25/10/11

Che cosa è successo a Todi? di Rocco Buttiglione

Proviamo a capire cosa è successo veramente a Todi il 17 ottobre e quali sono le prospettive di evoluzione del movimento che lì è nato. Lo facciamo da osservatori partecipanti. Partecipanti perché siamo dei cristiani che fanno parte del popolo cristiano che a Todi si è riunito. Siamo dentro la medesima comunione ecclesiale, abbiamo la stessa cultura, le stesse preoccupazioni e le stesse speranze. Osservatori perché facciamo politica e siamo in un certo senso la controparte davanti alla quale (speriamo non contro la quale) il movimento si costituisce.
Molti si sono preoccupati di difendersi da questo movimento nel quale, forse anche al di là delle sue intenzioni, si intuisce e si teme un potenziale destabilizzante del quadro politico attuale. Queste reazioni di difesa sono preoccupate più di stabilire cosa il movimento non è che non quello che è.
Si è detto che i movimenti e le associazioni di Todi non vogliono fondare un partito. È vero. È invece sbagliato dire che non fanno politica. La politica non appartiene tutta ai partiti. Esiste anche una politica dei cittadini, intesa come “prudente sollecitudine per il bene comune” (enciclica Laborem Exercens). È su questo terreno che si colloca il movimento di Todi. Esso coglie un disagio della società civile ed una mancanza di connessione e di dialogo fra società civile e società politica. Se non ci fosse questo disagio le associazioni ed i movimenti non avrebbero sentito il bisogno di ritrovarsi insieme. Niente nuovo partito (per il momento almeno) ma non si può nemmeno dire che va tutto bene e che per la politica tutto continua come prima. C’è un segnale chiaro di crisi e di insoddisfazione per il quadro politico esistente e per la situazione attuale della politica. C’è la percezione di una crisi che chiede, per essere superata, una politica diversa da quella che c’è ed una collaborazione fra tutte le forze politiche, privilegiando il bene comune su tutti gli interessi di parte.
Qualcuno ha detto che i movimenti di Todi non chiedono la fine del bipolarismo. È vero, ma questo non vuol dire che il bipolarismo lo sostengano. Semplicemente a me sembra che il problema dei movimenti non sia affatto il bipolarismo, né pro né contro. Chiedono di ristabilire un rapporto corretto fra politica e società. Chiedono che la società possa liberamente scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni. E chiedono un governo che si occupi efficacemente del bene comune del paese. Se questo il bipolarismo è in grado di garantirlo allora viva il bipolarismo. Se no, al diavolo il bipolarismo. Certo questo sistema con questo bipolarismo non risponde alle attese ed alle speranze dei movimenti.
Qualcosa di analogo si può dire per quello che riguarda Berlusconi e il berlusconismo. L’intenzione di Todi non è quella di attaccare Berlusconi ma certo neppure quella di difenderlo. I movimenti, piuttosto, si collocano dopo il berlusconismo. Pongono questioni e cercano risposte che vengono dopo la fine del berlusconismo. Non contro ma dopo. Un dopo, però, che è già cominciato e che è inutile cercare di frenare.
Molto bene un gruppo di dirigenti del PDL in una lettera ad Avvenire dice sostanzialmente: non chiedeteci di condannare Berlusconi (quelli di Todi non glielo chiedono), chiedeteci di andare oltre Berlusconi, di mostrare che non siamo la corte di Berlusconi ma una forza politica fondata su valori e su principi che rimangono anche dopo la fine del berlusconismo. Attendiamo fiduciosi che gli amici del PDL mostrino con i fatti di non essere la corte di Berlusconi.
Molti hanno agitato lo spettro della DC. Voci scandalizzate si sono chieste: “ma non vorranno rifare la DC?”. Io ho l’impressione che ai movimenti di Todi della vecchia DC non gliene importi nulla. Non la vogliono rifare ma non hanno neanche l’ossessione di non rifarla a nessun costo. Andranno per la loro strada e non si lasceranno fermare dalla preoccupazione che il risultato alla fine potrebbe forse per qualche aspetto somigliare alla Democrazia Cristiana.
Vediamo invece in positivo cosa è successo a Todi.
I movimenti si sono trovati per parlare insieme ed hanno verificato di parlare un linguaggio comune, e di avere attese e speranze comuni. Non era scontato. Una volta il cosiddetto mondo cattolico era diviso perché era attraversato da diverse opzioni ideologiche. La fede era debole e l’ideologia era forte. Davanti alle scelte difficili il rischio che la fedeltà all’ideologia o alla opzione politica prevalesse sulla fede era forte. Oggi è vero il contrario: i criteri e le visioni generate dal linguaggio della fede che unisce prevalgono sulle opzioni politiche che dividono. Si sono indebolite le ideologie, e la fede (forse) è diventata più forte. Parlando un linguaggio comune i movimenti hanno iniziato un percorso di ricerca comune. Non è poco. C’è una volontà di dialogo e di presenza comune nella società. C’è la percezione del fatto che questi movimenti e queste associazioni danno un grande contributo alla vita della società ma non contano rigorosamente nulla nel definire le linee politiche che la guidano. C’è poi la convinzione che la società stia andando a fondo e che i movimenti abbiano la forza ed il dovere di dare un contributo essenziale per salvarla. Ma come? Questo è il tema della ricerca.
La ricerca continuerà.
