Ieri sera mi e' tornato tra le mani il famoso saggio del pensatore statunitense Robert Kagan: "Paradiso e potere. America ed Europa nel nuovo ordine mondiale". La sua analisi puo' essere parafrasata come segue... Gli americani vengono da Marte, gli europei da Venere! In chiusura dell'ultimo vertice Nato (tenutosi a Chicago il 20 e 21 maggio) sembrerebbe opportuno riesumare l'idea di Kagan e applicarla alla politica economica.
Avremmo all'incirca questo teorema: gli statunitensi sono flessibili, pronti ad agire e più capaci nell’elaborazione del pensiero strategico, gli europei sono statici, lenti se non del tutto fermi.
Infatti, mentre in Europa si continua a discutere sulla crisi, gli Stati Uniti hanno già imboccato la via della ripresa. Merito di un pensiero a lungo termine poco diffuso nel vecchio continente. Di fronte alla crisi economica gli statunitensi sono stati molto più rapidi nel prendere decisioni strategiche cruciali. Sostenendo il settore bancario e le compagnie più importanti per l’economia interna sono arrivati i primi importanti segni di ripresa. L’Europa e' rimasta imprigionata in un circolo vizioso e continua ad andare avanti a zig-zag.
I cawboys risolvono rapidamente e in maniera aggressiva i problemi per impedire che questi compromettano la loro società, il loro stile di vita e la stabilità del loro sistema politico. Per lo stesso motivo i rinascimentali hanno paura delle soluzioni a lungo termine, perché vivono in un complicato guscio protettivo post-bellico di integrazione europea e stato sociale. Dunque se l’Unione europea sopravviverà alla crisi economica come unità globale e competitiva, avrà davanti una sola opzione: cambiare la sua cultura di pensiero strategico chiuso all’interno di un comodo stato sociale e di cicli elettorali quadriennali. L'Europa ha bisogno di leader lungimiranti che la conducano sulla strada di una maggiore integrazione e che le mostrino dove e come investire per aumentare la competitività. C'è nessunoooooo???
Maria Leone
Avremmo all'incirca questo teorema: gli statunitensi sono flessibili, pronti ad agire e più capaci nell’elaborazione del pensiero strategico, gli europei sono statici, lenti se non del tutto fermi. Infatti, mentre in Europa si continua a discutere sulla crisi, gli Stati Uniti hanno già imboccato la via della ripresa. Merito di un pensiero a lungo termine poco diffuso nel vecchio continente. Di fronte alla crisi economica gli statunitensi sono stati molto più rapidi nel prendere decisioni strategiche cruciali. Sostenendo il settore bancario e le compagnie più importanti per l’economia interna sono arrivati i primi importanti segni di ripresa. L’Europa e' rimasta imprigionata in un circolo vizioso e continua ad andare avanti a zig-zag.
I cawboys risolvono rapidamente e in maniera aggressiva i problemi per impedire che questi compromettano la loro società, il loro stile di vita e la stabilità del loro sistema politico. Per lo stesso motivo i rinascimentali hanno paura delle soluzioni a lungo termine, perché vivono in un complicato guscio protettivo post-bellico di integrazione europea e stato sociale. Dunque se l’Unione europea sopravviverà alla crisi economica come unità globale e competitiva, avrà davanti una sola opzione: cambiare la sua cultura di pensiero strategico chiuso all’interno di un comodo stato sociale e di cicli elettorali quadriennali. L'Europa ha bisogno di leader lungimiranti che la conducano sulla strada di una maggiore integrazione e che le mostrino dove e come investire per aumentare la competitività. C'è nessunoooooo???
Maria Leone
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