03/01/12

Connecting People esprime solidarietà a Goel dopo la bomba di Caulonia

"La bomba ha fatto saltare i pavimenti e divelto tutte le porte. È stata piazzata davanti l'ingresso. È un atto di stampo chiaramente mafioso, uno dei tanti che hanno colpito la Locride e la Calabria negli ultimi giorni". A parlare è Vincenzo Linarello, presidente del gruppo cooperativo Goel 1, che dal 2003 si contrappone allo strapotere economico della 'ndrangheta. La bomba è stata fatta esplodere ieri a Caulonia (Reggio Calabria) davanti all'ingresso di un locale che il gruppo stava per aprire: un laboratorio sociale per l'inserimento lavorativo.
Il gruppo Goel gestisce vari progetti di accoglienza di rifugiati politici e di minori stranieri non accompagnati insieme ai comuni della Locride. Il locale dell'attentato si trova a Caulonia ed era stato affittato da Goel con l'intenzione di aprire un ristorante multietnico dove formare e inserire al lavoro gli ospiti dei progetti di accoglienza. "La bomba - racconta Linarello - è stata fatta esplodere immediatamente davanti l'ingresso principale, probabilmente nella notte del primo dell'anno. Subito sono intervenuti sul posto i carabinieri che hanno già avviato le indagini, affidando le analisi alla Scientifica".
"Andiamo avanti nella lotta alla 'ndrangheta". "Nel corso della sua vita il gruppo Goel ha già subito una decina di intimidazioni di stampo mafioso", ricorda Linarello. Anche per questo le cooperative della Locride chiedono che "il governo dia un chiaro segnale di rafforzamento della lotta alla 'ndrangheta". Il gruppo Goel promette poi che continuerà "le attività di accoglienza degli immigrati per sottrarli al controllo della malavita", promuoverà "un mercato locale degli agrumi che premi gli agricoltori che si oppongono alla 'ndrangheta" e infine persisterà "a ignorare e disprezzare le regole non scritte che la 'ndrangheta impone a livello sociale ed economico". Subito si è fatta sentire la voce del Consorzio Connecting People che in un comunicato così scrive: " Il Consiglio di Amministrazione del Consorzio Connecting People esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi del Gruppo Cooperativo Goel vittime di un gravissimo attentato la scorsa notte di Capodanno a Caulonia (RC). Ancor di più possiamo capire la gravità di questo gesto essendo stati anche noi, nel corso degli anni, ripetutamente oggetti di attentati e minacce anche personali. Confidiamo che le forze dell'ordine risalgano celermente ai responsabili di questo vile gesto e, nell'augurare agli operatori di Goel una tempestiva ripresa della loro lodevole attività, assicuriamo tutto il nostro supporto e la nostra disponibilità ove necessari."
Redazione

L'Europa piange, è vero, ma Stati Uniti e Cina non ridono

Non tutto il mondo piange alla stessa maniera in questo inizio di anno sotto la sferza della crisi globale. A Wall Street le operazioni del 2011 si sono concluse con un rialzo del 6 per cento, in tutta l'America c'è ancora incertezza sulla casa ma nel settore immobiliare sono in netta ripresa gli investimenti in terreni destinati all'industria, segnale evidente che molti pensano ad un consolidamento e ad un rilancio della produzione nel corso del 2012.
Le vendite di fine anno nei grandi magazzini Usa sono state un successo e in buona parte è tornata la fiducia dei consumatori nel futuro: si spera che possa presto salire l'indice dei posti di lavoro in modo tale da poter parlare di ripresa consolidata in questo che sarà un anno cruciale di elezioni per il nuovo presidente americano. L'altro gigante dell'economia mondiale, la Cina, prevede addirittura un aumento del Pil, il prodotto interno lordo, superiore al 7 per cento. Nessun rallentamento e' previsto per l'India, ne' per tutti quei Paesi che producono nel campo delle tecnologie avanzate.
Gli Stati Uniti dunque non ridono, però puntano decisi verso un anno migliore. E lo stesso farà anche il Giappone che si appresta a superare il periodo difficile creato dallo "tsunami" dello scorso anno. I guai, secondo le analisi delle grandi catene televisive internazionali, riguarderanno soprattutto l'area dell'euro, dove niente lascia pensare che le turbolenze siano in via di esaurimento se la signora Merkel e il presidente Sarkozy proprio in queste ore dichiarano che siamo in mezzo ad una crisi dura.
In Italia la preoccupazione addirittura per 300.000 posti di lavoro espressa da tutti i sindacati taglia le gambe a qualsiasi speranza di ripresa immediata. Inquietanti sono anche i dati che vedono 25 italiani su 100 nell'area della povertà mentre i rincari di tutti i servizi e la stangata fiscale mettono alle corde i ceti produttivi. Il guaio è che molti effetti recessivi della manovra del Governo dei tecnici si debbono ancora manifestare in tutta la loro potenza negativa. E il dovere di un grande partito dei moderati come il Popolo della Libertà consiste nello stare pronti e carichi di idee nuove per qualsiasi evenienza, soprattutto per quando si tornerà di nuovo alle urne.
Di Paolo

Perchè i Parlamentari leghisti non "indossano" prodotti padani?