Proviamo ora ad immaginare alcune piste lungo le quali la ricerca può svilupparsi ed alcune tappe possibili dello sviluppo che ci sta davanti.
È necessario individuare alcuni obiettivi di una politica della cittadinanza e di promuovere su di esse una mobilitazione. Le associazioni ed i movimenti di Todi coinvolgono milioni di persone. Bisogna coinvolgerle su obiettivi semplici e chiari che queste persone possano facilmente sentire come proprie. Penso a temi come la famiglia, il lavoro, la scuola, il diritto alla partecipazione politica… può essere una grande manifestazione, possono essere diverse manifestazioni. L’importante è che esse siano preparate su di una adeguata piattaforma di valori e di proposte e che dopo ci sia la capacità di interloquire con le forze politiche sulla base delle proprie proposte.
Il movimento deve essere indipendente da tutte le forze politiche ma non deve essere equidistante. Deve essere capace di registrare convergenze e divergenze e di premiare gli interlocutori con i quali giunge a convergenze, e di opporsi agli interlocutori con i quali si registrino delle divergenze. Solo così il movimento potrà avere un forte e vero impatto politico.
È importante il tema del sistema elettorale. Il movimento di Todi ha una forza potenziale tale da consentirgli di affermarsi con qualunque sistema elettorale. Il sistema elettorale può però avere una funzione decisiva nel determinare il modo in cui la forza del movimento potrà esercitarsi sulla politica italiana. Con il sistema attuale il movimento può registrare solo convergenze e divergenze con i partiti nel loro insieme. Sono infatti i partiti ad essere votati, con liste bloccate. Il movimento può, certo, scegliere un partito ma certo preferirebbe non doverlo fare, preferirebbe mantenere una certa distanza da tutti i partiti. Questo è più facile se c’è un sistema che consente di scegliere (per esempio con le preferenze) la persona e non il partito. In questo caso il movimento potrebbe scegliere uomini che prendono impegno sui temi che gli stanno a cuore anche in diversi partiti o, al limite, in tutti i partiti.
Come reagirà la politica al porsi del “movimento dei movimenti cattolici”?
L’UDC deve porsi immediatamente come interlocutore del movimento. Molti di noi vengono dalla medesima esperienza di fede e tutti noi veniamo dalla stessa visione antropologica che è propria dei movimenti. Dobbiamo dire con chiarezza che consideriamo positivo il loro protagonismo, che voglismo formulare i nostri programmi nel dialogo con loro e che vogliamo rinnovare le classi dirigenti attingendo a uomini loro per le nostre liste elettorali. Non intendiamo strumentalizzarli e non pretendiamo un monopolio della interlocuzione politica. Saremo lieti se anche altri accetteranno il dialogo con i movimenti. Noi comunque ci siamo.
Un problema più complicato si pone per il popolo delle Libertà. Il movimento dei movimenti si colloca, non polemicamente, su di un terreno che viene dopo il berlusconismo. È capace il Popolo delle Libertà di porsi su questo terreno? Roberto Formigoni mostra di comprendere bene la natura del problema quando fa capire che Berlusconi farebbe bene a passare la mano ad un governo di grande coalizione ed il Popolo delle Libertà dovrebbe offrire all’UDC di fondare insieme un partito nuovo, il partito del partito Popolare Europeo in Italia. Ma è disponibile il PDL ad incamminarsi su questo percorso? O si ostinerà nel tentativo testardo di prolungare artificialmente, con costi altissimi per il paese, una stagione politica che è ormai definitivamente finita? Nessuno lo sa.
Il porsi del nuovo soggetto sociale e culturale cattolico interpella anche la sinistra. I primi commenti a Todi da parte della sinistra sono stati positivi. La critica a Berlusconi e la richiesta di una fase politica nuova dopo il berlusconismo ha fatto premio su tutto. La sinistra può prendere atto con soddisfazione anche di un altro elemento. I cattolici a Todi non hanno rivendicato semplicemente la difesa dei loro valori non negoziabili ma hanno rivendicato più in generale il diritto di dare un contributo decisivo per il bene comune, per la giustizia sociale e per tirare il paese fuori dalla crisi. La sinistra tuttavia non può eludere una questione decisiva. I cattolici di Todi affermano prima che una politica una antropologia, una visione sull’uomo. Da quella antropologia discende in modo indissolubile sia la difesa del povero che la difesa della vita. La difesa della vita non può essere autentica se non è unita alla difesa del povero, e viceversa. Chi è più povero di un bambino non nato? Il manifesto dei Quattro Intellettuali della Sinistra ha invitato bersani a rinunciare ad una presunzione di superiorità intellettuale per la quale i temi posti dalla cultura della vita non meritano neppure di essere presi in considerazione. Se la sinistra ne sarà capace anche con loro si potrà aprire un dialogo fecondo. Non è indispensabile che la sinistra adotti le nostre posizioni in bioetica. Sarebbe sufficiente che desse libertà di pensiero su questi temi al proprio interno.
Nessuno può dire quanto lontano arriverà questa iniziativa di Todi. In un panorama politico e culturale desertificato essa può essere un ponte verso un necessario Risorgimento. Ad essa noi guardiamo con fiducia e con speranza.
Rocco Buttiglione su Liberal

