20/03/12

La lobby federata che vuole impedire la riforma del lavoro

C’è un asse trasversale che siede al tavolo del confronto sulla riforma del mercato del lavoro voluto da Mario Monti. Ma stavolta l’ostracismo che si sta consumando non appartiene a nessun partito. Non c’è il Pdl, non c’è l’Udc e nemmeno il Pd, nonostante sia in grande difficoltà su questo tema. Stavolta l’asse, anche se sarebbe più corretto definirlo come una lobby federata che difende gli interessi di pochi, è rappresentato dai sindacati. Monti lo sa ed è per questo che sull’unica riforma credibile che il suo Governo può tirare fuori prima della scadenza naturale della Legislatura ha preferito trovare prima un accordo con i partiti e poi sedersi al tavolo del confronto con i sindacati. Quest’ultimi, che rappresentano poco meno di un terzo del paese, nulla in confronto ai voti raccolti alle ultime politiche da tutti i partiti messi assieme, stanno cercando di condurre la partita adottando la stessa tecnica che con il Governo Berlusconi fu vincente.

Nessuna proposta alternativa alle linee guida annunciate nelle scorse settimane dalla Fornero, nessuna apertura al confronto. Solo idee preconcette e tanto rumore mediatico, per farla breve. Ecco perché Mario Monti deve proseguire lo stesso sulla strada tracciata dal suo Governo e concordata con i maggiori partiti. Lo deve fare a costo di rinunciare a quella sobrietà istituzionale che in questo caso può trasformarsi in un boomerang.

Perché l’Italia ha bisogno di un restyling del mercato del lavoro proprio per ricominciare a crescere. Altrimenti il suo Esecutivo sarà ricordato solamente per la “paccata” di tasse che stanno mettendo in seria difficoltà le famiglie italiane.

Prime tasse in arrivo. Casa: da bene rifugio a bene stangata

Da bene-rifugio a bene-stangata. Si fanno i primi conti della nuova tassa sulla casa (Imu). Sono 13 le giunte di grandi città (da Roma a Bologna) che hanno finora deliberato aumenti rispetto alle aliquote standard fissate dal governo e c’è già un buon motivo di allarme per l’impatto sui bilanci dei cittadini e delle famiglie.

Un’altra prospettiva sulla Quaresima: la spiritualità del deserto


«Nel nostro itinerario verso la Pasqua, siamo giunti alla quarta domenica di Quaresima», così sottolineava Papa Benedetto XVI, ormai prossimo al suo importante viaggio apostolico in Messico e Cuba, nel discorso all’Angelus la scorsa domenica 18 marzo, subito evidenziando come la Quaresima sia «un cammino con Gesù attraverso il “deserto”, cioè un tempo in cui ascoltare maggiormente la voce di Dio e anche smascherare le tentazioni che parlano dentro di noi».

"Aurora" (progetto Fertisave) è la nuova sfida alla sterilità!



Nel 1997 in Italia con il sostegno dell'Istituto Superiore di Sanità, è partito il progetto "Fertisave" presso il Dipartimento universitario di Discipline ginecologiche e ostetriche dell'Ospedale Sant'Anna di Torino, seguito dai Professori Marco Massobrio, Enrico Madon, Alberto Revelli e dalla dott.ssa Franca Fagioli.
L'obiettivo del progetto è stato quello di tutelare la fertilità di bambine e giovani donne, ad alto rischio di sterilità, perchè soggette a cure altamente invasive e necessarie per curare gravi forme di patologie tumorali.
Il successo della sperimentazione ha dimostrato che ricorrendo all'autotrapianto di tessuto ovarico, questo è in grado di attecchire nella stessa sede dell'ovaio residuo, rivascolarizzandosi normalmente e producendo, sotto un'adeguata stimolazione, il suo originario patrimonio follicolare.
In breve la terapia ha confermato che le donne curate con farmaci particolarmente dannosi per il loro apparato riproduttivo, possono riacquistare anche a distanza di anni, la piena capacità di procreare quasi naturalmente cioè senza alcuna manipolazione degli ovociti.
E questa, è la vicenda della nostra piccola protagonista,  Aurora! La bambina, nata grazie al progetto "Fertisave".
Infatti la sua mamma Rosanna, affetta da da una grave forma di betatalassemia, è riuscita a superare l'insufficienza ovarica prematura, indotta dalle cure subite.
E' proprio il caso di dire: tutto è bene quel che finisce bene!
Augurissimi ad Aurora ed alla sua mamma!

