26/03/12

Minori di 18 anni ed il lavoro che manca: lettera dall'esperienza

Su questa terra ci sono 6 miliardi di persone, delle quali 4 miliardi vivono con 2 € al giorno, 1 miliardo che si chiede NON che cosa mangio oggi, ma se oggi ho da mangiare qualchecosa.... Il resto, e ci siamo dentro noi, nel cosidetto “nord del mondo” che abbiamo da scegliere fra centinaia di cibi, centinaia di regali, tanto che le ns. case sono sature di oggetti inutili, ingombranti e privi di qualunque valore educativo...Il mercato è saturo e le industrie non sanno come smaltire le eccedenze. Per venire a te Jacopo, posso capire il desiderio del motorino, poi ci sarà il motorone, poi ci sarà la macchina, poi viene la macchina più grossa etc, in una spirale inflazionata senza fine.

Quindi AL TEMPO e valutiamo quello che è necessario per vivere con sobrietà ed intelligenza e trarre vantaggio del grande privilegio di essere nati nel nord del mondo, anzi nel nord del nord...pensiamo a chi nasce a Polistena od a Casaldiprincipe, sicuramente è meno fortunato di noi. Quindi impegno nello studio anzitutto con medie altissime, bando alle distrazioni tipo discoteca che distraggono e molte volte distruggono, ( Bacco tabacco e venere riducono l’uomo in cenere) dedicare tempo a chi è meno fortunato di noi gratis, poichè tutto abbiamo avuto gratuitamente.

Riempire quindi la vita di interessi concreti, ripeto studio, lavoro, cultura , esperienze nuove gratuite, che sicuramente nel lungo periodo verranno buone. Diceva J.F.K. non chiederti cosa lo stato ti può dare, ma cosa tu puoi dare alla tua patria con la tua intelligenza. Italia bellissima, right or not this is my country.

Al bando quindi” pensieri strani” a 15 anni, avendo davanti tutta la vita da vivere con serenità,con progettualità e quantaltro occorra per vivere bene. Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtude e canoscenza...

Si sente spesso che anche fior di laureati sono senza lavoro, ma a me NON risulta che ingegneri, chimici, fisici, matematici etc siano disoccupati, mi risulta che lo siano i laureati in “ Scienze della comunicazione, Scienze politiche etc, tutta lauree che nulla hanno di scientifico, e già Montanelli le indicava fabbriche di disoccupati. Prima di cocludere voglio ricordare la CINA , ed il BRIC, che è diventata la fabbrica del mondo e che sta sfornando milioni di laureati, le cui mamme si vantano di definirsi “ mamme tigri “ perchè vogliono dai loro figli un rendimento del 110%

SENECA diceva che le mamme romane sono la rovina dei figli e da allora sembra che molto poco sia cambiato, purtroppo per noi Europei. Penso di essere molto concreto anche dall’alto della mia veneranda età, ma NON pretendo di avere, come donna Prassede , il monoplio della verita, per cui sono disponibile per un confronto diretto e chiudo sempre ricordando “ Don Lisander “ che alla fine del Suo capolavoro diceva; “ si deve pensare più a fare del bene che a stare bene, e così si finirebbe anche a stare meglio”

Nonno Paolo

Il fattore novità che sta spazzando via la popolarità del Governo Monti

La novità negativa pare non esser piaciuta al Governo dei tecnici. Dopo l’acclamazione a reti unificate del 12 novembre scorso, quando Silvio Berlusconi salì al Colle per dare le dimissioni, favorendo così una fase di responsabile transizione, e la popolarità record registrata agli inizi di Marzo (60%), ora l’Esecutivo a guida Monti naviga in acque buie, stretto tra la morsa dei partiti e quella di un’opinione pubblica che non gradisce più come prima i provvedimenti che con il passare dei giorni stanno prendendo forma.

