La Famiglia Orionina ha partecipato alla manifestazione del LifeDay nella Sala Paolo VI. Ugualmente aveva partecipato allaMarcia per la vita della domenica 13 maggio. Ben diversa è stata la manifestazione del 20 maggio, che ha rappresentato più l'impegno culturale e politico per la difesa della vita nascente - tanto necessario! -, rispetto alla marcia del 13 maggio, più popolare, che ha fatto appello direttamente alla mobilitazione delle coscienze su una verità-cardine dell'annuncio della fede e della testimonianza cristiana.
La vita è sacra dal concepimento al suo termine naturale e oltre, come ci ha ricordato la festa dell'ascensione di Gesù di ieri. Mi auguro che le diverse dinamiche che hanno promosso la Marcia per la vita e il LifeDay, con i rispettivi promotori, convergano in una militanza unitaria del mondo cattolico italiano, senza dare alimento a chi soffia sul fuoco del contrasto di parte.
Non vorremmo trovarci - io, la Famiglia Orionina e i milioni di cattolici italiani - a sentirci "di parte" quando ci impegnamo per i diritti della vita nascente.
Ben vengano sensibilità e modalità di impegno differenti ma poi, con San Cipriano invitato a rinnegare la fede, diciamo: "In cosa tanto giusta non occorre riflettere".
Don Flavio Peloso
EVANGELIUM VITAE n. 58
"Fra tutti i delitti che l'uomo può compiere contro la vita, l'aborto procurato presenta caratteristiche che lo rendono particolarmente grave e deprecabile. Il Concilio Vaticano II lo definisce, insieme all'infanticidio, «delitto abominevole».
(…) Occorre più che mai il coraggio di guardare in faccia alla verità e di chiamare le cose con il loro nome, senza cedere a compromessi di comodo o alla tentazione di autoinganno…
Proprio nel caso dell'aborto si registra la diffusione di una terminologia ambigua, come quella di « interruzione della gravidanza », che tende a nasconderne la vera natura e ad attenuarne la gravità nell'opinione pubblica… Ma nessuna parola vale a cambiare la realtà delle cose: l'aborto procurato è l'uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita.
La gravità morale dell'aborto procurato appare in tutta la sua verità se si riconosce che si tratta di un omicidio e, in particolare, se si considerano le circostanze specifiche che lo qualificano. Chi viene soppresso è un essere umano che si affaccia alla vita, ossia quanto di più innocente in assoluto si possa immaginare".
"Ben vengano sensibilità e modalità di impegno differenti". Molto bene....quindi basta attacchi!
RispondiEliminaCredo che dovremo pregare molto per chiedere a Dio l'unità dei cattolici italiani nella difesa della vita e della famiglia. Mi addolorano certe rivalità e protagonismi, che arrivano a falsare i dati o a dichiarare che "chi ha marciato il 13 maggio vorrebbe criminalizzare le donne". Alberto da Verona
RispondiEliminaThis is aa great post
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