27/10/11

L'Europa decide di usare armi di distruzione di massa!


Sono veramente sempre più amareggiato, deluso, schifato, nauseato.
Uno crede che il limite umanamente raggiungibile sia stato già ampiamente superato e invece no, perché poi scopre che hanno fatto (o più correttamente hanno detto che faranno) ancora di più!
E così, anche l'Europa decide di imbracciare armi di distruzione di massa e bombardare a tappeto copiando dal fratello maggiore d'oltre oceano. Non parlo di carri-armati o di bombe lanciate dai caccia, sono infatti armi economiche, ma c'è poco da stare tranquilli perché fanno (e soprattutto faranno) male tanto quanto quelle tradizionali!
Chi volesse conoscere i dettagli dell'assurdo accordo con l'aggiunta di ottime logiche considerazioni lo rimando al Blog di Stefano Bassi: http://www.ilgrandebluff.info/...

Riassumendo con due parole: hanno deciso di tenere in piedi Grecia (lo zombie che cammina) e il sistema bancario europeo/mondiale con la promessa di tanti bei miliardi: mille miliardi di euro! Insomma la parola d'ordine è: tamponare ad oltranza! Tamponare il debito con sempre ulteriore debito! Per arrivare là dove nessun uomo è mai arrivato prima! E così le borse europee oggi volano in alto, i titoli bancari fanno faville, l'euro si rafforza e tocca 1,42 rispetto al dollaro! Che euforia, che felicità! Ovviamente si tratta di euforia a breve termine e non occorre essere dei geni per capire a chi viene poi presentato il conto: a tutti noi comuni cittadini mortali!

Io a fatica mi trattengo nel commentare, perché diventerei volgare e mi/vi pongo solo queste poche e semplici domande:
Vi rendente conto delle conseguenze che avremo nel continuare ad usare questi "bazooka" economici? In che mondo sono destinati a vivere i nostri figli? Che colpa ne hanno loro, perché dovranno pagare loro? E io ho l'impressione che la maggior parte della gente continua a far finta di nulla credendo e illudendosi che tutto possa andare avanti così ad oltranza! Ma cosa aspettiamo a svegliarci e ad aprire gli occhi?

