22/12/11

21 dicembre 2012 - La fine del mondo? (parte II)

(segue da qui)
Ma...
...il calendario Maya è un calendario ciclico (è infatti una pietra circolare) e dopo il giorno 13.0.0.0.0 ci sarà di nuovo lo 0.0.0.0.0 ovvero il nostro 22 Dicembre 2012! Infatti i Maya credevano che ci fossero stati altri 3 cicli nella storia dell'uomo (questo che viviamo è quindi il quarto). Pertanto come non credevano che il mondo fosse nato l'11 Agosto del 3'114 a.C. non credo proprio che i Maya sostenessero che il mondo sarebbe finito il 21 Dicembre 2012.

Sfatato il discorso sulla "fine del mondo" si aprono comunque molteplici interrogativi: da chi avevano ricevuto i Maya queste conoscenze astronomiche troppo approfondite e precise per un popolo così poco sviluppato culturalmente? Perché si occupavano di cicli che duravano più di 5'000 anni? Che significato hanno questi cicli? Purtroppo molte di queste domande sono destinate a rimanere senza risposta anche perché quando l'uomo bianco "evoluto" giunse nelle Americhe pensò solo a depredare (soprattutto dall'oro) e a distruggere. Conquistadores, come Cortés e Pizarro, si prodigarono (grazie anche all'appoggio di uomini del clero) di fare apparire le popolazioni indigene come esseri barbari e ignoranti dediti a culti religiosi di ispirazione satanica! Libri, glifi e cartigli furono distrutti o irrimediabilmente rovinati. Si tento persino di distruggere il famoso calendario gettandolo da un colle (ma fortunatamente riuscirono solo a scalfirlo). Per fortuna alcuni libri sono miracoloso sopravvissuti, come il famoso codice di Dresda, che hanno così permesso di decifrare i glifi Maya, capire il loro linguaggio e comprendere così anche il significato della famosa ruota di pietra: il calendario Maya.
Purtroppo l'atteggiamento di oggi da parte di alcuni personaggi che osano pure definirsi "scienziati" come Piero Angela, mi appare non molto diverso da quello dei conquistadores di allora. La cosa ovviamente non stupisce perché l'uomo moderno occidentale si è sempre considerato un essere superiore non ponendosi alcuno scrupolo nell'imporre il proprio potere e il proprio dominio sulle altre popolazione e distruggendo le loro culture, il loro sapere e la loro profonda saggezza.

Personalmente credo che il calendario Maya derivi da un sapere molto antico e che i cicli in esso riportati non siano casuali. Credo che il 21 Dicembre 2012 sarà un punto di svolta, un giorno che segnerà la fine di un'era e l'inizio di una nuova era. Ovviamente certi cambiamenti non avvengono nell'arco di una giornata ed infatti personalmente mi sembra di percepire che la nostra attuale civiltà occidentale si trovi proprio in un periodi di "crisi" profondo che potrebbe rappresentare una sorta di "tramonto" di un certo periodo storico. Pertanto potrebbe succedere un fatto eclatante, ma non necessariamente, potrebbe anche accadere qualche cosa che in un primo momento sembrerà insignificante e passerà inosservato ma che rappresenterà un punto di svolta. Ad esempio il 28 Giugno del 1914 ci fu un attento nel quale persero la vita l'Arciduca Ferdinando e la propria moglie; non credo che quel giorno il mondo intero rimase sconvolto dalla notizia, probabilmente molti non furono nemmeno a conoscenza del fatto; per la maggior parte della popolazione fu un giorno come tutti gli altri, ma quel giorno inizio la prima Guerra Mondiale che indubbiamente sconvolse e travolse il mondo intero. Ma credo che il cambiamento al quale assisteremo sarà qualche cosa di molto più drastico e molto più consistente. Non ci resta che attendere e vi auguro comunque un buon 2013.

