14/12/11

Tommasi sull'opportunità del coming-out di calciatori gay. E la replica



Guardando"Chi l'ha visto2,viene fuori il nome del Presidente dell'AIC Damiano Tommasi,che si è fatto partecipe di un appello per uno scomparso,ma non è di questo che voglio parlare. Io sono una curiosa ed oltrettutto una straappassionata di calcio,così,sono andata a cercare su Internet"Damiano Tommasi",di cui ho in mente parecchie immagini ma solo sui campi da calcio. Tommasi è un padre di 5 figli ed è uno che lotta per il sociale. Almeno,questo emerge finché non scorgo un titolo:"Tommasi?Lo abbiamo sopravvalutato per anni." Credevo ci si riferisse al suo mestiere sul campo,invece no:un paio di settimane fa ha rilasciato delle dichiarazioni sull'opportunità che i calciatori gay facciano coming-out,sostenendo che secondo lui sarebbe meglio di no,in primis per loro stessi:nello spogliatoio,dove tutti sono nudi,i colleghi potrebbero trovarsi a disagio,essere in imbarazzo e quindi potrebbe viverne il ragazzo gay stesso. Replica di Cecchi Paone che da scienziato qual è(o sedicente?)afferma che anche i gay nello spogliatoio dovrebbero essere liberi di parlare di scopa... Poi,dall'autore del testo,Tommasi viene definito poco intelligente. Esprimo il mio pensiero:un gay è attratto da persone del suo stesso,quindi,al pari di una donna,è attratto dagli uomini. Troveremmo strano se Tommasi ritenesse inopportuno far entrare una donna in uno spogliatoio maschile,in mezzo a un sacco di batacchi? Non credo. Personalmente,ogni volta che ho dovuto denudarmi nello spogliatoio della palestra,ho avvertito un pò di imbarazzo a priori,perché per me è naturale stare nuda o da sola per fare la doccia o in determinati contesti alla sola presenza del mio partner,non mi rasserenava per nulla la consapevolezza di trovarmi tra altre donne. Tommasi non vede un errore nell'omosessualità,non giudica male l'omosessualità,ma dice che i tempi non sono maturi perché non generi disagio principalmente al protagonista stesso del coming-out,il sapere che c'è un gay nello spogliatoio. Ma perché uno non può mai dire quello che pensa? Svelare un proprio imbarazzo? Tommasi sarebbe stato giudicato intelligentissimo se,mentendo,avesse invitato i colleghi omo a rivelarsi per essere di esempio a tanti ragazzi che....e bla bla bla. I gay hanno diritto di amare,gli etero che sarebbero imbarazzati dal trovarsi nudi davanti ad un gay hanno diritto di sentirsi in imbarazzo. Non possiamo togliere alle persone le loro emozioni e la libertà di esprimerle,peraltro,in questo caso non sono offensive per nessuno.

