23/08/11

Io gli "indignados" li capisco.... (di Gianluigi de Palo)

Io gli “indignados” che ieri sera hanno fatto casino in plaza del Sol a Madrid li capisco.
Sì, li capisco. Perché non è facile accettare di essere invasi pacificamente da oltre un milione di giovani di tutto il mondo. Non è facile lasciare la “piazza”, la scena a chi vede la vita in modo così differente.
C’è da immaginarselo: fino a ieri erano un modello mediatico per il mondo occidentale sempre più in crisi. Giovani che occupavano le piazze per lottare contro il Governo, contro il capitalismo, contro una politica incapace di dare prospettive concrete alle giovani generazioni. Fino a ieri avevano la ribalta, rappresentavano un futuro possibile. L’unica voce dei giovani. Presi ad esempio anche dai giovani delle altri capitale europee.
Poi c’è stata la Giornata Mondiale della Gioventù. E Madrid ha scoperto che un altro futuro è possibile, che oltre all’indignazione, c’è un altro modo di dire le cose e di testimoniare l’energia, l’entusiasmo e i propri sogni. Madrid e il mondo, in questi giorni, stanno scoprendo che i giovani hanno molto da dare e da dire. E lo possono fare con il sorriso sulle labbra. Finalmente una contestazione del sì, perché le cose possono migliorare solo se prima cambiamo il nostro cuore e se l’altro non viene visto solamente come un nemico.
Non c’è da banalizzare questo “scontro” di visioni antropologiche del mondo occidentale. Non possiamo negare che a Madrid, in questi giorni, sta avvenendo qualcosa di importante che la manifestazione tutt’altro che pacifica di ieri ha acuito maggiormente. Da una parte c’è il nichilismo, il relativismo, il liberismo etico. Dall’altra c’è il cristianesimo. Semplicemente il cristianesimo.
C’era da vederli ieri sera gli “indignatos” che le provavano tutte pur di provocare una reazione nei loro coetanei pellegrini. Niente. A nulla sono valsi cartelli inneggianti l’utilizzo del preservativo, i soldi del Vaticano, la cattiveria del Papa. Nulla. C’era altro da fare: l’attesa prima di una confessione all’aperto, la lunga fila prima di una breve adorazione eucaristica, mangiare la paella e vedere la bellezza di Madrid. C’era da vivere e da conoscere il mondo attraverso i suoi giovani.
Io li capisco gli “indignatos”, forse anche io lo sarei se non avessi la fede.
Gianluigi De Paolo, Assessore alla Famiglia del Comune di Roma