19/03/12

2a serata Frews: c'è una Gerusalemme per ciascuno di noi

“Gerusalemme – scrive Fiamma Nirenstein nel suo ultimo libro - fa girare la testa a chiunque”. E' vero, la fece girare anche a me la prima volta che ci andai. Per Fiamma alcuni luoghi sono simili alla sinuosa Toscana. Per me le prime case e le colline che s’incontrano arrivando da Tel Aviv ricordano la rustica campagna del Mezzogiorno. C’è una Gerusalemme per ciascuno di noi, familiare come i nostri luoghi più cari. “Chi non sapeva, chi non sa – ci fa notare la scrittrice - quasi come fosse casa sua, dov’è Gerusalemme? Chi non s’illumina di un sorriso consapevole nel sentirla nominare anche dal più remoto angolo della Terra?”. Ma l’idea universale di Gerusalemme, “cioè la speranza che appartenga a tutti”, spinge Fiamma Nirenstein a combattere fin nelle prime pagine l’insidia maggiore che grava sulla città nel tentativo di separarla dalla storia degli ebrei.
Il libro "A Gerusalemme" e' un viaggio nella ricostruzione di questa connessione sentimentale fra la città e il suo popolo. Un viaggio nella storia e nei tormenti della contemporaneità. Due sono i suoi compagni di viaggio: il piccolo Benny, suo figlio e l'israeliano Ofer, suo marito. In queste pagine Fiamma parla di sé, dei suoi sentimenti, della sua storia, dei suoi primi viaggi in Israele come femminista e di sinistra, di suo padre, della sua famiglia e dell’attuale paura che in Occidente non si capisca per che cosa si combatte e si vive laggiù. È un diario colto e appassionato, il diario di una cittadina del mondo che lotta per il suo popolo ma anche contro le culture della violenza.
Lunedì 19 marzo alle 18,00 Fiamma Nirenstein sarà ospite della rassegna "The best book" al Best Café di Via della Pineta Sacchetti 87 dove nell'intervista con il Direttore Giorgio Gibertini avrà modo di spiegarci la straordinarietà di Gerusalemme, la sua ricchissima storia, le sue radici lontanissime e cosa significhi essere pro Israele.

Maria Leone

Il nuovo disegno centrista per commissariare la Rai


C’era una volta la Rai, servizio pubblico italiano, luogo di confronto per un paese appena uscito dalla guerra, motivo di orgoglio per le nostre Istituzioni, punto di partenza di svolte storiche per la storia della televisione nazionale. A distanza di anni, oggi, di quella Rai non c’è nemmeno l’ombra. Sparita. Disintegrata. Fagocitata dalle mire poltronistiche dei partiti italiani che, nel tempo, hanno trasformato il servizio pubblico in un punto di riferimento fondamentale per soddisfare le proprie esigenze clientelari. Nessuna novità rispetto a quel che è già noto, insomma. Se non fosse che ora gli ultimi boatos di palazzo fanno emergere il nuovo disegno di Fini e Casini, di tutta quell’area centrista che aveva proclamato la svolta etica e morale dopo l’avvento del Professor Monti a Palazzo Chigi: un commissario, magari di area centrista, non sia mai, capace di risollevare le sorti di un’azienda che negli ultimi 50 anni ha fatto tutto fuorché il servizio pubblico.

Tutto questo per aggirare l’ostacolo di una legge, quella Gasparri, che per essere modificata ruberebbe molto tempo al Parlamento, trovando la ferma opposizione del Pdl. Fatta la legge, trovato l’inganno, recita un vecchio, ma ancor attuale, proverbio. Nessuna svolta, dunque.

La Rai è ancora sotto il dominio incontrastato dei partiti italiani e lo sarà ancora per lungo tempo. E più che un servizio pubblico, ormai, assomiglia più a un Apple Store. Anzi, a un ‘Raipple’ Store, dove poter comprare l’applicazione quando e come si vuole.