L'immigrazione nel mondo

Caritas italiana // Fondazione Migrantes // Caritas di Roma
Presentazione Dossier Statistico Immigrazione - Roma 27 Ottobre 2011
I principali dati statistici
L’immigrazione nel mondo. Nell’ultimo decennio è stato sottratto alla povertà estrema mezzo miliardo di persone, ma è di un miliardo e mezzo il numero di quelle che vi sono ancora soggette. Il reddito pro capite è di 33.400 dollari nel Nord e 6.200 al Sud. Negli ultimi dieci anni gli  immigrati nel mondo sono aumentati di 64 milioni, arrivando a 214 milioni (dato Oim), di cui 4,2 di italiani e 3,7 di studenti stranieri. Nel 2009 sono 32,5 milioni i residenti con cittadinanza straniera nell’UE a 27 (6,5% della popolazione), mentre altri 14,8 milioni sono diventati cittadini dei paesi di accoglienza (attualmente nella misura di 776mila l’anno), per cui quasi un decimo della popolazione europea non è nata sul posto. Secondo le statistiche dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati sono 15,4 milioni i rifugiati nel mondo (4 su 10 nei paesi in via di sviluppo), 850mila i richiedenti asilo, e 358mila le domande d’asilo, di cui 10mila in Italia. Nel futuro cambieranno gli scenari migratori e, a causa della diminuzione della popolazione in età attiva, la Cina sarà il massimo polo di attrazione migratoria, così come continuerà a esserlo l’Europa. L’aumento numerico e l’inserimento occupazionale In Italia. Nel 1861, anno dell’Unità, gli stranieri erano 88.639 (incidenza dello 0,4% sulla popolazione residente); oggi sono 4.570.317 su 60.650.000 residenti, circa 50 volte in più (incidenza del 7,5%). Nonostante la crisi, l’aumento è stato di 335.258 residenti nel 2010. Se si tiene conto di circa altri 400mila cittadini stranieri, regolarmente presenti ma non ancora registrati in anagrafe, si tratta di quasi 5 milioni di persone, come lo scorso anno. Nel frattempo, pero, centinaia di migliaia di persone hanno perso l’autorizzazione a rimanere in Italia, perché sono scaduti ben 684.413 permessi di lavoro (2/3 per
lavoro e 1/3 per famiglia). Viene anche accreditata la presenza di circa mezzo milione di persone in posizione irregolare. I rimpatri forzati (16.086 nel 2010) arrivano a costare, nel complesso, fino a 10mila euro l’uno. I costi dei rimpatri, dei Cie e delle carceri e l’impossibilità di avere frontiere ermetiche (ogni giorno entrano in Italia 200mila persone) inducono a incentivare i flussi regolari. L’inserimento sociale in Italia. Da una parte, sono numerosi gli indicatori di un positivo inserimento. Tra il 1996 e il 2009 sono stati 257.762 i matrimoni misti (21.357 nell’ultimo anno, 1 ogni 10 celebrati). Nel 2010 i casi di cittadinanza sono stati 66mila. I minori figli di immigrati sono quasi 1 milione, ai quali si aggiungono si aggiungono 5.806 minori non accompagnati (senza contare i comunitari). Le persone di seconda generazione sono quasi 650mila, nate sul posto ma senza cittadinanza. Gli iscritti a scuola nell’anno scolastico 2010-2011 sono 709.826 (incidenza del 7,9% sulla popolazione studentesca, e ancora più alta nelle materne e nelle elementari). Gli universitari stranieri ammontano a 61.777 (3,6% del totale). L’interesse all’apprendimento dell’italiano è diffuso, ma negli esami sostenuti per il rilascio del permesso di soggiorno per lungoresidenti, è stata molto differenziata la percentuale dei bocciati (3,5% a Roma e 34% a Padova). D’altra parte, non mancano gli indicatori di disagio, ad esempio a livello abitativo (è coinvolto il 34% degli immigrati rispetto al 14% degli italiani) e sono numerosi i casi di discriminazione segnalati all’UNAR (540 casi pertinenti in diversi ambito della vita sociale, dagli uffici pubblici ai media).
Quale lettura dell’immigrazione? 
È ricorrente la domanda se, in un paese in cui lo sviluppo va a rilento e sono state perse centinaia di migliaia di posti di lavoro, l’immigrazione possa essere ancora d’aiuto. La popolazione immigrata è più giovane (32 anni, 12 in meno degli italiani), incide positivamente sull’equilibrio demografico con le nuove nascite (circa un sesto del totale) e sulle nuove forze lavorative, è lontana dal pensionamento e versa annualmente oltre 7 miliardi di contributi previdenziali, assicura una maggiore flessibilità territoriale e anche la disponibilità a inserirsi in tutti i settori lavorativi, crea autonomamente lavoro anche con i suoi 228.540 piccoli
 imprenditori, si occupa dell’assistenza delle famiglie, degli anziani e dei malati, sta pagando più duramente la crisi in termini di disoccupazione e complessivamente rende più di quanto costi alle casse dello Stato. Gli immigrati in generale, e in particolare gli oltre 2 milioni di lavoratori, si attendono non solo di essere percepiti nella loro consistenza numerica ma anche di essere apprezzati per la positiva funzione esercitata, che va completata con più ampi spazi di partecipazione. http://www.caritasitaliana.it/materiali/Pubblicazioni/libri_2011/dossier_immigrazione2011/scheda.pdf