C'è aria di crisi di Governo? No, di crollo imminente!

E' tutt'oggi che respiro un'aria di crisi attorno ai Palazzi del Governo: aria pesante, altro che da purificare, qui va proprio cambiata in toto.
A Piazza Grazioli oggi c'erano più Auto Blu (stinte) che fioriere. Aria pesante, chiacchiericci nascosti ma neanche troppo.
A Montecitorio il clima è teso. Maroni riferisce sui disordini (dopo una settimana sono diventati disordini e non atti criminali) avvenuti a Roma il famoso Sabato degli Indignati e solo una manciata di deputati è presente in Aula ad ascoltare, applaudire.
Dicono che un accordo tra PDL e Lega sia stato trovato: distinguere tra pensioni di anzianità lavorativa e quelle di vecchiaia.
Lo capirà la gente? Basterà alla Lega per non dire Stop ora che le vetrine già si riempiono di Babbo Natale? basterà tutto questo? Oppure siamo al capolinea di questa esperienza e bisogna spostarsi cento metri più in là perchè il crollo è imminente?
Per ora cento metri più in là c'è il Quirinale.
Per ora come crollo c'è stata un'altra scossa mortale di terremoto in Turchia e nessuno ne parla.
Crollo imminente.
Estote parati.

Hallowen...una festa per riposare dopo i primi due mesi di scuola

Halloween, se per i più piccoli Halloween equivale a travestirsi ed andare a caccia di dolci, per noi adolescenti è un'ottima occasione per organizzare qualche festa.
Nei giorni precedenti al 31 ottobre sono vari gli inviti che si ricevono: dalla semplice uscita con gli amici alla sera, alla festa della città con dj che ti danno musica nonstop per tutta la notte.
Tutti cercano sempre di divertirsi, in fondo Hallowen con il relativo ponte è la prima vacanza dall'inizio dell'anno scolastico. È un momento in cui ci si rilassa e riposa dai primi due mesi di scuola.
Purtroppo le scuole dal nostro punto di vista non esitano a caricarci di compiti perciò oltre al divertimento è obbligatorio lasciare uno spazio allo studio per non tornare a scuola totalmente con la testa per aria.

i Miracoli avvengono ogni giorno, ma troppo spesso siamo noi che non li notiamo!


Viviamo in un mondo dove l'egoismo e l'egocentrismo sembrano aver preso totalmente il sopravvento. E così non ci si stupisce nemmeno più di leggere in continuazione pessime notizie.
Ma in questo mondo tetro e buio appaiano ancora più evidenti e più brillanti delle piccole luci. Normalmente non fanno notizia, o ne fanno poca, ma brillano ancora di più della stella più luminosa presente in un cielo notturno terso.
Sono semplici uomini, anzi fisicamente "mezzi uomini", ma valgono più di 100 uomini interi.
Riescono con impegno, dedizione, forza di volontà e sicuramente con la forza dell'amore a svolgere imprese indimenticabili!
Parlo di Alex Zanardi, ex pilota di formula 1, che dopo un tragico incidente avvenuto nel 2001, nel quale sopravisse per miracolo ma perdendo entrambe le gambe, non solo ebbe il coraggio di rimettersi subito in sella sulle auto da corsa (ottenendo persino ottimi risultati) ma iniziò a partecipare (e vincere) eventi sportivi per disabili.
Ma non basta, due giorni fa il Miracolo: non solo vince la 26esima edizione della maratona di Venezia "pilotando" per 42Km la sua handbike con la sola forza della braccia. Ma riesce a far realizzare il sogno dell'amico Francesco Canali (quello appunto di vincere una maratona). Il miracolo è stato proprio riuscire a realizzare questo sogno irrealizzabile, infatti sarebbe stato impossibile per l'amico Francesco vincere una maratona in quanto affetto da SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica). Alex a pochi metri dal traguardo scende dalla sua handbike e senza protesi spinge l’amico fino a fargli tagliare il traguardo per primo. Vi consiglio di guardare questo splendido video, perchè non capita tutti i giorni di poter ammirare un Angelo all'opera!

Attenzione Romani pioggia prevista per domani e...il Sindaco è a Cracovia

Stavolta il Sindaco di Roma mette gli ombrelli avanti: prevista pioggia stanotte, non nubifragio, però.... io intanto, come a dire, me ne vado a Cracovia.
Il sindaco Alemanno ha parlato questa mattina da Cracovia delle previsioni di forti precipitazioni per domani sull'area della Capitale: «Allo stato attuale non si prevede un nubifragio. Il bollettino decisivo per dirci come saranno le cose domani dovrebbe essere diramato alle 18 di stasera. L'aeronautica e il servizio meteo ci dicono che non sarà un evento eccezionale però siccome anche nel caso precedente si era detto che non ci sarebbe stato l'evento eccezionale per sicurezza questa volta ci siamo preallertati. Il livello d'allerta dipenderà da quello che ci diranno alle 18 però la protezione civile è pronta. Tutto ciò non perchè cambia la situazione dei tombini in 24 ore ma perchè avvertire Ama, Atac e protezione civile ci permette di essere più pronti a questa evenienza e di far funzionare comunque i servizi. Quando c'è un evento eccezionale non c'è tombino che tenga perchè il sistema fognario è stato concepito per eventi poco più che normali».
Noi siamo qui e lui, per darci sicurezza, è a Cracovia.
Scruto l'orizzonte: ce la faremo anche questa volta!

Photo Of The Week N° 12 - Leopard

Bentornati cari lettori! A causa di alcuni problemi nel corso del weekend, vi proponiamo lo scatto più rappresentativo della settimana appena passata solo oggi. Vi assicuro che la piccola attesa sarà ampiamente ripagata. Oggi ospitiamo una fotografia realizzata dal mio compaesano Davide, emblema di come la passione per questa arte di colpisca e ti folgori in un momento, non abbandonandoti più. Ma bando alle ciance, vi lascio alla magia dello scatto di oggi. Buona fotografia a tutti!


