03/04/12

Trenitalia denunciata dall'Antitrust per pubblicità ingannevole

Biglietti a 9 euro! Biglietti a Nove euro! Ma quando? Ma dove? Per la tratta Roma-Milano? Ma davvero? E dire che sono anni che aspetto di poter tornare a Milano con tutta la famiglia in treno, per trovare i nonni, e non ci riesco. E dire che ogni giorno consulto il sito di Trenitalia per accaparrarmi la fantastica offerta, anche fosse tra sei mesi, ma niente. E dire che ogni volta che Trenitalia fa la pubblicità mio padre mi telefona: vuoi deciderti a spendere 45 euro (9 per cinque componenti della famiglia) e venire a trovarci?

Sembravo io lo spilorcio di turno, pareva che non volessi tornare dalla mamma, invece avevo ragione e l'ho scritto più volte: quei biglietti a nove euro non si trovano "neanche a pagarli!" (magari li potessi pagare così poco). E per dieci anni, tanti che sono a Roma, sono sempre tornato a Milano in auto e grazie solo alla mia Multipla a Metano. Finalmente qualcun altro si è svegliato ed ha scoperto, meglio di me, il trucco e l'inganno.

E' di oggi la notizia che: "L’offerta di Trenitalia per il tragitto Roma-Milano e per altri sulla penisola è allettante, se non fosse per quel piccolo particolare: i biglietti non si trovano. Solo 1 consumatore su 170 ce la fa. E scatta la segnalazione dell’associazione indipendente di consumatori all’Antitrust per pubblicità ingannevole. Altroconsumo ha provato sul campo a prenotare per la tratta di riferimento Roma-Milano e Milano-Roma controllando sul sito Trenitalia per quanti e quali treni sia possibile pagare il viaggio 9 euro. La rilevazione è stata fatta tra venerdì 30 e sabato 31 marzo e ha riguardato i treni in circolazione dal 1° aprile al 9 giugno, giorno in cui entrerà in vigore il nuovo orario. La sintesi dei risultati, riassunti in tabella: su 5275 rilevati nel periodo preso in considerazione solo 31 erano acquistabili a 9 euro. Quasi tutti concentrati nella settimana tra il 22 aprile e il 28 aprile; solo Intercity. Intere settimane e mesi non disponibili"

Visto? Qualcosa si muove? Non lo so. Attendiamo Italo che farà concorrenza a Trenitalia: mah, chi ci crede. Io so solo che il prossimo viaggio a Milano, per la Giornata Mondiale delle Famiglie, caricheremo ancora tutti sulla Multipla e partiremo di notte per viaggiare, si spera, più tranquilli ma senza trucco e senza inganno.



Il caso Belsito sia l'input per riformare il finanziamento ai partiti

Appropriazione indebita, truffa ai danni dello Stato, finanziamento illecito, riciclaggio. Le accuse piovute oggi sul tesoriere della Lega, Francesco Belsito, non solo un duro colpo sul piano della credibilità per il partito di Umberto Bossi, ma anche un'altra tegola caduta su una politica che non riesce più a dare garanzie di trasparenza e onestà come un tempo. Per carità, massimo garantismo - soprattutto con gli avversari, prima che con gli amici - ma se le ipotesi al quale stanno lavorando gli inquirenti dovessero essere confermate, si aprirebbe la necessità di una radicale riforma del finanziamento pubblico ai partiti. Il caso Lusi, prim'ancora di quello leghista, ne è stato una prova lampante: denaro pubblico utilizzato per affari personali, ingenti somme investite in paesi esteri (la famosa casetta in Canada). Tutto questo senza nessun controllo da parte delle autorità preposte (Quali sono? Qualcuno lo ha capito? E' la magistratura, la Finanza o la Corte dei Conti a dover vigilare?) 

Ecco perché non c'e' solo la necessita di una riforma del finanziamento pubblico ai partiti, come già detto in precedenza, ma anche una certa urgenza per far si che si arrivi a Maggio 2013 con una politica rinnovata davvero, nuovamente al servizio dei cittadini e non più alla corte di pochi. Gli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani, d'altronde, devono suonare come un campanello di allarme. Non si guardi alle percentuali di gradimento verso i singoli partiti, non si guardi di quanto è calato il Pd o salito il Pdl ma al tasso di astensionismo che, a oggi, sfiora quasi il 50% degli aventi diritto al voto. Un italiano su due, dunque, non ha fiducia nei confronti della politica, per non contare tutti coloro i quali si turano il naso e votano ugualmente. Ma come fare per dare una scossa all'intero sistema politico e riformare uno dei punti deboli di esso? Ci sarebbero mille modi per riformare il finanziamento pubblico ai partiti. C'e' chi propone l'abolizione, chi un dimezzamento, chi una drastica riduzione. Ogni metodo proposto, se concreto ed efficace, andrebbe bene. L'unico requisito fondamentale per attuarlo è il coraggio, assieme a uno scatto di reni della politica, alla volontà di mettere fine ai quei luoghi comuni secondo i quali politica e' malaffare. Così un dimezzamento dei rimborsi e una sburocratizzazione del processo di contribuzione da parte delle lobby potrebbe essere la soluzione ideale. Certo, difficile immaginare che gli italiani possano accettare che i partiti siano comandati, o in qualche modo influenzati, dalle lobby. Ma negli Usa è già così ed è tutto legale. E, per certi versi, è così anche da noi. Con la piccola differenza che l'italiano medio, pur sapendolo, fa finta di non vedere nulla.
Eugenio Cipolla

