13/02/12

Evadere le tasse è peccato ed a volte genera scandalo

“Evadere le tasse è peccato”. I Vescovi italiani, attraverso il loro presidente, Cardinale Angelo Bagnasco, fanno sentire forte e chiara la loro voce su un tema tanto importante e delicato quanto scomodo come il fisco, non sempre sufficientemente affrontato con la dovuta durezza e schiettezza. Finora era sembrato che equiparare il non pagare le tasse al rubare fosse un'esagerazione, fuori luogo persino nelle chiese. Ci ha provato qualche prete coraggioso, suscitando non pochi fastidi tra i suoi fedeli, alcuni dei quali hanno addirittura preferito cambiare parrocchia piuttosto che sentirsi in colpa e fare una sosta al confessionale con un peccato in più da farsi perdonare.
Ora però la condanna viene dall'alto, e non si può far finta di niente. Anzi si spera che dai pulpiti si alzi qualche altra voce a richiamare anche i credenti all'adempimento di un dovere che chiama in causa bene comune e coscienza. Le pubblicità governative, che stanno andando in onda in queste settimane, nella loro apparente “scorrettezza” dicono una verità: non pagare le tasse è rubare alla società, è sottrarre soprattutto a chi ha meno e che viene più penalizzato dalla carenza di servizi che lo Stato non può garantire perché non ha soldi. Non a caso il premier Monti ha detto di recente che “chi oggi evade le tasse reca danno ai concittadini e offre ai propri figli un pane avvelenato”.
Nell'ampia prolusione con la quale lunedì 23 gennaio ha aperto i lavori del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, il Cardinale ha affrontato diversi temi, soffermandosi non poco sulla crisi che, pur nella sua drammatica gravità, può divenire comunque un'occasione. “Per certi versi questa - ha infatti detto - è una stagione propizia per imprimere allo Stato e alla stessa comunità politica strutture e dinamiche più essenziali ed efficienti, lontane da sprechi e gigantismi. Per cooperare attivamente con il Governo a riequilibrare l'assetto della spesa in termini di equità reale, e metter mano al comparto delle entrate attraverso un'azione di contrasto seria, efficace, inesorabile alle zone di evasione impunita, e ai cumuli di cariche e di prebende. La Chiesa - ha aggiunto Bagnasco - non ha esitazione ad accennare questo discorso, perché non può e non deve coprire auto-esenzioni improprie”.
“Evadere le tasse è peccato”, ha quindi detto il presidente dei Vescovi italiani. Aggiungendo: “Per un soggetto religioso questo è addirittura motivo di scandalo”. Il Cardinale si riferisce a quelle strutture ecclesiali soggette all'Ici che attraverso sotterfugi contabili evitano il balzello. Ma il richiamo è generale: pagare le tasse è un dovere di tutti, e i cristiani in particolare dovrebbero avvertire più di altri il valore del gesto. Non è che ci si debba spingere ad affermare, come fece tempo fa un economista, che “pagare le tasse è bello”, ma prendere coscienza del fatto che farlo, pur significando un sacrificio, è un imperativo morale oltre che impegno di civiltà dovrebbe essere un dato acquisito. E del resto il sacrificio stesso sarebbe molto inferiore e quindi meno pesante se più equamente suddiviso.
Solo così non dovremmo più far finta di meravigliarci ogni qualvolta ci viene ricordato che un dentista, un gioielliere o un ristoratore dichiarano all'erario meno di un operaio.

Oggi come allora...Opposizione ( 1993 / 2000/ 2002)



In attesa che domani sera il nuovo Festival provi a sorprenderci vorrei continuare l' investigazione nel passato per mostrare il lato migliore di quello che ormai è diventato solo un grande carnevale.

Nella realtà , infatti, c'è chi ha creduto e chi crede ancora nelle canzoni, nella musica suonata bene, nella raffinatezza del testo, insomma in tutte quelle cose che possono far diventare una melodia una piccola opera d'arte.

Qualcosa che lanci un segnale, che ci faccia esprimere anche solo per poco.

Lo fecero i Botero , gruppo milanese, nel 2002 con il brano " Siamo treni" con il quale vennero acclamati dalla critica e recensiti da tutti i giornali come la performance più interessante di quell' anno.

Poi però spariti, come spesso accade, a chi non ha voglia di adeguarsi alle leggi del marketing musicale.