Il sondaggio pubblicato domenica scorsa sul Corriere, a firma di Renato Mannheimer, parla chiaro: il consenso nei confronti del Governo Monti è sceso di 15 punti nell’ultimo mese, attestandosi al 44%, il minimo da quando il professore della Bocconi ha varcato la soglia di Palazzo Chigi.

Che sia una reazione momentanea ai duri provvedimenti sul lavoro che il Governo vuole varare, come scrive Mannheimer? Può anche darsi, ma questa flessione dei consensi non dovrebbe essere sottovalutata da Mario Monti, il quale sta iniziando a fare i conti con un problema senza dubbio maggiore rispetto al protagonismo mediatico dei partiti, alle ideologie novecentesche e corporative della Camusso e all’attivismo di quelle correnti trasversali che in Parlamento vorrebbero buttarlo giù dal piedistallo: il fattore novità.

Già, perché la novità è un fattore da sempre determinante nel panorama politico italiano sin da tempi non sospetti. Prima di Monti a esser rimasti vittime del fattore novità, e dunque dell’enfasi portata da questo, furono in tanti: Giuseppe Garibaldi, Umberto II, Benito Mussolini, Bettino Craxi, Silvio Berlusconi, solo per citarne alcuni.

Accostare tra loro questi nomi può sembrare un azzardo. E in effetti lo è, se non fosse che tutti questi grandi personaggi, chi in positivo, chi in negativo, sono stati accomunati da una folla festante che li ha accolti come salvatori della Patria e li ha cacciati come infausti traditori.

Così anche Mario Monti, accolto in maniera epica da un paese che con il passare dei giorni sta rimpiangendo l’ottimismo berlusconiano, è finito nella morsa dell’ingratitudine italiana. Quell'ingratitudine che porta l'italiano medio a non considerare i contenuti, le idee, i progetti, ma solo la propria convenienza.

I tempi d’oro sono finiti per i professori, perché ora dovranno fare i conti con il dissenso e con le critiche, alle quali sembrano non essere abituati. Sarà dura da qui al 2013 (ci arriveranno?) per Mario Monti. Sarà dura perché forse questa non l’aveva messa in conto. Non aveva calcolato che l’Italia non ha mai avuto grandi statisti, ma solo mode passeggere.

Pacchetto riforma del lavoro: ecco i punti del provvedimento

“Licenziamenti facili”: lo slogan populista e accattivante, ancorché bugiardo, della Cgil e della sinistra si concentra su un solo aspetto della riforma del lavoro (il totem dell’articolo 18), distogliendo così l’attenzione dai contenuti complessivi di un pacchetto di provvedimenti che si tengono gli uni con gli altri e dove ciascun soggetto sociale ha dovuto dare prima di prendere. Vale per la flessibilità in entrata, che risulta più onerosa per gli imprenditori mentre i sindacati festeggiano la fine della “flessibilità cattiva”; vale per la flessibilità in uscita, laddove si stabilisce finalmente che, nel momento in cui assume, un imprenditore non sposa il suo dipendente per tutta la vita. C’è poi il capitolo ammortizzatori sociali che trova un po’ tutti d’accordo. Aggiustamenti se ne potranno e dovranno fare in Parlamento, ma il progetto di riforma non si presta a stravolgimenti, come vorrebbe il Pd per inseguire la Cgil, e in questo senso va l’avvertimento di Alfano sul rischio di una riforma “al ribasso” che non intende in alcun modo avallare.

Il Pdl ha segnalato e continua a segnalare, ad esempio, che la semplificazione delle forme contrattuali (leggi precariato) viene pagata pesantemente dalle imprese, con costi aggiuntivi che appaiono troppo elevati soprattutto per le medie e le piccole. In questo caso noi parliamo di possibili aggiustamenti che siano compatibili con i numeri economici e con la filosofia complessiva del “pacchetto lavoro”. Ben diversa la posizione del Pd, che mostra di voler affrontare il dibattito sulla flessibilità in uscita con il coltello tra i denti e gli slogan della sinistra più estrema: “No ai diktat di Monti”, parole inaccettabili, un Pd di lotta e di governo.