Berlusconi intervistato da Paris Match risponde a tutto campo

"Non ho mai subito un voto di sfiducia e avrei potuto finire il mio mandato. Mi sono sacrificato per ridare serenita' all'Italia': lo torna a dire l'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un'intervista al settimanale francese Paris Match, in edicola domani. che poi aggiunge: "Che cosa regalerei a Monti? Un grande vaso pieno di pazienza': La pazienza, aggiunge, 'e' una virtu' fondamentale quando si vuole cercare di governare l'Italia. L'ho imparato tante volte a mie spese"
"Gli ultimi mesi - prosegue Berlusconi - sono stati un periodo faticoso e pesante. Sono rimasto soprattutto molto frustrato dal dover consacrare tanto tempo e attenzione per far fronte ad un'aggressione giudiziaria e mediatica indegna, che si basa sulle menzogne, quando avrei dovuto concentrare tutta la mia energia alla lotta contro la crisi".
Berlusconi poi interviene anche sulle discusse risate contro l'Italia di Merkel e Sarkozy
"Le risatine del cancelliere tedesco Angela Merkel e del presidente francese Nicolas Sarkozy al vertice di Bruxelles sono un ennesimo colpo montato dai media. 'Se Merkel e Sarkozy si sono scambiati un sorriso, e' perche' c'e' stato un momento di esitazione su chi dei due doveva rispondere per primo, quando la domanda e' stata posta. Entrambi hanno tenuto a confermarmelo". 
Alla domanda se dare lezioni non fosse un difetto molto francese, Berlusconi risponde: 'In questo momento nessuno puo' dare lezioni a nessuno. Dobbiamo tutti rimboccarci le maniche con umiltà per uscire da una crisi che minaccia di uccidere l'euro e anche l'Unione europea".
A una domanda sulla piccola Giulia, la figlia che il capo dell'Eliseo ha avuto di recente da Carla Bruni, il Cavaliere dice di essersi congratulato con la coppia presidenziale: 'Ho cinque figli e so' cosa significhi la nascita di un bebe'. E' una delle piu' grandi gioie di un uomo e di una donna'
E sul Bunga Bunga? Come si dirà in Francese? Poteva mancare una domanda? Ed ecco la risposta di Berlusconi:
"Il termine bunga-bunga 'significa 'andiamo a ballare dopo cena'. Tutto il resto è pura invenzione". Poi una parola su Internet: "Sono convinto che Internet sia la nuova agora. E' uno strumento di libertà senza precedenti, che offre opportunità infinite. La comunicazione politica deve adattarsi alle nuove tecnologie. Visto che mi sono occupato di comunicazione durante tutta la mia vita, penso a una serie di iniziative in cui il vero protagonista sarà il pubblico e non la classe politica"
Ed infine Paris Match gli chiede fino a quando resterà sulla scena politica: "Smettero' quando l'Italia sara' veramente un Paese liberale, garante dei diritti fondamentali e della libertà dei cittadini. Visto che questo giorno non è ancora arrivato, credo che il mio dovere politico debba proseguire. Non mi ved come un leader in pantofole e se ho piu' tempo non me ne sono accorto. Lavoro sempre altrettanto. Le mie giornate dovrebbero avere 30 ore e non 24. Ho la fortuna di dormire poco. Mi alzo la mattina alle 7:30. In media, ho quindici appuntamenti al giorno e un numero infinito di conversazioni telefoniche. Oltre agli interventi pubblici. All'una di notte ricevo i giornali del giorno dopo: leggo, mi innervosisco e vado a dormire'. 'Dopo cinque ore di sonno - conclude Berlusconi - mi risveglio ottimista come sempre'.
Chi sarà il prossimo candidato premier? A Paris Match, l'ex premier conferma tuttavia la sua volontà di non ricandidarsi a Palazzo Chigi: 'L'Italia - afferma - ha bisogno di un cambio di generazione. Per me, il segretario del Pdl, Angelino Alfano, che ha 35 anni meno di me, sara' un notevole presidente del Consiglio. Sapra' portare avanti la mia opera. Ha tutta la mia fiducia."
Un'ultima parola Berlusconi la riserva a Gheddafi: 'L'esecuzione sommaria di Gheddafi mi ha colpito ed angosciato. La nuova Libia avrebbe dovuto assolutamente evitarla. Tuttavia consideriamo il nuovo governo libico come un partner di fiducia. Il trattato di amicizia firmato nel 2008 continuera' a servire da punto di riferimento per la cooperazione tra i due Paesi"

عنصرية الصحافة الايطالية : لا اسم للمهاجريْن السنغالييْن المغتاليْن في مدينة فلورنسا الثلاثاء