potrebbe essere di vostro interesse anche quest'altro mio post: Perchè continuo a scrivere post catastrofisti, pessimisti, terroristici? (http://frewslvb.blogspot.com/2012/01/perche-continuo-scrivere-post.html)

manuel

"Libertà religiosa e rilascio di 50mila cristiani", il tam tam su web

Stop ai crimini contro l'umanità, pieno rispetto dei diritti umani, tutela della libertà religiosa: è l'appello rivolto dalle Organizzazioni non governative di ispirazione cristiana come "Christian Solidarity Worldwide" (CSW) e "Open Doors", al nuovo leader della Corea del Nord, Kim Jong-un. Le due Ong operano per la difesa della libertà religiosa nel mondo e promuovono progetti di assistenza per le comunità cristiane che soffrono.
"Open Doors", con sede negli Usa, pubblica ogni anno una classifica dei paesi basata sul rispetto della libertà religiosa, dove la Nord Corea è "maglia nera". Oggi, come rivela una nota inviata a Fides, l'Ong ha organizzato un tam-tam su web, attraverso social media e blog, per riportare l'attenzione internazionale sul tema della libertà religiosa in Nord Corea, paese in cui oltre 50mila cristiani sono detenuti in campi di concentramento. "Open Doors" invita il nuovo leader "a porre fine al ciclo del disumano regime dittatoriale" e auspica che "ci sia un aumento delle opportunità di annunciare Gesù, senza paura di ritorsioni, a quanti sono tristi e si sentono incerti del futuro".
Nell'invito alla piena libertà religiosa, Open Doors spera che "i cristiani coreani guadagnino nuova audacia e saggezza" perché "il giorno di Natale la luce di Cristo penetri in ogni casa e in ogni cuore in Corea del Nord" per ridare speranza ad una nazione oggi oppressa e affamata.
Attualmente, nota la "Korean Church Coalition for North Korea Freedom" vi sono in Nord Corea numerose "comunità cristiane sotterranee" e "missionari clandestini" che, se scoperti, vanno incontro a una pubblica esecuzione.
In un rapporto inviato a Fides, CSW esorta il regime nordcoreano "a chiudere i campi di prigionia, a fermare le esecuzioni sommarie, a rispettare la libertà religiosa e a rilasciare tutti i prigionieri di coscienza", invita poi la comunità internazionale "a fare pressioni per promuovere questi cambiamenti". CSW ricorda che "oltre 200.000 persone sono nei lager, sottoposte alle peggiori forme di tortura, dove i cristiani sono imprigionati solo per il loro credo". CSW ha contribuito a istituire la "Coalizione internazionale per fermare i crimini contro l'umanità in Corea del Nord" (ICNK), che include 40 Ong internazionali. (PA) (Agenzia Fides 20/12/2011)

Roberto Straccia:ancora nessun esito dalle indagini






Nella puntata di ieri sera di"Chi l'ha visto?",è stato dato molto risalto alla scomparsa di Roberto Straccia.Pochi gli interventi dei famigliari,apparsi molto provati ma fermi nel ribadire che il giovane non li avrebbe mai fatti preoccupare così intenzionalmente;esitano,non vogliono pronunciare la parola"rapimento",dal momento che non sono definibili ricchi e quindi non può esserci la richiesta di un riscatto dietro alla sparizione del figlio.Ma ripetono che dev'esserci qualcuno che ha deciso che di Roberto si dovessero perdere le tracce.Fortunatamente,le ricerche degli investigatori,che pure non hanno portato a risultati significativi,non fanno ipotizzare che Roberto possa essere caduto nel fiume o deceduto in altro modo.Tre gli interventi sul caso nel corso della trasmissione:il primo,in cui un ragazzo dice che Roberto venerdì era a Pescara e stava dialogando a debita distanza però,con qualcuno a bordo di un fuoristrada;il secondo è telefonico,un uomo sostiene che la figlia lo abbia notato nei pressi di via Davalos,a Pescara,intorno alle ore 20,vestito come quando è scomparso,ma che non ricorda se sia stato martedì 13 o mercoledì 14,cioè il giorno da cui non si hanno più notizie dello studente.Prende la parola un coinquilino,per informare tutti che martedì 13 Roberto non era andato a fare footing e che mercoledì 14 alle ore 20 lui stesso con un'amica erano in quella via,che perciò se si fosse trattato di lui,lo avrebbero visto anche loro.Infine si presenta un altro uomo che dice di aver avvistato il ragazzo forse giovedì mattina intorno alle 3,a"fare il palo"a Francavilla.Intanto,oggi,è emerso un fatto di rilievo,anche se non collegato alla sparizione:nel 2004 Roberto prese una bibita da un esercente della sua zona e venne ricoverato e salvato in ospedale dall'avvelenamento.All'inizio si investigò per capire se potesse esserci compatibilità tra i pesticidi adoperati nell'azienda paterna e la sostanza nella bevanda che quasi lo uccise:l'esito fu negativo,pertanto si escluse l'ipotesi di tentato suicidio per poi procedere alla denuncia del negoziante.Comunque se davvero Roberto sta vagando per il pescarese,non credo volesse far perdere le sue tracce,ma come ha chiesto il padre,il prossimo che lo avvista,dovrebbe fermarlo,anche perché a questo punto mi sembra plausibile che al ragazzo possa essere capitato qualcosa che non gli permette di far ritorno a casa.