Barcellona-Milan: non dico batterli, ma eliminarli si

Galliani dice che non si può andare al Camp Nou, dove abbiamo vinto la Finale del 1989 ed è quindi iniziato ufficialmente il Grande Milan, e puntare al pareggio per passare il turno. Galliani dice così e deve assolutamente dire così ed ha ragione perchè se usciamo vittoriosi da Barcellona, tutte le altre si spaventano, in Italia e nel Mondo. Però io dico, un pareggio 1 a 1 oppure 27 a 27 a me andrebbe benissimo perché ci permetterebbe di passare il turno ed il Barcellona uscirebbe a testa alta dalla competizione europea senza aver mai perso una partita (se vogliono questa consolazione gliela regaliamo volentieri).
Dico che il Barcellona stasera, se non battibile, è eliminabile appunto per il "minimo" vantaggio riservato ad un goal fuori casa.
Staremo a vedere. Adrenalina quasi a mille per tutti. Serve un grande Milan. Vedremo stasera, secondo me, se Allegri è da Milan e se Ibra si scrolla di dosso quella maledetta sindrome da grande evento che lo fa sparire nei momenti cruciali della stagione (tranne che in campionato).
Quanti minuti mancano al fischio d'inizio?
Diavoletto Buono

The Lady: un film su Aung San Suu Kyi, proprio mentre viene eletta


Per una singolare coincidenza, nei cinema italiani è possibile vedere in questi giorni The Lady, il film di Luc Besson che racconta la storia della leader dell’opposizione birmana e premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, che proprio l'altro ieri, grazie alle elezioni vinte con un plebiscito, andrà finalmente in Parlamento in Myanmar, dopo un'attesa di oltre vent'anni. Nel 1990 aveva già trionfato, ma la giunta militare l'aveva messa agli arresti domiciliari. Si tratta, dunque, di un'occasione per conoscere la vicenda umana e politica di una donna coraggiosa e tenace, della sua lotta pacifica, che coincide in parte con la storia recente di un popolo che vive dal 1988 sotto un regime repressivo come pochi altri; regime che in questi ultimi tempi, grazie soprattutto all'attenzione riservata dai media mondiali proprio alla San Suu Kyi, sta facendo piccoli passi in avanti per riformarsi e sottrarsi così anche all'isolamento internazionale. Vista in quest'ottica, la pellicola — che non colpisce particolarmente dal punto di vista prettamente cinematografico — ha comunque un valore pedagogico, perché porta all'attenzione del grande pubblico su un pezzo di mondo lontano e prova tenere alta l’attenzione sul delicato e attualissimo tema dei diritti umani.

Besson sceglie di raccontare questa moderna eroina in modo convenzionale, dal punto di vista familiare: il rapporto di Aung San Suu Kyi (interpretata da una brava Michelle Yeoh) con il marito inglese Michael Aris (David Thewlis), inglese, docente a Oxford, con i due figli. Un taglio interessante, ma esplicitato in modo fin troppo oleografico per un regista visionario e amante dell’azione. Il film comincia con la protagonista bambina tra le braccia del padre, acclamato leader nazionalista, che le racconta, la mattina stessa in cui verrà assassinato, una nostalgica favola sulla Birmania di un tempo passato. La ritroveremo subito dopo donna ormai matura, richiamata in patria nel 1988 dalla malattia della madre, catapultata d'improvviso nelle vicende politiche di un Paese scosso dalla violenta repressione del regime appena salito al potere.

Il film sorvola su come un’anonima casalinga di Oxford diventi di colpo leader dell’opposizione all’altro capo del mondo, sacrificando, oltre alla sua libertà, la famiglia, gli affetti più cari. Di sicuro c'è solo l’eredità morale del padre che incombe, ma non è chiaro se precedentemente la donna sia stata impegnata in attività politiche a sostegno delle lotte del suo popolo oppresso. Nell’intento di celebrare l’audacia della protagonista, Besson non evita alcune trappole del racconto agiografico. L’eccezionalità riconosciuta di Aung San Suu Kyi — i cui arresti domiciliari, ventidue anni complessivi, sono stati revocati l’ultima volta solo nel novembre del 2010 — avrebbe richiesto uno sforzo creativo al di là del semplice racconto biografico.

