Da chi ha dedicato al proprio padre la canzone dei New Trolls intitolata "Quella carezza della sera" che dice: "Quando tornava mio padre sentivo le vocidimenticavo i miei giochi e correvo lì, mi nascondevo nell'ombra del grande giardino, e lo sfidavo a cercarmi: io sono qui. Poi mi mettevano a letto finita la cena, lei mi spegneva la luce ed andava via, io rimanevo da solo ed avevo paura, ma non chiedevo a nessuno: rimani un po"... ed io non l'avevo mai cantata con queste motivazioni.
Altre dediche si sono orientate su: "Oggi il mio augurio va ai PAPA'. Quelli "veri". Quelli che non rinnegano mai i propri figli e fanno tanti sacrifici per loro. Perchè Papà non si diventa, ci si nasce.".
Oppure: "Un grazie a mio padre che nonostante sia sordomuto, con il suo silenzio, mi ha cresciuto a pane ed abbracci" per finire con tutto un elenco commovente di virtù apprese, in vario modo, dal proprio genitore: fermezza, senso del dovere, schiena dritta, rispetto delle regole, professionalità e dedizione al lavoro, giusti rimproveri, amorevole educazione e via dicendo.
Beh, mi son commosso perché come padre di tre figli vorrei cominciare a provare a meritarmi tutte, o in parte, queste dediche e so che l'impresa sarà difficilissima quanto affascinante ma ci sto provando.
Quello del padre è il mestiere più bello al mondo.
Voglio diventare anche io un riferimento per loro, che possano dire: me lo ha insegnati mio padre.
Ecco che cosa mi rimane di questa festa del papà: un impegno per tutti i giorni.
Giorgio Gibertini Jolly
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