Centro di accoglienza richiedenti asilo di Foggia: Connecting People non si arrende

Termina, per ora, in favore della Croce Rossa Italiana la telenovela della gestione del centro accoglienza richiedenti asilo di Borgo Mezzanone, frazione di Manfredonia. Il consiglio di stato ha infatti ordinato il reintegro entro 30 giorni della Cri nella gestione del Cara foggiano, poiché la gara di affidamento dei servizi dal 2010 in poi era stata vinta dal consorzio siciliano "Connecting People" in maniera illegittima. Dopo due anni di battaglia, dunque, il centro che ospita per la maggioranza nordafricani, libici in particolare, tornerà ad essere gestito dalla più grande organizzazione umanitaria nazionale, che era stata costretta a licenziare 33 dipendenti che prestavano servizio proprio a Borgo Mezzanone. Tornerà? Mah, ancora nulla è definitivo e già Connecting People ha annunciato battaglia.
La Gara - Si trattava di un bando pubblicato per una capienza di 778 persone. L'offerta economica della Croce Rossa fu di 7.927.176 euro, mentre quella della Connecting People di 7.099.041. L'appalto fu affidato con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, quindi al consorzio siciliano, che gestisce anche i Cara di Trapani e Gorizia. La Croce Rossa, però, denunciò anomalie nella procedura di aggiudicazione e presentò ricorso al Tar: "Alla Connecting People é stato concesso di rimodulare le voci di costo per correggere il numero degli operatori senza variare l'importo dell'offerta a prezzo di gara già noto", dissero dall'organizzazione umanitaria. Ma il Tar diede ragione alla Connecting People.
 Dopo il ricorso al Consiglio di Stato, l'affidamento alla Croce Rossa: "Sono stati due anni di battaglie per la legalità e la trasparenza - ha detto Francesco Rocca, commissario straordinario Cri - e perché il centro tornasse a essere gestito dalla più grande organizzazione umanitaria nazionale e internazionale. Vogliamo sperare che la Prefettura di Foggia ottemperi senza alcun indugio alla decisione della suprema giustizia amministrativa. La Croce rossa italiana, e in particolare quella di Foggia, hanno diritto a poter esercitare la propria azione umanitaria in maniera efficace e a tutela dei collettivi vulnerabili".
Durissimo pure un comunicato di Connecting People giuntoci in redazione. "E' in corso di notifica un ricorso per la revoca della sentenza," dichiara Orazio Micalizzi, vicepresidente del Consorzio Connecting People, che nell'ultima emergenza umanitaria ha accolto 15000 persone nelle proprie strutture. "Quindi," continua Micalizzi, "la decisione non può essere considerata definitiva". "Quando abbiamo cominciato a gestire il centro, la struttura era in pessime condizioni," spiega Giuseppe Scozzari, presidente del consorzio. "Fortunatamente di tutto questo abbiamo la documentazione fotografica. Stupisce l'idea che gli stessi responsabili di allora, oggi scomodino concetti come quelli di azione umanitaria e tutela dei diritti dei
vulnerabili. I servizi offerti in una struttura ridotta così non potevano certo essere adeguati alla tutela dei diritti dell'essere umano. Abbiamo incontrato mille difficoltà anche strutturali che abbiamo superato recentemente portando a termine numerosi lavori in corso" Connecting People in questi due anni di gestione ha portato la qualità dei servizi ad altissimo livello, come negli altri centri che gestisce sul territorio italiano (vedi su sito www.cpeople.it). Durante la nostra gestione," dichiara ancora Micalizzi, "sono scomparsi gli episodi di intolleranza e le piccole rivolte legate alla scarsa qualità dei servizi e più in generale alla necessità di protezione di cui hanno bisogno le persone di cui ci occupiamo." "Ma quale ripristino della trasparenza, della legalità?" chiede Nicola Lo Noce, consigliere di Connecting People, usando le parole del commissario
straordinario della CRI. "Ma se la Croce Rossa non può per la sua natura giuridica neppure partecipare alle gare d'appalto?" Lo statuto della CRI, infatti, non prevede la possibilità di partecipare a gare d'appalto e
stipulare il relativo contratto, come stabilito dal TAR Lazio, sezione I ter con la sentenza n.32649/2010 e confermato dal Consiglio di Stato.