The Lady resta comunque un film di ottima fattura, godibile, capace di far riflettere. E con quest'opera il cinema offre un prezioso contributo alla conoscenza di un personaggio importante del nostro tempo e della sua alta testimonianza civile. Il suo carisma, la sua forza, la sua determinazione nel perseguire l'obiettivo senza piegarsi a compromessi ma anche senza l'uso della violenza — dopo l'esito del voto la “Signora” ha invitato i suoi sostenitori a festeggiare “in maniera dignitosa” — costituiscono una lezione per tutti. E, visti i risultati, danno speranza a quanti sono impegnati in analoghe battaglie in difesa della dignità dell'uomo, dei suoi diritti, della democrazia. 
Gaetano Vallini

Lettera ad un caro amico: il Papa Giovanni Paolo II



Caro Karol,
oggi ricorre l'anniversario della tua morte, del giorno in cui ci hai lasciati molto addolorati per la tua perdita.
Lo ricordo come se fosse ora.
Mi trovavo a Palermo, quando le tue condizioni di salute si sono aggravate terribilmente, senza più speranza.
Di lì a poco, sono partita per Roma, dove frequentavo il corso di specializzazione in bioetica presso la facoltà Cattolica del Sacro Cuore che speravo di poter frequentare come prossima dottoranda in bioetica.
Per me questo rappresentava un sogno, anzi un grande sogno al quale non volevo attaccarmi più di tanto, temendo una grande delusione nel caso non ci fossi riuscita.
Eppure tu, un segnale me lo avevi dato, forte e chiaro ed esattamente qualche anno prima. Quando durante uno di quei sogni che si vivono al mattino, diciamo nel dormiveglia, io mi trovavo  a vivere una competizione tra più persone che girando in una giostra, dovevano dimostrare grande resistenza fisica e psicologica, nel restare fermi al proprio posto, senza cadere giù.
Io vinsi quella competizione, risultando vittoriosa nel mio cimento che oggettivamente così si presentava, al punto che la giuria aveva deciso che il premio sarebbe stato un incontro con il Santo Padre, Karol Wojtyla.
Così, mi sei venuto incontro splendente nel tuo bianco abito talare e molto festosamente, mi hai stretto la mano, complimentandoti per la mia grande forza e determinazione.
Naturlamente io, provata per lo sforzo e inebriata per la grande sorpresa nel trovarmi al tuo cospetto, non credevo ai miei occhi!
Ma tu eri lì, davanti a me, fin quando non mi sono resa conto che ci trovavamo in una strada del centro storico di Roma, dove c'era un letto come quello di un ospedale.
Francamente, durante il sogno mi chiedevo quale poteva essere il nesso tra tutto questo, e tu stavi seduto su quel letto come se mi facessi compagnia.
All'improvviso, ti sei alzato di scatto e mi hai invitato a seguirti per le stradine di Roma antica, fin quando sei sparito.
Una volta sveglia, mi sono subito chiesta il significato di quel sogno che apparentemente sembrava senza senso ma ciò che più di tutto mi aveva colpita profondamente, era la netta sensazione che mi eri venuto a cercare per lasciarmi un segnale preciso.
Successivamente, trascorso un anno, cominciai a frequentare l'istituto di bioetica dell'Università Cattolica di Roma e quando tu sei morto, ho fatto di tutto per darti l'ultimo saluto in San Pietro, dove giacevi.
Poi, superato il tanto ambito esame di dottorato in bioetica, riuscii a collegare i tanti perchè di quel vecchio sogno.
Per questa ragione, ho regalato all'istituo una tua immagine disegnata a carboncino, che ancora adesso si trova appesa nella saletta dove si riunsice il personale docente con gli allievi.
E tu stai lì, sorridente come se mi dicessi: "hai visto Silvia, ti ho sempre guidato anche a tua insaputa"!
E sapete cos'è la cosa più incredibile, ogni volta che mi occupo di bioetica, dovunque vado, trovo sempre una immagine del Beato Giovanni Paolo che mi sorride e ammiccando mi dice di non mollare mai!


dott.ssa Silvia Bosio
Dottore di Ricerca in Bioetica
U.C.S.C.
Roma

Il Colosseo è come il mare: ha sempre qualcosa da dire

Mi capita spesso, ormai, ed è una sana abitudine. Al mattino dedico le mie prime ore di lavoro alla rassegna stampa e mi stampo il tutto per potermela leggere con calma sugli autobus, od a piedi, nei vari spostamenti da un ufficio all'altro. Quando dal Don Orione mi reco in centro prendo sempre l'autobus Linea 87 e, immerso nella lettura, mi distolgo solo all'incrocio tra via Labicana e Piazza del Colosseo. Perchè? Perché il Colosseo non può mai passare indifferente, neanche un giorno, neanche un sol giorno. Chiudo i miei fogli, li ripongo in borsa ed appiccico la guancia al finestrino, come fosse la prima volta, come fossi un bambino. Il Colosseo è come il mare: ha sempre qualcosa di diverso da dirci, ogni giorno. Immobile, imponente, maestoso. Sempre lo stesso e sempre diverso. Mi parla di Roma, mi fa sentire a casa. Mi parla della Storia, della nostra storia. Mi parla del passato, a volte del presente, spesso del futuro. Come il mare spesso mi ritrovo lì seduto ad ascoltarlo, non solo osservarlo. Come adesso, che sono qua....
buongiorgio

SETTIMANA SANTA: Martedì. Uno di voi mi tradirà...

Vangelo Gv 13, 21-33. 36-38
Uno di voi mi tradirà ... Non canterà il gallo prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte.

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».