Foto: Leopard
Scattata allo Zoo di Pastrengo (VR) con una Nikon D3000.
Fotografia e casualità, è questo l'approccio che mi porta a scoprire una nuova dimensione della realtà. La mia passione è nata e si sta coltivando giorno dopo giorno cosi, dalla curiosità di sperimentare, senza troppe preoccupazioni, pose e tecniche.
Perchè sono pienamente convinto che la miglior opera d'arte nasce dal cuore ancora prima di esser realizzata, poco importa dove, quando e come, so solo che lei nasce.

Autore: Davide Zanon
Nato a Verona nel 1990, diplomato come grafico pubblicitario con specializzazione in campo multimediale.
Scopre la fotografia intorno la fine del 2010, coincidenza o fatalità, incuriosito da questo mondo nuovo mai prima interessato, acquista una macchina fotografica digitale Reflex.
Da quel giorno le cose per lui cambiano, nuovi occhi e nuovo approcciò con la realtà.
"Lo stupore, la curiosita di un bambino, questo mi trasmette la fotografia, finalmente ciò che mi circonda ha un senso".
Dopo quasi un anno di soddisfazioni grazie a tante persone che l'hanno seguito nella sua crescita, nel settembre 2011 Davide (insieme a Valentina) decide di cambiare approccio alla fotografia, renderla finalmente concreta, nasce cosi CREIAMO, dove la fotografia si unisce all'arte digitale per diventare realtà, quadri.
Con l'idea in futuro di creare un circuito di artisti che possano esporre la propria arte ad un elevato numero di persone.
"Ogni giorno nasce e muore il sole, non manca mai il suo splendito appuntamento, ma noi quante albe e quanti tramonti nella nostra vita abbiamo perso, eppur son sempre li".





Come partecipare
Volete che un vostro scatto sia la prossima "Photo of The Week"?
Non dovete far altro che mandare una mail a servlad90@yahoo.it con il vostro scatto, preferibilmente in alta qualità. La foto dovrà essere accompagnata da un titolo, da una breve descrizione dello scatto, del supporto che avete utilizzato e di eventuali effetti impiegati. Inoltre è gradita una vostra breve biografia, in modo che il nostro pubblico possa conoscervi. Nel caso in cui abbiate un blog dove pubblicate le vostre foto, vi invitiamo a segnalarcelo. Buona Fotografia a tutti!
 


La Talanta e la strana classifica

Volevamo la serie A con tutte le nostre forze, perché è il campionato che ci compete da Regina delle provinciali.
L’abbiamo voluta e meritata, strameritata a Torino Portogruaro Modena Crotone, su e giù per l’Italia contro avversari che con noi facevano stadio pieno e big-match.
L’abbiamo ottenuta senza patemi e siamo stati in piazza in tantissimi, molti più dei 17mila abbonati dello scorso anno: una festa di piazza con una città a battere le mani felice di essere tornAti a cAsA.
EPPOI???
Estate tremenda, calcioscomesse: qualcuno parla di serie C, la A è a rischio poi ce lasciano ma ci fanno partire da meno 6.
Come si fa con i bambini cattivi o con gli automobilisti in divieto di sosta: ganasce e fermi per un po’ a fare punti sotto zero.
Non voglio parlare del processo (se così lo si può chiamare) ma la nostra stagione è cominciata lì.
Ora tutti stupiti perché a sommare la penalità ai punti fatti con il passo di uno squadrone saremmo secondi ad un punto solo dall’Udinese, splendida prima!
Stupiti è chi non sa cosa è l’Atalanta a Bergamo e come viviamo noi quello che dalle altri parti è un gioco!
Mia madre ieri sera al telefono mi ha detto: per me senza la penalizzazione non saremmo partiti così!
Ha ragione lei, è stato subito chiaro che nessuna partita sarebbe stata partita qualsiasi per noi, è la prima volta che alla prima di campionato andiamo all’Atalanta (qui si dice davvero così!!) con la tensione di uno spareggio per non tornare su quei campacci spelacchiati del sabato pomeriggio.
E così inizia una vera e propria favola sportiva: 2 a 2 a Genova alla prima, vittorie con Palermo e Novara in casa e a Lecce e Parma fuori. Una sconfitta a Roma coi giallorossi e un pari stretto con la capolista friulana in casa per completare l’opera.
Ma che squadra è?
La difesa è fatta di onesti marcatori comunque tutti retrocessi nelle ultime due stagioni chi a Bergamo (Manfredini, Peluso Capelli,) chi a Bari (Masiello) chi a Genova (Lucchini) e giostra davanti ad un giovane portiere che prima o poi spiccherà il volo (Consigli).
A centrocampo uno che a Napoli nemmeno volevano in panchina (Cigarini), uno che a Roma non giocava perché poco esotico (Brighi) e una nostra colonna, quel Padoin al quale noi tifosi prima o poi faremo un monumento.
Sulle fasce l’enfant prodige Bonaventura che in B sembrava Iniesta ma in A è quasi all’esordio e Schelotto che adesso i grandi intenditori vogliono in nazionale ma che lo scorso anno ha fatto panca a Cesena e Catania!
In attacco le stella sono argentine, quello lungo è uno scarto dell’Udinese (Denis), quello corto è più basso di Giovinco e segna due gol ogni volta che osiamo pensarlo non adatto al calcio muscolare del campionato italiano.
Insomma, per farla breve, un gruppo di uomini guidati da un duro che non ha inventato il calcio ma rispetto ad altri non si comporta come se lo avesse fatto (Colantuono) con la regia di un presidente entusiasta (Percassi) e di un direttore generale (Marino) che di calcio ne sa e sa che i calciatori da prendere sono quelli che al ristorante della serie A stanno in fila per aver un tavolo non i clienti fissi dal vestito buono e dalla pancia piena.
Mercoledì arriva l’Inter, squadrone che ci sta dietro anche senza sommare i punti che ci hanno levato e comunque vada noi ci divertiremo con lo stadio pieno pronto a battere le mani per una squadra di Uomini che dal campo vengono sempre via con la maglia sporca e la coscienza pulita.
Segreti non ce ne sono, a Bergamo il calcio è semplice come un…GIOCO!
Sotto a chi tocca e…Su col MORALEZ!!
Sergio Cortesi


