11/01/12

Il bene distrugge il male: parole senza tempo di don Zeno Saltini

In tutti noi c’è il desiderio della bontà. È difficile trovare un uomo che ami la cattiveria, che ami il male, che dica di essere cattivo o che voglia esserlo. In tutti invece c’è un gran desiderio di bontà. Al passaggio di S. Francesco le masse correvano a sentire quello che diceva, hanno sentito il passaggio della bontà. I santi hanno lasciato sulla terra dei ricordi quasi indelebili. Noi diciamo che il male distrugge il bene: è vero! Ma è più vero che il bene distrugge il male! Il peccato non lascia nessuna attrattiva sulla terra: lascia un senso di disprezzo, oppure un senso di paura; mentre invece il bene lascia questo sogno negli uomini di raggiungerlo.
LA FEDE CI AIUTA A CONQUISTARE IL BENE. Il bene è una conquista e importa un certo sacrificio, è logico che spesse volte non ci sentiamo di conquistarlo. E chi ci aiuta molto a conquistare il bene, a essere buoni, è la fede. Io credo che più che stare a lottare con il male, sia il caso di fare il bene. Farlo a tutti i costi: anche quando ci sentiamo in disagio, anche quando ci sentiamo in malessere. Ricordate quel fatto che vi ho raccontato del curato d’Ars: “Confessati, confessati…” E lui: “Ma si, ma no”, e tira e molla, fatto sta che anche contro la sua volontà s’è messo lì e si è confessato. Dopo si è sentito libero da tutti i mali che lo tenevano ottenebrato, dalla sua nebbia. Se non si sente il bisogno di mangiare, va a finire che si muore.
CORRERE ALLA CONQUISTA DI UNA VITA MIGLIORE. Ora se questo fosse anche nel bene,
allora avremmo sempre questo stimolo perché, ve l’ho detto, tutti desideriamo il bene, ma non è così forte come per la nutrizione del corpo. Per la nutrizione dell’anima, dello spirito, importa invece la volontà.
Però, guardate: si può creare vivissimo e anche prepotente proprio lo stimolo del bene: ecco le virtù! Se uno comincia ad essere sempre buono, a non arrabbiarsi mai, o poco; quando sta per arrabbiarsi sente la forza di non farlo e non lo fa. Se uno si abitua a vedere l’amore verso gli altri, appena c’è una persona che soffre, sente subito il bisogno di correre ad aiutarla. Noi notiamo nel Vangelo che il popolo seguiva Gesù; Gesù andava verso il deserto e la gente lo seguiva. Erano tre giorni che la gente seguiva Gesù: “Vediamo cosa fa, vediamo cosa dice...”. Era rimasta tre giorni senza mangiare; e Gesù fece il miracolo della moltiplicazione dei pani. La gente, ha smorzato lo stimolo della fame, e ha sentito lo stimolo spirituale: correre alla conquista delle idee, alla conquista della vita migliore, il sogno della bontà. In questi anni ho cercato di farvi vivere una vita fraterna, perché vivendola la potete conquistare e nasce in voi più forte il bisogno dell’amore. Quando l’uomo è impazzito, distrugge, distrugge gli altri, distrugge se stesso: si butta al male: peccati, passioni.
L’ATTRAENZA DEL BENE. Invece, quando il giovane è sereno, vede il bene e pian piano ne vede la
bellezza, ne vede l’attraenza e si lascia trasportare dal bene e pian piano nasce in lui lo stimolo del bene.
Io vi ho sempre fatto vivere questa vita più che spiegarvela, perché nascesse in voi la pratica di questa vita.
NESSUNA PORTA SI APRE. Se vi mettete in ascolto con l’animo  vostro sentite il lamento senza conforto
di tutte le vittime che cadono sotto l’egoismo umano. Se vi mettete a pensare, sentite proprio il tormento,
lo spavento di queste creature, terrorizzate dall’abbandono da parte dei fratelli. Tante creature, non hanno di che vestire, non hanno di che mangiare, non hanno di che coprirsi, non hanno una casa. Girano, girano in
mezzo a gente che ha le case… e nessuna porta si apre. Voi dovreste provare ad entrare in quella creatura e sentire tutta la sua amarezza. Ancor più succede questo disastro di fronte a coloro che non vedono il bene; non vedendolo giustificano il male. “Cosa ci volete fare, cosa ci volete fare? I poveri ci sono sempre stati e sempre ci saranno”. L’egoismo umano passa sulle sue vittime senza accorgersi: non sente il pianto, non sente la sofferenza, non l’avverte perché è cieco, è chiuso in se stesso.
IL PECCATO DI OMISSIONE. Il mondo pecca di omissione, ed è il peccato che condanna al Giudizio Universale: il più grave, il più vigliacco! Noi possiamo dire: “Ma che responsabilità ha la gente di fronte a questo fatto?”. Senza dubbio ha una responsabilità. Le vittime nella vita sociale sono una colpa sociale, di popolo, colpa di tutti! Dicono: “Che cosa ci si deve fare?”. Bisogna cambiare, altro che storie!
LA VIPERA CONFONDE LE VITTIME. L’egoismo, la mancanza di amore nel mondo è la vipera che colpisce, provoca guerre e rivoluzioni, provoca disgusto e corruzione. Noi non sappiamo quante volte in casa nostra la vipera ha colpito. “Si, fai il bene, ma va per tuo conto, cosa stai qui a tribolare, a lavorare, a
soffrire? Cosa vuoi fare tu, una ragazza giovane, prendere dei figli in affido? Non capisci che hai bisogno della tua libertà?”. Quella è la vipera! E lo strano è che la vipera ha un certo incanto, un magnetismo, che confonde le vittime. L’egoismo è qualche cosa di obbrobrioso, le sue conseguenze sono un inganno. Il mitra ammazza i corpi, l’egoismo uccide senza pietà e senza rumore.
UNO SFORZO ENORME.  Noi dobbiamo fare questo sforzo formidabile di andare a scovare quel “veleno” nell’umanità che si presenta tanto attraente, ma che ammazza senza pietà. Allora noi dobbiamo sempre guardare tutte le espressioni umane e vedere se sono dirette alla vita o alla morte degli uomini. Prepariamoci alla conquista di queste conoscenze, affinché, come dice Gesù, “abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.
Don Zeno di Nomadelfia, anno 1950

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