30/05/12

Terremotati di serie A vs. Terremotati di serie B

Sarà molto difficile per tutti coloro che l'hanno vissuto in prima persona dimenticare la sciagura emiliana. Così come, al contrario, sarà più facile per chi ha avuto la "fortuna" di viverlo come spettatore non ricordare questo terremoto. Sopratutto per quelli che, in casi come questi, si trasformano in vere e proprie arpie del dolore, sciacalli che amano banchettare sui corpi di chi è passato a miglior vita. 


Non sono solo giornalisti o politici, veline e calciatori, ma anche gente comune. Sono quelli che inviando in queste ore un sms al 45500 si sono puliti la coscienza e andranno a dormire tranquilli, convinti che con due euro avranno fatto tutto ciò che era in loro potere per aiutare i fratelli d'italia romagnoli. E che dire, poi, di coloro i quali ieri, con ancora i morti freschi sotto le macerie, intavolavano una inutile polemica contro la parata del 2 giugno? Sostenevano, i nuovi 'social dittatori', che sarebbe stato più utile destinare ai terremotati i 2,5 mln di euro previsti per la parata e che per rispetto dei morti non si sarebbe dovuto festeggiare. 

Giusto? Sbagliato? E' sembrata, per tanti motivi, una trovata decisamente demagogica a dire il vero. Una di quelle iniziative nate durante momenti di emotività che, come tutti sappiamo, svaniscono presto nel più profondo oblio. Non festeggiare non poterà certamente indietro le vite spezzate, i sogni infranti, i progetti svaniti sotto il crollo di tante macerie. Sarebbe stata ipocrita un'azione del genere, perché è proprio in questi momenti che dobbiamo far vedere al mondo di cosa è capace la Repubblica Italiana. 

Se proprio si deve fare qualcosa di utile per i nostri fratelli che in queste ore vivono momenti di disperazione, allora sarebbe bene non scordarsi di loro non appena le luci dei riflettori mediatici si spegneranno. Perché la parte peggiore di un terremoto non è aver perso una casa, una macchina, una fabbrica, ma essere dimenticati dai tuoi stessi connazionali, dai tuoi fratelli d'italia. 

P.S. Il 6 aprile 2009 l'Abruzzo fu sconvolto da un sisma violento che causò la morte di oltre 150 persone. Come ogni 25 aprile e 1 maggio anche quell'anno si sarebbero svolti i festeggiamenti per la festa della Liberazione e il concertone del Primo maggio. Eppure a nessuno venne in mente di chiedere l'annullamento di entrambi gli eventi. A nessuno passò per l'anticamera del cervello di destinare ai terremotati d'Abruzzo i soldi destinati all'organizzazione del concerto per la festa dei lavoratori. Accettare #no2giugno significherebbe discriminare gli abruzzesi, renderli terremotati di serie B. Soprattutto in virtù del fatto che dopo 3 anni la ricostruzione all'Aquila sembra non esser mai cominciato e molti italiani si sono scordati di quanto sia stato cruento e sanguinoso quello sciagurato terremoto.

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