أقدم كاتب إيطالي يميني في العقد الخامس من العمر على قتل مهاجريْن سنغالييْن وجرح ثلاثة بإطلاق النارعليهم الثلاثاء، قبل أن ينتحر في مدينة فلورنسا وسط إيطاليا.
قامت الصحف الايطالية و الوكالات للانباء كما غيرها من وسائل الاعلام المحلية بنشر هذا الخبر بكل التفاصيل فقرأينا و سمعنا بالايام الاخيرة عن كل المعلومات المهمة و الأساسية التي تتعلق بهذه الحادثة.
حصلنا على معرفة كاملة عن كل الأحداث فعلمنا كل شيء. اكتشفنا اسرار حياة القاتل فأخبرونا عن اسمه و لقبه و شخصيته و عمله و اسراره و لكن للأسف الشديد لم نتمكن من ان نسمع أو نقرأ أي معلومة عن المهاجريْن المقتوليْن. لا أحد ذكر حتى اسمهما فالسنغاليان ظهرا على الصحف كأشباح لا هوية لهم وكأنهما ارقام.
أنا أعتقد أن هذا التصرف من قبل وسائل الاعلام الايطالية هو شكل من اشكال العنصرية فايطاليا ليست مستعدة بعد حتى تفهم أن المهاجرين اشخاص و ليسوا ارقام و أن لا فرق بينهم و بين الايطاليين و أن لون البشرة هي صيفة جسم الانسان و ليست قيمة اخلاقية।
يتسم بها الانسان

أريد أن أذكر في هذا المقال القصير على الأقل اسم المهاجريْن المقتوليْن فهما سمب مودو و ديوب مور, الله يرحمهما.


فريوز- الخبر الحر








Tra Berlusconi e Monti,sappiate che tr..ba di più chi non lo dice



L'altro giorno,dal benzinaio,mio padre ha detto che era meglio Berlusconi che Monti. Il mio compagno sostiene che Berlusconi avrebbe fatto più o meno le stesse cose,solo che,anche se siamo scontenti lo stesso,la variabile Monti ci rende un pizzico più accettabile questa situazione di cacca. Io per associazione di idee,identifico Mario Monti con una volpe:rinuncia allo stipendio da Premier,come a dimostrarci che lui è il primo a sacrificarsi,che cammina insieme a ogni uomo del suo popolo,ma tanto guadagna milioni ogni anno,come ha scritto Giorgio rinuncia anche all'attributo Onorevole....è un paraculo. Silvio,invece,ad un certo punto ha strafatto,si vantava quasi dei suoi stessi scandali privati,di quelle feste,di essere un trombadur...Eh no!Il maschio italico non arriva a fine mese e con tutti i pensieri che ha non ce la fa a tr...are la moglie una volta la settimana e il Berlusca....ohi,15 in una sera!(un colpo ciascuna,15 secondi complessivi).Ci ha fatto sentire trombati anche noi da lui. Questo è stato il suo errore imperdonabile. Monti invece,ci fa sentire un popolo di verginelle:"Non posso evitare di farti male,ma non vorrei,entrerò piano piano".Un cricetino birbante:se metti il dito vicino,sai che lo morde.Eppoi....io il criceto ce l'avevo e anche lui....un colpo e paf! Ecco,giusto ora,dalla bocca di mamma:-A me Berlusconi me piacìa,era togo pure quando parlava!

Chicco Mentana via da La7 è pronto per dirigere il Tg1

L'omicidio perfetto, in senso giornalistico, di Minzolini sta per compiersi! Qualche giorno fa il Minzo è stato allontanato dalla direzione del Telegiornale di Ra1, oggi si è dimesso Chicco Mentana dalla direzione del Tg di La7 che aveva contribuito a rilanciare erodendo elettori (ops, scusate, spettatori) proprio al Tg1 di Minzo Minzolini.
"Ieri pomeriggio - ha spiegato Mentana all'ANSA - ho appreso dalle agenzie di essere stato denunciato alla magistratura ordinaria dal mio cdr. Ho atteso 24 ore per verificare eventuali ravvedimenti, che non ci sono stati. Essendo impensabile continuare a lavorare anche solo per un giorno con chi mi ha denunciato, rassegno da subito le dimissioni dalla direzione del Tg La7". Ieri era stato denunciato dal cdr e dall'Associazione stampa romana per comportamento antisindacale.
Domani potrebbe già dirigere il tg1 della Rai.

Samb Modou e Diop Mor sono le vittime senegalesi di Firenze

I due ragazzi ammazzati ieri si chiamavano Samb Modou e Diop Mor. I tre feriti sono Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbeghe Cheike. E' importante chiamare le persone col proprio nome, piuttosto che con la propria nazionalità (o lavoro). Ma come abbiamo detto nel post precedente nessuno ancora lo aveva fatto. Lo comunica per primo il sito 3e32: ci fa piacere essere i secondi a farlo non per retorica, ma per rendere giustizia alle vittime che, bianche o nere che siano, vanno tutte messe sullo stesso piano, o sotto terra se volete, con nome e cognome e non con una semplice A ed una B.