Facebook Timeline: siete pronti a raccontare tutto ma proprio tutto al Colosso?


Se pensate che era solo il 4 Febbraio 2004 quando Marck Zuckerberg fondò Facebook, il noto social network, per gli studenti dell’Università di Harvard, sembra quasi impossibile che in poco più di 7 anni la piattaforma di reti sociali ha raggiunto un livello di notorietà mondiale, fruttando, come azienda, 550 milioni di dollari. E’ il sito più visitato al mondo e per stare al passo coi tempi ne ha avuto di inventive e di migliorie (qui trovate uno storico con le immagini dei vari passaggi). Nel settembre di quest’anno (2011, ndr) Facebook annunciava un nuovo aggiornamento nel layout del profilo: si chiama Timeline e si propone come il più magnifico aggiornamento mai visto da facebook, forse più addirittura dell'aggiornamento di qualche anno fa quando compariva la chat (amata e odiata). Facebook diventa ufficialmente (con questo aggiornamento) un diario personale. Novità sostanziale riguarda la visualizzazione del profilo personale, la home resta quasi del tutto invariata, se non per il riquadro degli aggiornamenti (palesemente copiato da twitter) e la chat ancorata sulla destra (per chi possiede uno schermo più grande di 10 pollici). Riguardo il profilo invece, prima novità assoluta è l'immagine di copertina, una vera e propria gigantografia modificabile a piacimento posizionata all'inizio della pagina. "Riempi questo ampio spazio con un'unica immagine che ti rappresenti al meglio. È la prima cosa che gli altri vedranno quando visiteranno il tuo diario" ci consiglia facebook e d è quello che bisognerà fare per rendere accattivante il profilo. C'è chi si è già sbizzarrito con questa nuova funzionalità, creando dei bellissimi effetti rendendo partecipe anche la foto del profilo. Saltata l'immagine di copertina ecco la vera novità: il diario. Sulla destra della pagina web è presente la "timeline", letteralmente la linea del tempo, adesso è possibile scorrere il nostro profilo fino ad una data precisa per visualizzare post, commenti, foto pubblicati anni addietro (cosa che diventava praticamente impossibile prima). Nel layout invece cambia la classica visualizzazione in ordine cronologico a cascata, facendo a posto ad un apparente caos, gestibile e modificabile. Si potrà infatti scegliere quali post includere e quali no dalla visualizzazione del Diario tramite la stellina posizionata a sinistra di ogni post. 
Insomma una marea di novità per Facebook: se non avete ancora eseguito l'aggiornamento e volete passare alla nuova versione cliccate a questo link.