dott.ssa Silvia Bosio
Dottore di Riccerca in Bioetica
U.C.S.C. Roma

Che cosa mi resta della festa del Papà e di tutti i Papà

Ieri ho girato a lungo sul web, soprattutto su Facebook e Twitter, per vedere come veniva celebrata la Festa del Papà, ed in particolar modo come la gente, i figli, le figlie di oggi ricordavano il loro papà. Devo dire che mi sono più volte commosso scoprendo una umanità inaspettata accompagnata ad una genialità di dedica veramente particolari.
Da chi ha dedicato al proprio padre la canzone dei New Trolls intitolata "Quella carezza della sera" che dice: "Quando tornava mio padre sentivo le vocidimenticavo i miei giochi e correvo lì, mi nascondevo nell'ombra del grande giardino, e lo sfidavo a cercarmi: io sono qui. Poi mi mettevano a letto finita la cena, lei mi spegneva la luce ed andava via, io rimanevo da solo ed avevo paura, ma non chiedevo a nessuno: rimani un po"... ed io non l'avevo mai cantata con queste motivazioni.
Altre dediche si sono orientate su: "Oggi il mio augurio va ai PAPA'. Quelli "veri". Quelli che non rinnegano mai i propri figli e fanno tanti sacrifici per loro. Perchè Papà non si diventa, ci si nasce.".
Oppure: "Un grazie a mio padre che nonostante sia sordomuto, con il suo silenzio, mi ha cresciuto a pane ed abbracci" per finire con tutto un elenco commovente di virtù apprese, in vario modo, dal proprio genitore: fermezza, senso del dovere, schiena dritta, rispetto delle regole, professionalità e dedizione al lavoro, giusti rimproveri, amorevole educazione e via dicendo.
Beh, mi son commosso perché come padre di tre figli vorrei cominciare a provare a meritarmi tutte, o in parte, queste dediche e so che l'impresa sarà difficilissima quanto affascinante ma ci sto provando.
Quello del padre è il mestiere più bello al mondo.
Voglio diventare anche io un riferimento per loro, che possano dire: me lo ha insegnati mio padre.
Ecco che cosa mi rimane di questa festa del papà: un impegno per tutti i giorni.
Giorgio Gibertini Jolly

Gli under 18 vorrebbero anche un lavoretto per aiutare in casa, ma dove trovarlo?


A chi di noi ragazzi non è mai capitato di sentirsi dire da suo nonno: “Ah, io alla tua età già lavoravo”. O da suo padre che a quindici anni usciva da scuola ed andava ad aiutare suo padre in officina o in falegnameria?
Quando vidi per la prima volta in un film la tipica scena del ragazzo americano che consegna i giornali in bicicletta ebbi subito l’istinto di inforcare la mia mountain bike ed andare a raggranellare due soldi. Quando però comunicai la mia volenterosa intenzione a mia madre, rimasi male al sentirmi dire: “ Piccolo mi spiace, ma qui nel nostro paese non ti viene offerta questa opportunità”.

Col tempo mi dimenticai di questa delusione ma quando finalmente all’età di quattordici anni ottenni il patentino per il cinquantino mi chiesi: come guadagnare ora i soldi per comprare una moto? La risposta arrivò rapida e precisa. Trovare un piccolo lavoro. Purtroppo anche questa volta la mia amata Italia mi deluse non potendomi offrire questa opportunità, almeno fino ai sedici anni.

Quello di cui voglio parlare è l’opportunità di lavoro per i tanti giovani volenterosi come me, i quali attenzione, non vogliono interrompere gli studi o compiere altre decisioni drastiche ma semplicemente riuscire a sostenere indipendentemente un piccola parte di quei soldi che noi giovani continuamente spendiamo, adattandoci pienamente all’epoca della crisi.

