05/11/11

Photo of The Week N°14 - Ocaso

Bentornati carissimi lettori! Continuiamo oggi il nostro viaggio nella terra di Spagna con Laura, fotografa per passione. Una passione che traspare dai suoi scatti, come quello che vi presentiamo oggi. Un tramonto di quelli che tolgono il fiato, come solo il mare con i suoi riflessi sa creare. Dedichiamo questo scatto all'intera città di Genova, colpita in questi giorni da una terribile inondazione. Sperando che anche per loro possa tornare il sereno al più presto...


Autor: Laura
Me presento. Vivo en Béjar. Salamanca,una ciudad pequeña y muy tranquila, pero soy de Cáceres un lugar precioso para visitar.
Como "mis niños" ya está creciditos tenía que entretenerme en algo y lo he encontrado en la fotografía, la lectura. es otra de mis aficiones

Foto: Ocaso
Me gusta el mar, mucho... su olor. su sonido, ver salir el sol por la mañana temprano y sobre todo cuando "se acuesta por la tarde". Pero vivo lejos de él. Todos los años vamos un par de veces de vacaciones a verlo.
En septiembre este año he visto la puesta de sol más maravillosa del mundo al menos para mí :))
Fue increible en 12 minutos el cielo se puso rojo.


Autore: Laura
Vivo a Bejar vicino a Salamanca, una cittadina piccola e molto tranquilla ma originariamente provengo da Caceres un luogo bellissimo da vedere e visitare. Come i miei "bimbi" ormai cresciuti, dovevo avere un hobby e l'ho trovato nella lettura ma soprattutto nella fotografia.

Foto: Tramonto
Mi piace il mare, molto. Mi piace il suo profumo, il suo suono e vedere nascere il sole alla mattina presto e soprattutto quando "va a dormire la sera". Anche se io vivo lontana dal mare. Tutti gli anni lo vedo durante le mie vacanze. A settembre di quest'anno ho visto il tramonto più meraviglioso del mondo, perlomeno secondo me.
In solo 12 minuti il cielo è diventato rosso.




Come partecipare
Volete che un vostro scatto sia la prossima "Photo of The Week"?
Non dovete far altro che mandare una mail a servlad90@yahoo.it con il vostro scatto, preferibilmente in alta qualità. La foto dovrà essere accompagnata da un titolo, da una breve descrizione dello scatto, del supporto che avete utilizzato e di eventuali effetti impiegati. Inoltre è gradita una vostra breve biografia, in modo che il nostro pubblico    possa conoscervi. Nel caso in cui abbiate un blog dove pubblicate le vostre foto, vi invitiamo a segnalarcelo. Buona Fotografia a tutti!


Bagnasco e la Cei in prima linea per Genova

"Sono stato anch’io testimone della violenza e delle conseguenze devastanti del nubifragio di oggi a Genova. Esprimo sincera vicinanza ed elevo al Signore della vita la preghiera più intensa, anzitutto per le vittime e, quindi, per tutte le persone coinvolte in questo doloroso evento. Mi auguro che si accresca la mobilitazione di ogni persona di buona volontà per alleviare le difficoltà più urgenti di queste ore. I parroci con le loro comunità sin da ora si rendono disponibili per affrontare i problemi più impellenti. Anche i seminaristi sono vicini alle persone più sole e in grave difficoltà."
Angelo Card. Bagnasco
Per rispondere alle necessità delle popolazioni liguri e toscane colpite in questi giorni dall’alluvione, la Presidenza della CEI ha disposto un contributo straordinario di un milione di euro dai fondi dell’otto per mille destinati alla Chiesa cattolica. Tale somma si aggiunge alle raccolte promosse a livello locale dalla Caritas.

Migranti, emigranti, Rom, zingari...ma come si chiamano?