Bambini ebrei vittime della tabe antisemita di Tolosa


Chiunque sia l’assassino della scuola ebraica di Tolosa salta agli occhi un fatto: egli nella sua smania omicida ha prescelto dei bambini ebrei innocenti che stavano entrando nella loro scuola.
La tabe dell’antisemitismo europeo è in questi ultimi anni in netta ripresa, particolarmente in Francia, e senz’altro il concime ideologico dell’odio più antico, quello contro gli ebrei, che non siamo in grado di combattere neppure dopo la Shoah. A Parigi nel 2006 fu rapito Ilan Halimi un ragazzo ebreo che torturato da una banda islamofascista per tre settimane fu poi gettato a morire in una discarica. La Polizia non lo trovò perché si rifiutò di seguir le tracce dell’antisemitismo. Oggi di qualsiasi colore sia l’assassino una cosa è chiara: è un antisemita. Che la polizia francese cerchi in quella direzione e che il mondo intero combatta finalmente con decisione l’antisemitismo.
Fiamma Nirenstein 

Crisi economica: ma quale diavolo è il "piano B"? Una dittatura?

Tre anni fa, quando questa crisi economica si è evidenziata un po' di più (scrivo "evidenziata" perchè nella realtà io credo che la crisi sia cominciata molto prima, ma si è sempre riuscito a tenerla perfettamente nascosta) sono stato tra i primi, e tra i pochi, a sostenere che era solo la punta di un iceberg. Molti mi prendevano per pazzo, mi davano del pessimista, del menagramo, del portatore di sventura, dell'apocalittico. Politici, banchieri, esperti di alta finanza, dopo pochi mesi si sono tutti quanti prodigati a raccontarci che il peggio era oramai passato; a dire l'esatto contrario eravamo solo 4 cretini. Ora finalmente le cose sono cambiate, infatti non si può continuare a negare la realtà. La realtà è diventata evidente agli occhi di tutti: anche la signora Maria si rende conto che mentre fino a qualche anno fa riusciva anche a mettere via qualche cosa, oggi fa davvero fatica a farsi bastare il proprio stipendio mensile o la propria ridicola pensioncina! La signora Maria non è sorda e sente gli innumerevoli amici, parenti, conoscenti che, in numero sempre maggiore, sono in cassa-integrazione o in mobilità o non riescono a trovare più uno straccio di lavoro. Ella non ha le fette di mortadella (ogni riferimento alla politica è puramente voluto) sugli occhi e quando va dal benzinaio vede chiaramente quanto costa oggi la benzina! E quindi i nostri cari politici ed esperti dell'alta finanza non possono proprio più dire "il peggio è passato" perché nessuno gli crederebbe più, nemmeno i bambini dell'asilo nido! E questo devo dire è una piccola soddisfazione, non perché ora posso dire "ve l'avevo detto", non ne traggo infatti proprio la minima soddisfazione, ma sono semplicemente contento che la maggior parte della gente abbia aperto finalmente gli occhi e abbia capito che ci raccontavano una marea di balle.
La gente ha finalmente capito che è il sistema che è in crisi, un sistema che non regge più!
Ma c'è una cosa ancora più sconvolgente: visto che è chiaro che c'è un problema di fondo nel sistema, perché non si sta tentando di modificarlo? Di modificare le regole del gioco? Perché si continua invece ad andare avanti imperterriti applicando la solita politica economica? Ovvero quella di voler tenere in piedi ad ogni costo il sistema, così come è, applicando i più svariati modi per aiutare le banche in difficoltà (vedasi LTRO, EFS, FMI e i vari QE americani), permettendo loro di andare avanti indisturbate con le loro "manovre" esattamente come prima più di prima! Ed in questo modo si incrementano sempre più i debiti pubblici dei singoli Stati e si crea la necessità estrema di incrementare sempre più le tasse. Poi, più le tasse aumentano più l'economia reale si contrae e più si contrae più diminuiscono le entrate dello Stato...e così via, entrando in una inesorabile spirale verso il basso.
Eppure abbiamo sotto gli occhi alcuni Stati che sono già molto vicini alla fine di questa dannata spirale, che hanno applicato questa politica e che sono in situazione sempre più tragiche: vedasi ad esempio la Grecia.
E allora perchè mai dovremmo pensare che questa politica, che non ha funzionato per la Grecia, dovrebbe funzionare per l'Italia, per la Spagna e per il Portogallo?
Possibile che tutti i politici italiani ed europei siano così cretini? Possibile che tutti i professoroni e tutti i grandi esperti finanziari non si rendano conto della direzione nella quale si sta inevitabilmente andando? No! Io non ci credo! Non credo che siano tutti cretini, io credo che siano furbi! Io credo che dietro ci sia un ben preciso "piano B". Non sono sicuro quale sia esattamente questo piano, ma mi appare sempre più evidente che la cosa sia voluta, sia pilotata. Evidentemente a qualcuno fa comodo che certi Paesi vadano sempre più in maggiore difficoltà. La mia ipotesi è che, si finga di cercare di risolvere i problemi in modo che il popolino-bue stia buono e tranquillo, ma nella realtà si desidera proprio rendere la situazione sempre più critica! Quando un certo numero di Paesi (non solo uno, non solo la Grecia) si troveranno sul bordo del precipizio, quando la maggiorparte della popolazione sarà in condizioni veramente disastrose, a quel punto si potrà proporre una soluzione, un qualche cosa che oggi nessun Stato potrebbe mai pensare di accettare, ma che in quel momento potrà sembrare invece la soluzione ad ogni problema, la panacea! Un governo Europeo unico, forte, deciso, che sarà obbligato ad applicare leggi molto dure e severe ma che "salverà" tutti questi Stati ridotti sul lastrico! Il quesito che verrà posto (in modo più o meno diretto) sarà: "precipitare in un burrone senza fondo o dittatore?" A quel punto, credo che la risposta sarà molto scontata! Insomma una sorta di "4o reich". E non mi stupirei se codesto "Salvatore" sarà pure osannato da molti.