Ma ecco i punti salienti dei provvedimenti sul lavoro.


Flessibilità in entrata.

· Prevalenza del contratto a tempo indeterminato

· Ingresso al lavoro attraverso l’apprendistato

· Contratti a termine più costosi (l’azienda recupera tali oneri in caso di assunzione) e con limite di 36 mesi

· Strumenti per disincentivare la flessibilità “malata” (ad esempio una stretta sulle partite Iva).


Ammortizzatori sociali

· Nasce l’Aspi (Assicurazione sociale per l’impiego) che sostituirà l’indennità di mobilità e disoccupazione. Pari al 70% degli stipendi e fino a un tetto massimo di 1.119 euro.

· La Cassa integrazione ordinaria e straordinaria (ma non per cessazione di attività) viene mantenuta, quella in deroga no.

· C’è un fondo per la mobilità destinato al sostegno degli over58.


Flessibilità in uscita

· Per i licenziamenti discriminatori l’articolo 18 resta invariato e vale universalmente per tutte le aziende: è dunque obbligatorio il reintegro.

· Per i licenziamenti economici il giudice non può disporre il reintegro ma solo il pagamento dell’indennità (fino a 27 mesi)

· Per i licenziamenti disciplinari, ove il giudice accerti l’inesistenza del giustificato motivo, il giudice può disporre il pagamento di un’indennità oppure il reintegro.
Di Paolo