Non essendo nata in questo paese ho avuto la fortuna di amare questa patria e sentirmela mia.
Fin da bambina, quando ancora non vivevo in Italia, tutti mi raccontavano della cultura italiana, la storia romana, il paese dell’amore e del buon cibo, senza dimenticare la grande creazione di moda per esaltare la bellezza femminile che tutte le donne del mondo invidiano all’Italia.
Non dimenticherò mai l’immagine della principessa Diana e della borsa marrone italiana, sfoggiata ovunque anche durante i suoi free park traking.
Poi man mano che crescevo assistevo ad un politica con l’obbiettivo di distruggere i prodotti italiani, a partire dal latte italiano, all’olio e così via.
Frequentavo ancora le superiori e dicevo dentro di me: l’Italia ha tanto latte perché deve subire l’imposizione di acquistare altro latte? Pensavo alla cultura e alla tradizione della lavorazione dell’olio, del vino, l’eredità data da padre in figlio il sapere che si acquisisce lavorando con le mani.
La notte degli oscar per me non era un successo per gli attori, ma un successo per gli stilisti italiani, le dive facevano a gara per sfoggiare firme italiane!
Sentire gli stilisti come si ispiravano per creare le loro meraviglie, una donna sognava di indossare una creazione di Versace o Valentino, piuttosto che avere un gioiello.
Finalmente dopo anni, esattamente credo se la memoria non mi inganna negli anni novanta, abbiamo iniziato a sentire di un partito nato per difendere i valori nostrani, anzi valori padani, parlare dei prodotti italiani.
Ovviamente senza escludere la sua ideologia umana (ricordoagli esordi l’idea di spartire di nuovo l’Italia) non riuscivo a capire come ci si sente così diversi essendo tutti italiani: poi dai meridionali si è passato agli immigrati, fino agli islamici, ma questo per ora non è il pensiero che mi turba.
Tornando a questo partito la Lega, ho iniziato a credere che avrebbero avviato campagne per tutelare tutto il made in Italy, non solo prodotti agricoli , ma anche manifatturiero.
Insomma nei leghisti ho sempre visto gli anti global, oltre alla loro divisa classica, camicia e cravatta verde, ero convinta che indossassero solo made in Italy.
Vedendo degli spezzoni ai vari Tg, scorgevo varie deputate leghiste e sottosegretari indossare la borsa Luis Vuitton mi sono chiesta e l’amore per i prodotti nostrani che fine ha fatto?
Ovviamente mi sono detta che forse Versace e Valentino non essendo naturalmente padani, i loro prodotti non erano tanto nostrani per loro, però mi sono venute in mente tante case di moda cosiddette padane : La Bottega Veneta, le loro borse ce li invidiano in tutto il mondo, Benetton è accessibile a tutti, Raffaella Curiel stilista pluripremiata ed erede di una grande casa conosciuta nel mondo dagli anni 50, Armani, senza dimenticare tutte le case di moda padane fallite e senza nessun intervento per salvarle.
Se si difendono le proprie radici e i propri prodotti, perché si sfoggiano brand non italiani?
Parlando di politica, perché non si è mai incentivano a promuovere tanto il made in Italy per gli italiani e si è incentivato tantissimo la presenza di Oviesse, HM, Zara, Kiabi e altre ancora?
Molti mi risponderanno che siamo in Europa e viviamo una realtà no global: sono d’accordo, però nessuna legge impedisce ai paesi di incentivare i loro prodotti interni e di investire nel lavoro locale, allo stesso sono dell’idea come molti di usufruire di più di brand italiani ed indossare abiti italiani ,visto che le creazioni italiane sono sognate nel mondo intero.
Non ho niente contro altri brand, anzi sono più accessibili dei nostri, ma se potessi invece che spendere migliaia di euro in una Luis Vuitton, opterei per una borsa Bottega Veneta oppure una Trussardi: chi fa politica su questi slogan dovrebbe dare il buon esempio.
Da bambina mi dicevano per essere italiana devi mangiare la pasta e vestire all’italiana: forse questa è solo una leggenda da raccontare ai bambini che sognano di diventare italiani.
Dounia Ettaib

