13/01/12

Equitalia va a puttane: dal sex appeal al Sex for Pil

Bologna sarà la città pilota dell'esperimento che ciclicamente viene tirato fuori: tassare la prostituzione, ovvero le prostitute ed i loro guadagni "in nero" ma anche i clienti perchè andare a puttane è sinonimo di un reddito diverso da quello dichiarato.
Proviamo a ricapitolare la notizia come si legge oggi su alcuni quotidiani ed in particolare su Italia Oggi.
Il Governo Monti manda la Guarda di Finanza nei negozi di Cortina; a fermare chi guida un Suv e chiedere, oltre patente e libretto, anche codice fiscale; a spaventare chi ha uno yacht parcheggiato al molo sotto casa e via dicendo.
La lotta all'evasione fiscale sta diventando non solo il cavallo di battaglia dei condottieri tecnici ma anche il loro pubblico biglietto da visita: sembra piaccia, soprattutto ai media.
Ed allora si saranno detti lassù sui Monti: e le prostitute? Anche loro appartengono alla categoria di chi lavora in nero (nero come la notte, nero come gli anfratti dove consumano, nero come tutto il mondo che gli sta attorno, nero come il putrido cuore di chi li sfrutta e via dicendo).
"E poiché la lotta all'evasione è una delle priorità del governo Monti ecco che dopo Cortina coi suoi ristoranti e i Suv degli ospiti, nel mirino dell'Agenzia delle entrare finiscono pure le prostitute, categoria finora al riparo dalle tasse. Ma come riuscire a fare emergere questi redditi nascosti ? Bologna è stata scelta come città-pilota. Sono partiti i carabinieri, taccuino in mano per censire le prostitute, guadagni compresi. Il 95 % di quelle che sostano nei viali risultano di nazionalità romena, quindi intoccabili, protette dalle norme dell'unione europea. Secondo i carabinieri guadagnano da 300 a 500 euro a notte. Non sono rimpatriabili ma non hanno diritto all'esentasse. Ed ecco l'uovo di Colombo: saranno segnalate dai carabinieri all'Agenzia delle entrare che potrà procedere verificando la loro denuncia dei redditi, il loro tenore di vita e quindi avviare la riscossione dei tributi perché sempre reddito è, anche se deriva da prestazioni sessuali. Il bello è che su questa operazione-verità avviata a Bologna, tra le città ritenute al top dell'appeal del sesso a pagamento, si è scatenata la bagarre politica: c'è chi si lancia contro i carabinieri accusandoli di voler mettere il naso nella privatissima vita sessuale e chi li elogia e li invita ad estendere pure ai clienti un ferreo controllo: appartarsi abitualmente con una prostituta sarebbe indice di tenore di vita, come la spesa per la vacanza o l'automobile."
Dal Sex Appeal al Sex for Pil italiano quindi?
Vediamo come andrà a finire e come giustificheranno i  commercialisti certe prestazioni.

4 commenti:

  1. Peccato che la maggiorparte di queste rumene non lavorano certamente in proprio e peccato che lo sfruttamento alla prostituzione sia un reato!! Non è quindi un lavoro lecito e quindi per questo motivo non è TASSABILE!! Non bisognerebbe quindi tassarlo ma cercare di debellarlo! Oppure cambiare la legge e renderlo un lavoro come tutti gli altri...in questo caso potremmo anche creare nuovi posti di lavoro per le nostre figlie! Bell'idea Monti, vero? Così si che ci sarebbe una bella ripresa economica!!
    Se invece vogliamo iniziare a tassare l'illecito allora controlliamo anche gli spacciatori!! Secondo me quelli incassano anche molto di più di 300-500 euro notte! Quindi la GdF potrebbe incassare molto di più! Si potrebbe mettere l'IVA del 30% sulla cocaina!! Sono un vulcano di idee stamattina, vero?

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  2. Io lo dico sempre Manuel che sei sprecato per noi: meriteresti il posto di Monti o preferisci quello di Fini?

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  3. Lo so Giorgio, io riuscirei a far ripartire l'economia in 2 giorni...perchè si sà che "tira di più un pelo di xxxx, che un carro di buoi"....e ci voleva un professore della Bocconi per farcelo capire?!? Comunque attaccarsi a quel pelo...è dimostrazione di quanto sia veramente tragica e disperata la situazione.
    ....Fini intendi quello dei salumi di Modena, vero?

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  4. non mi dire che siamo appesi ad un .....pelo!

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