"Padre Tentorio è morto come Cristo in Croce"

Kidapawan- In un clima di preghiera e commozione, la comunità di Mindanao e tutta la Chiesa nelle Filippine ha dato l'addio a p. Fausto Tentorio, il missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) ucciso il 17 ottobre ad Arakan, nella provincia di Nord Cotabato. I funerali si sono svolti oggi, 25 ottobre, alle 9.30 nella Cattedrale di Notre Dame a Kidapawan. Come riferisce a Fides S. Ecc. Mons. Romulo De la Cruz, Vescovo di Kidapawan, principale celebrante accanto ad altri 6 Vescovi concelebranti "c'era un'atmosfera di santità" (per i contenuti dell'omelia, vedi altro articolo di Fides, ndr). La Santa Messa delle esequie è stata, infatti, preparata da una veglia di preghiera iniziata nel pomeriggio del 24, da quando la salma del missionario era nella cattedrale. Preghiere e canti per tutta la notte, e una messa celebrata ogni tre ore, per ricordare e accompagnare al cielo l'anima di p. Fausto.
Alle esequie la gente è giunta da diverse diocesi di Mindanao: caravan e pullman hanno portato a Kidapawan oltre 15mila persone, soprattutto tribali e indigeni dalle montagne e contadini. Vi hanno preso parte oltre 70 fra sacerdoti e religiosi, i 20 missionari del Pime presenti nelle Filippine (e il Superiore Generale p. Gian Battista Zanchi), centinaia di suore, anche l'Ambasciatore italiano a Manila, Luca Fornari.
Dopo la celebrazione, una lunga processione si è snodata per 4 km, accompagnando la salma al luogo della sepoltura, accanto all'altro missionario Pime, p. Tullio Favali. Al corteo erano presenti anche gli attivisti del movimento "Giustizia per padre Pops" che hanno esposto i loro striscioni.
Il Vescovo De La Cruz rimarca a Fides: "Speriamo che i killer siano individuati e condotti davanti alla giustizia, che si pentano, chiedano perdono e si convertano. Siamo certi che la missione di p. Fauso continuerà e darà frutti. La nostra Chiesa sarà fortificata dal suo martirio".
P. Socrates Mesiona, Direttore Nazionale delle Pontifici Opere Missionarie nelle Filippine definisce p. Tentorio "vero missionario e vero martire", notando a Fides che "sua morte non sarà vana, ma alimenterà il profondo impegno a servire i poveri e gli emarginati, in particolare le popolazioni tribali e indigeni del paese. Quanti lo amano e lo hanno conosciuto, come uomo di pace, continueranno a gridare giustizia fino a quando non sarà raggiunta".
Padre Fausto "non amava cerimonie" e "lavorava in una relativa oscurità". "Era un missionario che ha mostrato misericordia, soprattutto ai più piccoli figli di Dio tra i suoi parrocchiani, il lumad (tribali). Cercava giustizia per loro, quando erano espropriati della loro terra, quando sono stati molestati da uomini con le armi, mentre il governo sembra abbandonarli": è quanto ha detto S. Ecc. Mons. Romulo De La Cruz, Vescovo di Kidapawan nell'omelia alla Messa funebre per p. Fausto Tentorio, Pime, celebrata questa mattina a Kidapawan (vedi altro articolo di Fides, ndr).
Il Vescovo, che ha inviato il testo del suo discorso all'Agenzia Fides , ha rimarcato che al di là delle etichette come "prete ambientalista"o "difensore dei diritti umani", p. Fausto "dovrebbe essere ricordato semplicemente come un sacerdote buono e fedele, che amava il suo popolo, e ha cercato di servirlo al meglio, anche a fronte di pericolo per la propria vita". MOns. De La Cruz ha ricordato le parole del suo testamento che cita il Profeta Michea, per quello che Dio chiede all'uomo. "Praticare la giustizia, amare la misericordia e camminare umilmente con il tuo Dio". "Questo è quanto p. Fausto ha compiuto", in modo umile, ha affermato il Vescovo, e "nonostante ciò, si è guadagnato dei nemici, come Gesù".
Poteva andarsene 26 anni fa, quando fu ucciso il suo confratello p. Tullio Favali - ha proseguito nell'omelia - "ma non lo ha fatto perché era innamorato con la sua gente" e ha detto a popolo "il vostro sogno è il mio sogno, siamo compagni nella costruzione del Regno di Dio"
"Si può dire con certezza - ha detto Mons. De La Cruz - che la morte di Fausto, è l'adempimento di ciò che san Giovanni dice nel Vangelo: 'Non c'è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici' (Giovanni 15,13) La morte di Fausto, è semplicemente una imitazione della morte di Gesù sulla croce".
Il Vescovo ha ringraziato P. Fausto per la sua missione, i suoi familiari, il Pontificio Istituto Missioni Estere, ricordando che "la Chiesa locale della diocesi di Kidapawan sarà per sempre segnata dal sangue dei due missionari, p. Favali e p. Tintorio". Ha concluso assicurando che "grazie alle sue preghiere dal cielo, potremo portare avanti e continuare la sua missione". (PA) (Agenzia Fides 25/10/2011)

I taglia alla Casta...che verrà, per ora no!