Il Papa in Messico sull'esempio degli insigni e generosi missionari


Nel pomeriggio di sabato 24 marzo, il Papa si è recato a Guanajuato, capitale dello Stato omonimo, per la visita di cortesia al Presidente Costituzionale degli Stati Uniti del Messico, al termine della quale si è affacciato dal balcone centrale del Palazzo presidenziale per salutare i bambini e i fedeli radunati nella Plaza de la Paz. "Voi occupate un posto molto importante nel cuore del Papa - ha detto Benedetto XVI -. E in questo momento desidero che lo sappiano tutti i bambini del Messico, particolarmente quelli che sopportano il peso della sofferenza, l'abbandono, la violenza o la fame, che in questi mesi, a causa della siccità, si è fatta sentire fortemente in alcune regioni". Il Pontefice ha ricordato ai bambini che Dio ci conosce e ci ama, e "se lasciamo che l'amore di Cristo cambi il nostro cuore, allora noi potremo cambiare il mondo". Quindi ha auspicato che "ciascuno si trasformi in seminatore e messaggero di quella pace per la quale Cr! isto donò la sua vita". Il Santo Padre ha poi evidenziato: "Ciascuno di voi è un regalo di Dio per il Messico e per il mondo. La vostra famiglia, la Chiesa, la scuola e chi ha responsabilità nella società devono lavorare uniti perché voi possiate ricevere come eredità un mondo migliore, senza invidie né divisioni. Per questo, desidero levare la mia voce invitando tutti a proteggere e accudire i bambini, perché mai si spenga il loro sorriso, possano vivere in pace e guardare al futuro con fiducia. Voi, miei piccoli amici, non siete soli. Contate sull'aiuto di Cristo e della sua Chiesa per condurre uno stile di vita cristiano".
Domenica mattina, 25 marzo, il Santo Padre si è trasferito in elicottero al Parque del Bicentenario di León per la concelebrazione eucaristica. Nell'omelia il Papa ha indicato il monumento a Cristo Re, in cima al "Cubilete": "la sua regalità non è come molti la intesero e la intendono. Il suo regno non consiste nel potere dei suoi eserciti per sottomettere gli altri con la forza o la violenza. Si fonda su un potere più grande, che conquista i cuori: l'amore di Dio che Egli ha portato al mondo col suo sacrificio e la verità, di cui ha dato testimonianza... Anche oggi, da questo parco, con il quale si vuole ricordare il bicentenario della nascita della Nazione messicana, che ha unito molte differenze, ma con un destino ed un'aspirazione comuni, chiediamo a Cristo un cuore puro, dove egli possa abitare come Principe della pace". Benedetto XVI ha quindi avuto parole di apprezzamento per la Misión Continental che si sta portando avanti nel Continente, perché i cristiani e le comun! ità ecclesiali "resistano alla tentazione di una fede superficiale e abitudinaria, a volte frammentaria ed incoerente." Al termine della Messa, il Santo Padre ha così introdotto la preghiera dell'Angelus: "In questi momenti in cui tante famiglie si ritrovano divise e costrette all'emigrazione, molte soffrono a causa della povertà, della corruzione, della violenza domestica, del narcotraffico, della crisi di valori o della criminalità, rivolgiamoci a Maria alla ricerca di conforto, vigore e speranza". Benedetto XVI ha poi affidato a Nostra Signora di Guadalupe, il Messico e tutta l'America Latina e i Caraibi.
Nel pomeriggio il Santo Padre si è recato nella Cattedrale di Nuestra Señora de la Luz a León, per la celebrazione dei Vespri con i Vescovi del Messico e dei rappresentanti delle Conferenze Episcopali dei Paesi dell'America Latina e dei Caraibi. "La situazione attuale delle vostre diocesi presenta certamente sfide e difficoltà di origine molto diversa - ha detto il Papa nell'omelia -. Ma, sapendo che il Signore è risorto, possiamo proseguire fiduciosi, con la convinzione che il male non ha l'ultima parola della storia, e che Dio è capace di aprire nuovi spazi ad una speranza che non delude... Voi non siete soli nelle difficoltà, e neppure lo siete nei successi della evangelizzazione. Tutti siamo uniti nelle sofferenze e nella consolazione".
Benedetto XVI ha ricordato in seguito: "La fede cattolica ha segnato in modo significativo la vita, i costumi e la storia di questo Continente, nel quale molte delle sue nazioni stanno commemorando il bicentenario della propria indipendenza. E' un momento storico nel quale ha continuato a splendere il nome di Cristo, arrivato qui per opera di insigni e generosi missionari che lo proclamarono con coraggio e con sapienza. Essi donarono tutto per Cristo, mostrando che l'uomo trova in Lui la propria consistenza e la forza necessaria per vivere in pienezza ed edificare una società degna dell'essere umano, come il suo Creatore l'ha voluto. L'ideale di non anteporre nulla al Signore e di far penetrare la Parola di Dio in tutti, servendosi delle caratteristiche proprie e delle migliori tradizioni, continua ad essere un prezioso orientamento per i Pastori di oggi." Benedetto XVI ha quindi raccomandato ai Vescovi di "seguire con grande attenzione i seminaristi", essere vicini ai sacerdo! ti e alle diverse forme di vita consacrata, "un'attenzione sempre più speciale si deve riservare ai laici maggiormente impegnati nella catechesi, nell'animazione liturgica o nell'azione caritativa e nell'impegno sociale. La loro formazione nella fede è cruciale per rendere presente e fecondo il Vangelo nella società di oggi. E non è giusto che si sentano considerati come persone di poco conto nella Chiesa, nonostante l'impegno che pongono nel lavorare in essa secondo la loro propria vocazione, ed il gran sacrificio che a volte richiede questa dedizione. In tutto ciò, è particolarmente importante per i Pastori che regni uno spirito di comunione tra sacerdoti, religiosi e laici, evitando divisioni sterili, critiche e diffidenze nocive." (SL) (Agenzia Fides 26/03/2012)

Links:
I discorsi integrali del Santo Padre, in diverse lingue
http://press.catholica.va/news_services/bulletin/week.php?lang=it&index=28966

Quella funerea satira che non fa ridere ma fomenta l'odio


É istruttivo osservare l'evoluzione della satira di Grillo e della sinistra estrema. Sono passati dal “Vaffa” direttamente all'auspicio della tomba. Grillo ospita sul suo blog Mario Monti ritratto in una bara. Del resto da tempo lo ha ribattezzato “Rigor Montis”, con la funerea allusione che evidenzia un certo desiderio di sepoltura.