Brasile: oltre un milione di bambini lavoratori nel paese

Secondo gli ultimi dati del censimento demografico effettuato dall'Istituto Brasiliano di Geografia e Statistica (IBGE), oltre un milione di bambini tra i 10 ed i 14 anni continuano a lavorare nel paese, nonostante i provvedimenti governativi contro lo sfruttamento minorile. Lo studio, reso noto dal quotidiano locale "Folha de Sao Paulo", dimostra che grazie all'impegno del governo nell'ultimo decennio, si è riusciti a ridurre, sia pure in modo contenuto, la percentuale dei bambini e degli adolescenti che cercano di sopravvivere lavorando, passando dal 6,6% nel 2000 al 6,2%, nel 2010. Il problema è particolarmente grave nell'Amazzonia brasiliana, dove i minori lavoratori sono il 10%. La eradicazione del fenomeno entro il 2020 è una delle mete del Brasile, tuttavia, secondo gli esperti, per raggiungerla sarà necessario uno sforzo in più da parte del governo, poiché l'attuale sistema di monitoraggio non riesce a rilevare i bambini che lavorano ! come domestici o in piccole aziende agricole, in particolare nei luoghi più difficilmente raggiungibili, dove è maggiormente diffuso il lavoro minorile invisibile. Un'altra difficoltà del governo è di natura culturale, visto che si tratta di una pratica generalmente accettata nelle zone rurali del Brasile. (AP) (02/01/2012 Agenzia Fides)

Il dialogo fitto tra un neonato ed una malata terminale

La nonna non sta bene. Supera abbondantemente gli 80 anni ma gli ultimi cinque li sta passando in un letto di una casa di cura: l'alzheimer non le sta lasciando scampo ed assieme la tiene in vita e la uccide lentamente. La nonna ora è solo una testa fuori dalle lenzuola, due occhi sempre sbarrati, una lingua frenetica che cerca saliva anche fuori dalla bocca e qualche vocale in dialetto che ogni tanto a noi ricorda la parola "amore" ma spesso ci sembra che anche lei dica mamma.
Mi vergogno di andare a visitarla così poco ed anche quel poco mi sembra nulla e fatico a venire via sapendo che passeranno per lei altre ore interminabili, giornate lunghissime, forse mesi prima di sentir raccogliere le sue vocali da qualche nipote.
Dicono che non morirà mai: qui dentro è ben curata, tutte le analisi a posto, temperatura esterna ed interna ideali per vivere a lungo. Così.
Ho in braccio il mio Matteo, poco più di un anno.
Ad un certo punto ecco la magia dell'incontro tra un neonato ed una persona malata incosciente. Matteo sembra rispondere ai vocalizzi di nonna con le sue di vocali e pure nonna sembra instaurare un dialogo fitto e sereno con lui: i due dialogano, parlano, sembrano comprendersi più di noi.
Per qualche minuto osservo attonito questo scena e mi viene in mente il richiamo evangelico: "se non tornerere come bambini" ma ancor di più mi risuonano le parole di quel professore che invitava a considerare gli ammalati in coma, o comunque in stato di incoscienza, come dei neonati: "i neonati - diceva - non sappiamo cosa pensano, cosa vogliono dire eppure ci fanno tenerezza e non li uccidiamo perchè sappiamo che sono vivi: ecco, così le persone in coma vanno considerati come loro".
La vedo poco la nonna di Acquasanta ma quella manciata di minuti sono sempre un pugno alle mie certezze, alle mie domande, al mio star bene però mai mi ha sfiorato il desiderio di "farla fuori": come potrei pensarlo ora dopo il dialogo fitto con mio figlio Matteo?
Giorgio Gibertini Jolly

La vitamina del giorno: santa Genoveffa e frase di Forster

3 gennaio 2012, segno zodiacale: Capricorno. S.GENOVEFFA. Nasce a Nanterre , nei dintorni di Parigi, intorno al 442. A 15 anni si consacra a Dio, entrando a far parte di un gruppo di vergini votate a Dio che, pur vestendo un abito che le distingue dalle altre donne , non vivono in convento, ma nelle loro case, dedicandosi ad opere di carità e penitenze. Nel 451 Parigi è sotto l'assedio degli Unni di Attila ed i parigini si apprestano alla fuga . Genoveffa li convince a restare in città , confidando nella protezione del cielo. Passata la minaccia degli Unni , Genoveffa si trova ad affrontare la carestia. Salita su un battello , lungo la Senna si procura le granaglie presso i contadini, distribuendole poi generosamente. Entrata in amicizia con i re Childerico e Clodoveo , sfrutterà la sua posizione per ottenere la grazia per numerosi prigionieri politici.Muore intorno al 502.
" Farci sentire piccoli nel modo giusto è funzione dell' arte; gli uomini possono farci sentire piccoli solo nel modo sbagliato"                                                                                                     
Edward Morgan Forster