21mo Dossier Statistico Immigrazione Caritas e Migrantes

"Desidero rinnovare il mio apprezzamento per l'attivita' che la Caritas italiana svolge da trent'anni in favore delle fasce piu' deboli della popolazione.In particolare, vorrei esprimere il mio plauso per l'impegno profuso, insieme alla Fondazione Migrantes, nell'elaborazione del dossier annuale sulla situazione migratoria in Italia, consentendo alle Istituzioni e all'opinione pubblica di conoscere e prendere coscienza delle condizioni di vita dei migranti giunti nel nostro Paese". Cosi' il Presidente del Senato, Renato Schifani, nel messaggio inviato a don Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, in occasione della presentazione del 21mo Dossier Statistico Immigrazione Caritas/Migrantes, in corso in questo momento a Roma.
Quello della presentazione del Dossier Statistico Immigrazione è un appuntamento fondamentale per tutti gli operatori del Settore ed anche per lo Stato stesso.
A questo dossier fanno riferimento sempre tutti: dal parroco, alle cooperative per salire fino ai Ministeri.
Vediamo qualche dato sugli “immigrati in Italia”
Immigrati in Italia
Ad oggi sono 4.570.317 su 60.650 mila residenti, circa 50 volte in piu' rispetto all'anno dell'Unita' nazionale, quando gli stranieri si fermavano a quota 88.639 (con una incidenza dello 0,4 per cento sulla popolazione residente). Nonostante la crisi, l'aumento e' stato di 335.258 residenti nel 2010, e se si tiene conto di circa altri 400 mila cittadini stranieri, regolarmente presenti ma non ancora registrati in anagrafe, si tratta di quasi cinque milioni di persone. Nel frattempo, centinaia di migliaia di persone hanno perso l'autorizzazione a rimanere in Italia, perche' sono scaduti ben 684.413 permessi, non rinnovati, mentre i rimpatri forzati sono stati 16.086 nel 2010. Viene anche accreditata la presenza di circa mezzo milione di persone in posizione irregolare. Di particolare interesse le cifre sui minori, in un Paese come il nostro soggetto al calo demografico. I figli dei cittadini stranieri sfiorano il milione con un'incidenza crescente (14 per cento, il 18,4 per cento considerando i nati da madre straniera e padre italiano). Le persone di seconda generazione sono quasi 650 mila, nate sul posto ma senza cittadinanza. Gli iscritti all'anno scolastico 2010-2011 sono 709.826 (con una incidenza del 7,9 per cento sulla popolazione studentesca). Gli universitari stranieri ammontano a 61.777 (3,6 per cento).
Ai residenti, secondo la stima del Dossier, bisogna aggiungere oltre 400mila persone regolarmente presenti ma non ancora registrate in anagrafe, per una stima totale di 4.968.000 persone. Il numero degli immigrati, rileva il Dossier e' quasi uguale a quello dello scorso anno ma, avverte, 'non deve sfuggire che le nuove presenze sono state oltre mezzo milione, tra regolarizzati e nuovi venuti, a fronte di altrettanti immigrati la cui autorizzazione al soggiorno e' venuta a cessare, a prescindere dal fatto che siano rimpatrati o siano scivolati nell'irregolarita'. Questa rotazione - avverte ancora il Dossier -deve indurre a riflettere sugli effetti pesantemente negativi della precarieta' dei titoli di soggiorno e sulle modifiche normative necessarie per porvi rimedio'.
Immigrati e distribuzione geografica
La presenza degli immigrati sul territorio italiano e' piu' consistente nelle regioni del Nord-Ovest, dove e' del 35%, segue il Nord-Est con il 26,3%, il Centro con il 25,2% e il Sud e Isole con il 13,5%. In lieve superiorita' numerica le donne, che rappresentano il 51,8% del totale mentre i minori sono il 21,7%. Tra le prime cinque collettivita' per numero di residenti, rileva ancora il Dossier, si trovano la Romania, con 968.576 presenze, seguita dall'Albania, con 482.627, il Marocco con 452.424, la Cina con 209.934 e l'Ucraina con 200.730 presenze.
Gli stranieri, rileva ancora il Dossier, la cui eta' media' e di 32 anni, contro i 44 degli italiani, si caratterizzano per la forte incidenza di minori (21,7%) e delle persone in eta' lavorativa (78,8%) mentre gli ultra 65enni superano di poco il 2% ( sono, invece, un quinto della popolazione italiana). In altri termini, gli stranieri sono appena 1 ogno 100 tra gli anziani, ma oltre un decimo dei minori e dei giovani (18-39 anni).
Immigrati e fedi religiose
I cristiani al loro interno sono cosi' ripartiti: 1.405.000 ortodossi, 876.000 cattolici, 204.000 protestanti e 33.000 immigrati che fanno parte di altre comunita' cristiane. Nel 2010, rispetto all'anno precedente, i cristiani sono aumentati di 4 punti percentuali (specialmente per l'incremento dei protestanti e degli ortodossi), i musulmani lo 0,9% e i fedeli di religione orientale appena lo 0,4%. Per quanto riguarda la graduatoria dei gruppi nazionali per le maggiori comunita' religiose gli Ortodossi provengono da Romania 841.000, Ucraina 168.000, Moldavia 122.000, Macedonia 49.000 e Albania 42.000.
 I cattolici da Filippine 109.000, Polonia 105.000, Ecuador 84.000, Peru' 80.000, Albania 77.000, Romania 71.000, Macedonia 49.000, Albania 42.000, Brasile 34.000, Francia 25.000 e circa 20.000 Repubblica Dominicana, Croazia e Colombia. I protestanti da Romania oltre le 50.000; Germania e Regno Unito 15.000, Ghana, Nigeria e Peru' 10.000, Filippine e Brasile 7.000.
 I musulmani da Marocco 448.000, Albania 364.00, Tunisia 106.000, Senegal 75.000, Pakistan 73.000, Bangladesh 71.000, Macedonia 30.000, Algeria 25.000, Kosovo 21.000. Le religioni orientali, infine, da diverse collettivita' asiatiche, differenziate a seconda delle religioni.
Immigrati e lavoro
La precarietà al lavoro si riflette pesantemente sul piano abitativo. L'Istat ha accertato che si trova in condizione di disagio il 34% degli immigrati (contro il 14% degli italiani).
Notevole e' anche il divario tra i proprietari di abitazione: lo sono il 21,3% tra gli immigrati e 71,6% tra gli italiani. Sono aumentati gli sfratti per morosita' nel pagamento degli affitti e pignoramento per chi non ha pagato con regolarita' i ratei del mutuo.
 E' in diminuzione e pressoche' dimezzata l'incidenza degli immigrati sulle compravendite, passata dal 16,7% nel 2007 all'8,7% nel 2010 (53.000 transazioni su un totale di 618.819). Purtroppo in Italia continua ad essere ridotta la quota delle case in affitto (4,4 milioni), mentre diventano piu' rari gli alloggi dell'edilizia Residfenziale pubblica. E' positivo che il Piano interministeriale per l'integrazione nella sicurezza (giugno 2010) abbia stanziato fondi agli immigrati per l'autocostruzione e l'autorecupero di edifici pubblici (8,7 milioni di euro).
 Il saldo tra versamenti degli immigrati all'erario e spese pubbliche sostenute a loro favore e' ampiamente positivo (1,5 miliardi di euro) e questa somma, secondo altri calcoli, sarebbe ancora piu' elevata.