Io mi auguro sinceramente che la mia ipotesi sia una stupida fantasia pensata da un ignorante pessimista/catastrofista, spero veramente che tra qualche anno mi si prenda in giro dicendomi: "vai a rileggerti le stupidate complottistiche che scrivevi, deficiente", ma al momento rimango convinto che un "piano B" non può non esistere, spero addirittura che questo "piano B" non sia persino più terribile della mia fantasia che mi appare già sufficientemente pessimistica.

Ai posteri l'ardua sentenza.

manuel

Dieci anni fa fu assassinato Marco Biagi: a che punto siamo?


Il decennale dell’assassinio di Marco Biagi coincide con la settimana in cui il governo Monti dovrà concludere la difficile trattativa sulla riforma del mercato del lavoro. Un mercato del lavoro, quello italiano, che Biagi definì il peggiore dal punto di vista della sua capacità di inclusione, cioè di determinare alti tassi di occupazione, ma che negli ultimi vent’anni, grazie al processo riformatore avviato con la legge Treu e poi proprio con la legge Biagi, qualche passo in avanti lo ha fatto. Importante ma non sufficiente, e il freno maggiore è sempre arrivato dalla parte più conservatrice del sindacato, che fu acerrima avversaria di Biagi e della sua dottrina della flessibilità (la flexicurity di cui tanto si parla oggi era l’anima del suo Libro bianco).

Eppure, grazie alle politiche ispirate a quella dottrina, il nostro mercato del lavoro ha registrato, pur con tutte le sue contraddizioni, una dinamica di crescita ininterrotta per i primi otto anni del Duemila, nonostante le performance scadenti dell’economia e un sistema di welfare divenuto ormai obsoleto - ma che continua ad essere strenuamente difeso - che usa le risorse dei più deboli a favore dei più forti, ma che nell’immaginario di una parte del Paese si erge come l’ultimo muro di Berlino della sinistra ideologica.

