E invece, purtroppo, la storia è diversa perché gli addetti al servizio dei Palazzi non essendo né commessi Camera né addetti alle pulizie, né assunti come dipendenti pubblici (nessuno di loro ha sostenuto una selezione o ha vinto un concorso pubblico per entrare) insomma non essendo né carne né pesce, stanno rischiando il posto di lavoro. Non ci sarebbe, ahimè, nulla di strano in un momento di crisi profonda qual è quello che sta attraversando l’Italia in questo periodo (chissà quanti in questi giorni stanno andando in cassa integrazione senza che di loro la “Casta” si interessi). L’eccezioni in questo caso sussiste in quanto sembra che il proprietario dei Palazzi stia tentando di tutto, anche far leva sul pietismo sociale prima di perdere la gallina dalle uova d’oro. Chi uscirà vittorioso tra questa guerra di colossi? La partita è aperta e le scommesse ben accette.
Sonia Zeta
Ma bene! Adesso che il proprietario del palazzo si è ripagato tutto l'investimento, la Camera decide che smetterla di pagare cifre disumane. Per chi conosce la storia del Marini questa cosa sa di presa per i fondelli.
RispondiEliminaPer quanto riguarda gli addetti del palazzo è una vergogna: li hanno sempre trattati come se fossero di "serie D" (o peggio). Stipendi non proporzionati alle ore di lavoro e spesso nemmeno chiamati "colleghi" dai commessi della Camera.
Forse non li chiamavano colleghi perché non lo sono...
RispondiEliminaMa chi è questa Soni Zeta? vorremmo tanto confrontarci con questa giornalista
RispondiEliminaCiao Milano 70. Abbiamo cercato tanto un confronto e notizie per approfondire la questione. Siamo qui. Anzi se vuoi mandami qualche tuo pezzo sarà subito pubblicato.
RispondiEliminaLa cara Sonia Zeta dovrebbe andare proprio lì nei pressi di largo Chigi, i dipendenti della MIlano 90 o 70 potrebbero spiegarle ben bene le loro ragioni... credo
RispondiEliminaGiannino non possiamo permetterci inviati in piazza.... siamo un blog libero... ma non credere, siamo molto vicini
RispondiElimina