19/03/12

Il nuovo disegno centrista per commissariare la Rai


C’era una volta la Rai, servizio pubblico italiano, luogo di confronto per un paese appena uscito dalla guerra, motivo di orgoglio per le nostre Istituzioni, punto di partenza di svolte storiche per la storia della televisione nazionale. A distanza di anni, oggi, di quella Rai non c’è nemmeno l’ombra. Sparita. Disintegrata. Fagocitata dalle mire poltronistiche dei partiti italiani che, nel tempo, hanno trasformato il servizio pubblico in un punto di riferimento fondamentale per soddisfare le proprie esigenze clientelari. Nessuna novità rispetto a quel che è già noto, insomma. Se non fosse che ora gli ultimi boatos di palazzo fanno emergere il nuovo disegno di Fini e Casini, di tutta quell’area centrista che aveva proclamato la svolta etica e morale dopo l’avvento del Professor Monti a Palazzo Chigi: un commissario, magari di area centrista, non sia mai, capace di risollevare le sorti di un’azienda che negli ultimi 50 anni ha fatto tutto fuorché il servizio pubblico.

Tutto questo per aggirare l’ostacolo di una legge, quella Gasparri, che per essere modificata ruberebbe molto tempo al Parlamento, trovando la ferma opposizione del Pdl. Fatta la legge, trovato l’inganno, recita un vecchio, ma ancor attuale, proverbio. Nessuna svolta, dunque.

La Rai è ancora sotto il dominio incontrastato dei partiti italiani e lo sarà ancora per lungo tempo. E più che un servizio pubblico, ormai, assomiglia più a un Apple Store. Anzi, a un ‘Raipple’ Store, dove poter comprare l’applicazione quando e come si vuole.

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