La lezione di Biagi, che il ministro Sacconi ha molto ben declinato negli anni di governo del centrodestra, è molto semplice: l’Italia non andrà da nessuna parte, non riuscirà mai ad affrontare i nuovi bisogni, e a riconoscere i nuovi diritti, se non sarà in grado di riequilibrare la spesa sociale in favore dei giovani. È giusto ricordare che il governo Prodi invece, con il protocollo del luglio 2007 e con la legge che lo recepì scelse di togliere dieci miliardi di euro all’occupazione giovanile per investirla nelle pensioni di poche decine di migliaia di persone. A dieci anni dalla morte, Marco Biagi resta il discrimine tra il riformismo di chi sa guardare al futuro e il massimalismo conservatore della Cgil e di gran parte della sinistra attuale. Biagi lavorava per un welfare che includa, che rimetta in circolazione il lavoro e che non tenda più a escludere, a tenere ai margini i disoccupati attraverso il “welfare to work” e l’emersione e la trasformazione dei sussidi assistenziali da mera integrazione al reddito, a incentivi per un veloce reimpiego.

La grande intuizione di Biagi fu quella di garantire un sostanziale equilibrio tra una maggiore flessibilità di ogni singolo rapporto di lavoro e la maggiore protezione della persona nel mercato del lavoro, e questi sono gli obiettivi della riforma che dovrebbe vedere la luce tra pochi giorni. Se dieci anni fa le idee di Marco Biagi sembrarono fin troppo innovative, in realtà rappresentavano un orizzonte necessario che si doveva assolutamente percorrere, a partire dalla creazione di un mercato del lavoro più moderno, più inclusivo, più aperto ai giovani e alle donne, agli esclusi di sempre. Un mercato del lavoro con al centro le esigenze dell’impresa e il valore della persona. Eppure la sinistra in questi anni non ha fatto altro che accusare la legge Biagi - e i governi che l’hanno applicata - di aver precarizzato la vita degli italiani. Invece, grazie a Biagi, oggi in Italia ci sono più persone che hanno finalmente visto realizzarsi un loro sacrosanto diritto, e cioè il diritto a un lavoro di qualità.

Un esempio per tutti: i contratti a termine hanno avuto elevate percentuali di trasformazione in contratti permanenti: dal 38% si è passati al 47%. Con la legge Biagi sono tutelate la maternità e la malattia, e la contribuzione previdenziale è stata aumentata di quasi 4 punti percentuali. Altre tutele per il lavoratore sono state l’estensione della cassa integrazione anche alle piccole imprese e a settori che non ne avevano diritto, e i sussidi al reddito per chi perde il posto di lavoro sono stati aumentati di ben 10 punti percentuali. L’eredità politica e culturale di Marco Biagi resta insomma un patrimonio prezioso per il riformismo italiano.
Di Paolo

Sei forte Papà: auguri ma soprattutto ti dico grazie

Oggi festeggiamo un po' tutti. Chi di noi ha il papà sotto casa ed è appena passato per portargli il giornale e colazione; chi lo incontrerà in ufficio perché ci lavora assieme; chi lo visiterà in ospedale perchè malato ed almeno oggi un salto bisogna farlo; chi gli farà una telefonata o gli ha appena mandato un sms perchè vive lontano; chi lo pregherà nel suo cuoricino perché è già da tempo nelle braccia di Dio Padre.
Festeggiano soprattutto quelli che il papà ce l'hanno e sono contemporaneamente papà. quindi stanno vivendo questa difficilissima, ed affascinante, avventura con l'esempio vivente ancora davanti.
Mio padre, instancabile lavoratore ed imprenditore del nord, mi ha sempre detto: il mestiere più difficile è quello del genitore.
Sto verificando sul campo quanto sia vera questa affermazione, proprio ora che i figli crescono, ed oggi giorno prego e spero di poter anche io diventare per loro l'esempio di fermezza, serietà, professionalità che è mio padre, magari con un pizzico di dolcezza in più che non guasta mai e che non mi manca.
San Giuseppe era uomo buono e giusto: alla sua custodia premurosa Dio affidò gli inizi della nostra redenzione; ad ognuno di noi affida come custodi e guida i nostri figli fanciulli ed adolescenti.
Oggi è la festa tua, papà, e la festa mia di babbo, e quella di tanti amici che ci leggono e che sono papà e di chi lo sta per diventare.
Il papà che regge il mondo, la famiglia, la società. Questo papà siamo noi.
Buongiorgio ed auguri a tutti

