11/12/11

Ti lascio un caffè sospeso

Quella del caffè sospeso è una splendida usanza che succedeva a Napoli e continua a succedere in questa città anche ora che la crisi soffoca più della spazzatura.
Di che cosa si tratta?
Qualcuno entra in un bar, prende un caffè ma ne paga due alla cassa, lasciandone uno in sospeso per chi ne sarà bisognoso ma non può permetterselo.
Tanto semplice da raccontare quanto bella questa iniziativa vero?
La storia è stata ri raccontata da Avvenire qualche giorno fa proprio in occasione della giornata del caffè sospeso.
A Napoli questo gesto non è mai stato un’elemosina, ma un piccolo segno di solidarietà e di comprensione verso uno sconosciuto: il "prossimo", in tutti i sensi, che sarebbe da lì a poco passato per lo stesso bar. Quando a Napoli era più declinata anche la solidarietà, il caffè sospeso era un’abitudine diffusa tanto che, se a sera avanzavano dei sospesi, la mattina dopo, il barista tirando su la saracinesca, con un cartello sulla porta teneva il conto: «Cinque caffè sospesi», sicché le tazzine di questa gentilezza arretrata erano a disposizione dei primi a richiederle. Come mai il caffè? Forse perché in determinate circostanze il caffè a Napoli, e forse anche altrove, è consolazione, conforto, comunanza, gratificazione, lenimento.
Il caffè sospeso era ed è un gesto di vicinanza e di condivisione, ed è esattamente questo il messaggio che si vuole dare. In piccolo, e sotto forma di bevanda confortante e gratificante, in questi tempi che ci chiamano alla solidarietà, il caffè sospeso pare anche una metafora di partecipazione secondo la propria capacità contributiva. Se tutti quelli che possono, avessero lasciato di questi sospesi, probabilmente, l’Italia non si sarebbe trovata sull’orlo del precipizio.
Buongiorno...vado a prendermi un caffè e ne pago due!
Giorgio Gibertini Jolly

1 commento:

  1. WOW...bello!! Peccato che qui in Lombardia se entro in un caffè e chiedo di lasciarne uno in sospeso ho paura che mi prendano per un pazzo e chiamino il 118!

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