Benedetto XVI spiega come è possibile incontrare Dio "oggi" anche nel Natale

Sono lieto di accogliervi in Udienza generale a pochi giorni dalla celebrazione del Natale del Signore. Il saluto che corre in questi giorni sulle labbra di tutti è “Buon Natale! Auguri di buone feste natalizie!”. Facciamo in modo che, anche nella società attuale, lo scambio degli auguri non perda il suo profondo valore religioso, e la festa non venga assorbita dagli aspetti esteriori, che toccano le corde del cuore. Certamente, i segni esterni sono belli e importanti, purché non ci distolgano, ma piuttosto ci aiutino a vivere il Natale nel suo senso più vero, quello sacro e cristiano, in modo che anche la nostra gioia non sia superficiale, ma profonda.
Con la liturgia natalizia la Chiesa ci introduce nel grande Mistero dell’Incarnazione. Il Natale, infatti, non è un semplice anniversario della nascita di Gesù, è anche questo, ma è di più, è celebrare un Mistero che ha segnato e continua a segnare la storia dell’uomo – Dio stesso è venuto ad abitare in mezzo a noi (cfr Gv 1,14), si è fatto uno di noi -; un Mistero che interessa la nostra fede e la nostra esistenza; un Mistero che viviamo concretamente nelle celebrazioni liturgiche, in particolare nella Santa Messa. Qualcuno potrebbe chiedersi: come è possibile che io viva adesso questo evento così lontano nel tempo? Come posso prendere parte fruttuosamente alla nascita del Figlio di Dio avvenuta più di duemila anni fa? Nella Santa Messa della Notte di Natale, ripeteremo come ritornello al Salmo Responsoriale queste parole: «Oggi è nato per noi il Salvatore». Questo avverbio di tempo, «oggi», ricorre più volte in tutte le celebrazioni natalizie ed è riferito all’evento della nascita di Gesù e alla salvezza che l’Incarnazione del Figlio di Dio viene a portare. Nella Liturgia tale avvenimento oltrepassa i limiti dello spazio e del tempo e diventa attuale, presente; il suo effetto perdura, pur nello scorrere dei giorni, degli anni e dei secoli. Indicando che Gesù nasce «oggi», la Liturgia non usa una frase senza senso, ma sottolinea che questa Nascita investe e permea tutta la storia, rimane una realtà anche oggi alla quale possiamo arrivare proprio nella liturgia. A noi credenti la celebrazione del Natale rinnova la certezza che Dio è realmente presente con noi, ancora “carne” e non solo lontano: pur essendo col Padre è vicino a noi. Dio, in quel Bambino nato a Betlemme, si è avvicinato all’uomo: noi Lo possiamo incontrare adesso, in un «oggi» che non ha tramonto.
Vorrei insistere su questo punto, perché l’uomo contemporaneo, uomo del “sensibile”, dello sperimentabile empiricamente, fa sempre più fatica ad aprire gli orizzonti ed entrare nel mondo di Dio. La redenzione dell’umanità avviene certo in un momento preciso e identificabile della storia: nell’evento di Gesù di Nazaret; ma Gesù è il Figlio di Dio, è Dio stesso, che non solo ha parlato all’uomo, gli ha mostrato segni mirabili, lo ha guidato lungo tutta una storia di salvezza, ma si è fatto uomo e rimane uomo. L’Eterno è entrato nei limiti del tempo e dello spazio, per rendere possibile «oggi» l’incontro con Lui. I testi liturgici natalizi ci aiutano a capire che gli eventi della salvezza operata da Cristo sono sempre attuali, interessano ogni uomo e tutti gli uomini. Quando ascoltiamo o pronunciamo, nelle celebrazioni liturgiche, questo «oggi è nato per noi il Salvatore», non stiamo utilizzando una vuota espressione convenzionale, ma intendiamo che Dio ci offre «oggi», adesso, a me, ad ognuno di noi la possibilità di riconoscerlo e di accoglierlo, come fecero i pastori a Betlemme, perché Egli nasca anche nella nostra vita e la rinnovi, la illumini, la trasformi con la sua Grazia, con la sua Presenza.
Il Natale, dunque, mentre commemora la nascita di Gesù nella carne, dalla Vergine Maria - e numerosi testi liturgici fanno rivivere ai nostri occhi questo o quell’episodio -, è un evento efficace per noi. Il Papa san Leone Magno, presentando il senso profondo della Festa del Natale, invitava i suoi fedeli con queste parole: «Esultiamo nel Signore, o miei cari, e apriamo il nostro cuore alla gioia più pura, perché è spuntato il giorno che per noi significa la nuova redenzione, l’antica preparazione, la felicità eterna. Si rinnova infatti per noi nel ricorrente ciclo annuale l’alto mistero della nostra salvezza, che, promesso all’inizio e accordato alla fine dei tempi, è destinato a durare senza fine» (Sermo 22, In Nativitate Domini, 2,1: PL 54,193). E, sempre san Leone Magno, in un’altra delle sue Omelie natalizie, affermava: «Oggi l’autore del mondo è stato generato dal seno di una vergine: colui che aveva fatto tutte le cose si è fatto figlio di una donna da lui stesso creata. Oggi il Verbo di Dio è apparso rivestito di carne e, mentre mai era stato visibile a occhio umano, si è reso anche visibilmente palpabile. Oggi i pastori hanno appreso dalla voce degli angeli che era nato il Salvatore nella sostanza del nostro corpo e della nostra anima» (Sermo 26, In Nativitate Domini, 6,1: PL 54,213).
