo intanto è il mio!
Giorgio Gibertini Jolly