23/12/11

Una grande madre e un grande prete



Quello che amo di più della vita,è la poesia commovente,perfino drammatica che porta con sé.Ha la capacità di abbagliare come una donna bellissima vestita di stracci e questa è bellezza pura!Stamattina ho saputo un nuovo capitolo della storia di una donna quasi sessantenne che conosco.Ha lasciato il paese in cui ha vissuto per quasi mezzo secolo per andare a vivere in un borgo di montagna.Tutti i giorni,coi mezzi pubblici percorre le Marche da ovest a est,tutti i giorni fa ritorno al luogo d'origine per non perdere l'impiego da donna di servizio e a sera,dopo dodici ore fa il tragitto inverso.Questa donna ha avuto uno di quei pessimi uomini di cui pur se trasversalmente,abbiamo parlato qui su Frews e purtroppo,il soggetto in questione ha rovinato la vita non solo a lei,ma anche al loro figlio,che ha avuto serissimi problemi,quelli che più fanno male ad un genitore.Ho subito intuito che alla base di questa drastica scelta ci dev'essere stato l'amore per il figlio,l'istinto di protezione materno.Si è già guadagnata l'amicizia e la stima di gran parte dei nuovi compaesani e speriamo che stavolta trovi la serenità.Tutto questo è stato possibile perché un prete che qui conosciamo da una vita,le ha dato ancora una volta sostegno.Il prete degli ultimi.Quello che tutti i pomeriggi usciva di casa per raccattare i tossici e parlargli,quello che si preoccupava che pranzassero,quello che raggiunta la pensione sarebbe voluto partire per l'Africa.Ma l'Africa è ovunque e di lui si continua ad averne bisogno qui.

Non dimentichiamoci di Roberto!Vi spiego perché.



E'trascorso un altro giorno senza nessuna novità sul caso dello studente scomparso a Pescara,il 24enne Roberto Straccia.Ha preso la parola il coinquilino Emanuele Pulcini,per dire che nei giorni antecedenti la sparizione,Roberto aveva preso una pallonata in testa giocando a calcio e che pertanto potrebbe avere un vuoto di memoria.Ma allora perché non chiederebbe aiuto a nessuno?Essendo uscito senza soldi,non può né comprarsi da mangiare,né vestiti e se domandasse denaro o altro a qualcuno,ipotizzo che verrebbero avvisate le forze dell'ordine.I genitori ora pronunciano il termine rapimento,ma più testimoni sostengono di aver visto Roberto,almeno fino alla data di venerdì 16 dicembre.O queste persone lo hanno confuso con un altro ragazzo oppure di che rapimento si tratta?Di solito perché un rapimento sia tale non si lascia più girovagare il rapito fino a che non si decida di liberarlo.Quello che mi rattrista è che gli articoli giornalistici non portano nessuna novità e non vorrei che piano piano si smettesse di scrivere di questa vicenda.Per quanto li si critichi,è innegabile che la costante ed incessante presenza dei media nelle vicende di Sarah Scazzi e Melania Rea abbia dato un notevole contributo nel far venire alla luce le due terribili verità.Io su Frews continuerò a parlarne perché questo mio conterraneo merita aiuto,sia se sta male fisicamente,sia se qualcuno,sottraendolo ai famigliari e alla libertà,gli sta facendo del male.

Fotografia - Speciale Audiovisivi Natale 2011 - Parte III


L'audiovisivo secondo et: componenti e realizzazione




Concetti generali
Abbiamo definito l'audiovisivo una divulgazione condivisa di una sequenza di immagini con un commento sonoro.
L'esperienza cinematografica ci insegna quale importanza abbia la colonna sonora per il successo del racconto di una storia.
Il concetto è trasferibile pari pari all'audiovisivo. In effetti, anche noi, ci stiamo occupando di una sequenza di fotogrammi che girano molto più lenti, rispetto ai 18 fps che sfruttano la persistenza retinica per creare l'effetto movimento, ma che vogliono a loro modo anch'essi raccontare qualcosa.
Immagine e musiche quindi. Esiste però una terza grandezza, non fisicamente misurabile, ma altrettanto importante: è, in una parola, il pathos. La capacità cioè di produrre un risultato emozionale. Dal sapiente connubio tra questi tre elementi nasce la bontà del nostro prodotto.
Gli esperti sentenziano che i tre componenti debbano essere rappresentati ognuno per un terzo dell'insieme totale. Personalmente non sono completamente d'accordo, esistono parecchie eccezioni. Certamente il tema ed il suo corretto svolgimento sono le premesse indispensabili. Per farlo è necessario trovare il giusto equilibrio a tutti gli ingredienti del prodotto finale.. Con tutto l'impegno e le risorse possibili diventa difficile riqualificare immagini di scarsa qualità o di interesse poco condivisibile.

