10/08/11

Fotografia - Mostre e Concorsi - Come un Dio Creo e Distruggo



E prende il via anche l'ultima sezione della nostra rubrica dedicata alle mostre e ai concorsi fotografici più interessanti del momento. Abbiamo l'onore di dare inizio alle danze con una splendida iniziativa direttamente da San Donà di Piave, provincia di Venezia. Una iniziativa che, lo confesso, mi ha davvero impressionato.

Il progetto, denominato "Come un Dio Creo e Distruggo", sconfina rispetto all'ambito della nostra rubrica e della fotografia in generale. Ma non è forse l'arte stessa fatta per non avere barriere? Non si tratta infatti di un concorso vero e proprio, ma di una "pura espressione artistica", come recita a chiare lettere lo slogan informativo. Non è nemmeno strettamente legato alla fotografia. Le opere che vorranno prendere parte alla rassegna potranno appartenere a qualsiasi espressione artistica: dalla pittura alla poesia, attraverso immagini e parole. E, volendo, anche attraverso la nostra amata pellicola.

Le opere, che dovranno avere come tema "La costruzione del mondo: L'atto creativo" dovranno essere presentate entro il 26 Agosto, per poi essere esposte in data 10 Settembre presso l'area esterna del Caffé Letterario di San Donà di Piave. La partecipazione è, ovviamente, totalmente gratuita.

Un'esperienza nel vero senso della parola. Per cogliere a pieno il significato e le sfumature di questo progetto, abbiamo deciso di farcelo raccontare direttamente da uno dei suoi creatori: Simone Bianco, chitarrista dei Lamanaïf e mente operativa del progetto.

Lamanaïf

- Da cosa è nata l'idea di creare un progetto come questo?
L’idea è nata dalla necessità di condividere un pensiero artistico e filosofico che ridia valore all’opera artistica sottolineandone il significato profondo. L’evento è stato pensato e organizzato dai Lamanaïf, band progressive che tenta di unire elementi musicali e teatrali. L’accostamento di arti aumenta esponenzialmente la capacità espressiva dell’opera, e nel nostro processo di composizione miriamo sempre a giungere ad un significato sia testuale che musicale ed immaginifico. Da qui l’idea di essere un gruppo aperto ad ogni tipo di influenza artistica e collaborazione esterna. Di fatto la manifestazione non è da intendersi come un concorso, festival o esposizione, ma come una collaborazione estesa di artisti (in quanto definiti tali) e persone comuni (che avranno la possibilità di esprimersi attivamente) per la generazione di un opera d’arte collettiva. L’evento mira al superamento della concezione delle arti separate, e reclama l’esistenza di un unico processo creativo, che il senso comune divide in musica, teatro, pittura, fotografia etc., ma a cui ogni artista deve fare riferimento a prescindere dalla forma della sua creazione.

- Cosa è per te l'arte e perché ritieni sia importante darvi spazio?
L’arte non può avere una definizione ultima, e cercarne una è il tentativo di afferrarla una volta per tutte e renderla reale, tangibile, criticabile, vendibile. L’arte non c’è di per sé ma viene configurata in modalità imprevedibili nel processo artistico, che sottende ogni produzione dell’uomo (“artistica” e non), nel momento stesso in cui qualcosa nell’uomo diventa qualcosa nel mondo attraverso l’atto creativo, l’atto produttivo e quindi, appunto, l’atto artistico.
Dare spazio al processo artistico è fondamentale perché in esso l’uomo si racconta, si da un posto nel mondo e diventa propriamente un essere umano.

