"Mi dispiace vedere che si diffondono solo notizie negative sulla situazione libica. Incontro in continuazione tanti libici che hanno un atteggiamento positivo e fiducioso sul futuro del loro Paese" dice all'Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vicario Apostolico di Tripoli.
"Bisogna diffondere notizie positive per infondere coraggio sia ai libici sia anche a chi sta fuori, e vorrebbe venire qui a prestare la propria opera" prosegue Mons. Martinelli. "Per esempio ci sono persone della Caritas che vorrebbero venire in Libia per rendersi conto delle necessità dei più bisognosi, ma sono state sconsigliate di venire. Mi chiedo perché, dato che vengono i tecnici dell'ENI e dell'AGIP a lavorare qui, senza alcun problema. Perché non possono venire anche gli operatori della Caritas ?" si chiede il Vicario Apostolico di Tripoli.
"Non è vero che non si possa venire in Libia. Certo non dico come turisti, ma per determinati servizi sociali è possibile" ribadisce. "Posso parlare per Tripoli e dintorni - precisa Mons. Martinelli- vi sono ogni tanto qua e là delle scaramucce, ma generalmente la situazione è tranquilla e pacifica". Mons. Martinelli cita alcuni esempi di vita ordinaria che dimostrano a suo giudizio le tendenza al ritorno alla pace: "Ieri i bambini nelle scuole hanno festeggiato la festa della mamma (che nel mondo arabo coincide con il primo giorno di primavera). Nei giorni scorsi si sono tenute le elezioni per gli organi locali di Tripoli".
Tuttavia esiste il problema delle armi, che sono ancora in possesso delle milizie, e a questo riguardo Mons. Martinelli osserva: "Le autorità di Tripoli stanno facendo di tutto perché chi ha le armi le consegni. Ci vorrà un po' di tempo, ma lo sforzo c'è". "Vorrei che la Libia non fosse più associata, nell'immaginario collettivo, al terrorismo e all'instabilità. Venite ad aiutarci a costruire la nuova Libia" conclude Mons. Martinelli. (L.M.) (Agenzia Fides 23/3/2012)
"Bisogna diffondere notizie positive per infondere coraggio sia ai libici sia anche a chi sta fuori, e vorrebbe venire qui a prestare la propria opera" prosegue Mons. Martinelli. "Per esempio ci sono persone della Caritas che vorrebbero venire in Libia per rendersi conto delle necessità dei più bisognosi, ma sono state sconsigliate di venire. Mi chiedo perché, dato che vengono i tecnici dell'ENI e dell'AGIP a lavorare qui, senza alcun problema. Perché non possono venire anche gli operatori della Caritas ?" si chiede il Vicario Apostolico di Tripoli.
"Non è vero che non si possa venire in Libia. Certo non dico come turisti, ma per determinati servizi sociali è possibile" ribadisce. "Posso parlare per Tripoli e dintorni - precisa Mons. Martinelli- vi sono ogni tanto qua e là delle scaramucce, ma generalmente la situazione è tranquilla e pacifica". Mons. Martinelli cita alcuni esempi di vita ordinaria che dimostrano a suo giudizio le tendenza al ritorno alla pace: "Ieri i bambini nelle scuole hanno festeggiato la festa della mamma (che nel mondo arabo coincide con il primo giorno di primavera). Nei giorni scorsi si sono tenute le elezioni per gli organi locali di Tripoli".
Tuttavia esiste il problema delle armi, che sono ancora in possesso delle milizie, e a questo riguardo Mons. Martinelli osserva: "Le autorità di Tripoli stanno facendo di tutto perché chi ha le armi le consegni. Ci vorrà un po' di tempo, ma lo sforzo c'è". "Vorrei che la Libia non fosse più associata, nell'immaginario collettivo, al terrorismo e all'instabilità. Venite ad aiutarci a costruire la nuova Libia" conclude Mons. Martinelli. (L.M.) (Agenzia Fides 23/3/2012)
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