20/03/12

Che cosa mi resta della festa del Papà e di tutti i Papà

Ieri ho girato a lungo sul web, soprattutto su Facebook e Twitter, per vedere come veniva celebrata la Festa del Papà, ed in particolar modo come la gente, i figli, le figlie di oggi ricordavano il loro papà. Devo dire che mi sono più volte commosso scoprendo una umanità inaspettata accompagnata ad una genialità di dedica veramente particolari.
Da chi ha dedicato al proprio padre la canzone dei New Trolls intitolata "Quella carezza della sera" che dice: "Quando tornava mio padre sentivo le vocidimenticavo i miei giochi e correvo lì, mi nascondevo nell'ombra del grande giardino, e lo sfidavo a cercarmi: io sono qui. Poi mi mettevano a letto finita la cena, lei mi spegneva la luce ed andava via, io rimanevo da solo ed avevo paura, ma non chiedevo a nessuno: rimani un po"... ed io non l'avevo mai cantata con queste motivazioni.
Altre dediche si sono orientate su: "Oggi il mio augurio va ai PAPA'. Quelli "veri". Quelli che non rinnegano mai i propri figli e fanno tanti sacrifici per loro. Perchè Papà non si diventa, ci si nasce.".
Oppure: "Un grazie a mio padre che nonostante sia sordomuto, con il suo silenzio, mi ha cresciuto a pane ed abbracci" per finire con tutto un elenco commovente di virtù apprese, in vario modo, dal proprio genitore: fermezza, senso del dovere, schiena dritta, rispetto delle regole, professionalità e dedizione al lavoro, giusti rimproveri, amorevole educazione e via dicendo.
Beh, mi son commosso perché come padre di tre figli vorrei cominciare a provare a meritarmi tutte, o in parte, queste dediche e so che l'impresa sarà difficilissima quanto affascinante ma ci sto provando.
Quello del padre è il mestiere più bello al mondo.
Voglio diventare anche io un riferimento per loro, che possano dire: me lo ha insegnati mio padre.
Ecco che cosa mi rimane di questa festa del papà: un impegno per tutti i giorni.
Giorgio Gibertini Jolly

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