11/12/11

Serie A 15° giornata, frenata del Milan


In una giornata spezzatino, con 4 anticipi, un posticipo serale ed uno che sarà domani - tra Roma e Juventus -, intanto sale solitaria in testa l'Udinese, che regola il Chievo in casa per 2-1. Il Milan invece frena a Bologna, in una gara scoppiettante nel primo tempo, ma che poi ha visto calare il ritmo dei rossoneri nel secondo. Dopo aver ribaltato da 0-1 a 2-1, il Milan prende gol su una papera di Amelia, errore che costano i 3 punti. Intanto la Lazio aggancia i rossoneri in virtù dello spettacolare 3-2 in casa del Lecce.

L'Inter respira grazie alla vittoria casalinga contro la Fiorentina, mentre il Napoli nel posticipo domenicale si ferma sull'1-1 contro il Novara. Il Palermo cade in casa contro il Cesena, che dopo un avvio di campionato disastroso sta pian piano ripartendo. Genoa vittorioso sul campo del Siena per 2-0, Cagliari e Parma non offrono gol e il finale è di 0-0.

Domani appunto il posticipo tra Roma e Juventus, con i bianconeri che cercano di approfittare della frenata del Milan; la Roma dal canto suo deve vincere per il morale ed anche per la classifica.

Foto di IlSussidiario.

Tra guerre intestine,profezie maya,crisi globale,Natale è qui!CRISTO E'CON NOI




Gesù nacque a Betlemme,anche se è un dato non del tutto certo,in Palestina,adempiendo ad una profezia;visse in Israele,a Nazareth e venne crocifisso nell'oggi insanguinata Gerusalemme,capitale israeliana,parzialmente rivendica come loro culla dai palestinesi.Cristo è anche risorto,su quella terra,il che ci insegna che non c'è mai limite al divino e al Divino.

Molto molto molto prima,una civiltà molto progredita che si sviluppò nell'odierna America Latina,ci lasciò una profezia:il 21 dicembre del prossimo 2012 finirà il mondo.Io do una mia interpretazione:sta finendo questa civiltà,questo mondo inteso come modo di vivere.Un mondo nel quale le cose vengono prima delle persone,nel quale alla base di ogni lotta tra umani c'è il desiderio di affermazione,di prevaricazione,di possesso o di onnipotenza,perfino di onnipotenza,anzi!

Sono madre di una bambina che spero non resti figlia unica e mi terrorizza al solo corrervi col pensiero l'ipotesi di due figli,due fratelli,persone con lo stesso DNA,che si odiano,quindi,figuratevi cosa stiamo facendo al Padre!

Fa strano perfino a me che io scriva queste cose,io che pecco perché sono capace di odiare,perché non riesco a perdonare chi fa del male intenzionalmente,perché sono abile nella vendetta,credo nella mia giustizia,cedo a quella che i greci chiamavano ubris.

Ma tra due settimane sarà Natale e in questo periodo in cui tutti siamo terrorizzati dallo scenario socio-politico-economico al quale siamo giunti,scorgo solidarietà,noto più semplicità e voglio augurare a tutti di perdonare.

Perché magari,col tempo,ne diventerò capace anch'io e sono convinta che per imparare a perdonare si viva.

Quando festeggiamo Nascita e Resurrezione di Cristo,dovremmo ricordare che è nato povero,ha vissuto critiche,contestazioni,tradimenti,è morto atrocemente,ma perdonando.Ed è risorto.