Un volume di 64 pagine curato da associazioni di cronisti e Comunità di Sant’Egidio per spiegare i termini più adeguati da usare nelle notizie relative al mondo dei migranti da Redattore Sociale
La stima sul numero di rom presenti in Italia è di 140mila persone, di cui il 60% è costituito da italiani e il 90% è stanziale. Tanti sono arrivati in Italia già nel 1400. Più della metà è residente e ha la cittadinanza del nostro paese, tanti vivono in appartamento e svolgono qualsiasi tipo di lavoro. Non è vero quindi che i rom sono per definizione nomadi e stranieri. Ma la stampa italiana continua a ignorare questa verità sostanziale dei fatti, al rispetto della quale richiamano l’articolo 2 della legge istitutiva dell’Ordine dei giornalisti e la Carta di Roma del 2008, un protocollo deontologico riferito alle notizie sui migranti. Il popolo romanì ha chiesto di non utilizzare il termine zingari perché ha assunto nel tempo una connotazione dispregiativa, eppure dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alle principali testate nazionali è ormai comune parlare di zingaropoli. Per questo nasce un vademecum per i giornalisti che trattano notizie sui rom, realizzato dall’Associazione Stampa Romana, con l’Associazione giornalisti Scuola di Perugia, la Comunità di Sant’Egidio e l’Assessorato lavoro e formazione della Regione Lazio. «Che un cittadino qualunque si esprima in questo modo non sorprende, ma che degli stessi preconcetti siano portatori i professionisti dell’informazione è inaccettabile», scrive il segretario dell’associazione Stampa Roma Paolo Butturini nel primo intervento del vademecum. Il volumetto si intitola: «Ho visto anche degli zingari felici. Di chi parliamo quando parliamo di rom», è a cura di Titty Santoriello ed è intervallato da disegni fatti dai bimbi rom delle scuole della pace della Comunità di Sant’Egidio. 
Salta però subito agli occhi, scorrendo l’indice, che un solo paragrafo è redatto da un autore rom. «Questo è un tipico esempio di esclusione cognitiva della popolazione romanì – scrive subito Nazareno Guarnieri, presidente della Federazione Romanì – se oggi la condizione della nostra popolazione è peggiorata rispetto al passato, malgrado le iniziative attivate, la responsabilità è da attribuire al mancato coinvolgimento dei diretti interessati ed in particolare delle professionalità rom». Il contributo di Guarnieri spiega le distinzioni nel variegato mondo romanì. Ci sono cinque grandi comunità romanès, Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals. Insieme formano il popolo Rom, chiamato anche ‘romanì, romanò, romanipè’, con un’unica lingua che ha al suo interno 18 dialetti. Esiste la bandiera rom, verde e azzurra con una ruota a 16 raggi, e un inno (gelem gelem).
«Rendere normale ciò che è percepito come eccezionale» è il titolo del paragrafo scritto da don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco, editore di Redattore Sociale. «Suscitano allerta e mai simpatia – dice don Vinicio – vanno raccontati i fatti della realtà semplicemente, senza scelte pregiudiziali negative, ma nemmeno positive». Di «razzismo democratico» verso i rom parla Luca Bravi, docente all’Università di Firenze, intervistato per il vademecum. Il professor Bravi spiega l’origine dello stereotipo del nomadismo, che affonda le radici nel «Porrajmos» (il grande divoramento) l’olocausto negato dei rom, che fece circa 500mila vittime tra campi di concentramento ed esecuzioni sommarie. «Durante il periodo nazista – spiega – rom e sinti negli Stati europei praticavano una resistenza di basso profilo che significava trovare le modalità di permanenza per restare dove si erano stanziati. Si spostavano tra i confini. In quegli anni si diffusero teorie della razza secondo le quali il nomadismo era una colpa che stava nel loro sangue. Non era così: si spostavano per ragioni lavorative, molti ad esempio erano giostrai”. Il vademecum si conclude con le parole del papa Benedetto XVI. Lo scorso 11 giugno il Pontefice ha ricevuto i rappresentanti dei Rom da tutta Europa in Vaticano e li ha accolti dicendo: «siete un’amata porzione del popolo di Dio pellegrinante». La Chiesa cattolica ricorda anche un beato martire rom, Zefirino Giménez Malla, ucciso con il rosario in mano durante la guerra civile spagnola. Una sua raffigurazione si trova nel santuario dei santi Cosma e Damiano a Riace (Rc) ed è meta di un pellegrinaggio rom ogni anno a fine settembre.

Autobus Roma arriva la scorta dei carabinieri in congedo

Si chiama "Presenza amica" l'iniziativa annunciata in Campidoglio, al via dal 7 novembre. Gli ex militari garantiranno la sicurezza di autisti e viaggiatori sulle linee più affollate e periferiche di F. Cif.
A partire da lunedì 7 novembre Roma Capitale raddoppia la vigilanza sugli autobus negli orari più a rischio, dalle 18 alle 22, e nei luoghi e sulle linee più critiche in tema di sicurezza. Divisa e fascia bianca al braccio con il logo di Roma Capitale e dell’Atac, arrivano i carabinieri in congedo, divisi in 54 unità operative al giorno e suddivisi in 18 gruppi composti da tre associati ciascuno. Una “Presenza amica”, per garantire la sicurezza di passeggeri e personale viaggiante, che si affianca a quella delle guardie giurate, già presenti dal novembre 2010 sulle linee più a rischio dei bus romani.
L’iniziativa, frutto della collaborazione tra l’amministrazione capitolina, Atac e associazione dei Carabinieri in congedo, è stata presentata ieri in Campidoglio dal sindaco Alemanno, alla presenza, tra gli altri, dell’assessore alla Mobilità Antonello Aurigemma e dell’amministratore delegato dell’Atac Carlo Tosti. La fase iniziale del progetto andrà avanti fino a gennaio; quindi l’iniziativa entrerà a far parte del III Patto per Roma sicura. Coinvolte per il momento le linee che effettuano servizio a Ostia, Tor Bella Monaca, sul 451 che percorre viale Palmiro Togaliatti, sul 558, nella zona di Centocelle, sulla linea H dedicata agli ospedali e sul 5, che percorre la Prenestina. Ancora, “Presenza amica” anche su alcune linee che attraversano il centro storico, particolarmente frequentate dai turisti, come il 60 e il 64, dove i carabinieri in congedo saranno presenti anche dalle 10 alle 14.
Il sindaco Alemanno presentando l’iniziativa ha posto l’accento sullo «spirito di volontariato» che la anima. L’assessore Aurigemma invece ha annunciato che «entro dicembre verranno installate altre 180 cabine blindate», già presenti in 50 dei mezzi in servizio. Aumenteranno anche gli impianti di sorveglianza e i dispositivi radiomobili. Si tratta di interventi fortemente voluti dall’Atac dopo il preoccupante aumento dei casi di violenza subiti da autisti e controllori a bordo degli autobus. «Lo sforzo che Atac sta compiendo è fondamentale – ha rilevato il sindaco Alemanno - non solo per il personale ma anche per i cittadini».