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03/01/12
Perchè i Parlamentari leghisti non "indossano" prodotti padani?
Categorie:
economia,
moda,
Politica
Pubblicato da
Redazione Frews
Non essendo nata in questo paese ho avuto la fortuna di amare questa patria e sentirmela mia.
Fin da bambina, quando ancora non vivevo in Italia, tutti mi raccontavano della cultura italiana, la storia romana, il paese dell’amore e del buon cibo, senza dimenticare la grande creazione di moda per esaltare la bellezza femminile che tutte le donne del mondo invidiano all’Italia.
Non dimenticherò mai l’immagine della principessa Diana e della borsa marrone italiana, sfoggiata ovunque anche durante i suoi free park traking.
Poi man mano che crescevo assistevo ad un politica con l’obbiettivo di distruggere i prodotti italiani, a partire dal latte italiano, all’olio e così via.
Frequentavo ancora le superiori e dicevo dentro di me: l’Italia ha tanto latte perché deve subire l’imposizione di acquistare altro latte? Pensavo alla cultura e alla tradizione della lavorazione dell’olio, del vino, l’eredità data da padre in figlio il sapere che si acquisisce lavorando con le mani.
La notte degli oscar per me non era un successo per gli attori, ma un successo per gli stilisti italiani, le dive facevano a gara per sfoggiare firme italiane!
Sentire gli stilisti come si ispiravano per creare le loro meraviglie, una donna sognava di indossare una creazione di Versace o Valentino, piuttosto che avere un gioiello.
Finalmente dopo anni, esattamente credo se la memoria non mi inganna negli anni novanta, abbiamo iniziato a sentire di un partito nato per difendere i valori nostrani, anzi valori padani, parlare dei prodotti italiani.
Ovviamente senza escludere la sua ideologia umana (ricordoagli esordi l’idea di spartire di nuovo l’Italia) non riuscivo a capire come ci si sente così diversi essendo tutti italiani: poi dai meridionali si è passato agli immigrati, fino agli islamici, ma questo per ora non è il pensiero che mi turba.
Tornando a questo partito la Lega, ho iniziato a credere che avrebbero avviato campagne per tutelare tutto il made in Italy, non solo prodotti agricoli , ma anche manifatturiero.
Insomma nei leghisti ho sempre visto gli anti global, oltre alla loro divisa classica, camicia e cravatta verde, ero convinta che indossassero solo made in Italy.
Vedendo degli spezzoni ai vari Tg, scorgevo varie deputate leghiste e sottosegretari indossare la borsa Luis Vuitton mi sono chiesta e l’amore per i prodotti nostrani che fine ha fatto?
Ovviamente mi sono detta che forse Versace e Valentino non essendo naturalmente padani, i loro prodotti non erano tanto nostrani per loro, però mi sono venute in mente tante case di moda cosiddette padane : La Bottega Veneta, le loro borse ce li invidiano in tutto il mondo, Benetton è accessibile a tutti, Raffaella Curiel stilista pluripremiata ed erede di una grande casa conosciuta nel mondo dagli anni 50, Armani, senza dimenticare tutte le case di moda padane fallite e senza nessun intervento per salvarle.
Se si difendono le proprie radici e i propri prodotti, perché si sfoggiano brand non italiani?
Parlando di politica, perché non si è mai incentivano a promuovere tanto il made in Italy per gli italiani e si è incentivato tantissimo la presenza di Oviesse, HM, Zara, Kiabi e altre ancora?
Molti mi risponderanno che siamo in Europa e viviamo una realtà no global: sono d’accordo, però nessuna legge impedisce ai paesi di incentivare i loro prodotti interni e di investire nel lavoro locale, allo stesso sono dell’idea come molti di usufruire di più di brand italiani ed indossare abiti italiani ,visto che le creazioni italiane sono sognate nel mondo intero.
Non ho niente contro altri brand, anzi sono più accessibili dei nostri, ma se potessi invece che spendere migliaia di euro in una Luis Vuitton, opterei per una borsa Bottega Veneta oppure una Trussardi: chi fa politica su questi slogan dovrebbe dare il buon esempio.
Da bambina mi dicevano per essere italiana devi mangiare la pasta e vestire all’italiana: forse questa è solo una leggenda da raccontare ai bambini che sognano di diventare italiani.
Dounia Ettaib
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Dounia bellissimo il tuo articolo...beh direi che probabilmente quelli "nostrani" non sono brand di grido...o forse sulla cresta dell'onda...
RispondiEliminaNon è una Luis Vuitton che fa l'armadio.
RispondiEliminaCome si notano le borse Luis Vuitton, si dovrebbero notare le vertiginose scarpe Prada ai loro piedi per correttezza.
RispondiEliminaVisto he di leghisti stiamo parlando, io personalmente non amo il marchio Luis Vuitton, ma se mi piace un capo d'abbigliamento di una casa di moda che non ha la sede tra le Alpi e il Po la compro ugualmente.
Guarda che valentino è nato a Voghera, più "padano" di così (ammesso che esista sta Padania).
RispondiEliminaPerò è anche vero che quando diventi onorevole o addirittura ministro, diventi anche una sorta di donna-immagine (o uomo-immagine)! E quindi non solo ciò che dici, ma anche il tuo modo di fare e di vestire è sotto i riflettori di tutti! Mentre questo è ben noto e ben "studiato" e sfruttato in altri paesi come ad esempio gli USA, sembra che in Italia si dia ancora poca importanza a questo aspetto. Invece, quando ricopri certe cariche ogni gesto, ogni parola e ogni vestito che indossi trasmette un messaggio (più o meno diretto) alla popolazione. Ciò che pone in evidenza Dounia è un aspetto molto importante e interessante, se davvero i nostri politici credessere nel "made in italy" potrebberò fare molto di più...poi il discoso si può estendere anche a molte altre cose, non solo ai vestiti. Anche l'esempio di stile di vita che si dà dimostra i principi in cui si crede o non si crede, indipendente da quello che poi ufficialmente si dichiara.
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