03/09/11

il Grande Inganno



Cari lettori di Frews mi presento: sono Manuel, un amico di Giorgio anche se io l'ho sempre chiamato con il suo soprannome: Jolly.
Jolly lo conosco fin dalla prima liceo, scuola che frequentammo assieme; potete immaginare quindi da quanti anni ci conosciamo visto che ora entrambi abbiamo già figli che dovremmo iniziare a chiamare ragazzi e non più bambini.

Qualche mese fa, l'amico Jolly, mi chiese di collaborare con lui in un sito di informazione online, quell'esperienza non andò molto bene e si concluse forse quasi ancor prima di nascere. Ma riuscii comunque a scrivere due-tre interventi. In quegli "articoli" scrissi in modo molto diretto e critico, cercando di denunciare il sistema marcio nel quale viviamo. Puntai il dito soprattutto contro i politici di turno. Sai che novità, critico tanto Beppe Grillo ma non avevo fatto altro che urlare, sbraitare e puntare il dito sugli "altri" proprio come fa lui da decenni!
Per questo motivo quando Jolly mi ha chiesto di seguirlo anche qui su Frews, non mi sono buttato a pesce come la volta precedente ma ho voluto fermarmi, pensare e riflettere un attimo, prima di pubblicare questo primo pezzo.
Non ho affatto cambiato idea sul fatto che il nostro sistema, il nostro mondo sia un po' storto, un po' marcio, ma ho capito che serve veramente a poco puntare il dito e criticare gli altri, come sembra invece che vada tanto di moda in questi anni! Se accendiamo la televisione o se ascoltiamo il politico di turno in un dibattito o se entriamo in un bar o in un salotto tra amici, è sempre un criticare qualcun altro: un politico, un banchiere (non un bancario), il proprio datore di lavoro, il proprio insegnate, il sacerdote, il Papa, un dato imprenditore o il più classico dei classici: il nostro famoso imprenditore-politico per eccellenza il bersaglio più amato degli ultimi anni!

Quasi sempre queste critiche non sono totalmente sbagliate o infondate, ma il problema è che hanno la stessa valenza del "processo del lunedì" di Biscardi, ovvero sono solo tante parole!
Il "Grande Inganno" esiste: viviamo in un mondo sempre più finto, sempre più superficiale, sempre più egoistico, ma il problema è che gli ingannati sono anche gli stessi ingannatori e viceversa. Oppure per dirla con le parole di una celebre canzone di Umberto Tozzi, che io è Jolly cantavamo per i corridoi del liceo: "gli altri siamo noi". Per chi non la conoscesse consiglio di ascoltare e leggere bene il testo di questa splendida canzone.
Ecco questa è la considerazione che vorrei fare oggi: se vogliamo tentare di migliorare il mondo nel quale viviamo dobbiamo smetterla di puntare il dito sugli altri ma seguire il consiglio che ci diede Gandhi parecchi anni fa: "Siate voi il cambiamento che vorreste vedere nel mondo".

Possiamo fare tutte le leggi, tutte le finanziare, tutte le tasse di solidarietà che vogliamo, ma fino a che non riusciremo a cambiare dentro di noi, ognuno nel proprio, saranno solo dei palliativi e il mondo (almeno per come lo conosciamo noi) sarà destinato alla sua inesorabile distruzione!
So che per molti posso sembrare esageratamente pessimista o catastrofista, ma è veramente giunto il momento di iniziare ad aprire gli occhi e rendersi conto del disastro enorme che abbiamo fatto e che stiamo continuando a fare! Abbiamo costruito un bellissimo castello di sabbia, nel quale abbiamo vissuto molto bene per parecchi anni. Magari in modo un po' egoistico non preoccupandoci molto di quelli che stavano fuori da quel castello, ma in ogni caso ce la siamo spassata per bene. Il problema è negli ultimi anni la marea ha cominciato ad innalzarsi lentamente e il castello ha iniziato a sgretolarsi, e quello che si è deciso di fare è stato quello di voler tamponare con altra sabbia. Ma non occorre essere profeti, pessimisti o apocalittici per capire che inesorabilmente arriverà prima o poi un onda più alta che spazzerà via il castello! E' solo questione di tempo! Non essendo un profeta non posso dire se sarà domani o fra vent'anni, ma so solo che prima o poi accadrà!

Se c'è qualcuno che ancora crede che non si tratti di un castello di sabbia, potrò cercare di darvi alcuni indizi in qualche articolo successivo, per il momento cominciate a considerare un semplice dato: bond biennale Greco ha toccato oggi il suo massimo storico: 46,84%. Questo significa che se io oggi compro 1'000 euro di bond ellenici oggi, tra due anni ne dovrei (mai il condizionale fu così necessario) ricevere indietro quasi 1'500 euro. Come fa a non essere considerato in fallimento uno Stato che si trova in queste condizioni?
E purtroppo la Grecia non è affatto un caso isolato ma è semplicemente la prima pedina del domino che è già caduta!

L'Italia del Cappuccino e cornetto

Di ritorno dalle vacanze ho trovato il mio baretto BOK di Via Celsa ancora chiuso. Per la colazione sono andato al baretto di fronte, il Baretto, malvolentieri perchè ero abituato ad un bel 1,40 per cappuccino e cornetto. I prezzi variano a Roma in base alla zona ma anche alla generosità, od intelligenza che dir si voglia, dei gestori. Dove abito io, zona quasi periferica, cappuccino e cornetto costano 1,60. Vicino a piazza Re di Roma l'ho trovato anche a 1,70. A Termini, già ne parlai, 2,20. Alla buvette degli assistenti della Camera dei Deputati 1,65. Non so in altre zone. Al BOK di via Celsa, come abbiamo detto, 1,40. Trovandolo chiuso, dicevo, mi sono avventurato nell'altro bar e, udite udite, ho pagato 1,10. Quando il giovane barista mi ha comunicato il prezzo gli ho detto: ma ha sbagliato od è una cosa momentanea? Risposta: "no, è una politica che abbiamo adottato e sta avendo successo". Ed io ho risposto loro che da oggi avrebbero avuto un cliente in più.
Non voglio qui fare pubblicità ai bar di via Celsa ma allargare il ragionamento e chiedermi, e chiederci. Chi bara?  Dov'è il trucco?
Cappuccino e cornetto nella stessa città come fanno a costare da 1,10 al doppio? Lavorano in perdita i primi o ci marciano sopra alla grande i secondi? E quelli che lo fanno pagare 1,65? Quest'ultimo è il prezzo del nostro bar alla Camera dei Deputati e di solito è il più basso ma ho qui dimostrato che così non è. Dov'è il trucco? L'acqua è diversa da quartiere a quartiere? Il Cacao costa di più a Primavalle? E cambiando zona d'Italia perchè a Milano costa fisso 2,10? La lievitazione avviene in modo più difficoltoso e lento?
In questo periodo di occhi puntati sugli sprechi della casta e dei loro pranzi al Senato, non sarebbe anche il caso di allargare lo sguardo e puntare l'indice anche contro quei bar che fanno pagare un panino 5 euro?
E' sbagliato pagare poco al Senato o pagare troppo fuori nei ristoranti?
Trovare posti economici (almeno a Roma) su può. Non so nel resto d'Italia.