Non tutto il mondo piange alla stessa maniera in questo inizio di anno sotto la sferza della crisi globale. A Wall Street le operazioni del 2011 si sono concluse con un rialzo del 6 per cento, in tutta l'America c'è ancora incertezza sulla casa ma nel settore immobiliare sono in netta ripresa gli investimenti in terreni destinati all'industria, segnale evidente che molti pensano ad un consolidamento e ad un rilancio della produzione nel corso del 2012.
Le vendite di fine anno nei grandi magazzini Usa sono state un successo e in buona parte è tornata la fiducia dei consumatori nel futuro: si spera che possa presto salire l'indice dei posti di lavoro in modo tale da poter parlare di ripresa consolidata in questo che sarà un anno cruciale di elezioni per il nuovo presidente americano. L'altro gigante dell'economia mondiale, la Cina, prevede addirittura un aumento del Pil, il prodotto interno lordo, superiore al 7 per cento. Nessun rallentamento e' previsto per l'India, ne' per tutti quei Paesi che producono nel campo delle tecnologie avanzate.
Gli Stati Uniti dunque non ridono, però puntano decisi verso un anno migliore. E lo stesso farà anche il Giappone che si appresta a superare il periodo difficile creato dallo "tsunami" dello scorso anno. I guai, secondo le analisi delle grandi catene televisive internazionali, riguarderanno soprattutto l'area dell'euro, dove niente lascia pensare che le turbolenze siano in via di esaurimento se la signora Merkel e il presidente Sarkozy proprio in queste ore dichiarano che siamo in mezzo ad una crisi dura.
In Italia la preoccupazione addirittura per 300.000 posti di lavoro espressa da tutti i sindacati taglia le gambe a qualsiasi speranza di ripresa immediata. Inquietanti sono anche i dati che vedono 25 italiani su 100 nell'area della povertà mentre i rincari di tutti i servizi e la stangata fiscale mettono alle corde i ceti produttivi. Il guaio è che molti effetti recessivi della manovra del Governo dei tecnici si debbono ancora manifestare in tutta la loro potenza negativa. E il dovere di un grande partito dei moderati come il Popolo della Libertà consiste nello stare pronti e carichi di idee nuove per qualsiasi evenienza, soprattutto per quando si tornerà di nuovo alle urne.
Di Paolo
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