«Signor ministro, per incarico del presidente della Camera dei deputati, Le comunico che l'Ufficio di presidenza ha deliberato di mantenere l'importo della dotazione per l'anno finanziario 2014 nella medesima misura già prevista per gli anni 2012 e 2013. L'importo della dotazione richiesta per ciascun anno del triennio 2012-2014 è quindi pari a euro 992.000.000». Firmato: il segretario generale Ugo Zampetti.
La lettera, come riportano oggi su Il Corriere della Sera Rizzo e Stella, è arrivata sul tavolo di Giulio Tremonti qualche giorno fa, mentre si diffondevano le voci che la doppia manovra economica non basterà e alla vigilia di un nuovo pressing di Bruxelles.
"Lo sanno che cosa si prepara - continuano i due giornalisti del Corsera -, gli autori di quella lettera che batte cassa, per il 2014? La pressione fiscale schizzerà al record storico del 44,8%. Il debito pubblico salito ormai al 120,6% del Pil non riuscirà a calare, nonostante la manovra da 145 miliardi, sotto il 112,6%. E secondo il Fondo monetario internazionale si consoliderà il sorpasso dell'India, che nel 1993 aveva meno di un terzo del nostro Pil ma ha già messo la freccia per superarci, come già hanno fatto il Brasile e ormai dieci anni fa la Cina. E la nostra Camera ci farà il regalo di chiedere ai contribuenti gli stessi soldi che chiede oggi? Quale eroismo! Grazie... "
Lo sanno, aggiungiamo noi, che ormai la gente sta cercando in fienile i forconi e si sta dirigendo verso Roma provenendo dalle Valli di Lacrime di tutta Italia?
Ma siccome siamo in Italia nella farsa politica c'è sempre anche la beffa. Ecco come si conclude l'articolo di oggi: "Ma non avevano detto di aver tagliato? Avevamo capito male? Riprendiamo quanto dichiarò a verbale il 2 agosto il questore della Camera Francesco Colucci: «Nel triennio 2011-2013 il bilancio dello Stato potrà beneficiare di una minor richiesta di dotazione da parte della Camera pari a 75 milioni di euro». Commenti degli osservatori «ingenui»: però! E via coi calcoli: se quest'anno per mantenere Montecitorio paghiamo 992,8 milioni fra due anni vorrà dire che si ridurranno a 917,8. No: resteranno sempre 992,8. E quei 75 milioni? Semplice: sono gli aumenti cui la Camera ha deciso di rinunciare. Quindici milioni per il 2012, più 30 per il 2013 e ancora 30 ai quali l'amministrazione aveva già rinunciato più di due anni prima, nell'aprile del 2009. Per capirci: come le baionette di Mussolini. Contate e ricontate, scusate il bisticcio, per mascherare i conti".
Quindi, riassumendo, dicono che si tagliano i costi non perchè si riducono gli stipendi, i vitalizi, le pensioni ed i benefits annessi e connessi attuali ma perchè fanno il grande sforzo di rinunciare ad aumenti futuri.
Che esempio....veramente da appendere al muro!

Polemiche sui soccorsi a Simoncelli. Ecco la lettera di un addetto del 118


"In questa terribile giornata per lo sport, volevo portare la vostra attenzione su un particolare in una foto che ho allegato che prova quello che sto per dire.
Sono un soccorritore del 118, con attestato di 2° livello da circa 25 anni.
Ho notato che Marco viene trasportato su una barella a "cucchiaia", da alcuni soccorritori, in maniera non adeguata.
Innanzitutto, in un incidente del genere, l'autoambulanza doveva entrare in pista e Marco doveva essere assistito secondo il protocollo: il medico valutava la condizione e andava spostato con tutte le cure del caso. Con questo intendo che doveva essere applicato il collare, adagiato su una barella "SPINALE", immobilizzato con i "CUNEI" in dotazione e "RAGNATO"( mi scuso per chi non capisce quest'ultimo termine) dopo andava caricato sulla barella e di conseguenza sull'ambulanza. Non voglio dire che questo gli avrebbe salvato la vita, non ho la presunzione ne l'autorità per farlo...è probabile che con le lesioni che aveva riportato ogni accorgimento era inutile, comunque ripeto, non sono io a doverlo giudicare, quello che posso affermare con sicurezza è che il metodo che è stato usato per spostare Marco è inadeguato e LESIVO. Personalmente non porterei nemmeno un sacco di patate a quel modo.
Sarebbe opportuno che l'organizzazione dei soccorsi nelle corse fosse un attimo riguardata.
Con questo non voglio alimentare inutili polemiche, ma far riflettere per il futuro che non vengano commessi simili errori. Un soccorso fatto ad un traumatizzato in quel modo, può aggravare gravemente le condizioni fisiche procurandogli la paralisi o perfino la morte".

