Nel 1996 l' OMS ha definito la violenza domestica come: " ogni forma di violenza fisica, psicologica o sessuale che riguarda tanto i soggetti che hanno avuto o si propongono di avere una relazione intima di coppia, quanto soggetti che all' interno di un nucleo familiare più o meno allargato hanno relazioni di carattere parentale o affettivo".
In Italia 6,7 milioni di donne tra i 16 e i 70 anni ( che corrisponde al 31,9% delle donne in questa fascia d'età) hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita.
Il 69,7% degli stupri è opera di un partner ex o attuale.
Ma il 93% delle violenze causate dal partner non viene denunciato e cosa ancora più grave, solo il 18,2% delle donne considera la violenza subita in famiglia un reato.
Sono dati dell' indagine ISTAT del 2007.
Questi numeri sono aumentati vertiginosamente.
Rifletto,dunque, sul pensiero comune di chi afferma che il matrimonio non ha più valore, che ci lasci al primo ostacolo così come fosse niente o come se la" promessa"non fosse stata mantenuta.
Rifletto su chi insiste a considerare la separazione o il divorzio un grave danno per i figli che si trovano, loro malgrado, a sopportarla.
Si deve però anche tenere conto di quante volte la separazione e il divorzio siano per alcuni di loro l' unica ancora di salvezza.
I dati parlano chiaro!
Impossibile non tenerne conto e continuare a negare le tante violenze consumate all' interno della sfera familiare dalle donne che sono coloro che hanno dato il respiro, il cuore e la vita per le loro creature.
Ancora una volta ci si scontra con coloro che credono nei cambiamenti, negli aiuti esterni di specialisti che dovrebbero curare la mente malata di un uomo che non ha alcuna considerazione e rispetto per la donna che ha sposato.
E quindi, è necessario che i coniugi debbano restare uniti?
Se nella coppia si deve mettere al primo posto l' amore, come ci si deve comportare quando a questo viene sostituita la brutalità?
E' logico giustificare quel 93% di donne che si rifiutano di denunciare per paura, per il senso di colpa che provano nei confronti dei figli e per non essere mandate fuori di casa senza soldi e senza possibilità di ripresa?
No, non si può giustificare!
Giustifico invece il diritto di ogni donna maltrattata fisicamente e psicologicamente di poter chiedere e ottenere prima la separazione e poi un divorzio nel minor tempo possibile.
Lo chiamano " breve". Ma saranno brevi 2 anni per queste donne? Siamo sicuri che nell' arco di questo tempo qualcuna di loro non finirà sulle pagine di cronaca nera? Siamo sicuri che qualcuna non continuerà ad essere picchiata, violentata nell' intimo e umiliata?
Per esperienza personale posso affermare che il male non si ferma ma aumenta senza fine.
I bambini , che naturalmente, sono insicuri e fragili assistono alle liti dei genitori e questo scatena in loro diverse paure. E le paure producono angoscia.
I genitori sono responsabili della maturazione interiore del bambino.
Se perdurano i dissidi fra i due , se si mettono in luce difronte ai figli i torti dell' altro, non ci saranno né stima né affetto da parte di questi che hanno diritto all' attenzione e all' amore.
Secondo il mio parere il divorzio per questi casi non è solo necessario ma dovrebbe arrivare con la prima denuncia.
Gli uomini che lasciano segni visibili lasciano per sempre anche segni invisibili più grandi e imperdonabili.
Non c'è speranza di metamorfosi. Restano gli stessi.
La legge purtroppo non aiuta...e a volte peggiora solo le cose.
Anche chi denuncia non può nulla. Le pene, quelle vere, valgono solo in caso di omicidio.
Perchè si fa un gran parlare ma alla fine è questa la verità e la vita. Tutto si risolve con un breve colloquio di 15 minuti davanti alle autorità competenti.
E poi si torna a casa e si finisce per aspettare la separazione e il divorzio in una camera sempre chiusa a chiave perchè la cattiveria è ai massimi livelli e il terrore paralizza.
Perciò ringrazio coloro che hanno, finalmente, ripreso la discussione su questo tema.
Perchè, francamente, credo che per le donne questa sia una piccola, anche se mai riparatrice, vittoria.
Nessuno potrà ridarci indietro la vita, ma fare in modo che la dignità ritrovata ci porti ancora a sperare non è un privilegio ma un diritto e un miracolo.
Sarah MYLIZ