Ah Sarkò, mo facciamo sul serio: Bini Smaghi rimane dov'è, che fai ci bombardi?

Guardi signor Bini Smaghi, posso darLe del Signor? Io fino all'altro giorno non sapevo neanche che Lei esistesse e soprattutto il ruolo importante che ricopre: mea culpa, ignorantia mea! Ora un po' mi sono informato e pur solo intuendo l'importanza del suo incarico nel Comitato Esecutivo della Banca Centrale Europea, so per certo che cotal Sarkozy è furibondo perché, secondo accordi politici e quindi esterni alla BCE, Lei dovrebbe lasciare la sua sedia ad un francese perché i francesi hanno appoggiato l'incarico all'italiano Draghi come presidente BCE: ho capito bene?
Beh, signor Bini Smaghi che di nome fa Lorenzo: rimanga lì e risponda solo alla sua coscienza ed ai suoi colleghi.
Voglio dire, se Lei ha svolto un bel lavoro perchè dovrebbe andarsene per accolti politici che nulla hanno a che vedere con la sua mansione?
Lei non è obbligato ad andarsene, leggo.
Quindi perchè dovrebbe farlo? Per compiacere a Sarkozy che non perde occasione di deriderci? Che fa se no, come con Gheddafi ci bamba i Bombardier?
Vediamo se alla prossima conferenza stampa monsieur Sarkozy quando gli chiederanno di Bini Smaghi avrà la forza di fare ancora quel suo sorrisetto: noi sicuramente ci faremo una gran bella risata!

Il Papa in treno (sulla vettura numero 2) verso Assisi

Giornata importante oggi per il dialogo interreligioso. Benedetto XVI e circa 300 esponenti delle varie fedi mondiali si riuniscono ad Assisi per una giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo. Un Etr 600 Frecciargento delle Ferrovie dello Stato italiane, partito alle 8.00 dalla Stazione vaticana, sta portando il Papa e gli altri partecipanti nella città di San Francesco. Sul treno del Pontefice c’è Luca Collodi di Radio Vaticana che così commenta entusiasta questo evento nell'evento:
"Siete collegati con il Frecciargento delle Ferrovie dello Stato italiane partito alle 8 dalla Stazione dello Stato della Città del Vaticano, inaugurata nel 1934 e aperta al solo servizio merci. In questo momento il treno, un Etr 600 formato da 7 vetture con 300 persone a bordo, sta percorrendo a bassa velocità il binario non elettrificato di 800 metri che separa la Stazione vaticana dalla rete ferroviaria italiana di Roma San Pietro. Il Frecciargento è trainato da due locomotori diesel che saranno sganciati tra poco alla stazione di San Pietro dove il treno farà una sosta tecnica di qualche minuto sul marciapiede n.1. Liberato il binario, l’Etr ripartirà intorno alle 8.07 a trazione elettrica. Via Roma Trastevere, Ostiense, Tuscolana e Tiburtina si immetterà a circa 240 km orari sulla linea ad Alta velocità fino ad Orte per deviare verso Assisi via Terni, Spoleto e Foligno. Il Papa sta viaggiando nella vettura numero 2, ubicata verso la coda del treno, con il segretario di Stato Vaticano, card. Tarcisio Bertone, accompagnato, da Sua Santità Bartolomeo I, e da altri autorevoli esponenti delle religioni mondiali. Nella carrozza 1 viaggia una folta rappresentanza della Curia romana, con il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco e il Vicario del Papa per la città di Roma, card. Agostino Vallini. L’Etr 600 delle Ferrovie dello Stato italiane rallenterà la corsa al passaggio nelle stazioni di Terni, Spoleto e Foligno dove sono attese numerose persone per salutare il passaggio di Benedetto XVI. L’arrivo ad Assisi è previsto per le 9.45. La stazione di Assisi sorge in prossimità di Santa Maria degli Angeli, a sud del nucleo storico della città di San Francesco, uno dei siti più importanti del Patrimonio mondiale dell’Unesco. 

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