Il killer si chiama Casseri ma le due vittime come si chiamavano?

Casseri
E' razzismo anche questo e parte dai media, dalle Agenzie Stampa, dalle dichiarazioni dei politici: lasciatemelo dire ed ormai l'ho scritto! Di Gianluca Casseri, autore della strage di ieri a Firenze, ormai sappiamo tutto ed abbiamo letto di tutto: neonazista, xenofobo, killer, maniaco, razzista. Siamo entrati in casa sua, abbiamo visto che cosa leggeva e che cosa anche scriveva: come sempre i vicini raccontano che era una persona solitaria ma educata. Dopo essere riuscito ad uccidere due senegalesi è scappato dalla folla inferocita che lo inseguiva, si è infilato in un box sotterraneo e, davanti ai poliziotti, bianchi, sembra abbia dichiarato "A voi non sparo" e si è ucciso.
Voglio portate la mia, e spero vostra, riflessione su due aspetti.
Il primo è che la Polizia ha dovuto condurre un altro Senegalese a verificare che si fosse veramente ucciso per permettere ai ragazzi provenienti dal Senegal che quella non era una bugia messa in giro solo per placare gli animi e la voglia di vendetta. Quando il rappresentante di questo gruppo che voleva vendetta ha verificato che il cadavere era quello dell'assassino, Firenze è tornata alla sua quasi normalità ed i Senegalesi si sono ritrovati a pregare davanti al Duomo.
Il secondo aspetto che più mi turba è il razzismo insito dentro di noi, nei colleghi giornalisti che erano sul posto ed in quelli che ancora lo sono: come si chiamavano i due ragazzi Senegalesi? Quale il loro nome? Qualcuno me lo rintraccia, assieme alla loro foto, per favore, che li voglio pubblicare almeno qui su Frews? Perché ce ne freghiamo anche di questo, cari colleghi? E' razzismo!
Giorgio Gibertini Jolly

Lasciò il taccuino per gettarsi tra le onde a salvare un bambino: premiata!

