Oggi primi raggi di sole.Di neve in mezzo alle strade non ce n'è,sta accatastata a mucchi ai lati,ma ancora è rimasto un pò di lastricato ghiacciato.E'cominciato tutto venerdì 2 febbraio.Il pomeriggio avanti mamma era venuta a casa mia, E.era influenzato da qualche
giorno,mi serviva una mano con la bambina e la casa e lei mi ha spedita a fare scorta di cibo al super che per fortuna sta a 50 metri scarsi da casa mia,sicura della neve in arrivo. Non ci credevo, nonostante le previsioni meteo unilaterali. Invece, venerdì è iniziato a scendere qualche fiocco,così come saliva la febbre del mio compagno, ma aspettavamo che la terapia antibiotica intrapresa da mezza giornata sortisse il suo effetto. Sabato il paesetto era del tutto imbiancato, le palme fuori casa coperte di neve facevano un bell'effetto ma il cielo plumbeo era foriero di cattive novità climatiche. E.peggiorava, io avevo preso a sospettare che avesse un focolaio bronchiale o polmonare, ma i miei non potevano venire a tenere Jennifer e io non sapevo come fare per raggiungere l'ospedale di Fermo o di San Benedetto del Tronto per fare una lastra che ci delucidasse sulle sue condizioni e sul da farsi.Ad aggravare il tutto, mia suocera lontana, a casa dei genitori,ché pure suo padre era malato e,sempre per le avverse condizioni climatiche non avrebbe potuto affrontare più di 300 km di strada. La sera ho provato a convincere la guardia medica a raggiungermi ma non c'è stato verso. Telefonicamente, con mia suocera ci siamo accordate per aspettare il lunedì mattina ma eravamo davvero preoccupate.Il lunedì,col poco fiato che aveva in corpo, E. mi ha chiesto di non nominargli più il Signore,di non rompere i c......i con le mie stronzate sulla Fede. Ho pensato che il male fisico è brutto,che ci fa dire cose che non vorremmo e mi sono sentita in colpa per non avere fatto niente di significativo per farlo stare meglio.Sono tornata in farmacia a prendere altro cortisone,era sera tardi e lì suppongo che Qualcuno abbia davvero voluto aiutarmi.Il dottore,che non mi ha mai dato particolare confidenza,deve aver visto che stavo per piangere e mi ha domandato come andasse la terapia con l'Augmentin. Male. Gli ho spiegato tutto, ho descritto i sintomi, anche lui ipotizzava un focolaio. E mi ha detto:- No, non si butti giù anche lei. Mi ha proposto di telefonare al medico curante,se ci avesse dato l'ok telefonico,mi avrebbe dato l'antibiotico intramuscolare ed altri farmaci per risolvere la cosa. Quest'ultimo, malgrado la neve, mi ha esortata a prendere quei farmaci e si è impegnato a venire a casa al massimo entro la mattina seguente.Il farmacista mi ha chiesto:-Sa fare le iniezioni?- No,ma se mi spiega imparo!- Oh,brava!Quando un paio d'ore dopo è arrivato il medico di famiglia, avevo già fatto ad E.la prima iniezione.
giorno,mi serviva una mano con la bambina e la casa e lei mi ha spedita a fare scorta di cibo al super che per fortuna sta a 50 metri scarsi da casa mia,sicura della neve in arrivo. Non ci credevo, nonostante le previsioni meteo unilaterali. Invece, venerdì è iniziato a scendere qualche fiocco,così come saliva la febbre del mio compagno, ma aspettavamo che la terapia antibiotica intrapresa da mezza giornata sortisse il suo effetto. Sabato il paesetto era del tutto imbiancato, le palme fuori casa coperte di neve facevano un bell'effetto ma il cielo plumbeo era foriero di cattive novità climatiche. E.peggiorava, io avevo preso a sospettare che avesse un focolaio bronchiale o polmonare, ma i miei non potevano venire a tenere Jennifer e io non sapevo come fare per raggiungere l'ospedale di Fermo o di San Benedetto del Tronto per fare una lastra che ci delucidasse sulle sue condizioni e sul da farsi.Ad aggravare il tutto, mia suocera lontana, a casa dei genitori,ché pure suo padre era malato e,sempre per le avverse condizioni climatiche non avrebbe potuto affrontare più di 300 km di strada. La sera ho provato a convincere la guardia medica a raggiungermi ma non c'è stato verso. Telefonicamente, con mia suocera ci siamo accordate per aspettare il lunedì mattina ma eravamo davvero preoccupate.Il lunedì,col poco fiato che aveva in corpo, E. mi ha chiesto di non nominargli più il Signore,di non rompere i c......i con le mie stronzate sulla Fede. Ho pensato che il male fisico è brutto,che ci fa dire cose che non vorremmo e mi sono sentita in colpa per non avere fatto niente di significativo per farlo stare meglio.Sono tornata in farmacia a prendere altro cortisone,era sera tardi e lì suppongo che Qualcuno abbia davvero voluto aiutarmi.Il dottore,che non mi ha mai dato particolare confidenza,deve aver visto che stavo per piangere e mi ha domandato come andasse la terapia con l'Augmentin. Male. Gli ho spiegato tutto, ho descritto i sintomi, anche lui ipotizzava un focolaio. E mi ha detto:- No, non si butti giù anche lei. Mi ha proposto di telefonare al medico curante,se ci avesse dato l'ok telefonico,mi avrebbe dato l'antibiotico intramuscolare ed altri farmaci per risolvere la cosa. Quest'ultimo, malgrado la neve, mi ha esortata a prendere quei farmaci e si è impegnato a venire a casa al massimo entro la mattina seguente.Il farmacista mi ha chiesto:-Sa fare le iniezioni?- No,ma se mi spiega imparo!- Oh,brava!Quando un paio d'ore dopo è arrivato il medico di famiglia, avevo già fatto ad E.la prima iniezione.
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