C’è un secondo aspetto al quale vorrei accennare brevemente: l’evento di Betlemme deve essere considerato alla luce del Mistero Pasquale: l’uno e l’altro sono parte dell’unica opera redentrice di Cristo. L’Incarnazione e la nascita di Gesù ci invitano già ad indirizzare lo sguardo verso la sua morte e la sua risurrezione: Natale e Pasqua sono entrambe feste della redenzione. La Pasqua la celebra come vittoria sul peccato e sulla morte: segna il momento finale, quando la gloria dell’Uomo-Dio splende come la luce del giorno; il Natale la celebra come l’entrare di Dio nella storia facendosi uomo per riportare l’uomo a Dio: segna, per così dire, il momento iniziale, quando si intravede il chiarore dell’alba. Ma proprio come l’alba precede e fa già presagire la luce del giorno, così il Natale annuncia già la Croce e la gloria della Risurrezione. Anche i due periodi dell’anno, in cui sono collocate le due grandi feste, almeno in alcune aree del mondo, possono aiutare a comprendere questo aspetto. Infatti, mentre la Pasqua cade all’inizio della primavera, quando il sole vince le dense e fredde nebbie e rinnova la faccia della terra, il Natale cade proprio all’inizio dell’inverno, quando la luce e il calore del sole non riescono a risvegliare la natura, avvolta dal freddo, sotto la cui coltre, però, pulsa la vita e comincia di nuovo la vittoria del sole e del calore.
I Padri della Chiesa leggevano sempre la nascita di Cristo alla luce dall’intera opera redentrice, che trova il suo vertice nel Mistero Pasquale. L’Incarnazione del Figlio di Dio appare non solo come l’inizio e la condizione della salvezza, ma come la presenza stessa del Mistero della nostra salvezza: Dio si fa uomo, nasce bambino come noi, prende la nostra carne per vincere la morte e il peccato. Due significativi testi di san Basilio lo illustrano bene. San Basilio diceva ai fedeli: «Dio assume la carne proprio per distruggere la morte in essa nascosta. Come gli antidoti di un veleno una volta ingeriti ne annullano gli effetti, e come le tenebre di una casa si dissolvono alla luce del sole, così la morte che dominava sull’umana natura fu distrutta dalla presenza di Dio. E come il ghiaccio rimane solido nell’acqua finché dura la notte e regnano le tenebre, ma subito si scioglie al calore del sole, così la morte che aveva regnato fino alla venuta di Cristo, appena apparve la grazia di Dio Salvatore e sorse il sole di giustizia, “fu ingoiata dalla vittoria” (1 Cor 15,54), non potendo coesistere con la Vita» (Omelia sulla nascita di Cristo, 2: PG 31,1461). E ancora san Basilio, in un altro testo, rivolgeva questo invito: «Celebriamo la salvezza del mondo, il natale del genere umano. Oggi è stata rimessa la colpa di Adamo. Ormai non dobbiamo più dire: ”Sei in polvere e in polvere ritornerai” (Gn 3,19), ma: unito a colui che è venuto dal cielo, sarai ammesso in cielo” (Omelia sulla nascita di Cristo, 6: PG 31,1473).
Nel Natale noi incontriamo la tenerezza e l’amore di Dio che si china sui nostri limiti, sulle nostre debolezze, sui nostri peccati e si abbassa fino a noi. San Paolo afferma che Gesù Cristo «pur essendo nella condizione di Dio… svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (Fil 2,6-7). Guardiamo alla grotta di Betlemme: Dio si abbassa fino ad essere adagiato in una mangiatoia, che è già preludio dell’abbassamento nell’ora della sua passione. Il culmine della storia di amore tra Dio e l’uomo passa attraverso la mangiatoia di Betlemme e il sepolcro di Gerusalemme.
Cari fratelli e sorelle, viviamo con gioia il Natale che si avvicina. Viviamo questo evento meraviglioso: il Figlio di Dio nasce ancora «oggi», Dio è veramente vicino a ciascuno di noi e vuole incontrarci, vuole portarci a Lui. Egli è la vera luce, che dirada e dissolve le tenebre che avvolgono la nostra vita e l’umanità. Viviamo il Natale del Signore contemplando il cammino dell’amore immenso di Dio che ci ha innalzati a Sé attraverso il Mistero di Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione del suo Figlio, poiché – come afferma sant’Agostino - «in [Cristo] la divinità dell’Unigenito si è fatta partecipe della nostra mortalità, affinché noi fossimo partecipi della sua immortalità» (Epistola 187,6,20: PL 33,839-840). Soprattutto contempliamo e viviamo questo Mistero nella celebrazione dell’Eucaristia, centro del Santo Natale; lì si rende presente in modo reale Gesù, vero Pane disceso dal cielo, vero Agnello sacrificato per la nostra salvezza.
Auguro a tutti voi e alle vostre famiglie di celebrare un Natale veramente cristiano, in modo che anche gli scambi di auguri in quel giorno siano espressione della gioia di sapere che Dio ci è vicino e vuole percorrere con noi il cammino della vita. Grazie
Benedetto XVI