Frews non era ancora nato ed io raccontai la vicenda di Elvira Terranova sul mio blog: la riporto volentieri anche qui sotto per noi che giornalisti siamo o vorremmo essere.
Elvira abbandonò il taccuino per gettarsi tra le onde a salvare un bambino e per questo ha ricevuto ieri a Palermo la Medaglia D'Oro al Valore Civile.
Emozionata Elvira Terranova ha raccontato il momento del salvataggio."Emotivamente è stata un'esperienza fortissima, che mi resterà nel cuore - ha detto la Terranova -. L'ho vissuta più da personache da giornalista, e umanamente è stata un'emozione intensa. Quando ho restituito il bambino di pochi mesi alla mamma che già lo dava per morto, negli occhi di quella donna, che non potrò mai dimenticare, credo fosse racchiuso il senso di tutto".
Ecco quello che scrissi allora.
Le onde della cronaca a volte incontrano lo tsunami dell’umanità e da questo scontro ritorna a galla il vero senso di una professione e, insieme, della vita stessa. Ormai i 167 chilometri di mare che separano il nord Africa dal Sud Europa (la Tunisia da Lampedusa) sono ricchi di immagini, video, storie, racconti belli e brutti, vivi e morti, figli nati sui barconi dei migranti e figli morti cadendo in acqua e nessuno a tendere loro la mano. Ormai quei 167 chilometri raccontano più di tutti, il grande male del nostro secolo, l’indifferenza (come diceva Madre Teresa di Calcutta) e l’accoglienza, il farsi prossimo che sta portando Lampedusa, ed i suoi cittadini, ad essere candidati al premio Nobel per la Pace anche per ridare senso al Premio stesso.
In una delle prime notti di Maggio un altro barcone è stato avvistato al largo delle coste italiane e, dopo essere stato prontamente affiancato dai nostri militari, è stato condotto in salvo, o quasi. A dieci metri dalla salvezza che prende nome con l’ansa rocciosa di Cavallo Bianco l’imprevisto guasto al motore ed il mare forza quattro stavano per vestirsi, ancora una volta, con l’abito da morte per inghiottirsi, davanti ai soccorritori pronti sul molo, quei 527 migranti che avevano percorso quasi tutti i 167 chilometri. Ma la morte non sempre ha il sopravvento e l’abile mossa del Capitano alla guida del barcone, assieme alla prontezza degli uomini della Protezione Civile, della Croce Rossa, dei Carabinieri, dei vigili del Fuoco, dell’Oim, dei Finanzieri e di altri ancora e di tanti cittadini, hanno fatto sì che il vento della vita non solo soffiasse sulle loro teste ma si tramutasse in aiuto concreto e coraggioso e la morte è stata rigettata indietro quando anche l’ultimo dei 527 migranti è stato passato, di mano in mano, di abbraccio in abbraccio, dalla catena umana sul molo commerciale: erano le quattro del mattino. La cronaca racconta di questa catena umana creatasi spontaneamente e che ha tratto in salvo giovani, vecchi, donne incinte, una decina di bambini tra pianti, urla e poi grida di gioia e preghiere ognuno al proprio Dio. Ma la cronaca va oltre e ci trasmette anche la storia nella storia, una delle tante, che è quella di Elvira Terranova, giornalista dell’Adnkronos, pronta a registrare e scattare fotografie ma, appena il barcone si è incagliato, non ha esitato un attimo a chiudere tutto e gettarsi anche lei in acqua per formare un anello, uno dei tanti, di quella catena umana. “Quando ho visto quella scena – racconta Elvira – il cuore mi è arrivato in gola: 500 persone rischiavano di annegare a pochi metri dalla salvezza. Ho chiuso il taccuino e l’ho messo in tasca, ho appoggiato a terra la digitale e d’istinto mi sono gettata in acqua per diventare un anello di quella grande catena umana. C’erano donne col bambino che si buttavano in acqua dalla barca. I bambini sparivano tra le onde, perché le mamme perdevano il contatto. Ne ho presi alcuni e li ho riportati a riva. Ho cantato una canzoncina che mi cantava mia madre per farli stare buoni. Di uno, di Severine, un bimbetto di appena quattro mesi, non si trovava la mamma. Mi sono messo a cercarla. Ho visto una donna che piangeva disperata. Anche lei ci ha visti e ha urlato: ‘My baby’! Non dimenticherò mai i suoi occhi, durante l’abbraccio col figlio. La mattina dopo sono andata a trovare il mio Severine – dico mio perché mi sono affezionata – l’ho coccolato”. Siamo ormai troppo abituati ad un giornalismo d’assalto che entra nelle case delle persone, spia dall’antibagno quello che succede, rovista nell’immondizia fuori dai Tribunali, rovista nel dolore di padri e madri a cui viene tolto un figlio, quindi un giornalismo che non solo è spettatore ma diventa anche motore e propagatore in negativo di quello che succede. Non ho mai vissuto le stesse esperienze lavorative della collega Elvira perché non mi sono mai trovato in quelle situazioni ma che bello sapere che c’è una giornalista che non ha bisogno dello scatto in più per prendere un premio od una pacca sulla spalla dal suo direttore ma preferisce diventare protagonista in positivo, ovvero buttarsi nella notizia, perché la riconosce come vita di un prossimo da aiutare e, mentre scrive la Storia registra quello che vive, con la mente, per poi raccontarlo. Che bello sapere che non ci sono solo guardoni del macabro tra i colleghi ma c’è anche chi, davanti ad una vita che si perde, sa spegnere il microfono e rivolgere un abbraccio per aiutare questa vita a ritrovarsi: capitasse anche in altri naufragi sarebbe davvero un quotidiano migliore. Grazie Elvira perché con quel gesto spontaneo tu sei entrata nella Storia vivendo la tua storia ma a tutti hai ribadito il vero senso del nostro mestiere che è anche quello di raccontare la vita degli altri avendone condiviso anche un solo contatto e non restando al riparo di alberghi lussuosi mentre le bombe cadono li vicino ed uscire, più tardi, a fotografare cadaveri. Grazie Elvira perché a pochi metri dalla salvezza noi tutti ci siamo buttati con te e ci siamo salvati con loro, migranti tutti su questa terra, naviganti tutti in questo mestiere, tutti noi in quell’urna d’acqua per sentirsi docile fibre dell’universo.