Altre considerazioni:

La durata: ho visto lavori di 5 minuti di una noia mortale e lavori di 20 che non volevi finissero. Non c'è una regola aurea. Comanda il concetto di pathos che può essere trasmesso nelle più diverse forme recepibili dall'intelligenza umana. Approfondiremo il tema nei capitoli specifici a venire.
Il tema: l'audiovisivo si presta a qualsiasi progetto espressivo. Il racconto di un viaggio, la valorizzazione di particolari, un'esperienza vissuta, l'interpretazione di un pensiero o di una poesia, l'ambientazione di una musica, documentazioni naturalistiche e/o storiche, giochi di luce, scenografie... Le possibilità sono infinite come molto diverse possono essere le interpretazioni che si possono dare a parità di materiale fotografico. Le immagini sono come parole. La loro sequenza, il tono, le sottolineature, creano frasi e racconti sempre diversi.
Dipende tutto dalla combinazione degli ormai famosi tre elementi che analizzeremo nei prossimi capitoli.


 
Fotografie
Ho parlato di "invasione della fotografia". Certamente una luce materializzata su un supporto intellegibile, analogico o digitale che sia, prende il nome di fotografia. Non necessariamente però è il risultato che l'autore dello scatto si era prefissato e, molto più spesso, quella luce era meglio che non venisse catturata. Tante "fotografie" avrebbero avuto sorte migliore se trasmesse dalle nostre emozioni piuttosto che storpiate o banalizzate da uno stupido apparecchio tecnologico malamente indirizzato ed utilizzato . Mi piacerebbe elevare a rango di fotografia, degna delle nostre considerazioni, quanto prodotto per aggiungere qualcosa alle nostre esperienze o al nostro sapere in generale. Fondamentalmente un messaggio che dica qualcosa a qualcuno, magari con una valenza soggettiva, ma auspicabilmente condivisa dal maggior numero di soggetti. Il termine invasione invece lo riservo alle valanghe di immagini scattate semplicemente perché lo strumento lo consente e soprattutto perché costa quasi niente farle. Fantamiliardi di byte che intasano caselle di posta, telefonini, spazio web, hard disk e che spesso sono, oltre che invadenti, di bassa qualità sotto tutti i punti di vista.
In tema di audiovisivo : bisogna dire che si cambia il modo di fotografare. Personalmente la prima cosa che mi colpisce è certamente la luce. Da qualsiasi cosa venga riflessa. Quindi d'istinto scatto la foto. Immediatamente dopo mi viene spontaneo pensare a come posso valorizzarla. A meno che il tutto sia parte di un progetto specifico e mirato, le idee si accavallano e spesso contrastano fra loro. Allora si cerca di essere coerenti almeno ad una idea di racconto possibile e si cerca di portare a casa comunque quanto di interessante si incontra. Magari un'immagine potrà servire in un contesto diverso da quello immaginato. Non ci sono tecniche di ripresa particolari per le immagini destinate ad un audiovisivo. Rimandiamo alle norme elementari di ripresa con tecnica digitale. Il consiglio, tuttalpiù, è quello di registrare sul campo sempre e comunque la miglior immagine possibile, senza lasciarsi trasportare da tentazioni di ripresa troppo fantasiose. Gli strumenti di ritocco elettronico permettono oggi di modificare, distorcere o di ottenere effetti speciali , via computer, secondo le fantasie più sfrenate. Potremo sfuocare una foto perfettamente a fuoco, ma mai mettere a fuoco una foto sfuocata. Così se c'è una forte sottoesposizione o sovraesposizione non sarà possibile porvi rimedio mentre sarà sempre possibile per esigenze, magari proprio di presentazione, fare il contrario.
Quindi per la già accennata relativa semplicità tecnologica del produrre immagini, il consiglio è di lasciarsi trasportare dai tanti stimoli fotografici che ci circondano. Selezionarli, archiviarli in modo ordinato ed intelligente ed aspettare a volte che maturi il tempo del loro utilizzo. Ci sono temi che si sviluppano e si perfezionano strada facendo e che per essere trattati esaurientemente richiedono molto tempo.