- Per quale motivo si dovrebbe partecipare a questa iniziativa?
Partecipare a questo evento significa ridare valore al proprio pensiero, prende una penna metaforica e scrivere di sé, scrivere dell’essere umano e in tal modo andarlo a costruire. Il mondo di ogni giorno è continuamente modificato e generato dai processi linguistici e artistici messi in atto da tutti i suoi abitanti: i media, le leggi, la chiacchierata al bar, il discorso del sindaco, la lettura di un libro etc… compartecipano a generare il mondo in cui viviamo. Non sono solo le mode a cambiare ma i valori, le malattie mentali, le terapie mediche, le concezioni del giusto e sbagliato. A volte anche le cose che ci sembrano più concrete e fisse mutano senza che nemmeno ce ne rendiamo conto. Proprio questo il tema, in primis, di riflessione, ed in secundis, di ispirazione per la creazione di materiale artistico che vada a dire “questo sono io nel mondo, questa è la mia visione”.
Il tema dell’evento (La costruzione del mondo: l’atto creativo) vuole stimolare proprio la riflessione su come vediamo il nostro mondo. Un mondo nostro, appunto, non perché lo abitiamo casualmente, ma perché lo generiamo costantemente.

- Tu parteciperai?
Assolutamente si, con i Lamanaïf stiamo ultimando il nostro spettacolo musico-teatrale che sarà ricco di sorprese per lo spettatore troppo abituato ai tipici clichè musicali. Nella nostra performance daremo vita al mito di due divinità, una creatrice e l’altra distruttrice, e alla loro storia di continua costruzione e disfacimento di tutto il cosmo, ignare che il cosmo stesso potesse generare l’uomo, capace di mettere in atto i processi di costruzione e distruzione.


Le aspettative, sono decisamente alte. Spero di avervi trasmesso un po' dell'entusiasmo che ruota intorno a un progetto completamente nuovo e per certi versi davvero rivoluzionario. Io, personalmente, parteciperò. Invito anche voi cari lettori a fare lo stesso. Non mi resta che augurarvi buona costruzione e distruzione a tutti!


Info & link utili per partecipare
Pagina Facebook Ufficiale
Sito Ufficiale Lamanaif
Flyer Informativo
Domanda di Adesione
Regolamento Completo


Segnalateci Mostre e Concorsi
Siete i promotori di un evento fotografico? Siete a conoscenza di una mostra, un concorso o un'esposizione fotografica che ritenete degna di nota? Segnalatecela!
Non dovete far altro che mandare una mail a servlad90@yahoo.it presentandoci l'evento. Provvederemo a metterci in contatto con voi e a pubblicizzare l'iniziativa!

Dall'Albania ad un quasi castello a Novate Milanese

In questi giorni tutti parlano della ricorrenza dei venti anni dai primi sbarchi di profughi provenienti dall'Albania e negli occhi di noi meno giovani, ed anche meno vecchi, è impressa a memoria quella foto della Nave "Vlora" con questi sconosciuti, cosi simili a noi, che scappavano verso di noi.
La storia sappiamo tutti come è andata ed oggi conosciamo tutti le vicende di altri barconi che giungono verso l'Italia.
Io voglio qui riportare un ricordo personale.
Venti anni la gestione di quell'emergenza fu organizzata circa in questo modo: gli albanesi furono presi e suddivisi a gruppi di piccoli numeri per ogni comune di Italia.
Al mio paese, Novate Milanese, arrivarono in quattro o cinque.
Si integrarono subito benissimo. Cominciarono a fare i muratori e parlavano già bene l'Italiano grazie alla televisione.
Lavoro e lavoro duro.
Uno di loro giocava a calcetto con noi, era un gran lavoratore ed un ragazzo spigliato e simpatico. Piano piano ha fatto venire in Italia la sua famiglia, si è poi sposato con la sua ragazza, ha figli, ha aiutato tantissimo in parrocchia.
Piano piano ha costruito una impresa e nel paese è rimasto l'unico muratore: già dieci anni se avevi bisogno di tirare su un muro dovevi chiamare solo lui perchè solo lui era rimasto.
Piano piano i suoi figli vanno a scuola, lui, da ospite del comune, si è costruito una casa che sembra un castello e sicuramente è più ricco di molti italiani.
Piano piano, mattone su mattone, è sceso dalla Vlora e si è costruito il presente ed il futuro.
Non so se dirti, amico mio, auguri in questa triste ricorrenza che ti ha costretto a nuova vita: che si dice in queste occasioni? Non lo so.
Però da lontano un complimenti ed un abbraccio te lo mando volentieri.