La maglietta esibita dalla fan di Oliviero Diliberto, il quale finge di non averla vista mentre poi si scopre che la contempla ammirato, dice “La Fornero al cimitero”. Dinanzi a questi desideri esibiti spudoratamente, per fortuna, salvo che dalle parti di Di Pietro, finalmente si levano grida di allarme. A ragione: Fornero e Monti sono attaccati sul tema dell'articolo 18 e della riforma del lavoro. Il terrorismo ha mirato proprio a persone che hanno dedicato il loro impegno a questi argomenti, è così che sono stati assassinati tre giuslavoristi: Tarantelli, D'Antona e Biagi.

Le condanne riservate a queste manifestazioni pseudo-satiriche sono più o meno forti, e persino Vauro, da Santoro, arriva a dire trattarsi di “frasi infelici”. Il guaio è che rischiano di rendere soprattutto infelici i destinatari della satira, preparando un terreno sociale ostile, dove Brigate rosse e simili potrebbero muoversi più agevolmente. Resta una constatazione. In passato il destinatario degli auspici funerari, con tanto di esecuzioni rappresentate a teatro, con libri che ne profetizzavano la morte violenta, e spettacoli teatrali con tanto di omicidio rituale, era Silvio Berlusconi. In quel momento nessuno si alzò neanche a parlare di “cattivo gusto”, come ora timidamente ammette persino la sinistra sindacale per la orrenda maglietta. Si arrivò a parlare di arte oltre che di diritto di satira. Allora, ma per altro neanche oggi, non si udirono pronunciare parole di condanna. Niente. Il gesto generoso di Berlusconi di lasciare il passo a Monti, se non altro aiuta anche la sinistra e l'Udc a chiamare le cose con il loro nome: questa evocazione di morti e di tombe non è di cattivo gusto, è proprio disgustosa, e arma ideologicamente teste violente.


Di Paolo

Milan - Barcellona: primum (sopra) vivere deinde philosophari

Primo non prendere goal all'andata, poi pensiamo al resto! Credo debba essere questo il liet motiv della doppia sfida tra Milan e Barcellona che inizierà mercoledì sera poco dopo cena: speriamo non sia indigesta. Il Barcellona è più forte di noi, anzi notevolmente più forte però, ovviamente, anche se può essere difficile da battere può essere eliminato.
Come? Col catenaccio all'italiana qui a San Siro all'andata? Beh, proprio non dico questo ma qualcosa di simile. Mercoledì è vietato prendere goals! Certo, visto anche l'infortunio di Thiago Silva, l'indisponibilità di Nesta, è molto probabile che lì dietro, e davanti ad Abbiati, giocheranno Bonera e Mexes: basteranno a fermare Messi and co?
Spero che Allegri si concentri su due partite tattiche: la prima di contenimento (un goal fuori casa normalmente pesa doppio, quando è del Barca anche triplo) e la seconda di speranza, ovvero nel tentativo di portarcela via con un pareggio con goals o con una vittoria al Camp Nou.
Credo che in questo momento tutto ciò potrebbe bastare. Non siamo all'altezza dei Blaugrana ma ancora non voglio dire: beh, siamo usciti coi più forti!
Mandiamoli a casa, interrompiamo questo stradominio del Barcellona in Europa, riprendiamoci la Coppa dalle Grandi Orecchie anche se abbiamo metà squadra in infermeria (sono così belle le infermiere a milanello???).
Primum sopravvivere...quindi non prendere goals a Milano poi philosophari, quindi provarcela con una partita "alla morte" a Barcellona.
Forza Diavolo!
Diavoletto Buono