Il brano raccontava , attraverso la metafora dei treni, della frustrazione derivata dall' alienazione del lavoro.

I quattro componenti non vivevano di musica ma facevano gli impiegati dedicando il tempo residuo alla loro passione.

Si presentarono sul palco con un violoncello, un pianoforte, abiti ricchi di colore rosa e una canzone potente come un tuono.

" Storie in incognito, sbiadite. Da incollare li, alla parete, buttate via. Nella follia di una sequenza logica. Siamo treni , dimmi che vita è questa. Sempre uguale".

E subito a seguire un' invocazione a Dio, che spesso ci sembra di non trovare in questa fretta che ci soffoca, in questo veleno che ci portiamo dentro e che rispecchia la vera delusione dell' uomo.

" Quanta fatica a fine mese. Rifare i conti con le spese. E con le mani. Nemmeno Dio è qui presente. E una bestemmia non cambia niente. Tanto sai, non scende mai dalla sua croce".

Per loro il riscatto di quel momento, fu vera vittoria.

Alessio Bonomo, nel 2000, sorprese il pubblico con il brano " La croce".

Una poesia recitata ( nel senso letterale della parola) con passione sopra musica ipnotica ma irruente e luci ad intermittenza.

Il tutto a sottolineare un testo , a mio parere, spettacolare.

Fu definito " un poeta visionario e violento" , un " indecifrabile".

Ma Alessio aveva interpretato un disagio profondo attraverso, come nel caso dei Botero, una metafora: ciascuno di noi è un falegname, fabbricante di croci che finiscono addosso al prossimo.

"Ognuno ha la sua croce, ma certe croci sono enormi. E ognuno è un falegname e costruisce nuove croci e le butta sulla gente. E c'è chi da questo orrendo costruire ne esce pure vincitore, Vincitore sulle spalle di chi piano muore".

Onestamente non si può pensare che Alessio non sia un poeta, un osservatore, un' artista sensibile.

Notevole anche la riuscita dell' adattamento della poesia alla musica.

Un brano senza strofe, senza ritornelli ma con una domanda priva di risposta : ci può essere perdono per coloro che ci feriscono, imbrogliano, sfruttano o non sarebbe più facile vendicarsi?

" Roba da spaccargli un palo in mezzo agli occhi o da perdonarli?".

Con un tocco suggestivo il brano lascia spazio anche alla fiducia e a quella forza interiore che ognuno di noi possiede, seppur calpestata.

" E rimanere così, disarmati sotto al cielo come una lampadina ancora accesa nonostante sia mattina".

Altro scenario lo offre la canzone " A piedi nudi" di Angela Baraldi del 1993 brano con il quale vinse il premio della critica .

Musica e testo delicati e spensierati raccontano come si possa desiderare la solitudine senza angoscia ma ,anzi, con la voglia di perdersi dentro se stessi e dentro la natura di quel mondo che non abbiamo più il tempo di guardare e ammirare.

" Vado via e non ho bisogno di molti soldi. Vado verso la campagna a piedi nudi. Corro veloce verso il fiume e mi diverto con un po di vento, con un po di pioggia, perdo del tempo. Aspetto che il giorno finisca sulle valli aperte sui fossi, l' ortica, mentre il silenzio dei grilli e del grano copre il boato di un mondo lontano".

Voglia di evadere dalle prigioni che fabbrichiamo da noi e da quelle che il vivere quotidiano ci obbliga a frequentare.

Abbandonare e smarrire la strada per liberarsi, senza far male a nessuno. Finalmente privi di ogni protezione e difesa.

Una pacifica " risurrezione" dalla vita.

" ...non guardo che ore sono, non so come mi chiamo. E non torno a casa, tanto ho perso la strada , tanto non mi piaceva . E non ho bisogno di indicazioni . Parlo da solo e mi sto ad ascoltare".

Che finale interessante!

Ed è proprio questa la soluzione più giusta .

Meraviglioso sarebbe essere l'attrice protagonista di questa canzone finita, come le altre, nel baule delle cose dimenticate.

Sarah MYLIZ








A loro Madonna a noi Celentano: la differenza con gli Usa

La mia collega mi dice "Stasera inizia Sanremo!". La guardo e le rispondo: "Prenderò un permesso per andarmene a casa prima ad assicurarmi che in tutta la zona sia sabotato il digitale terrestre e nessuno possa vedere Sanremo". Eppure Sanremo inizia domani! Mannaggia come siamo informati ed interessati all'evento.

