11/01/12

Palermo: il museo Riso sta perdendo il sorriso e 12 milioni

Palazzo Riso - foto Giorgio Giorgini
Riso, Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia, nato nel 2004 su iniziativa della Regione Sicilia, del Ministero dello Sviluppo Economico e della Fondazione Biennale di Venezia, dopo otto anni di attività è costretto a chiudere e la direzione ha annunciato ieri l'impossibilità a proseguire l'attività e quindi la chiusura forzata.
L’incresciosa decisione arriva drammaticamente dopo anni di impegno spesi per costruire un modello culturale originale, grazie alla formula del Museo diffuso che lo aveva posto tra i musei più innovativi d’Italia e ne aveva fatto, puntando specificamente sui linguaggi dell’arte contemporanea, il secondo museo più frequentato della Sicilia (circa 100.000 visitatori per le mostre realizzate su tutto il territorio - secondo solo al Museo Archeologico di Siracusa).
Come scrivono i Cittadini per il Museo Riso, riunitisi in comitato, due sono le cause del gesto che priva la Sicilia di un progetto tra i più innovativi. Dei tanto attesi finanziamenti europei per la cultura del contemporaneo in Sicilia (un totale di60 milioni di Euro, vedi il bando http://www.euroinfosicilia.it/Default.aspx?tabid=58&ControlType=detail&ItemIdDetail=3382), finalmente sbloccati nella primavera del 2011, 12 milioni erano stati destinati al Museo Riso per una programmazione triennale e per l’ampliamento della struttura museale (finalmente non costretta alle incertezze annuali del bilancio regionale). Tali fondi, tuttavia, sono stati ingiustificatamente bloccati fino a data da destinarsi, pur essendo stato presentato il loro programma di utilizzo: i progetti sarebbero dovuti partire nel gennaio 2012, con una iniziativa dedicata al tema delle migrazioni e della fuga, per proseguire durante l’estate con una serie di mostre dedicate alle culture contemporanee dei paesi del Mediterraneo in cambiamento, e poi con altre attività negli anniseguenti.
Senza certezze riguardo alle possibilità d’uso dei contributi dovuti e destinati al Museo, il Museo non è in grado di impegnare artisti, curatori, istituzioni nazionali ed internazionali, personale interno ed esterno, necessario a condurre le sue attività. I contributi, inspiegabilmente bloccati dall’inerzia silente dell’Amministrazione regionale, rischiano di dover tornare nelle casse europee come spesa non effettuata, se addirittura non verranno dirottati su altre iniziative “paraculturali”, venendo meno alle destinazioni ufficiali obbligatorie. La stessa direzione dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana (da cui dipende il Museo e i suoi finanziamenti) quasi a mettere una pietra tombale sulle prospettive del Museo e sui suoi successi, ha stabilito di dare avvio al cantiere per la costruzione di una non richiesta sopraelevazione grezza del secondo e del terzo piano del Museo. Un’operazione che non tiene conto della reali esigenze di dotare il Museo di uffici per l’ordinaria amministrazione. Peraltro, tali lavori non conformi alle esigenze del Museo e al finanziamento ottenuto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e dal Ministero dello Sviluppo Economico nel 2004, potrebbero durare diversi anni, precludendo l’utilizzo e la fruizione degli spazi.
In un momento di crisi economica gravissima riteniamo che questo sia uno spreco inammissibile e ingiustificato e che l’atteggiamento dissennato di chi opera all’interno delle Istituzioni di riferimento debba essere formalmente spiegato davanti alla collettività, da oggi privata di un’importantissima realtà culturale e sociale e di concrete prospettive economiche per la Sicilia.

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