Musiche
Anche in questo caso il facile reperimento delle tracce audio apre molte strade. Personalmente investo molto in questa parte dell'audiovisivo. Spesso adeguo, la sequenza e la composizione delle immagini alla musica o più in generale all'audio scelto. Diventa tuttavia fondamentale il tema che si vuole svolgere. La musica deve essere coerente al tema. Non è così facile e scontato. La scorciatoia che va per la maggiore è utilizzare uno dei milioni di brani "new age", la così detta musica di sottofondo, che va bene per tutto. Meglio che niente, ma è molto poco di più. Altro è invece scoprire l'originalità di un brano o di una sua esecuzione e sposarlo con l'idea di rappresentazione del tema che ci siamo proposti. Più la musica è originale, ma ripeto coerente, meglio è. Consiglierei di evitare gli strausati brani "classici della classica", "le melodie di sempre",ecc. anche se in giusta misura o in qualche versione particolare ci possono stare. A volte un audiovisivo viene ricordato più per le musiche che per le immagini. Potremmo essere ricordati come quelli della musica della "Vecchia Romagna" (Beethoven: Romanza op 50 nº2 in Fa Maggiore) ed oltretutto di essere scambiati nella memoria al posto di altri utilizzatori del medesimo brano musicale. Simile discorso vale per i propri lavori. Mai utilizzare lo stesso brano per lavori diversi. A meno si tratti di una sigla identificativa di apertura o chiusura.
Chiaramente assieme alla musica, ci stanno bene altre basi sonore. Essenzialmente:i parlati, commenti o parti integranti del racconto audiovisivo, e suoni o rumori di ambiente. Direi che proprio questi ultimi, soprattutto se originali, danno un notevole valore aggiunto alla rappresentazione. Questo ovviamente implica che durante le riprese ci si debba dotare anche di uno strumento di registrazione. Ormai tante macchine consentono la ripresa di filmati e con essi si recupera, sia pur grossolanamente, anche l'audio.
Non esistono regole per definire coerente al tema una colonna sonora. Certamente risulta difficile immaginare una festa tribale africana accompagnata da un notturno di Chopin o dalla Pavane di Fauret e viceversa una serie di immagini contemplative di natura con un capriccio di Paganini o una sonata di Shostakovich.
È molto più facile il loro contrario. Ma chiuderei affermando che un pizzico di provocazione, sapientemente dosata, in dosi omeopatiche, qualifica spesso l'abilità del comunicatore. Il tutto passa poi al vaglio della regia del progetto.

 
 

Progetto
A questo punto siamo proprio nella terra di conquista.
Per prima cosa non bisogna mai perdere di vista lo scopo che vi siete preposti con il lavoro che state montando.
Avete le immagini che ormai sono un dato di fatto praticamente, a meno di qualche ritocco, sono una costante. Avete scelto le musiche e l'audio che pensate si sposino con le vostre intenzioni. Resta il matrimonio. Ed è qui che si gioca sotto il vostro completo controllo il margine di manovra residuo. Potreste distruggere bellissime immagini o potreste, come nel nostro intento, valorizzare in un contesto accattivante immagini magari mediocri.
Certamente la consapevolezza del materiale che si ha in mano porta a fare scelte di regia. Ritornando all'esempio del punto precedente, sapendo di avere da montare immagini contemplative, da essere ammirate, si sceglieranno dissolvenze molto lente e curate; viceversa avendo immagini di un tango argentino si privilegeranno ritmi e cadenze incalzanti. Oppure con immagini importanti per una storia, un reportage strappato con i denti, immagini di azione, magari tecnicamente imperfette, si dovrà creare un prodotto che valorizzi il contenuto emotivo rispetto a quello prettamente fotografico. In genere si utilizzano passaggi rapidi, pochi zoom, sfuocature volute , contrasti , trasformzioni in BN , ecc. Ma anche questo, come per le musiche, non vuole essere un "dictat". É sempre l'equilibrio e il vostro senso critico che comandano.
Quasi un "dictat" è invece quello di usare con moltissima parsimonia, con tendenza a zero, gli effetti speciali di transazione: svolazzi, coriandoli, arrotolamenti, tripli salti mortali, ecc che distolgono l'attenzione e sviliscono il prodotto. Sanno ci cibo precotto. A meno che non abbiate di meglio da offrire... ma se avete avuto la pazienza di arrivare a leggere fin qui non è certo il vostro caso.