Facciamo qualche esempio: come e quando la chiesa paga l'ICI

Chi deve pagare l’Ici e chi no? Si scrivo­no molte cose riguardo alle attività del­la Chiesa esenti dall’imposta, ma per es­sere chiari proviamo a fare qualche e­sempio concreto. Ecco che cosa preve­de la legge attuale.
1 Oratorio parrocchiale che affitta all’esterno i campi di calcio. Paga l’Ici, perché l’affitto delle strutture non è considerato «attività sportiva».
2 Scuola materna parrocchiale. Non paga, perché rientra tra le «attività didattiche». Ma la condizione è che sia una scuola «paritaria», che non discrimi nell’accesso e che reinvesta gli eventua­li utili nell’attività didattitca.
3 Negozio che vende rosari e altri oggetti religiosi a fianco di un santuario.  Deve pagare, perché la vendita di ogget­tistica non rientra nelle otto attività pre­viste della legge per l’esenzione.
4 Locali mensa per i poveri e dormitori gestiti da un’opera religiosa. Non devono pagare, perché le attività assistenziali sono esenti, a condizione che le prestazioni fornite siano gratuite o pagate con compenso simbolico.
5 Appartamento di proprietà di una parrocchia dato gratui­tamente a famiglia bisognosa . Deve pagare, perché l’affitto di immobi­li non rientra tra le attività esenti.
6 Locali del bar dell’oratorio .Devono pagare l’Ici, perché la sommini­strazione di bevande non rientra tra le attività esenti.
7 Locale libreria inserito in una struttura di un ente ecclesiastico. Deve pagare l’Ici, in quanto la vendita di libri non è attività esente.
8 Cinema con proiezioni aperte a tutta la città. Non deve pagare, in quanto attività cul­turale, ma a condizione che proietti so­lo film di interesse culturale, d’essai, d’ar­chivio, o film con attestato di qualità…
9 Teatro parrocchiale. Non deve pagare, ma solo a condizione che si avvalga esclusivamente di compa­gnie amatoriali.
10 Ospedale gestito da congregazione. Non deve pagare, in quanto attività sa­nitaria, ma solo a condizione che la strut­tura sia accreditata dal servizio sanitario nazionale. 
11 Clinica privata gestita da congregazione religiosa. Deve pagare.
12 Albergo gestito da un ordine religioso (e con cappella annessa) Deve pagare, in quanto gli alberghi non sono esenti. Non paga solo se è una ca­sa di accoglienza per soggetti predefini­ti (es: per parenti dei malati), e a condi­zione che le rette siano inferiori ai prez­zi di mercato.

Ti lascio un caffè sospeso

Quella del caffè sospeso è una splendida usanza che succedeva a Napoli e continua a succedere in questa città anche ora che la crisi soffoca più della spazzatura.
Di che cosa si tratta?
Qualcuno entra in un bar, prende un caffè ma ne paga due alla cassa, lasciandone uno in sospeso per chi ne sarà bisognoso ma non può permetterselo.
Tanto semplice da raccontare quanto bella questa iniziativa vero?
La storia è stata ri raccontata da Avvenire qualche giorno fa proprio in occasione della giornata del caffè sospeso.
A Napoli questo gesto non è mai stato un’elemosina, ma un piccolo segno di solidarietà e di comprensione verso uno sconosciuto: il "prossimo", in tutti i sensi, che sarebbe da lì a poco passato per lo stesso bar. Quando a Napoli era più declinata anche la solidarietà, il caffè sospeso era un’abitudine diffusa tanto che, se a sera avanzavano dei sospesi, la mattina dopo, il barista tirando su la saracinesca, con un cartello sulla porta teneva il conto: «Cinque caffè sospesi», sicché le tazzine di questa gentilezza arretrata erano a disposizione dei primi a richiederle. Come mai il caffè? Forse perché in determinate circostanze il caffè a Napoli, e forse anche altrove, è consolazione, conforto, comunanza, gratificazione, lenimento.
Il caffè sospeso era ed è un gesto di vicinanza e di condivisione, ed è esattamente questo il messaggio che si vuole dare. In piccolo, e sotto forma di bevanda confortante e gratificante, in questi tempi che ci chiamano alla solidarietà, il caffè sospeso pare anche una metafora di partecipazione secondo la propria capacità contributiva. Se tutti quelli che possono, avessero lasciato di questi sospesi, probabilmente, l’Italia non si sarebbe trovata sull’orlo del precipizio.
Buongiorno...vado a prendermi un caffè e ne pago due!
Giorgio Gibertini Jolly