L'umanità non è una semplice questione di geni


Come dobbiamo comportarci di fronte al progresso della scienza? L'UE,  da poco, ha dato la sua risposta definitiva con una sentenza epocale che semplicemente, promuove l'essere umano nella sua totale integrità. Non i suoi singoli geni. Sembrerebbe una scelta  controcorrente o fuori dal coro, eppure la Corte europea di Lussemburgo con la decisione sulla causa Brustle- Greanpeace, ha voluto scardinare quella parte della cultura moderna che non intende rispettare la vita umana più  fragile ovvero la vita non ritenuta degna di essere difesa, sempre e comunque.
Dopo anni di silenzio, finalmente in Europa la tutela della vita  viene sancita proprio sul banco degli imputati, dove ancora una volta nella storia del diritto, si discute se e da quale momento in poi, la vita umana sia meritevole di considerazione. Ma il segnale del cambiamento non proviene dallo slogan secondo il quale la vita a volte giustifica la morte ma da un'altra filosofia che vede iniziare l'esistenza di ogni essere umano, sin dal suo concepimento. Dunque secondo la Corte europea,  non importa come si sia giunti alla procreazione della vita, naturalmente o artificialmente; quello che conta infatti, è il rispetto della dignità dell'esistenza umana in sé per sé considerata, malgrado le esigenze di sviluppo della ricerca scientifica; perchè sin dalla fusione dei due pronuclei maschile e femminile, ogni giorno nel mondo può nascere un nuovo uomo. Questa - a parere della Corte - è l'unica, prima, vera sfida che ogni civiltà di qualunque parte del mondo, deve affrontare senza nessuna titubanza e soprattutto senza soggiacere ad alcuna pressione di potere, proveniente da questa o quella lobby economica.  Queste basilari considerazioni, hanno fugato tutte le ragioni economiche eccepite della parte ricorrente che non sono valse a nulla  per evitare il diniego di brevettabilità delle cellule staminali embrionali.
 La sentenza allora riporta le cose al senso di giustizia e restituendo piena dignità al concepito, lo trae al di fuori del regno delle cose che non appartengono a nessuno come le res nullius. Di certo è stata determinante la difesa dell'avv. Bot, chiamato a contestare la pretesa del sig. Brustle, il titolare  di un brevetto tedesco, relativo a cellule progenitrici neurali che avrebbero dovuto essere prodotte partendo da cellule staminali embrionali.
La questione, stando all’interpretazione fornita dall’avv. Bot, non poteva essere decisa positivamente dalla Corte per una serie di ragioni che coinvolgono un preciso contesto normativo di diritto internazionale, e dell’Unione europea.
Sotto il primo profilo, è giusto ricordare alcuni importanti documenti internazionali passati che in più occasioni, hanno tentato di integrare i testi di varie dichiarazioni, con affermazioni dirette a riconoscere giuridicamente la dignità del concepito. Citiamo ad esempio la Dichiarazione di Ginevra adottata dalla World Medical Associaton contenenti le seguenti parole: Rispetterò la vita umana a partire dal concepimento; la Dichiarazione dei diritti del fanciullo del 1959 che rappresentò un vero e proprio argine di difesa a favore dei minori in considerazione della loro particolare debolezza; il Patto Internazionale sui diritti civili e politici del 1966 che ai sensi degli art. 6 e art. 16, affermò il diritto alla vita, inerente alla persona umana; successivamente nel 1969, la Convenzione americana sui diritti dell’uomo di San Josè di Costarica, all’art.4 affermò: Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita. Tale diritto deve essere protetto dalla legge sin dal momento del concepimento. E ancora citiamo altri due testi. In primo luogo, la raccomandazione del Consiglio d’Europa, n.1046 del 1986, Assemblée Parlamentare du Conseil de L’Europe, Recommandation 1046 (1986) relative all’utilization des’embryons et foetus humains à des fins diagnostique, thérapeutiques, scientifiques, industrielles et commerciales, dove nel testo si auspica un “bilanciamento tra il principio della libertà di ricerca e il rispetto della vita umana e altri aspetti dei diritti umani”; poiché preso atto del potere manipolatorio sulla vita umana nascente da parte delle nuove tecnologie, si ritenne  necessaria la definizione di uno status biologico dell’embrione per la sua protezione. In secondo luogo, la Dichiarazione universale sul genoma e i diritti umani del 1997. Ma tornando ad oggi, la Corte di Lussemburgo per decidere la causa contro Burstle, ha inoltre valutato da una parte “l’Accordo di Trips, sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio” che costituisce l’allegato 1 C dell’Accordo e che a sua volta istituisce l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), firmato a Marrakech il 15 aprile 1994. In esso l’art.27 al punto primo, definisce che oggetto del brevetto possono essere le invenzioni, di prodotto o di procedimento, in tutti i campi della tecnologia che siano nuove e che implichino un’attività inventiva e che siano atte ad avere un’applicazione industriale; al punto secondo l’articolo, entra nel vivo della questione, affermando che i membri possono escludere dalla brevettabilità le invenzioni il cui sfruttamento commerciale nel loro territorio deve essere impedito per motivi di ordine pubblico o di moralità pubblica, nonché per proteggere  la vita o la salute dell’uomo, degli animali o dei vegetali….purchè l’esclusione sia non dettata unicamente dal fatto che lo sfruttamento è vietato dalle loro legislazioni. (…). E dall’altra invece, prende in considerazione la Convenzione sulla concessione dei brevetti europei CBE, firmata a Monaco il 5 ottobre 1973; quest’ultima all’art. 53, lettera a) afferma che non vengono concessi brevetti europei per quelle invenzioni il cui obiettivo commerciale, contrasta con l’ordine pubblico e il buon costume. Non  diversamente si atteggia la normativa comunitaria che assume rilievo, con la direttiva  n. 98/44 avente lo scopo di regolamentare e sostenere la ricerca biotecnologica, nel campo assolutamente centrale della ingegneria genetica. Vediamo di capire da vicino di cosa si tratta.  