Oggi è S. Giuseppe. Nomi Fiamma, Filiberto. Frase di Pavlov.

19 marzo 2012 segno zodiacale : Pesci
Il sole sorge 6.12 e cala alle 18.21
AUGURI a tutti i papà...a quelli che ci sono e anche a quelli che non ci sono più!
S. GIUSEPPE. Questa celebrazione ha profonde radici bibliche; Giuseppe è l'ultimo patriarca che riceve le comunicazioni dal Signore attraverso l' umile via dei sogni.
Come l' antico Giuseppe, è uomo giusto e fedele che Dio ha posto a custode della sua casa.
Sposo di Maria e padre putativo di Gesù, guida la Sacra Famiglia nella fuga e nel ritorno dall' Egitto, facendo il cammino dell' Esodo.
Pio IX lo ha dichiarato patrono della Chiesa universale e Giovanni XXIII ha inserito il suo nome nel Canone romano.
E' patrono dei Carpentieri, Lavoratori, Moribondi, Economi e Procuratori Legali.
NAME OF THE DAY: Female FIAMMA deriva dal soprannome medioevale Fiammae e significa "che ha la luminosità e l' ardore tipici della fiamma". Alcuni scelgono di festeggiarlo il 10 agosto, la notte di San Lorenzo, quando le stelle cadenti danno l' idea di piccole fiammelle che attraversano il cielo. La sua pietra è lo zaffiro.
Male FILIBERTO deriva dal tedesco Filibert e significa" molto illustre". Si festeggia il 20 agosto. La sua pietra è il diamante.
" Non essere un mero registratore dei fatti, ma cerca di penetrare il mistero della loro origine".
Ivan Pavlov

Serie A 28° giornata - Super Juve, Milan mantiene le distanze, Lazio cade


La partita di cartello della 28° giornata è senz'altro il posticipo tra Udinese e Napoli: in palio c'è il terzo posto. La sfida ha una maggiore importanza se si pensa alla clamorosa sconfitta della Lazio in casa del Catania. Udinese e Napoli però non approfittano a pieno della frenata laziale e si dividono la posta. L'Udinese era in doppio vantaggio fino all'81°, poi il Napoli in 4 minuti trova il pareggio per 2-2.

Intanto in testa il Milan non ha problemi a battere il Parma fuori casa: la Juventus rompe il ruolino da X e strabatte la Fiorentina con un tondo 5-0.

L'Inter non riesce ad avere la meglio sull'Atalanta, il finale è di 0-0: la squadra di Ranieri ora è raggiunta in classifica dal Catania e vede allontanarsi la zona Europa league.

Importante successo esterno del Novara contro il Siena. E' il secondo di fila, i piemontesi si avvicinano al Parma e al Lecce, che oggi non è andato oltre l'1-1 contro il Palermo. Il Cagliari invece vince per 3-0 sul Cesena, sempre più ultimo. Infine pareggio per 2-2 tra Bologna e Chievo.

Domani ultimo posticipo tra la Roma, che cerca punti per l'Europa, e il Genoa, che invece cerca punti per la tranquillità.

Foto di goal.com