La mia settimana bianca molto alternativa. Storia di un'Odissea domestica

Oggi primi raggi di sole.Di neve in mezzo alle strade non ce n'è,sta accatastata a mucchi ai lati,ma ancora è rimasto un pò di lastricato ghiacciato.E'cominciato tutto venerdì 2 febbraio.Il pomeriggio avanti mamma era venuta a casa mia, E.era influenzato da qualche

And I will always love you, uuuuuuuuuuuuuuuuuuuu

Avrei voluto fare anche io il body guard di Whitney Houston non solo in quel film ma anche nella vita e forse ne avrebbe avuto bisogno, non di me, ma del saggio Kevin Costner che la guidasse prima dei suoi momenti di perdizione.
Il mio ricordo di Whitney è legato, e limitato, a quel film: Frews, con l'ottimo Paolo, ha già ufficialmente e puntualmente ricordato ieri la cantante.
Io ricordo quel film misto romantico e duro. La scena di Kevin che finalmente colpisce ad occhi chiusi il molestatore, scovandolo sol solo aiuto dell'udito, in quella foresta innevata, mi è tornata molto famigliare oggi con tutta questa neve attorno.
Nei karaoke di provincia tutti abbiamo provato a cantate "I will always love you" ed i più furbi si inserivano sulla "u" finale tirandola fino alla canzone successiva.
Certo, pensare che dopo che il portafoglio si gonfia a dismisura grazie al tuo talento è esso stesso a condurti alla morte per dipendenza da droga, fa molto triste e ci sono logiche che non riesco a capire neanche ad occhi chiusi nella neve, quando tutto rallenta e si può riflettere un po'.
Buttarsi via, Whitney, così: che delusione! Di un body guard, o di qualche amico vero attorno, avresti avuto più bisogno.
Che sia per te l'inizio di una nuova vita, di un buongiorgio



Paola Perego si fa ridurre il seno: riusciremo ad iniziare la settimana?

Questa è una di quelle notizie che meritano la dovuta eco, dopo aver letto, attivate il passaparola tra i vostri amici e parenti: la signora Perego, ex signora Carnevale, attualmente legata al manager televiso Lucio Presta che in scuderia mica ha i tronisti della De Filippi, bensì cavalli di razza quali Benigni e Bonolis, si è ridotta il seno, scendendo dalla 5^misura ad una discreta terza. Si dichiara felice della scelta, in quanto ha sempre convissuto male con tanto ben di Dio,mentre ora gode del privilegio di potersi mettere a tette nude in spiaggia(mah..).C'è da specificare che l'esperta conduttrice non è nuova al ricorso al bisturi del chirurgo:basta confrontare una sua qualsiasi foto di 20 anni con un'immagine di oggi per rendersene conto;quindi,malignamente,mi viene da ipotizzre che fin quando le tettone son state su al loro posto ok,erano le benvenute,oggi che il peso dei 46 anni e della legge di gravità si fa sentire...meglio darci un taglio!

Oggi è S. Fosca e S. Maura. Nomi del giorno Diletta e Domenica. Frase di Mitchell.



13 febbraio 2012 segno zodiacale: Acquario

Il sole sorge alle 7.20 e cala alle 17.25.

S.FOSCA, S. MAURA. La storia delle martiri Fosca e Maura va collocata durante la persecuzione di Decio, nel III secolo.

La giovane Fosca confidò alla nutrice Maura il desiderio di divenire cristiana.

Insieme si recarono dal sacerdote Ermolao che le educò alla fede e le battezzò.

Fosca fu denunciata ma gli uomini inviati ad arrestarla non riuscirono nel loro intento.

Quindi Fosca e Maura, si presentarono spontaneamente al prefetto e vennero processate. Crudelmente torturate furono poi decapitate il 13 febbraio.

NAME OF THE DAY: Female DILETTA deriva dall' aggettivo latino dilecta e significa" amata, scelta, prediletta". Si festeggia il 18 maggio. La sua pietra è l'ametista.

Male DOMENICO dal latino Dominicus e significa " padronale". Si festeggia il 7 agosto. La sua pietra è lo smeraldo.

" La lotta è come lo champagne. Va alla testa dei vigliacchi come a quella degli eroi. Uno stupido qualsiasi può essere coraggioso sul campo di battaglia quando l'alternativa è tra essere coraggiosi o essere ammazzati".

Margaret Mitchell