L’obiettivo primario della direttiva è stato quello di abbattere  le incertezze sulla brevettabilità della materia vivente, ricorrendo al principio ispiratore  della c.d. “armonizzazione”, appositamente invocato per armonizzare le differenti istanze bioetiche, provenienti dai veri paesi  membri della comunità.   Pertanto essa ha compiuto una attenta valutazione della biotecnologia in generale, rispettando determinati principi etici fondamentali sulla base dei quali all’art.5, n.1 afferma (il) corpo umano, ai vari stadi della sua costituzione e del suo sviluppo, nonché la mera scoperta di uno dei suoi elementi, (…), non possono costituire invenzioni brevettabili. Mentre -  continua all’art. 5, n. 2 – un elemento isolato dal corpo umano, o diversamente prodotto mediante un procedimento tecnico può essere oggetto di invenzione, anche se preesisteva allo stato naturale. Ma vi è di più, ai considerando 38 e 39, si esclude ogni procedimento di modificazione dell’identità genetica germinale e di clonazione dell’essere umano. Ma allora, ai fini della questione trattata in questa sede, il punto qual’è? Valutando che la vita umana appena concepita, non è riducibile alla materia vivente tout court, ci accorgiamo che la direttiva seppur lodevole,  presenta tutt’oggi un grave vulnus che non consente di definire  chiaramente in termini scientifici, il momento a partire dal quale la vita umana concepita, debba essere qualificata a tutti gli effetti un embrione. Esattamente, l’avvocato Bot  spiega che notoriamente la biotecnologia si è sempre occupata della materia vivente ma questa, ad avviso della Corte, è allo stesso tempo un essere umano! E la circostanza non equivale ad un piccolo dettaglio, poiché la questione sollevata dalla direttiva 98/44 non è la soggettività giuridica della vita umana; quanto la mera definizione del corpo, descritto nei vari stadi di avanzamento biologico, ritenuto meritevole di protezione e dunque non brevettabile.
Ma oggi questa conclusione, alla Corte non è sembrata sufficiente e infatti l’ha superata facendo le seguenti considerazioni. Pur se la tecnologia è progredita in modo esponenziale, tuttavia non è ancora riuscita a spiegarci con precisione, quando per la prima volta, quel corpo in evoluzione è allo stesso tempo una persona. Però dall’altra parte, è indiscutibile che sullo status umano dell’embrione, sappiamo tre cose certe: si distingue dalla madre e dal padre; ha una conformazione genetica propria del genere umano; è un organismo “immaturo” ma sufficientemente completo da svilupparsi in modo continuo, fino alla sua maturità. Oltre al fatto che ciascuna cellula “totipotente” è il primo stadio del corpo che diventerà, a causa della sua capacità intrinseca.  A ciò si aggiunge l’art. 8, n.1 della legge tedesca che equipara l’embrione, all’ovulo umano fecondato, capace di svilupparsi autonomamente in un nuovo individuo, dal momento della fusione dei due pronuclei maschile e femminile. Ergo, vengono escluse dalla suddetta considerazione tutte le cellule pluripotenti, potenzialmente finalizzate in un qualsiasi tipo cellulare. Pertanto  - afferma Bot nelle sue conclusioni – le cellule totipotenti (…) devono essere giuridicamente qualificate come embrioni  a prescindere dalla loro capacità o meno di annidarsi, essendo questa una questione priva di pertinenza. Dunque, in base alle ragioni sinora esposte, nell’arco dello sviluppo morfologico del feto, possono di fatto esistere momenti di maggiore e minore importanza? Se vogliamo rimanere fedeli all’evidenza biologica che conferma la sua natura umana, dobbiamo per coerenza rispondere di no. Tuttavia la stessa chiarezza sistematica, è estranea al nostro ordinamento che sinora non è riuscito ad inquadrare l’embrione in nessuna categoria giuridica particolare.
Eppure questa sentenza apre nuovi scenari ai confini della vita umana ad oggi conosciuta, soprattutto in seguito alle ricerche e alla mappazione del DNA. E forse occorrerebbe addirittura ridefinire la stessa Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, firmata nel 1948. Per due motivi. Anzitutto in ossequio ad un vero senso di responsabilità verso le generazioni future, sarebbe auspicabile promuovere un rinnovato diritto laico, autenticamente votato alla difesa sia dei diritti umani e sia della persona umana, la quale – non dimentichiamolo – è il valore cardine dell’intero ordinamento giuridico. Secondariamente non possiamo allora trascurare per la salvezza dell’embrione, l’apporto decisivo dei diritti fondamentali, da sempre strategici nel garantire all’umanità, quello status che lo sottrae alla manipolatività e alla uccisione.
Il tema dei diritti inviolabili, alla dignità, alla vita, alla salute e integrità fisica, pone automaticamente alla ricerca, determinati limiti; poiché il rispetto per lo statuto dell’uomo è anche il limite invalicabile alla sovranità medica e biotecnologica.
Possiamo anche aggiungere che la dignità e il suo senso, deve orientarci per comprendere che essere degni di si contrappone al concetto di res. Infatti soltanto le cose sono prive di dignità e quindi potenziali oggetti di proprietà. L’idea del dominio è opposto all’idea della dignità, almeno così comè configurata negli ordinamenti democratici di tutto il mondo.
In conclusione, il medesimo significato antropologico del diritto, racchiuso nei principi fondamentali, ci aiuta a risolvere la questione del dominio sull’uomo e a concludere in seconda battuta che anche le parti del corpo umano devono essere oggetto di una valutazione valoriale; il che esclude perentoriamente che esse possano essere ridotte, a oggetto di proprietà al pari di una res.

Dott.ssa Silvia Bosio
Dottore di Ricerca in Bioetica
U.C.S.C. Roma