26/07/11

Un minuto di silenzio per il silenzio

Il silenzio sembra essere morto. Da tempo siamo passati dall'era della comunicazione a quella della comunicazione forzata. Ormai pare impossibile che esistano persone in grado di convivere con il silenzio.
In televisione si vedono programmi di ogni genere dove si susseguono schiere di opinionisti pronti a commentare qualsiasi cosa, spesso promettendo grandi rivelazioni come se dovessero svelare un nuovo mistero di Fatima. Il fenomeno negli ultimi anni si è esteso anche a internet: persone munite di telecamenre che si sentono in dovere di dire cosa pensano dei mali del mondo, sono all'ordine del giorno.
Mi sembra che questa smania di comunicare sia arrivata al punto in cui, pur di essere i primi a esprimere in'opinione, si parla senza riflettere, senza informarsi, senza conoscere realmente quello che (spesso) si critica o (raramente) si loda. Ci si ferma sempre meno a pensare, senza rendersi conto che quello che davvero ci arricchisce come individui è l'elaborazione di un'idea e non una risposta immediata per ogni accadimento.
Comunicare è bello, ma siamo sommersi da migliaia di opinionisti dell'ultima ora e inizio a desiderare la riscoperta del silenzio. Vorrei tornare a chiedere consigli e non esserne sommersa senza aver interpellato qualcuno. Ogni tanto vorrei poter rispondere liberamente "non ho nulla da dire" e non essere scambiata per un alieno.

Sara Citterio

La morte di Amy Winehouse

Non conosco Amy Winehouse e nemmeno una sua canzone. Non so che musica facesse, come si vestisse, e prima di questo post non sapevo neanche che faccia avesse. Anzi, spero di aver messo la foto giusta. E' lei? Non so di che nazione sia. Insomma non conosco nulla: so solo che è morta. Non ho letto molti articoli su di lei in questi giorni ma qualche sottotitolo. Poi mi sono soffermato ed ho pensato al suo nome e cognome: Amy che suona un po' amore, Wine come il vino, House come la casa.
Dicono che sia morta del male d'amore perchè riufiutata dal suo amato, dal suo sposo, e nessun soldo e nessuna droga sono riusciti a colmare quell'abbandonso.
Wine come il vino ed il whisky che invece di darle sicurezza la faceva insucura anche sul palco.
House come la casa, l'amore, l'affetto, il compagno, lo sposo, i figli che voleva perchè nonostante tutto quello che ti ha rovesciato addosso, in termini di fortuna, la vita, alla fine è tutti li che vogliamo ritornare o ripartire: a casa.
Ora Amy sei nel regno dell'Amore e nella tua casa eterna. Fatti un goccio di whisky, con moderazione.

Consigli Fotografici: Protezione della macchina fotografica a costo zero!

Miei cari lettori, bentornati.
Qualche giorno fa mi trovato al matrimonio di una mia carissima amica per realizzarle il servizio fotografico nuziale. Ho preparato tutto la sera prima. Corpo macchina, obiettivo, schede di memoria, cavalletto, pc per ogni evenienza, batteria carica. Tutto perfetto. O, almeno, così credevo.
Mi sveglio al mattino e mi trovo di fronte all'inaspettato. Il diluvio universale. Dannazione!

Questo piccolo contrattempo (poi fortunatamente è tornato il sole) mi ha fatto pensare a quante volte la pioggia ha minacciato di compromettere la mia macchina fotografica. Vi è mai capitato di trattenervi dallo scattare in libertà proprio a causa delle gocce di pioggia che avrebbero potuto bagnare e rovinare il vostro prezioso strumento?

Per ovviare a questo problema ci sono molte soluzioni, che come spesso succede in ambito fotografico prevedono l'utilizzo del vostro portafoglio. Sono state ideate infatti tutta una serie di maschere impermeabili protettive per praticamente qualsiasi modello di fotocamera. Ma perché svuotare le proprie tasche quando esiste una semplice soluzione a costo zero?

Si finisce con l'accorgersi sempre che la soluzione migliore è anche la più semplice. In questo caso, tutto ciò di cui avete bisogno è un sacchetto di plastica, paio di forbici e un elastico. Tutte cose che potete trovare in casa.

Courtesy of Michael Freeman


L'immagine è più eloquente di qualsiasi spiegazione. Basta inserire la macchina fotografica nel sacchetto lasciando l'obiettivo verso il lato aperto. Avvolgere l'obiettivo con l'elastico, ritagliare i pezzi superflui e il gioco è fatto. Il sacchetto renderà un po' più difficoltoso l'utilizzo della vostra macchina, ma sarà in grado di proteggerla efficentemente da pioggia, polvere, sabbia e neve. E il tutto senza aver speso un solo centesimo!

La medesima tecnica può essere impiegata anche per proteggere il vostro strumento di scatto dalle rigide temperature (in questo caso dovrete togliere l'aria dal sacchetto per evitare che si formi la condensa o utilizzare un sacchetto protettivo di poliestere metallizzato) o dall'eccessivo calore (un foglio di materiale riflettente aiuta la macchina a non surriscaldarsi.

Sperando anche questa volta di esservi stato utile, auguro a tutti una buona fotografia (anche in condizioni avverse)!

Mirko Fin


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