Celentano a Sanremo: un motivo in più per non guardare il Festival

Colpo a sorpresa: Celentano sarà a Sanremo nella prossima edizione! Ne parlo ora così spero di non parlarne più anche perchè il Festival non lo guardo quasi mai. Ricordo solo i Jalice (che anno hanno vinto? dove sono finiti?) e qualche anno fa lo guardai per votare Nina Zilli, improvvisamente diventatami quasi parente. Poi basta. Ho altro da fare. Non che non mi piaccia la musica ma, appunto per questo fatto, credo che la Musica non c'entri niente con Sanremo da quando questo Festival è passato dalla Radio alla Televisione. Dall'avvento della Tv il Festival è cambiato e contano ora altre cose: il modo di porsi sul palco, il tanga da far vedere (modello Anna Oxa nel 99, ricordo anche la data ora!), la madrina conduttrice di altri programmi tv che ti accompagna sul palco.
E chissenefrega della musica potremmo dire citando Caparezza!
Ora viene annunciato, tre mesi prima o quasi, la presenza di Adriano Celentano che non si sa se canterà, ballerà, starà zitto, predicherà o presenterà il suo nuovo Album (guarda caso) però si sa che avrà carta bianca e sarà presente tutte e cinque le serate: ottimo, ho cinque serate libere!
Da qui ad alla fine del Festival si parlerà solo di lui: volete scommettere?
E dei giovani che gareggeranno ed hanno già iniziato, speranzosi, le competizione? E dei 14 big che si sfideranno per il titolo che poi nessuno ricorda più a chi è stato assegnato?
Saranno tutti parte di un rigido contorno al Molleggiato.


Cappuccino, cornetto ed un panetto di burro per gli amici Norvegesi

"Da ti lascio un caffè sospeso" potremmo tra poco arrivare a "ti lascio un panetto di burro sospeso", anche se, in tempo di crisi, ed in particolare di questa "crisi del burro in Norvegia", un panetto di burro da 500 grammi è arrivato a costare anche 350 euro!
Un modo semplice per fare soldi: quanto burro avete in casa ragazzi? Riempiamo la mia Multipla a Metano e partiamo alla volta della della Norvegia?
Peccato che i norvegesi abbiamo deciso di rimanere fuori dall'UE (peccato e beati loro? mah!) e quindi saremo costretti a pagare qualche tassa per importare burro in quel paese ma non ci importa, aumenteremo il prezzo del nuovo "oro grasso".Eh sì, perchè in Norvegia il burro è più prezioso dell'oro!
In un paese con un Pil per abitante tra i più elevati del pianeta, motivo di vanto per tutti i norvegesi, non c’è più burro, indispensabile per preparare i piatti tradizionali, e condimento base di una dieta, da paese del nord Europa, ricchissima di grassi animali.
"Aiutateci, abbiamo bisogno di burro. siamo disperati. Siamo norvegesi", "salvateci da una vita da vegani! donate burro" sono i toccanti appelli pubblicati su Twitter con tanto di foto che mostrano scaffali di negozi desolatamente vuoti. La notizia ha fatto il giro del mondo e già si parla di "tragedia nazionale". Nel regno di Norvegia manca il burro, proprio mentre i sudditi di re Harald V stanno apprestandosi a cucinare tutte le prelibatezze natalizie, dove il burro, naturalmente, la fa da padrone. "Senza burro, - scrivono i blogger - i nostri biscotti nazionali hanno il sapore della sabbia", "brioches senza burro non sono brioches".
Cari amici norvegesi dalla dieta grassa: ecco il mio panetto ma soprattutto ecco il mio Iban!
Buongiorgio