Ora, senza voler fare l’esterofilo e senza voler mitizzare, come spesso vien fatto, l’America, voglio prendere come esempio questo paese dove fin dall’età di dodici anni un ragazzino in gamba può racimolare i suoi primi dollari. Invece nel nostro bel paese questo per un ragazzo è impossibile, ed egli rimane obbligato dallo stato a dipendere economicamente dai suoi genitori. Ma questa dipendenza quanto influisce a fine mese sui conti familiari? A volte può non sembrare ma, i dieci euro per la benzina due volte a settimana, i quindici ogni sabato sera per la discoteca più i dieci del cinema senza contare gelati, merendine e fumetti o peggio ancora, l’incubo dei genitori: le ricariche per il cellulare!

Un ragazzo spende molti soldi anche solo in una settimana ma se neanche una minima parte di queste spese la paga lui grazie ad un piccolo lavoro, come facevano i nostri padri e i loro padri, dove li trovavano quei soldi? Alcuni diranno: io risparmio le mance settimanali, ma chi da quei soldi? I genitori, e quindi si ritorna al punto di partenza. In questo articolo non ho voluto far da portavoce per tutti i ragazzi d’Italia ma per una buona parte che è stufa di dover andare con voce supplicante a chiedere per l’ennesima volta ai genitori dei soldi. Con questo voglio dire che in questo articolo faccio il relata refero di quello che spesso mi sento dire da molti giovani coi quali poi, mi trovo d’accordo e insieme ai quali rivolgo questo appello all’Italia: Dateci maggiori opportunità per diventare indipendenti, aiutare la nostra famiglia e avvicinarci al mondo reale!

Jacopo L'Apo

La felicità arriva dopo i 40: in un libro le mie risposte

Il Corriere della Sera di ieri ha dato risposta alle mie angosce di pre 40enne con la presentazione del libro sulla Middle Age: aspetto che venga tradotto in italiano per comprarmelo e leggerlo!
"Un po' più grigi, un po' più lenti e più rugosi. Ma anche più stabili emotivamente, più felici e più intelligenti che in ogni altro periodo della nostra vita. Questo nuovo glorioso inno alla mezza età viene innalzato da David Bainbridge 42 anni, studioso di veterinaria all'università di Cambridge che con ardito salto di campo si è ora interessato agli umani, e precedendo con tecnica evolutiva ha concluso che il picco di soddisfazione e di capacità di analisi si trova proprio fra i 40 e i 60 anni, lontano dagli alti e bassi della gioventù e dai declini della vecchiaia. Bainbridge nel suo libro Middle Age definisce i protagonisti della mezza età «naturalmente resistenti», presi come sono fra figli teen ager, i genitori che invecchiano e il lavoro, capaci nonostante tutto di rimanere efficienti e pieni di energia, modello le protagoniste di Sex and The City. Insomma, «che bella età la mezza età, tranquillità, serenità».
Sarà così? Speriamo! Od è la strategia di darsi un contentino ad ogni decade che passa? Da ottobre vi dirò. Per ora da ieri è un altro buongiorgio. 

Oggi è S. Alessandra. Nomi Filomena, Filippo. Frase di Paz.

20 marzo 2012 segno zodiacale: Pesci
Il sole sorge alle 6.12 e cala alle 18.21
S. ALESSANDRA di AMISO. Sono poche le notizie che si sanno su di lei, al contrario sono tante e non sempre attendibili le leggende popolari che narrano facesse parte di un gruppo di sette donne che si presentarono al prefetto Amiso,proclamando la loro fede cristiana e denunciandolo per la sua crudeltà.
Di conseguenza morirono gettate in una fornace ardente.
In modo più attendibile, Teodoto di Ancita ci racconta di sette vergini, con gli stessi nomi, che subirono il martirio sotto il prefetto Teocteno, morendo annegate.
Nonostante queste discrepanze, queste sante testimoniano una grandissima fede nel professare e proclamare ad alta voce la propria appartenenza alla Chiesa di Cristo.
NAME OF THE DAY: Female FILOMENA deriva dal greco e significa " colei che rimane fedele all' amore". Si festeggia l'11agosto. La sua pietra è il diamante.
Male FILIPPO deriva dal greco e significa " colui che ama i cavalli". Si festeggia il 26 maggio. La sua pietra è lo smeraldo.
" La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda".
Octavio Paz