Benedetto XVI al Capezzale di Fidel Castro: tra due papi e la malattia

14 anni fa fu Giovanni Paolo II a visitare come Pontefice, per la prima volta, l'isola di Cuba e negli occhi abbiamo tutti le immagini di quell'evento a cominciare da un Fidel Castro in giacca e cravatta come non si era mai visto, applaudire ed assentire col capo, al discorso del vecchio e malato pontefice davanti ad un milione di persone.
Ricordo anche Fidèl sostenere con le mani il passo del Papa non badando al protocollo che vieta ogni contatto fisico col Pontefice: una immagine quasi tenera a dispetto di tutto quello che si diceva, e si dice, su Castro.
Ora Fidèl da qualche anno è malato, fuori dalla scena, giace infermo nel suo letto lottando contro la malattia per vivere mentre suo fratello Raul ha ereditato il potere ed il governo della piccola isola caraibica.
Fidel, due papi, la malattia: tre fattori che si rincorrono nel tempo scambiandosi d'abito.
Questa sera, dopo tre giorni in Messico, il Papa atterra a L'Avana (lì saranno le 14) e tutti si stanno già domandando: visiterà o no il malato Fidèl Castro?
Nessuno lo sa, riserbo assoluto su tutto ciò che non è concordato e programmato. Staremo a vedere. Io spero che Benedetto XVI vada da Fidèl non solo per provare a convertirlo (la figlia oggi su La Stampa dichiara che suo padre non si convertirà mai semplicemente per il fatto che si considera immortale) ma per portargli sollievo per il corpo e per l'anima, per visitare un malato sofferente, per provare a salvargli l'anima come ogni giorno nel mondo fanno decine di migliaia di sacerdoti e laici verso altrettante migliaia di persone malate. Insomma, per fare quello che faremmo noi se venissimo a sapere che lì vicino c'è una persona sola ed abbandonata bisognosa di conforto.
Spero anche che di tutto questo si sappia niente e che rimanga una visita privata lontano dalle televisioni e dal clamore dei media. C'è un popolo intero "malato"  a Cuba in attesa del suo Papa: parliamo di Lui.

Enel Cuore Onlus per i nostri amici di Semi Di Pace

Spesso su Frews abbiamo raccontato che cosa fa l'associazione umanitaria Semi di Pace che,come tantissime in Italia, organizza iniziative molto concrete per aiutare il prossimo. Ora proviamo ad aiutare noi con un voto Semi di Pace. Di che si tratta?
Enel Cuore ONLUS lancia un’iniziativa on-line a tutti i colleghi Enel e delle società del Gruppo in Italia e all’estero che avranno la possibilità di votare una idea progettuale relativa a una iniziativa di solidarietà nell’ambito dell’assistenza sociale, della salute, dell’educazione e dello sport. I progetti possono essere caricati e votati in internet dal 27 febbraio al 16 Aprile. Enel Cuore da maggio a fine settembre inizierà la fase istruttoria dei 3 progetti scelti tra i 5 più votati. I 3 progetti vincitori avranno l’opportunità di ricevere un ulteriore contributo dai colleghi.
Gli amici di Semi di Pace hanno presentato, tramite un loro volontario che è dipendente ENEL, un progetto a favore della scuola di Puruagua in Messico che necessita di lavori di ristrutturazione e ampliamento dell'edificio scolastico di Puruagua con interventi di manutenzione e potenziamento delle attuali capacità ricettive per soddisfare la richiesta sempre crescente di scolarizzazione dei bambini residenti nel circondario e per incidere sul fenomeno dell'analfabetismo dietro al quale si nascondono realtà ben più indegne come lo sfruttamento minorile e l'abuso sessuale. Se conoscete persone che lavorano all’ENEL potete sensibilizzare il loro voto sul nostro Progetto in oggetto il titolo è “SOGNO UNA SCUOLA DI VITA”.
Buona Enel, buon voto, buongiorgio