11/04/12

Sul finanziamento ai partiti la politica si difenda, ma non sia presuntuosa

Da giorni c’è un paese, l’Italia, che non pensa a nulla se non a una cosa: lasciare i partiti in mutande, togliere loro l’unica fonte economica di sostentamento (i rimborsi elettorali), distruggere definitivamente la democrazia, cavalcando così un fenomeno che se non è anti politica allo stato puro poco ci manca. Allo stesso tempo, però, quella stessa politica, che è sotto il fuoco incrociato della santa inquisizione mediatica per il Belsito-gate, cerca di difendersi, avanzando proposte più o meno intelligenti, più o meno assurde. Sarebbe inutile, ora, mettersi a discutere quale sia la forma o la misura più opportuna da dare ai rimborsi elettorali. La decisione non passerà dallo stato d’animo dell’opinione pubblica, tanto meno dal commento dei migliori editorialisti e delle menti più eccelse del paese. Tuttavia una riflessione da fare c’è. Riguarda quella radicalizzazione delle posizioni mostrate in questi giorni, quella contrapposizione guerrafondaia tra chi vorrebbe eliminare il finanziamento pubblico ai partiti e chi vorrebbe lasciarlo intatto, se non addirittura aumentarlo, ponendo la condizione di un maggiore controllo da parte degli organi preposti. E’ qui che passano, per certi versi, il futuro del nostro paese e l’avvenire della politica italiana. E’ qui che bisogna muoversi con cautela, cercando una soluzione equilibrata che possa essere di gradimento alle fazioni attualmente in guerra (mediatica, s’intende). Perché abolendo del tutto il finanziamento ai partiti senza dare la giusta contromisura, si rischia di dare la spallata definitiva a una politica, quella italiana, ormai in fin di vita, ridotta in uno stato pietoso da coloro che hanno approfittato del consenso popolare in maniera impropria. Non solo. Il maggior pericolo è quello di dare ragione alle aspettative dell’anti politica violenta, quella di soggetti come Beppe Grillo, capaci solamente di fomentare l’odio sociale (lo abbiamo visto più volte) e allontanare i cittadini dalla politica. Al tempo stesso, però, pretendere di lasciare intatto il finanziamento ai partiti, proprio come sta facendo la politica, è sintomo di presunzione. Come possono gli italiani fidarsi ancora dopo tutto ciò che è successo? Come si può pretendere la stima di un popolo fregato dai vari Lusi e Belsito? Ragion per cui forse una soluzione c’è. Sta in media res, come amavano dire i latini, in mezzo alle cose, a quelle due fazioni così diverse ed estreme, quanto tremendamente sbagliate.

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