Ultima considerazione: prima di presentare il lavoro, quando è passato dal vostro filtro più fine, fatelo vedere a qualche estraneo di cui vi fidate, quanto meno a qualcuno non coinvolto emotivamente con quello che state realizzando e scrutatelo attentamente. Siate pronti a cogliere ogni anche minima critica esplicita o velata. Voi l'avrete visto e vissuto così tante volte che per voi sarebbe difficile apportare correzioni spontanee. Il vostro censore non deve essere necessariamente un esperto di audiovisivi. Dipende molto dalla destinazione del lavoro. Rimanendo, come per tutte queste note, nel campo del prodotto amatoriale, il buon risultato di un lavoro è misurato dal coinvolgimento spontaneo, epidermico che lo spettatore manifesta, che visto dalla nostra parte, non è altro che quanto con i nostri equilibri siamo riusciti a trasmettere.




MILANO LUCI 2010





Ed eccoci così giunti alla fine di questo percorso all'interno del mondo degli Audiovisivi.
Colgo l'occasione per ringraziare Edoardo per la sua dedizione e per aver reso possibile questo nostro Speciale di fine anno. Sperando di aver ancora una volta realizzato il meglio per voi, vi rimando a Domenica 25 Dicembre, giorno di Natale, dove ad attendervi ci sarà una edizione speciale della rubrica "Photo of The Week". Non mancate!

Buona fotografia a tutti da Laura e Ser Vlad





Un virus influenzale mortale creato in laboratorio! Siamo alla frutta!

Ieri in auto sento una breve notizia curiosa alla radio, speravo di aver capito male o che fosse uno scherzo; stamattina rientro in ufficio, una breve ricerca in google e scopro che è purtroppo tutto vero:

Dagli Stati Uniti, per l'esattezza dal National Science Advisory Board for Biosecurity, viene la richiesta alle riviste scientifiche di non pubblicare i dettagli di due esperimenti condotti uno in Olanda ed uno in America che hanno portato allo sviluppo di un ceppo estremamente letale dell'influenza aviaria H5N1. Gli Usa temono infatti che se i terroristi ottenessero 'la ricetta' di questa super-aviaria potrebbero provocare una strage, uccidendo milioni di persone.
I terroristi? Ma i terroristi sono questi ricercatori che fanno queste cose! Infatti terrorista è colui che semina terrore e in questo caso c'è proprio di cui essere terrorizzati ma non da Al Quaeda ma da questi ricercatori che ci raccontano che lavorano e si impegnano per il nostro bene, per sconfiggere malattie.
Che senso ha modificare un virus per renderlo ancora più potente e mortale? Un piccolo errore, una fuga involontaria (o volontaria cambia poco) di questo virus e immaginate cosa potrebbe accadere? Se ciò dovesse accadere, Bin Laden e i suoi atti terroristici passerebbero alla storia come degli ingenui giochini infantili.
Mia nonna mi ha sempre insegnato di non giocare con il fuoco perché prima o poi inevitabilmente ci si scotta. Evidentemente la nonna di questi ricercatori non ha mai insegnato loro questa semplice ma saggia regoletta, oppure....

