25/10/11

La Talanta e la strana classifica

Volevamo la serie A con tutte le nostre forze, perché è il campionato che ci compete da Regina delle provinciali.
L’abbiamo voluta e meritata, strameritata a Torino Portogruaro Modena Crotone, su e giù per l’Italia contro avversari che con noi facevano stadio pieno e big-match.
L’abbiamo ottenuta senza patemi e siamo stati in piazza in tantissimi, molti più dei 17mila abbonati dello scorso anno: una festa di piazza con una città a battere le mani felice di essere tornAti a cAsA.
EPPOI???
Estate tremenda, calcioscomesse: qualcuno parla di serie C, la A è a rischio poi ce lasciano ma ci fanno partire da meno 6.
Come si fa con i bambini cattivi o con gli automobilisti in divieto di sosta: ganasce e fermi per un po’ a fare punti sotto zero.
Non voglio parlare del processo (se così lo si può chiamare) ma la nostra stagione è cominciata lì.
Ora tutti stupiti perché a sommare la penalità ai punti fatti con il passo di uno squadrone saremmo secondi ad un punto solo dall’Udinese, splendida prima!
Stupiti è chi non sa cosa è l’Atalanta a Bergamo e come viviamo noi quello che dalle altri parti è un gioco!
Mia madre ieri sera al telefono mi ha detto: per me senza la penalizzazione non saremmo partiti così!
Ha ragione lei, è stato subito chiaro che nessuna partita sarebbe stata partita qualsiasi per noi, è la prima volta che alla prima di campionato andiamo all’Atalanta (qui si dice davvero così!!) con la tensione di uno spareggio per non tornare su quei campacci spelacchiati del sabato pomeriggio.
E così inizia una vera e propria favola sportiva: 2 a 2 a Genova alla prima, vittorie con Palermo e Novara in casa e a Lecce e Parma fuori. Una sconfitta a Roma coi giallorossi e un pari stretto con la capolista friulana in casa per completare l’opera.
Ma che squadra è?
La difesa è fatta di onesti marcatori comunque tutti retrocessi nelle ultime due stagioni chi a Bergamo (Manfredini, Peluso Capelli,) chi a Bari (Masiello) chi a Genova (Lucchini) e giostra davanti ad un giovane portiere che prima o poi spiccherà il volo (Consigli).
A centrocampo uno che a Napoli nemmeno volevano in panchina (Cigarini), uno che a Roma non giocava perché poco esotico (Brighi) e una nostra colonna, quel Padoin al quale noi tifosi prima o poi faremo un monumento.
Sulle fasce l’enfant prodige Bonaventura che in B sembrava Iniesta ma in A è quasi all’esordio e Schelotto che adesso i grandi intenditori vogliono in nazionale ma che lo scorso anno ha fatto panca a Cesena e Catania!
In attacco le stella sono argentine, quello lungo è uno scarto dell’Udinese (Denis), quello corto è più basso di Giovinco e segna due gol ogni volta che osiamo pensarlo non adatto al calcio muscolare del campionato italiano.
Insomma, per farla breve, un gruppo di uomini guidati da un duro che non ha inventato il calcio ma rispetto ad altri non si comporta come se lo avesse fatto (Colantuono) con la regia di un presidente entusiasta (Percassi) e di un direttore generale (Marino) che di calcio ne sa e sa che i calciatori da prendere sono quelli che al ristorante della serie A stanno in fila per aver un tavolo non i clienti fissi dal vestito buono e dalla pancia piena.
Mercoledì arriva l’Inter, squadrone che ci sta dietro anche senza sommare i punti che ci hanno levato e comunque vada noi ci divertiremo con lo stadio pieno pronto a battere le mani per una squadra di Uomini che dal campo vengono sempre via con la maglia sporca e la coscienza pulita.
Segreti non ce ne sono, a Bergamo il calcio è semplice come un…GIOCO!
Sotto a chi tocca e…Su col MORALEZ!!
Sergio Cortesi


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