...oppure di fronte ai soldi si diventa disposti a fare di tutto, anche a mettere in pericolo l'intera popolazione mondiale, mi viene in mente gli utili stellari che alcune aziende farmaceutiche fecero un paio di anni fa, quando si creò il panico facendo credere che una normalissima forma influenzale fosse l'epidemia del secolo! Ma anche qui la nonna insegna che se si continua a gridare "al lupo, al lupo" quando il lupo non c'è poi nessuno ci crederà più. Ed ecco che forse qualcuno ha pensato bene di crearla veramente l'epidemia del secolo così si sarà certi di vendere tanti belle dosi di farmaci costosi ma miracolosi!
Nell'ambito informatico si vocifera che le stesse software-house che producono gli antivirus siano le stesse che creano, o pagano altre persone per creare gli stessi virus...sarebbe un comportamento immorale e meschino, ma almeno con i virus informatici non si rischia di morire veramente o di distruggere l'intero genere umano.

Un lettore di Frews, pochi giorni fa ha commentato ad un mio post così: "siamo la migliore delle società mai esistita sia in termini di libertà e diritti personali sia in termini di benessere materiale." Beh caro lettore, io credo che o tu sia totalmente cieco oppure tu non voglia vedere certe cose per qualche interesse personale: sei per caso amministratore delegato di qualche azienda farmaceutica?

manuel

Orgoglio padano...ma io, da Roma, viaggio a metano

"Il tuo accento non mi sembra molto romano" mi dice il benzinaio mentre mi attacca la pompa del metano ed osserva la targa "Roma" della mia multipla. "Vivo a Roma da dieci anni ma sono originario di Milano". Mi guarda con fare schifato e non per il freddo del mattino in quella località tra l'Emilia e la Lombardia. Simila uno sputo e dice: "Ci sono stato una volta soltanto a Roma per una manifestazione di sostegno al Bossi" e mi fa vedere una foto del Senatur sul telefonino, proprio come immagine di sfondo. "Ma poi tornando verso la stazione, avevamo ancora le bandiere, dei ragazzi ci hanno avvicinato e coperto di sputi: non metterò mai più piede a Roma".
"Un incontro tra stupidi" gli dico e mi mostra il suo braccialetto verde con scritto "Orgoglio padano". Gli sorrido e gli dico: ne hai uno con scritto "orgoglio metano"?
Buongiorgio

Natale: lo stupore, la gioia, l’attualità e la pace


Un concetto cardine nel grande patrimonio di studi che ci ha lasciato il fenomenologo delle religioni rumeno Mircea Eliade (1907-1986), è quello di ierofania: termine che lui utilizza per indicare la religione intesa come «esperienza del divino o del sacro». Il vocabolo – di per sé – non comporta alcuna ulteriore specifica e tende a denotare una realtà completamente altra rispetto a quella empirica, ovvero al profano, all’hinc et nunc tipico del nostro mondo sensibile e materiale, in cui però l’alterità del sacro si manifesta – appunto – attraverso la ierofania.

Buon Natale da tutto il mondo: usanze e tradizioni in Messico

Nel Messico il Natale, più che con lo scambio dei regali, è vissuto con le più svariate rappresentazioni della Natività . I giorni della novena sono chiamati " posadas" ( alloggi). Infatti sfilano davanti alle case processioni con rappresentazioni della famiglia di Nazareth. Ogni abitazione ha la porta aperta e si rende disponibile per ogni viandante. Quando la processione ha raggiunto la casa prescelta , tutti si inginocchiano e collocano le immagini su un altare illuminato. Al termine della cerimonia, si aprono le danze e i rinfreschi. I bambini si divertono con il gioco della " pinata" , una pentola di terracotta appesa ad una fune che, bendati, si deve rompere con un bastone per farne cadere dolci e caramelle.
Sarah Myliz

La vitamina del giorno - 23 dicembre: S. Giovanni da Kety

23 dicembre 2011 segno zodiacale: Capricorno. S. GIOVANNI DA KETY. Nato a Kety , cittadina polacca a sud ovest di Cracovia nel 1390. Docente di filosofia all' età di 27 anni, a 34 fu ordinato sacerdote, continuando ad insegnare per alcuni anni. Ricevuto l' incarico di parroco a Olkusz, si fece ammirare come modello di carità e di pietà verso il prossimo. Nel 1440 riprese la docenza a Cracovia contribuendo all' educazione del principe Casimiro. Morì durante la Messa della viglia di Natale del 1473. E' stato canonizzato da Clemente XII nel 1767.
" Gli abiti hanno fatto di noi degli uomini, c'è ora il serio pericolo che facciano di noi degli attaccapanni"
Thomas Carlyle